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Autore: ValeCapps    06/09/2012    2 recensioni
Cindy, 3 anni e mezzo.
Valerie, 17 anni.
Nove mesi il padre Scott e il fratello ventiduenne Mason partirono per l'Iraq per servire il paese.
Le due sorelle si stavano preparando ad un Natale senza i due uomini di casa, ma i miracoli di Natale esistono.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23 DICEMBRE.

 

- Valerie, non dimenticarti il cappello! - scesi le scale correndo, afferrai la sacca con il mio cambio d'abito, presi il capello e salii in macchina con mia sorella.

In pochi secondi eravamo già nel traffico newyorkese ad ascoltare lo strombazzare delle auto guidate da automobilisti frettolosi e infuriati,che fremevano per arrivare in tempo al lavoro. Cavoli loro,si sarebbero dovuti svegliare prima.

Ma ciò che non capivano era che più si sentiva quel BIIIIP-BIIIIP e più l'umore cambiava e le persone al volante si agitavano, quindi il casino in strada aumentava di conseguenza e non si arrivava da nessuna parte.

- Ehi amico! Sposta l'auto! - urlò mia madre dal finestrino. Il signore, in risposta, alzò il dito medio e continuò a fare i suoi comodi.

- Ma è sordo per caso? Ho detto di spostare questa cazzo di macchina, stronzo! - Amy Patricia Elizabeth Sharts si era appena incazzata.

Strinse il volante e con un'abilità pazzesca superò il tipo, la fila di taxi gialli che erano posteggiati davanti agli hotel e si infilò dritta dritta dentro il parcheggio della High school Hever”.

A volte mi chiedo perchè abbia ancora la patente.

 

Quell'anno la scuola aveva organizzato qualcosa di speciale, io e altre tre ragazze avremmo dovuto cantare. Lo spettacolo si sarebbe tenuto al campo da football. C'erano tutti i genitori e in più c'erano le scuole elementari, medie (*) e l'asilo.

Poi ci sarebbe stato il discorso e una mega festa.

 

- Mamma, accompagno Cindy dalla sua maestra, poi io vado in palestra a cambiarmi, in auditorium a fare le prove e poi c'è la festa. Mi raccomando, alle 10.00 qua! Ai genitori delle ragazze che cantano hanno riservato la prima fila - annuì distrattamente e ripartì a tutta velocità verso la strada principale.

 

Accompagnai la mia sorellina dalla maestra, tutti i bambini dai 3 anni agli 11 anni e i ragazzi dagli 11 ai 13 erano a provare direttamente sul palco allestito nel capo.

 

Arrivata davanti alla scuola salutai un po' tutti e corsi verso la palestra, Charlie, Rose e Mitchie erano già li che si cambiavano. Io indossai le collant bianche, un vestitino da Babba (?) Natale che stringeva così tanto il seno che sembrava avessi una quinta quando in realtà avevo una terza e delle scarpe con il tacco rosse.

 

- Bhè? Non sei emozionata? - domandò Charlie vedendo la mia espressione triste.

Scossi il capo. Era il mio primo Natale senza mio fratello Mason e mio papà Scott. Nove mesi prima erano partiti per l'Iraq e da quel giorno sussultavamo ogni giorno che il telefono squillava e ci si stringeva il cuore ogni volta che dicevano per tv che un soldato era morto.

 

- Appena Rose scende dal palco sali tu,chiaro? - il preside Brussil mi diede le indicazioni e poi sparì dietro un mucchio di gente. Gli spalti brulicavano di gente.

 

Salii sul palco e cantai “Let it snow” di Bublè. La gente applaudì parecchio e poi scesi dal palco tornando a sedermi.

 

- E' arrivato il momento del mio piccolo discorso, questa volta sarò breve perchè ci sarà un video, che vi mostrerà ciò che voglio dirvi. Concludo con il dire che questa festa è dedicata ai soldati, a chi è in Iraq e in Afghanistan -

chinai il capo iniziando a piangere silenziosamente, poco dopo sentii Cindy che mi circondava la gamba sussurrando - Daddy, Mason! -

Il video era davvero triste, c'erano un sacco di immagini,spezzoni di video in cui i soldati incontrano le famiglie dopo mesi e in più c'erano le note di “Brothers in Army” come sottofondo che rendevano tutto ciò più triste.

Il preside afferrò il microfono e ricominciò a parlare - Nella nostra scuola ci sono 3 famiglie che sanno cosa significa ciò che esprime questo filmato. La famiglia Hack ha il piacere di riavere il padre a casa, la famiglia Norson anche,ma la famiglia Sharts no. Quindi invito la signorina Valerie Sharts a salire sul palco e a parlarne con noi. -

 

WTF?! Non era previsto un discorso!

 

- Allora,ehm. Non era previsto che io dovessi parlare e quindi non so da dove iniziare. Nove mesi fa, mio padre Scott e mio fratello Mason sono partiti per l'iraq, ogni giorno, quando squilla il telefono, andiamo a rispondere con le mani che tremano, ogni volta che accendiamo il televisore e sentiamo i nomi dei soldati morti, iniziamo a piangere. Si sono persi il mio 17ettesimo compleanno, il giorno del Ringraziamento e si perderanno anche Natale. Quando il giorno del Ringraziamento ho visto i loro posti a tavola vuoti, ho pianto per ore e so che succederà anche a Natale. Lo so. Ci sono migliaia di famiglie che sono nella nostra situazione e ci sono migliaia di uomini,donne,ragazzi e ragazze che sono lontani per servire il paese. Chiudo il discorso con una piccola richiesta, alzatevi in piedi e facciamo tutti insieme un forte applauso a questi eroi.- si alzarono tutti e iniziarono ad applaudire fortissimo. Molti si erano emozionati e mia madre aveva la faccia coperta dalle mani e il viso rigato di lacrime.

 

- Vuoi dire qualcosa piccolina?- chiese il preside a Cindy che fino a quel momento non si era staccata dalla mia gamba.

La mia sorellina afferrò il microfono con le manine minute e piangendo disse - I miss you daddy, I miss you Mason -

Il pubblico si alzò in un boato di tenerezza e Cindy si avvinghiò a me.

 

Mi voltai per andarmene dal palco quando il preside mi fece tornare indietro.

- Un'ultima cosa Valerie e Cindy..-

Improvvisamente il pubblicò si alzò in piedi applaudendo, mi voltai e due uomini in uniforme da militare erano li che ci guardavano. Mason. Papà.

- Daddy! My daddy! Mason! My brother! - urlò Cindy.

Mi coprii gli occhi con le mani e iniziai a piangere rumorosamente correndo verso di loro. Mi buttai addosso ai miei due eroi piangendo e biascicando parole a caso. Mia sorella piangeva e sussurrava - I missed you daddy, I love you Mason -

Mia madre iniziò a correre sul palco e si tuffò anche lei in quell'abbraccio. Avrei voluto restare così secoli. In quell'abbraccio infinito che sembrò però finire presto.

- Dad! Scott! Mason! I love you! I missed you - erano le parole che da qualche minuto si sentivano dire da me, Cindy e mia madre.

Tutto il pubblicò urlava e applaudiva mentre io, Cindy e mia mamma continuavamo a piangere.

 

Mason era lì. Mio padre era lì. Gli uomini della mia vita erano finalmente a casa.

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(*) medie = non so come si chiamano negli Stati Uniti

Buoncciorno piccoli pampini! 

Allora.
E' la terza volta che lo pubblico,ma ho sempre dei problemi con i dialoghi che non si vedono.

Ritento. 
Ci ho messo molto impegno, l'ho scritta due volte visto che improvvisamente il mio pc ha fatto *puff* ed è sparito tutto. Ho chiuso ogni cosa e sono andata a lavare i piatti.
Ma vi rendete conto? 


IO CHE LAVO I PIATTI. MAI SUCCESSO.

Ok,vado a fare pipì.
                                           Adios.

 

  
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