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Autore: RobDarko    06/09/2012    8 recensioni
Che succede quando il mite e insicuro Kurt Hummel incontra l'incostante e diabolico Sebastian Smythe? Una storia sulla provincia industriale, le anime assiderate che ansimavano e i sogni che sfioravano i soffitti. Sulla provincia di cui non parla mai nessuno, dove sembra che non succeda mai niente.
"Si guardarono, complici, poi corsero senza rimpianti fino alla fermata, giusto un minuto prima che l'autovus chiudesse l'ultima portiera. Ci si fiondarono dentro e quando l'autobus partì, Kurt sbattè il sedere contro i sediolini di plastica, cadendoci in lungo. Sebastian, che aveva avuto l'accortezza di aggrapparsi alla sbarra di metallo rossa, rise fragorosamente e poi gli tese la mano per rialzarsi.
Quando furono entrambi seduti si guardarono, in un primo momento serissimi, poi scoppiarono a ridere. E più si guardavano, più ridevano. Più guardavano altrove e più ridevano."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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All About Us - Anche noi diremo che eravamo giovani e che soffrivamo di vertigini
Chapter
two.



La McKingley High, nel suo squallore rosso e bianco spezzava il grigio del cielo e il marciapiede.

Kurt tirò un sospiro di sollievo a vedere quanto prima fosse arrivato, a scuola ancora chiusa. Le sette meno venti, quindi aveva ancora circa mezz'ora prima delle sette e cinque, quando i bidelli si decidevano a aprire i cancelli.

Indeciso, girovagò davanti ai cancelli rossi arrugginiti, percorrendoli con la punta delle dita, poi si voltò a cercare Smythe con lo sguardo. Gli era venuto in mente dopo che con lui ci doveva essere anche Sebastian, e non sembrava una cattiva idea volerci fare conversazione.

L'essere arrivato prima lo aveva messo di buon umore, aveva dieci minuti di vantaggio su Karofsky o Shane o qualche altro coglione della squadra di football. Niente granite di prima mattina, niente spintoni, perché sarebbe stato già in classe.

Si guardò intorno un paio di volte, nel rettangolo di asfalto davanti ai cancelli, ma di Sebastian Smythe neanche l'ombra. Guardò nella strada davanti, gli angoli di destra e sinistra, ma non lo vide.

«Non te ne accorgi quando le persone sono proprio affianco a te?» gli chiese a un tratto la voce divertita dell'altro ragazzo, spaventosamente vicino. Kurt voltò subito la testa e lo vide, proprio affianco a lui, appoggiato al cancello rosso «Oddio, mi hai fatto prendere un colpo» riuscì a dirgli. Per un attimo non aveva riconosciuto la sua voce, e ne aveva avuto istintivamente paura. Gli faceva un po' paura anche adesso, a dirla tutta, ma di meno.

«Quando ho notato che mi cercavi» disse Sebastian «Ti sono venuto vicino e tu non mi hai notato. Non so quante volte l'hai fatto»alzò le spalle.
Kurt non capì subito il senso di quelle parole, quindi cambiò argomento «Tu arrivi sempre così presto?»
«Sempre» rispose Sebastian.
«E che cosa fai?» chiese vivace, ma si morse subito la lingua per averlo fatto. Magari a Sebastian non andava di rispondere.
Invece Sebastian rispose «Tutto e niente» mantenne il tono calmo e ammaliante con cui stava parlando, e quella sfumatura seducente nei suoi occhi mise a disagio Kurt. Sebastian lo notò, per questo aprì le labbra e sorrise, cercando di eliminare ogni traccia di quell'aria.
Peggiorò le cose «Tu invece cosa stavi facendo prima che ti togliessi dieci anni di vita?»

«Mi....mi annoiavo. Non sapevo cosa fare e se mi mettevo a ripassare era la fine» gli rispose, balbettando un po'.

«Ti piace studiare»constatò Sebastian.

«Già»

Rimasero in silenzio fino alle sette e cinque e appena fu possibile Kurt si fiondò dentro la scuola senza neanche salutarlo. Ma la scuola, la poca gente che c'era, aveva visto qualcosa di non indifferente. L'inquietante Smythe e il dolce Hummel appoggiati ai cancelletti, vicini e distanti, in armonia tra loro.


Sebastian ci rimase, letteralmente, di culo quando Kurt sgusciò via. Per quei due minuti si era dimenticato che nessuno gli rivolgeva la parola. Si era dimenticato  a chi aveva dato a parlare e si era divertito a rispondergli, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Ma si rassegnò al fatto che con lui Kurt ci avrebbe riparlato difficilmente.

Rimase fuori dalla scuola qualche altro minuto, giusto per vedere la squadra di football riunirsi vicino al cassonetto in attesa di Kurt, come facevano tutte le mattine. E rise, perché Kurt li aveva saggiamente fregati. Lo guardò proprio in faccia, Karofsky, mentre rideva. Voleva vedere se aveva il coraggio di prenderlo e buttarlo nel cassonetto. Gli lanciò la sfida di farlo con gli occhi, ma Karofsky distolse lo sguardo. Tipico, pensò Sebastian, se lo facessero a me gli aprirei il culo e lo sanno, perciò non mi toccano.

Entrò nella scuola e dopo aver recuperato il libro di matematica dall'armadietto si diresse verso la sua classe, incurante degli sguardi. Li conosceva bene, erano timorosi e tentavano di capirlo.

Proprio perché non li guardò non capì che erano più increduli che timorosi.

Kurt invece lo aveva notato. O meglio, glielo avevano fatto notare.
Mercedes si appoggiò all'armadietto vicino la suo «Ehi, ragazzo bianco» lo salutò. Kurt sorrise istantaneamente e gli rivolse il suo sorriso, ma notò che Mercedes era rabbuiata.

C'era qualcosa che non andava
. Il sorriso di Kurt si affievolì appena e assunse una sfumatura preoccupata. «Ehi. E' successo qualcosa?»
Mercedes scosse la testa «Niente» disse.

Kurt non ci cascò «No, a te è successo qualcosa» replicò.
Mercedes odiò l'intelligenza del suo migliore amico «A me non è successo un bel niente, Kurt. Tu piuttosto sei impazzito?»  gli chiese aggressiva. Kurt la guardò interrogativo

«Perché dovrei essere impazzito, scusa?» le chiese. Proprio stamattina te ne accorgi, con tutte le mattine in cui ho veramente qualcosa che non va.

«
Parli con Smythe, l'ha detto Jacob»disse Mercedes «Hai idea di cosa fa quel tipo?» cominciò col suo tono da ramanzina.

«E tu credi a Jacob?!» gli rispose arrabbiato Kurt «Comunque, non credo a una parola di quello che dicono di lui»si girò verso il suo armadietto e lo chiuse, mentre si incamminava a Geografia. Mercedes lo seguì «Quei gatti dietro la scuola li ha uccisi lui, Kurt, lo sai»

«Stronzate. Lo sa meglio di me che è stato Luke Charson» le rispose prontamente Kurt.

«Lo stai difendendo?» chiese accusatoria.

«No, sto vedendo le cose come stanno. Dov'è Tina, piuttosto?» le chiese guardandosi intorno alla ricerca dell'asiatica  

«Oggi non viene» rispose Mercedes, sedendosi vicino a lui in aula «Suo padre mi ha detto che sta male»
Kurt la guardò allarmato «Ha ancora la nausea?»

Mercedes si strinse nelle spalle «Non lo so, suo padre ha solo detto che sta male»
Kurt stava per dire qualcosa quando l'insegnate arrivò, quindi non disse nulla. Si ripromise di chiedere informazioni a Mike più tardi.


Le prime ore della giornata volarono. Di tanto in tanto, mentre percorreva i corridoi per arrivare all'aula dove si sarebbe svolta la lezione successiva, Kurt notava qualcosa di diverso. Due ragazzine del primo anno bisbigliavano e gli lanciavano occhiate timorose o curiose. Qualcuno distoglieva lo sguardo. Si trovò affiancato da Finch un paio di volte, ma tutte le volte il ragazzo desisteva dallo spingerlo o insultarlo. Ed era strano, perché più che occhiatacce di schifo o incredulità erano occhiate curiose e timorose.

Perplesso,  velocizzò il passo verso l'aula di Storia. Fu un attimo : Sebastian gli afferrò il polso e se lo tirò vicino, così veloce da capogiro, abbastanza veloce da fargli schivare appena in tempo la granita che si infranse contro gli armadietti vicino a loro. Karofksy gli lanciò uno sguardo di puro odio mentre si allontanava in fretta. Per un paio di secondi, Kurt analizzò la scena frastornato, incapace di capire cos'era successo.

«Tutto bene?» fu la voce di Smythe a riportarlo alla realtà. Girò la testa quasi di scatto, trovandosi vicino, un po' troppo vicino «G-grazie» balbettò prima di riuscire a rispondergli, cerando di mantenere un po' di distanza. Sebastian lo guardò per qualche secondo, e Kurt poteva chiaramente leggere una domanda divertita e scioccata nei suoi occhi verdemare.

Gli lasciò il polso, immediatamente, come resosi conto solo adesso che lo stava ancora tenendo «Non c'è di che»
La campanella dell'inizio dell'ora non aveva mai sollevato Kurt così tanto chiese Sebastian, indicando l'aula di storia a qualche metro. Annuì. Si incamminarono, lasciandosi alle spalle i compagni confusi. Kurt guardò Sebastian, incurante e  lo seguii fino al terzo banco. Si misero seduti fianco a fianco.

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«E che cazzo...» imprecò Sebastian, sentendo il rumore di un tuono in lontananza. Alzò lo guardo verso il cielo e una goccia di pioggia gli si infranse sulla guancia. Ne attese un'altra, e ne arrivarono a milioni. Queste cazzo di previsioni, mai che ne azzecchino una. Trasalì per il brusco calo di temperatura e, ormai bagnato, si rimise a camminare verso la fermata.
«Ehi, Smythe!» gli gridò Kurt alle spalle. Sebastian si girò e lo video corrergli incontro con un ombrello aperto. Quando arrivò, aveva il fiatone e le guance rosse, non sapeva se per il freddo o la corsa «Facciamo la strada insieme, ti va?» lo coprì con l'ombrello «Abbiamo perso entrambi l'autobus e volevo....ricambiare il favore di oggi»
Sebastian lo guardò per alcuni secondi. Se è uno scherzo è uno stronzo, se è vero è proprio un idiota. «Capisco, non ti va. Non fa niente, ma sotto questa pioggia....»
«Ma certo che mi va, è solo che abito lontano» rispose Sebastian, desideroso di rivedere la sua espressione accesa dall'entusiasmo timido di prima  
«Non importa. Andiamo, altrimenti perdiamo anche questo!» ribattè, e si incamminarono.

Sebastian si offri di portare l'ombrello in quanto più alto, e Kurt glielo cedette con un falso broncio da manuale. In una frazione di secondo, le loro mani si sfiorarono fredde sul manico dell'ombrello. Mentre camminavano in silenzio , ormai al buio inframmentizzato dalle luci artificiali dei lampioni, sentirono il rumore dell'autobus che gli passava davanti per arrivare alla prossima fermata, a qualche metro di distanza.

Si guardarono, complici, poi corsero senza rimpianti fino alla fermata, giusto un minuto prima che l'autobus chiudesse l'ultima portiera. Ci si fiondarono dentro e
quando l'autobus partì, Kurt sbattè il sedere contro i sediolini di plastica, cadendoci in lungo. Sebastian, che aveva avuto l'accortezza di aggrapparsi alla sbarra di metallo rossa, rise fragorosamente e poi gli tese la mano per rialzarsi.

Quando furono entrambi seduti si guardarono, in un primo momento serissimi, poi scoppiarono a ridere. E più si guardavano, più ridevano. Più guardavano altrove e più ridevano. Una vecchietta lanciò loro uno sguardo di disapprovazione. «E l'ombrello?» chiese Kurt, una volta scemate le risa.
«Ancora a Fairfax, suppongo. Scusami.» rispose Sebastian.
«Ma dai, almeno non siamo a piedi»osservò Kurt, facendo ridacchiare entrambi. Calò un silenzio confidenziale. idiota, certo. Qui l'idiota sono io.

Per il resto del viaggio, Kurt tenne la testa appoggiata al finestrino. Sebastian gli diede una spallata leggera «Non ti addormentare. Qual'è la tua fermata?» chiese.
«St.Claire» rispose Kurt, sistemandosi meglio sul sediolino.
 «Ah, la prossima allora.»osservò Sebastian. Kurt si raddrizzò immediatamente e corse a prenotare la fermata, tenendosi alla sbarra rossa mentre l'autobus era in corsa «La tua qual'è?»  chiese.
«Hornicker, la penultima» rispose Sebastian.
 L'autobus si fermò e le portiere si spalancarono «Allora ciao, eh!» lo salutò Kurt.
«Ciao. Ti aspetto domani» lo salutò Sebastian, e Kurt sorrise e annuì con vigore.
A domani. E se sono un idiota, intendo farlo per bene.

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Ciao! Ma quanti siete? :O
E io che pensavo che questa fanfiction sarebbe caduta nel dimenticatoio e non sarebbe piaciuta a nessuno! Sono commossa ç___ç Grazie a tutti!
Niente....le cose iniziano a smuoversi :'D  Dal prossimo capitolo sarà tutto angst - pucciamme - angst - angst , mi odio da sola. Ho amato la scena della granita, btw.
Com'è ? Vi è piaciuto? Commenti, opinioni, pomodori virtuali? Lemme know it!
Ci vediamo la settimana prossima,

Robs.

EDIT : come Ross mi ha fatto notare (grazie Ross <3) mancava un pezzo nella scena della granita. Adesso, nel documento originale c'è, ma non so perché EFP non l'ha caricato D: Comunque, tutto risolto.
  
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