Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: LunaSayan    07/09/2012    1 recensioni
Ciao a tutti! Allora, questa fafiction è una Robin Roud, quindi potrete partecipare tutti. Datemi il vostro personaggio, e io creerò la storia. Cosa succederà ad un gruppo di semidei provenienti da tutto il mondo, radunati nel Campo Mezzosangue? Tra amori, gioie, falò, imprese, liti e perdoni lavita dei nostri personaggi va avanti! Partecipate in tanti please! Datemi il vostro PG inventato e verrà fuori una storia fantastica!
Bacioni
Luna
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ALL THESE THING I HATE- SELENE6
 

 
Questa è la mia songfic per il contest. La canzone è: “All these thing I hate” dei Bullet For My Valentine.
Sono Selene6 e spero di aver reso appieno il motivo che spinge il mio personaggio, Helen, a chiudersi così tanto in sé stessa!

 
 
 
 
 
 
Once more I say goodbye, to you 
Things happen but we don't really know why


Era accaduto di nuovo.
Non poteva essere vero.
Ogni cosa si stava ripetendo e non ero sicura che questa volta il mio cuore potesse ricomporsi.
Dopo la morte di Jasmine pensavo di aver sofferto abbastanza per tutta la vita, ma la vita non era stata così gentile con me.
Pensavo che mia sorella avesse superato la morte dell’amata figlia… Pensavo che avesse deciso di vivere nel suo ricordo, nel ricordo della dolce, piccola Jasmine, ma forse quella era solo la facciata che aveva deciso di farmi vedere per addolcirmi la pillola.
Avevo solo 11 anni quando era morta Jasmine… I primi mesi Josephin non era stata più la stessa, il dolore l’aveva cambiata dentro e si era rinchiusa in un mondo tutto suo di sofferenza e di oscurità. La curavo io, mantenevo i rapporti con i suoi collaboratori esteri per poter ottenere i manufatti da donare ai musei, così facendo potevamo vivere normalmente… O meglio, potevamo vivere con lo stesso denaro, ma non era lo stesso.
Dopo quattro mesi di convivenza con l’ombra di quella che era mia sorella mi stavo arrendendo… Le stavo davvero dicendo addio.
Ma lei si riprese.
Fu come un fulmine a ciel sereno, la mia adorata sorella riprese la sua vita e lentamente scivolò via da quel torpore che per tanto l’aveva avvolta. Mi diedi della stupida per averla sottovalutata, dopotutto era mia sorella e mai e poi mai una Stuart si sarebbe arresa così facilmente senza combattere.
Forse ho sopravvalutato la combattitività della Stuart, o forse ho sottovalutato il suo dolore, perché con soli due anni di distanza dalla morte di Jasmine, Josephin uscì di casa.
Non tornò mai più.
Non mi spiego ancora perché.

If it's supposed to be like this,
why do most of us ignore the chance to miss?
 
Non avevo mai sofferto tanto.
Avevo perso tutta la mia famiglia in soli due anni e questa volta sarebbe stato per sempre.
Venni affidata ai servizi sociali. Odiavo quelle persone. Sempre con un sorriso sulle labbra, come se non fosse accaduto nulla di male.
Le loro parole di conforto erano finte, come se dovessero recitare quel copione perché così era la procedura, ma in realtà a nessuno di loro importava veramente di me.
Fui mandata in orfanotrofio, troppo grande per essere affidata ad una famiglia, troppo piccola per potermela cavare da sola, così dicevano.
Ebbi molto tempo per pensare. Non volevo conoscere nessuno, non volevo che nessuno si intromettesse nella mia vita, perché avrei perso anche loro… Era come una maledizione, ormai ne ero convinta.
Cercai di capire perché… Perché quelle cose terribili dovevano accadere, perché dovevano accadere a noi, a me.
Giunsi ad una conclusione: le persone si domandano sempre perché gli eventi, belli o brutti che siano, dovevano capitare a loro, come se avessero una vera scelta, ma le cose semplicemente dovevano capitare; quello che nessuno fa mai è chiedersi prima se qualcosa può sconvolgere la vita, scegliere, cambiare, sbagliare… Nessuno prende mai in considerazione questa possibilità.

Torn apart at the seams and my dreams turn to tears,
I'm not feeling this situation
 
Per mesi mi comportai come una reietta, ma non una reietta per colpa degli altri, io stessa volevo starmene da sola, per sempre forse.
Non riuscivo a credere di aver perso tutto, le mie speranze, i miei desideri, i miei sogni. Me li avevano strappati dalle mani, come si può strappare della stoffa.
Distrussi tutti i miei abiti. Strappai ogni pezzo di stoffa che trovai, le cuciture si sfaldavano come se fossero fatte di carta.
Ero in preda ad una furia che non riuscivo a controllare. Piangevo disperata. Maledicevo il mondo. Mi scusavo con le suore per ciò che avevo combinato. Maledicevo le suore per non avermi lasciato continuare. Cercavo di avere un discorso con uno degli psicologi. Lo mandavo al diavolo e gli urlavo di lasciarmi in pace.
Rabbia. Odio. Dolore. Tristezza. Nostalgia. Dispiacere. Mancanza di amore.
Per quanto ci provassi non riuscivo a capire cosa davvero si trovava nel mio cuore. Non capivo cosa provavo, non capivo cosa sentivo in quella situazione.

Run away try to find a safe place you can hide 
It's the best place to be when you're feeling like.. Me...(me!) 

 
Scappavo. Non c’era altra alternativa per me. Quel dolore, quella tortura continua non potevo sopportarla. Provai a far altro, a concentrarmi sulla scrittura, lettura, sullo studio, a trovare una qualunque cosa che mi distraesse da quel pensiero costante, ma nulla funzionò.
Infine mi arresi. Ero troppo codarda per togliermi la vita e, forse, in fondo a quel male interiore, ci tenevo ancora alla mia vita, quindi non mi rimaneva che una possibilità: scappare.

All these things I hate revolve around 
Me...(me!)

 
Le ore divennero secondi e i giorni divennero ore. Non percepivo più lo scorrere del tempo in quel mio bozzolo che mi ero creata.
Lo psicologo cercò di portarmi alla ragione. Lo odiavo.
Le suore provarono a consolarmi. Le odiavo.
I ragazzi cercarono di rendermi partecipe alle loro attività. Li odiavo.
Jasmine aveva l’aveva abbandonata. La odiavo.
Il dolore mi avvolgeva senza però toccarmi più. Lo odiavo.
Il suo ricordo persisteva. Lo odiavo.
Lei. Mi aveva abbandonata. La odiavo.
Tutto si trasformò in un turbine di odio. Tutto ciò che odiavo mi girava vorticosamente intorno.

Just back off before I snap
 
Stavo per sparire.
Le immagini, i suoni mi stavano avvolgendo sempre più stretti.
Non respiravo più, non riuscivo più a comprendere cosa mi circondava.
Ogni momento, ogni piccolo istante con lei mi stava soffocando, continuava a spingere.
Se non fosse indietreggiata allora sarei stata persa, mi sarei spezzata del tutto.
 
Once more you tell those lies, to me 
Why can't you just be straight up with honesty?

 
Fu allora che comparvero.
Michael fu il primo.
–Tu devi essere Helen.–
Non gli risposi. Percepii appena la sua presenza, il vortice intorno a me rallentò per un istante, per poi continuare la sua lenta danza di morte.
Ma lui non si arrese.
–Come stai?–
Mi chiedeva come sto? Mi stava davvero chiedendo come sto?!
–Bene.–
Era forse la prima persona a cui rispondevo dopo… Quanto era trascorso? Giorni? Settimane? Mesi?
–Bugia… Come stai, veramente?–
Lo fissai nei suoi occhi color ambra e per la prima volta sentii che forse non ero sola.
Iniziai una parola alla volta, ma pian piano riuscii a descrivere a Michael cos’era successo nel mio passato e cosa mi aveva spinto a chiudermi in quel bozzolo di solitudine e di tormento.
Stavamo passeggiando per il giardino quando uno dei miei attacchi mi colse alla sprovvista. Rividi il suo viso, la sua voce, ogni suo piccolo dettaglio.
Lacrime calde spuntarono sul mio viso, Michael stette al mio fianco per tutto il tempo, finchè non riuscii a placarmi.
–Come stai?–
Mi accarezzò una guancia mentre gli risposi: –Bene.–
Lui scosse la testa: –Pensavo di aver superato la fase delle bugie, devi essere sincera Helen, almeno con me, almeno con te stessa e vedrai che le cose passeranno.

When you say these things in my ear,
why do you always tell me what you wanna hear?
 
Quando Michael compì diciassette anni ed io quindici, arrivò alla struttura Filomena. Era una ragazza della mia età che aveva perso i suoi genitori. Mi rividi in lei e chiesi a Michael di aiutarmi ad aiutarla.
Lei era molto più aperta di me e non si era ancora lasciata andare al dolore.
Diventammo amici stretti, Filo era la mia migliore amica e Michael il mio migliore amico, andava tutto bene…
Finchè non si innamorarono.
Bastò uno sguardo, un sorriso, un abbraccio e loro due divennero una coppia, ero felicissima per loro, ma poi la mia felicità scomparve.
Iniziarono ad inventarsi scuse per vedersi senza di me, mi lasciarono in disparte. Non capii cosa stava accadendo finchè non li vidi con il resto dei ragazzi della nostra età. Si erano trovati per una festa quando io stessa avevo chiesto se potevamo vederci ed entrambi avevano sostenuto di essere troppo stanchi per poter uscire. Ed eccoli lì, a ridere, baciarsi e scherzare con tutti.
–Perché?! DITEMI PERCHE’!–
Scappai prima che potessero rispondermi.
Michael si avvicinò a me e le ultime parole che mi disse prima che il nostro rapporto si sfaldasse del tutto furono: –Non potevo fare nient’altro. Devo vivere la mia vita, so che tu capirai quanto sia importante ritrovare una famiglia e il tuo dolore sta offuscando ogni mia possibilità.–
Lo cacciai.
Ripensai a queste parole per giorni, mesi, anni… Queste parole sussurrate dal mio ex-migliore amico erano come una lama nel mio cuore. Non erano veramente rivolte a me, quello era ciò che lui si voleva sentir dire da me. Il motivo per cui si era comportato in quel modo. La scusa che gli faceva tacere la coscienza.

 Wear your heart on your sleeve,
 make things hard to believe,
 I'm not feeling this situation
 
Infine Michael se ne andò. Compì diciotto anni e sparì dalla circolazione. Filomena si sentì tradita, pianse per giorni, Michael le aveva promesso di rimanere per sempre e se ne era andato senza neanche salutarla.
Nonostante tutto mi dispiaceva. Lei era stata mia amica e forse aveva capito chi era Michael. Le diedi una seconda possibilità e tornammo amiche, eravamo inseparabili e le cose stavano andando per il verso giusto.
Si era improvvisamente aperta con me, aveva rivelato la sua storia e aveva condiviso le sue paure e le sue memorie. Non era stato facile fidarmi di lei, mi aveva dato tutto ciò che aveva ed io avevo accettato, eppure non capivo del tutto ciò che provavo.
Mi fidai.

Run away try to find a safe place you can hide 
It's the best place to be when you're feeling like.. 
Me...(me!) 


Sparì anche lei.
Era il giorno prima del mio diciassettesimo compleanno quando Filomena incontrò Stephany.
Lei era dolce, gentile, ma soprattutto era bella ed era diventata una modella pur vivendo nell’orfanotrofio.
Filomena inventò tante scuse, ma lo capii senza particolari difficoltà, a lei non importava di mantenere le amicizie, le importava solo di essere al centro dell’attenzione e Stephany era la sua unica maniera. Lo capivo, eppure non riuscivo ad accettarlo, non un’altra volta.
Avevo deciso, sarei sparita.
Presi le mie cose e scappai, alla ricerca di un posto… Un posto dove stare al sicuro veramente!

All these things I hate revolve around 
Me...(me!)

 
Più correvo, più mi allontanavo e più vedevo nelle persone le mie paure e i miei ricordi…
Quella ragazza era Jasmine… No, non lo era.
Questa era la piazza preferita di Josephin.
Michael amava le rose.
Quei due sposini sembravano Michy e Filo...
Una ragazza spiava una sua amica più grande e più bella… Come Filomena.
Sul cartellone c’era Stephany…
Jasmine.
Josephin.
Michael.
Filomena.
Tutto ciò che odiavo mi stava girando intorno, di nuovo!

Just back off before I snap
 
Scappai per ore, per giorni. Non sapevo dove, ma non potevo rimanere ferma. Eppure mi bloccai.
Ragionai… Dovevo ritrovare lucidità. Dovevo riuscire a tornare indietro. Mi sarei spezzata di nuovo e non poteva accadere!

and you'll see...(see!)
 
Io ero Helen Stuart. Le Stuart non si arrendono mai.
Jasmine e Josephin sarebbero state orgogliose di me.
Michael e Filomena avrebbero perso. Io ero più forte di loro. Avevo poteri di cui nemmeno io capivo l’origine… Strane scosse che potevo provocare solo col pensiero.
Io ero forte. Tutti loro avrebbero capito quanto ero forte.
Tutti avrebbero visto chi ero veramente!
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: LunaSayan