La bambina stringeva convulsamente al petto il suo leoncino di peluche e teneva i grandi occhi nocciola fissi su quello scenario notturno di mezza estate. I grilli frinivano, senza dare un attimo di pace alle sue orecchie, il cielo era terso e si poteva cogliere ogni singolo dettaglio, dalle piccole stelle nascenti alle brillanti costellazioni. Dietro di lei si ergeva una modesta villetta a schiera, gli esterni di bianco verniciati e sulla porta una targhetta, ‘Famiglia Wolford’. La piccola Leah non ci mise troppo tempo a capire che si trovava dagli zii, due persone alle quali si era legata molto nell’ultimo periodo. Erano loro a sostenere la famiglia, completamente sfasciata dalla mancanza del padre, scomparso in circostanze misteriose alla bambina.
“ Mamma, dove vai ora? “
Davanti a lei, la madre in lacrime. I loro visi erano estremamente vicini e la voce melodica della donna si era trasformata in un roco e flebile sussurro, interrotto regolarmente da strozzati singhiozzi. Che fine aveva fatto la sua vera mamma? Che fine aveva fatto il suo signorile accento inglese che la faceva tanto sorridere quando le raccontava le fiabe prima di addormentarsi? Non si capacitava, la piccola Leah, nella sua testolina regnava la confusione più totale.
“ Vado a fare compagnia al papà, tesoro… “
La fanciulla non capì quella frase. Il suo papà era vivo? Era troppo piccola per capire. Lacrime sempre più intrise di amarezza tornarono prepotentemente a bagnarle le guance arrossate per il caldo estivo, aggressive come un fiume in piena. Leah lasciò cadere il leone di peluche e avvolse le braccine intorno all’esile corpo della madre, stringendolo in una morsa affettuosa e delicata. Poteva sentirlo, il suo cuore, palpitante ed inquieto.
“ Poi torni, però, non c’è motivo di essere triste! “
La bambina le rivolse un caldo e rassicurante sorriso. Non c’era ragione di essere così tristi se poi sarebbe tornata da lei, no? La donna ricambiò, tremante, impaurita. Guardò intensamente la sua bambina, la sua piccola Leah: nella sua mente apparve una donna grande, cresciuta, bella e sicura di sé, con una vita serena e felice, proprio come aveva sempre desiderato.
“ Un giorno ci rivedremo, te lo prometto… “ La madre le sfiorò il viso con una materna carezza. Le lacrime non avevano smesso di solcarle le gote, anzi, si facevano sempre più intense. Allungò il braccio e bussò piano alla porta, senza distaccare lo sguardo da quello della sua innocente creatura. La piccola fece appena in tempo vedere sua mamma che scompariva nel buio e i suoi zii, alle sue spalle, che la portavano nell’accogliente atmosfera di casa. E si addormentò, senza nessuna voce melodiosa ad accompagnarla nel mondo dei sogni.


*Note dell'autrice*
Ehm...Salve...Sì, ho deciso solo ora di pubblicare una delle mie tante FF su questa fantastica band, dopo tanta insicurezza e paura. Saranno ormai anni che girovago per efp leggendo tutte le vostre storie e credo sia arrivato anche il mio momento!
Vi ringrazio tantissimo se siete arrivati fin qui, fino a questo prologo che, a primo impatto, può far pensare 'Ehi, e questo con i Guns che centra?!'. Beh, lo penso anche io, ma quando la storia andrà avanti si potrà capire qualcosina di più!
Le recensioni sono ben accette, con consigli e critiche di ogni sorta, potrò sicuramente imparare, sfogatevi!! :D