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Autore: vanessa M    07/09/2012    0 recensioni
un incontro casuale fu quello che segnò le vite della dolce Hope e del tormentato josh.
Soldato del corpo dei marines lui,con alle spalle un passato tortuoso, e ragazza di buona famiglia lei, due caratteri a confronto, due personalità differenti, arroganza e freddezza contro sensibilità e tenerezza; ed una guerra, quella in Iraq, che cambierà per sempre la loro esistenza...
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo le urla dei bambini che giocosi correvano per le stradine ciottolate, la gente che in una miriade di suoni e voci risaliva la salita che dalla spiaggia portava al centro della cittadina,un piccolo paradiso immerso nel mare cristallino. ed era li che me ne stavo seduta a guardare,ammirare quell'orizzonde infinito che pareva illuminare in maniera soffusa una terra ancora pura ed incontaminata,il vento soffiava flebile attraverso i mie capelli,spostandoli in maniera confusa intorno al viso, una sensazione che sin da bambina avevo imparato ad apprezzare, mi sentivo libera,capace attraverso la mia immaginazione di poter volare; volare si, via ,lontano ed ancora più oltre dell'immaginario.
così ripetevo a me stessa, che un giorno tutto sarebbe cambiato, che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato oltre quel sole rosso fuoco per rubarmi il cuore e l'anima portandomi con esso per sempre; e che magari quel giorno non sarebbe stato poi così lontano...forse.
e nel mentre la mia mente vagava per immense fantasie,ed i pensieri si accavallavano lun l'altro, mi accorsi di esser come osservata,ed inconsciamente il mio sguardo si posò in maniera furtiva su quel qualcuno che invece senza nessun briciolo di pudore continuava ad osservarmi, pensando che fosse una cosa estremamente maleducata con la coda dell'occhio oltre la cortina delle ciglia cercai di capire o perlomeno valutare lo scopo di quel comportamento assai sfacciato,ed inziai così a muovermi verso la parte opposta camminando a passo svelto come se volessi scomparire, sin quando non andai ad urtare contro qualcosa di duro che mi fece salir su le lacrime agli occhi.
< maledetto naso, accidenti> il dolore era insopportabile.
< se non fossi scappata come un gattino randagio suppongo non saresti venuta a sbattermi contro > proruppe infastidito < volevo soltanto tagliarti la strada...non avrei mai pensato che saresti arrivata contro il mio petto come un missile...non contavo avresti corso come una forsennata >
< una forsennata? di fatti io non correvo, ma camminavo, a passo svelto aggiungerei; sei tu che da stolker ti sei piantato davanti come una montagna...solitamnte la strada è sgombera>
< bè oggi non lo era, e forse non lo sarà neanche domani, devi poter essere pronta a qualsiasi evvenienza >
< è una minaccia o un avvertimento? >
< credo entrambe le cose >
Lo osservai sbigottita, una parte di me pensava stesse scherzando, ma guardandolo nel profondo degli occhi credetti stesse realmente facendo sul serio, chi era quello sconosciuto apparso così all'improvviso?
< fammi capire, sto realmente ascoltando dalla bocca di un perfetto sconosciuto, un ordine bello e buono di come io dovrei camminare lungo la strada? strada e strade che per giunta conosco come le mie tasche? credimi questo non ha assolutamente un briciolo di senso >
 < veramnete un senso logico l'avrebbe avuto se solo non l'avressi reso ridicolo con tutte queste stupide parole, la morale era,gurda dove metti i piedi, nient'altro >
Era come se mi avesse appena battuta in una sfida verbale,lo guardai attentamente, mi resi conto che sarebbe stato difficile non andargli a sbattere contro, era alto ed imponente difficile da poter schivare.
< suppongo non sarebbe servito a nulla, sarebbe stato comunque difficile poterti evitare, io troppo piccola, tu troppo grosso >
rise fragorosamente < assurdo, adesso il problema è la mia altezza e non la tua sbadataggine? sei molto brava con le parole sai, ma la tua è una sfida persa in ogni ambito,sono un osso duro molto più di quanto tu possa credere >
< io penso soltanto meno presuntuova, maleducata e sicura di me stessa come lo sei tu, non sopporto questo tipo di persone,non mi sono mai piaciute e mai,dico mai, mi andranno a genio >
< invece credo soltanto che tu in questo momento abbia lanciato indirettamente una sfida alquanto succulenta > Vidi brillare quello sguardo di ghiccio < se pensi questo non fai altro che avvalere la mia tesi> risposi
< staremo a vedere, e quando finalmente potrò osservare nei tuoi occhi una veneranda approvazione e ammirazione nei mie confronti,avrò vinto >
< l'unica cosa che vedrai dai mie occhi sarà una totale compassione per una persona tanto piena di se come lo sei tu; mi dispiace ma adesso devo andare > così cercai di incamminarmi dandogli le spalle...non volevo guardarlo nuovamente negli occhi,non volevo guardare quello sguardo felino di chi sa già tutto.
< chi non saluta guardando diritto negli occhi una persona,è un essere a metà privo di coraggio >
Imbufalita mi girai < penso valga persino per le persone che altro non fanno se non provocare >
< penso che provocare sia lecito, se però sei capace poi, di poter affrontare quella provocazione > nel dire ciò si avvicinò abbastanza da risultare talmente ingombrante che non riuscii più a muovermi, e mentre lo guardavo ero consapevole che quel viso con tante piccole profonde cicatrici mi spaventava a morte,e che quegli occhi di un grigio ghiaccio mi infondevano confusione e insicurezza.
< come vuoi tu, allora ti saluto........ > < Josh > disse lui interrompensomi < il mio nome è Josh >
< perfetto, allora ti sluto Josh, va bene così > e stavolta cercai una volta pertutta di liberarmi da quella stretta immaginaria.
< il tuo nome,vorrei poter sapere anche io il tuo dato che educatamente io ho detto il mio, sai è..... >
< maleducazione non presentarsi una volta che l'altro l'ha cortesemente fatto? > stavolta fui io ad interrompre lui,non volevo sentirlo parlare ancora una volta, Dio no davvero.
< Hope, mi chiamo Hope, soddisfatto? >
< nessuna soddisfazione, soltanto curiosità Hope >
Hope.. lo aveva pronunciato appositamente facendo diventare il suono stesso del mio nome cm una provocazione, un affronto o una sottospecie di presunta sfida apparentemente incomprensibile ai miei occhi; stavolta però alzai i tacchi e me ne andai, non disse nulla, quando mi girai vidi soltanto che anche lui andava diritto per la sua strada.

< si può sapere che fine avevi fatto? se continuerai di questo passo non combinerai niente,ed io con te, le vacanze estive non dureranno in eterno, aggiungerei con mio gran sollievo, non ce la faccio più a tenere questi corsi, le ragazze non sono costanti, vengono quando fa comodo loro e non faccio altro che passare qui tutto il tempo, sto diventando pazza, e tu che fai? sparisci perchè preferisci gurdare il sole? io dico che non sati bene, no davvero... >
Quello di Melissa era un continuo monologo di lamentele che andava avanti ormai da ogni estate, teneva imperterrita gli stessi corsi di massaggio orientale, dove io avrei dovuto essere l'assistente avendo studiato qualche tempo prima un pò di quella roba, ma concentrarmi persino in estate mi pareva impossibile. passavo gran parte ell'inverno in facoltà a studiare, ed avrei di gran lunga preferito poter passare le estati in riva al mare a leggere un buon libro piuttosto che passare le giornate inpiedi per far fronte alle isterie di melissa ed alle svogliatezze delle ragazze, avrei sempre potuto rifiutare, ma non avrei mai potuto, ero troppo buona, e melissa troppo disperate.
< mi dispiace, ogni volta che mi metto a guardare l'orizzonte perdo la cognizione del tempo >
< credo che arrivati a questo punto tu non ti possa più permettere di lasciarti trasportare dalle fantasie, a vent'anni ancora credi alle fate...biancaneve ed il principe azzurrro >
< mmm e che male potrebbe mai fare credere a tutto ciò, a mio avviso il tuo stress è dovuto proprio al fatto che non ti lasci mai andare, e dire che sei un insegnante di tecniche di massaggio orientale, santo Dio Melissa dove sarebbe la tua spiritualità? >
< per favore non mettiamoci a parlare della mia spiritualità adesso, non è questo il punto, è di te che stavamo parlando non della sottoscritta razza di furba che non sei altra, per di più c'è bisogno di andare dal nonno, sta poco bene, la mamma e la zia come sai non sono in città, perciò dal momento che sei l'unica a non far nulla tutto il tempo toccherebbe a te andar da lui >
< se il Nonno stava male perchè non mi hai avvertita prima, perchè non mi hai chiamata? suppongo che per lui avrei anche smesso di fantasticare che dici? sei impossibile Melissa >
< io impossibile? Hope, l'ho saputo soltanto adesso perchè mi hanno chiamata,ti avrei di certo avvertita se non fosse stato che per una volta tu sia arrivata giusto intempo >
< d'accordo va bene, ma adesso piantiamola di litigare, io vado, e tu cerca di darti una calmata, vai a farti un bel bagno, fa troppo caldo e si vede, ti sta dando alla testa > Uscii senza nemmeno dar retta alle cose che continuava a blaterarmi dietro, entrai in macchina e guidai sino alla casa del nonno.
Lo trovai seduto sulla solita poltrona, quella che durante l'estate teneva sotto il grande faggio, in quel gran giardino verde che sempre aveva amato e curato con tanta devozione.
< ti senti poco bene Nonno, è tutto apposto? >
< oh piccola mia non ti preoccupare, ho solamente scambiato quattro chiacchere con quella pettegola della vicina di casa, e a dire il vero mi sentivo un pò fiacco, il caldo, l'afa ed ormai mettiamoci pure la vecchiaia, non sono più quello di un tempo piccola, così si dev'esser preoccupata e deve aver chiamato tua cugina. >
< esatto, ma tu lo sai com'è fatta Melissa, passa gran parte della sua vita in maniera frenetica ed ansiosa, in ogni caso nonno sarei venuta comunque, per te questo e altro >
gli sorrisi, era così dolce, il viso del nonno era ancora cm quello di un bambino, solamente invecchiato, ma dentro era vivo ,vitale, pieno di gioia e bontà.
< Hope cara, ma di un pò > chiese cambiando radicalmente argomento < sai qualcosa della parata organizzata in ornore ai nostri militari appena rientrati dall'Iraq? so che è stata organizzata una festa di ben tortato >
< sinceramente ne ho sentito parlare ma non ho visto nulla Nonno, viviamo dall'altra parte della cittadina, non sembra ma ormai questa è una zona molto vasta, con la presenza del forte e della base militare ormai il flusso della gente è aumentato anche durante l'inverno, moliti militari hanno portato con se la loro famiglia, mi pare giusto, quindi credo che la cosa sia stata organizzta più nei dintorni della base che non qui da noia in città. >
< capisco, capisco...ma sai piccola, ricordo ancora i tempi passati durante la guerra, per fortuna non la combattei, ma la paura di morire a causa di un proiettile o peggio ancora una bomba era molto viva e frequente, non sapevi mai dove nasconderti, il nemico attaccava da tutti i fronti e tu eri li incapace di affrontare la cosa, non potevi far nulla per poter fermare quella catastrofe Hope cara, potevi solamente aspettare e sperare che col tempo tuttu sarebbe finito, mentre adesso, adesso perchè combattere una guerra inutile, far morire così tante giovani vite, rendere mutilati giovani ragazzi che hanno dato tutto per la loro patria e la loro bandiera,lasciare a casa mogli e figli col timore che mai rivedranno il loro caro; adesso L'Iraq Hope, ma domani? queste missioni non avranno breve termine , non lo avranno, ma anzi ascolta e ricorda, sarà solamente una piccola goccia, che mano a mano andrà a tramutarsi in un diluvio >
Ascoltai quelle parole, e non solo le feci mie, ma ne compresi persino la gravità; non aveva tutti i torti anzi, pensai esattamente che le cose dette dal nonno sarebbero realmente accadute, moltissimi soldati continuavano ad arrivare e partire dalla base.
< ma di che hai paura Nonno? io comprendo il tuo stato d'animo e le tue ansie, ciò che dici purtroppo credo rispecchi la più profonda realtà, ma non penso sia soltanto questo il problema, o sbaglio? >
< credi bene allora piccola Hope, perchè qui> fece toccandosi il petto e picchiettandosi la mano sul cuore < nel profondo, so per certo che donerai il tuo cuore ad un soldato >
rimasi sbigottita < perchè mai dovrei donare il mio cuore proprio ad un militare nonno? > lui fece per guardarmi e sorrise
< Hope,perchè ci sono alcune sensazione che non puoi fermare, ricorda ciò che ti ho sempre detto, difficilemnte il nonno si è mai sbagliato, ed io leggo questo nel tuo cuore, nei tuoi occhi che è ciò che accadràì, tu ancora non lo sai, ma presto o tardi, mi darai ragione >
Il cuore mi batteva stranamente forte, era come se qualcuno mi avesse appena rivelato parte del futuro, sorrisi e mi alzai dalla sedia dove mi ero precedentemente seduta < non so,sembra così strano Nonno, non ho ancora finito gli studi, ho così tante cose a cui pensare, eppure di soldati qui ormai ne ho visti tanti, ma mai nessuno che mi abbia colpito al cuore >
egli mi scrutò ed osservò per qualche istante < non sarà solo il soldato che ti colpirà al cuore Hope, tu riconoscerai in esso un grande uomo, e sarà quel grande uomo che c'è in lui a farlo diventare un gran soldato.>
mentre ascoltavo frastornata mi resi conto che ormai si era fatto tardi < nonno accidenti è tardissimo, mi hai distratta come al solito ed ho perso la cognizione del tempo, l'importante è che tu stia bene, e per qualsiasi cosa chiama pure me, non esitare verrò qui in un attimo, quesdto la sai > mi chinai per dargli un bacino sulla guancia e mi sorrise
< sono un osso duro piccola mia > disse lui, ricambiai il suo sorriso e mivoltai per andarmene, ma parlò ancora.
< Hope ricorda....all'inizio non sarà facile, non lo riconoscerai subito >
< riconoscere cosa Nonno? > dissi.
< lui...non saprai subito che è di lui che ti innamorerai >
per la prima volta gli feci una mezza pernacchia cm ero solita fare da bambina e me ne andai, pensando durante tutta la notte a quelle strane parole.

  
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