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Autore: Jadis96    07/09/2012    2 recensioni
La mattina del 20 novembre, in un modesto appartamento di Londra, un uomo muore. Unico sospettato dell'omicidio: il suo migliore amico.
Sherlock e John si occupano del caso.
La mattina del 21 novembre, un misterioso scambio di corpi sconvolge le loro vite.
Come se la caveranno l'unico Consulente Investigativo al mondo e il suo inseparabile blogger l'uno nei panni dell'altro?
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Lestrade , Sherlock Holmes , Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo… ho avuto problemi di connessione ^^
 
 
I due giorni successivi furono surreali e frenetici.
Sherlock era ben deciso a seguire la folle teoria che Samuel Welch, la nostra vittima, sia stato invece l’assassino, che abbia ucciso il proprio corpo, che si sia fatto arrestare e che sia scappato di prigione entrando in un altro corpo, lasciando quello di Thomas Carlton, in origine la vera vittima del caso, in stato di coma irreversibile.
Il solo pensare a tutto ciò mi faceva venire il mal di testa. Ed è della testa di Sherlock che stiamo parlando.
Dopo l’aggressione,  avevamo fornito alla polizia la descrizione completa dell’uomo con il coltello, omettendo ovviamente la parte riguardante la conversazione che avevamo avuto.
I brillantissimi agenti di Scotland Yard saranno già abbastanza confusi, pensai. Sherlock sembrò concordare.
Come dicevo, i giorni successivi trascorsero in fretta,  mentre esaminavamo la cella di Carlton…o quella di Welch, comunque la si voglia chiamare, e interrogavamo tutti coloro che avessero avuto a che fare con lui in prigione.
In quei momenti Sherlock mi suggeriva cosa dire ed io ripetevo, recitando la sua parte meglio che potevo. Lui, d’altro canto, era bravissimo a recitare la mia.
A volte avevo la strana impressione che gli altri iniziassero ad intuire qualcosa.
Soprattuto Lestrade, che conosceva Sherlock da più tempo di me, a volte ci guardava in modo strano, come se ci stesse studiando.
Un giorno mi chiamò in disparte.
Con il cuore in gola, lanciai un’occhiata allarmata a Sherlock, che sembrò condividere appieno la mia preoccupazione.
Seguii Lestrade nel suo ufficio, mentre valutavo le uniche possibilità che avevo: mentire o dire la verità.
La verità era fuori discussione e mentire non era il mio forte.
<< Che sta succedendo? >> chiese Lestrade.
Cercai di assumere un’aria annoiata. << Stavo indagando su un caso, prima che tu mi interrompessi. Ecco cosa sta succedendo >>.
<< Questo non è un caso come gli altri. Un uomo ha ucciso un suo amico. L’assassino non sarà processato perché è in coma, e il movente è probabilmente Joanne Carlton. Il caso dovrebbe essere ormai chiuso per te, invece continui ad interessartene come se ne dipendesse la tua vita. Poi un uomo vi aggredisce. Dite di non sapere chi sia, ma in qualche modo sapete che è qualcuno che recentemente è entrato in contatto con Thomas Carlton. E’ evidente che tu e John state nascondendo qualcosa… ed io non sono l’unico interessato a scoprirla >>.
Trassi un respiro profondo. Era proprio quello che temevo sarebbe successo.
<< D’accordo, hai ragione. Stiamo nascondendo qualcosa >>.
Lestrade mi guardò perplesso. Era l’ultima cosa che si aspettava che dicessi.
<< Se ti dicessi tutto quello che so renderei solo le cose più complicate, e credimi quando ti dico che lo sono già a sufficienza. Ci serve il tuo aiuto >>.
Quest’ultima frase lasciò Lestrade sconcertato. Per un attimo avevo dimenticato di essere Sherlock e avevo detto quello che io avrei detto in una situazione simile.
John, sei stato un idiota, pensai. Certamente Sherlock avrebbe detto la stessa cosa, quindi eravamo in due a pensarlo.
<< Come posso aiutarvi? >>, chiese infine Lestrade, studiandomi con un’espressione che voleva dire: chi sei tu e cosa ne hai fatto di Sherlock?
<< Non fare domande. Te ne saremmo molto grati >>. Risposi.
Al momento, quella era l’unica cosa che Lestrade poteva fare per me.
 
<< Sherlock, l’abbiamo trovato! >>.
Il vero Sherlock, quello che se ne andava in giro nel mio corpo, aveva fatto irruzione nella stanza. Era eccitato, come solo Sherlock può esserlo di fronte ad una grande rivelazione.
<< Sappiamo chi è l’uomo con il coltello. Era Robert Allen, un addetto alle pulizie e un paio di volte era stato visto parlare con Thomas Carlton. Da quando Carlton è in ospedale, Allen non si è presentato al lavoro e nessuno dei suoi conoscenti l’ha più visto >>.
<< Credi che possa essere stato Carlton a dirgli di voi? >>, mi chiese Lestrade.
<< Forse >> risposi.
In realtà sapevo bene quello che Sherlock intendeva dire. Che Samuel possa essere passato nel corpo di Robert Allen, lasciando così il suo precedente corpo, quello che originariamente era di Thomas, senza nessuno ad abitarlo. Ecco perché era in coma.
Leggevo negli occhi di Sherlock le stesse deduzioni che stavo facendo io. Forse eravamo sulla giusta strada…
Lestrade iniziò ad adoperarsi per organizzare le ricerche di Robert Allen.
<< Per oggi abbiamo finito >>, dichiarai.
 
Durante il tragitto verso casa, scoprii che Sherlock aveva pensato esattamente quello che avevo pensato io: Samuel Welch era ora nel corpo di Robert Allen, e in qualche modo era interessato a noi.
<< Stiamo facendo progressi >>, commentò Sherlock.
Certo. Passi da gigante. Abbiamo un omicida a piede libero che potrebbe essere chiunque e che ci sta cercando. Nel frattempo sono intrappolato in questo corpo troppo lungo, troppo magro e troppo intelligente.
Sì, stiamo facendo progressi.
   
 
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