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Autore: debs_eris    07/09/2012    1 recensioni
Dal 1°capitolo:
"Prima o poi anche il mio cuore Venere coronerà d'amore" dissi con fare teatrale.
" Speriamo più prima che poi, sono stanca di vedere la tua faccia da zitella in giro" le diedi uno schiaffetto sulla la nuca e mi sorrise con innocenza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heather Morris, Naya Rivera, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                           *Amarti m'affatica*






E' veramente frustante.
E' veramente frustante non riuscire a tenere sotto controllo qualcosa.
Non potevo bloccarlo o soffocarlo o reprimerlo dentro di me, non potevo fregarmene e fare finta di niente, perchè c'era forte e incontrollabile e mi stava facendo impazzire.
Anche quella mattina di maggio, sdraiata a pancia in su sul mio letto con gli occhi fissi a contemplare il soffitto bianco della mia camera, immobile.
Un unico pensiero.
Un unica consapevolezza.
Quel sentimento nato così da un giorno all'altro, inaspettatamente, sconvolgendomi la vita.
Non potevo certo autoconvincermi _ è una fase, vedrai che presto ti passerà_ pff... quale fase? Avevo 25 anni, non ero un'adolescente in cerca di nuove avventure per soddisfare stupide crisi ormonali, ero una donna che di esperienze ne aveva fatte, forse, anche troppe , ma quella era una cosa nuova_probabilmente posso sembrare immatura,ma  Heather potevo definirla "l'unica eccezione"_ e mi spaventava da morire.
Avevo paura del pensiero bigotto del mondo esterno, un mondo che cerca scandalo in ogni cosa, che giudica e sputa sentenze senza prima soppesarle. Sarebbe stato tutto più semplice in un mondo privo di pregiudizzi, discriminazioni e intolleranza. Sarebbe stato tutto più naturale.
Avevo paura, una paura folle di lasciarmi andare e perdere tutto.
Avevo paura di amare, potevano questi 2 sentimenti, all'apparenza così contrastanti , legare così bene in certe situazioni?
Bhò...
So solo che era veramente frustante.
Così, ogni volta che il mio cervello non era occupato a fare altro, tutte le insicurezze prendevano il soppravvento, come quando ero nella mia stanza ad osservare il soffitto diventato improvvisamente interessante, o in macchina con un leggero sottofondo di musica, o al lavoro tra il vociare dei miei colleghi che ignoravo completamente troppo presa dai miei pensieri.
L'unico rimedio era lo stesso veleno, un dolce sorriso e due preziosi zaffiri, così profondi e penetranti, così ammalianti nei quali perdersi era una piacevole tortura, che mi fissavano intensamente e... cosa? Mi fissavano?
Oh cazzo.
Senza nemmeno accorgermene, troppo intenta a psicoanalizzarmi, ero arrivata a lavoro.
Stavamo, o per meglio dire stavaNo, osservando gli schizzi dei costumi dei ballerini disegnati precedentemente da Deborah. Quest'ultima dicuteva con Chris_ il costumista_ sui vari aspetti pratici ed economici sotto la silenziosa attenzione di Hearther che ascoltava con interesse.
Avrei dovuto partecipare anche io in quanto organizzatrice ,facendo attenzione a far rispettare il budget previsto dall'ente festival ma, ero troppo impegnata a ehm... fottermi il cervello. Già.
Probabilmente inconsciamente,durante il monologo dedicato ai sui suoi stupendissimi occhi devo aver cominciato a fissare HeMo, che stava ricambiando lo sguardo.
Spezzai immediatamente il contatto visivo imbarazzata, speravo vivamente di non essermi prolungata più del dovuto ad osservarla.
Cercai disperatamente di seguire la discussione tra Deborah e Chris, ma sembrava impossibile, continuavo a sentire il suo sguardo sulla mia pelle. Portai una mano agli occhi, massaggiandoli lentamente, un pò per la stanchezza, un pò per nascondere l'imbarazzo.
 Erano passati diversi giorni da quel sabato, durante i quali avevo sempre cercato stupidamente il minor contatto possibile con Hemo, avevo bisogno di riflettere ma, ormai, più lo facevo più stavo da schifo e trovarmi lì a un soffio dalla biondina non migliorava la situazione.

Intanto ci aveva raggiunto tutto il corpo di ballo, ogni ragazzo o ragazza era in balia di un frenetico Chris, che armeggiava tra puntine, spille e metri da sarto.
Decisi di trovare una scusa per fuggire da lì, mi sentivo un pò codarda, ma la situazione stava diventanto insostenibile e ero convinta che la mia presenza in quel momento non fosse necessaria.

" Bene." dissi alzandomi dalla piccola poltroncina su cui mi ero stravaccata. " Visto che qui nn servo, vado allo studio marketing per controllare come va avanti la preparazione dei calendari e dei volantini." esordii sorridendo.
Chris alzò il pollice destro in segno di "OK", Heather mi guardò solamente e mi sorrise mentre Deborah mi fissò,aveva capito che qualcosa non andava, sospirò.
" Ok Nay. Ah ricordati che oggi pomeriggio iniziano le prove al teatro romano. Devi esserci. Alle 3:00"
" Ci sarò." dissi raggiungendo la porta.
" E non fare uno dei tuoi soliti ritardi." mi girai e la guardai indignata.
" ah-ah." ed uscii non prima di vedere un sorriso divertito sul volto della mia amica e su quello di Hemo.
Non avrei mai pensato che fosse così appagante far sorridere qualcuno e con lei ogni volta era una piccola soddisfazione.


Scesi lentamente tra i vicoli di Spoleto, i soliti pensieri a tormentarmi, fino ad arrivare allo studio marketing.
" BIG MAMAA..." urlai appena entrata.
" Sono quiii..." sentii rispondere da dentro l'ufficio infondo al corridoio.
Raggiunsi velocemente Amber o "Big Mama" per gli amici, la capo redattrice dello studio marketing del festival, una ragazzona che avevo conosciuto al terzo anno di lavoro, a Spoleto. Lei ,con 4 anni più di me, aveva partecipato in altri studi marketing per eventi dentro e fuori la regione umbra, arrivando poi anche a lavorare per il festival dei 2 mondi. Siamo diventate molto amiche, per lei sono la sorellina che non ha mai avuto e lo stesso vale per me.
Mi affacciai all'interno dell'ufficio, appoggiata allo stipite della porta, con un enorme sorriso dipinto in viso.
" Hey, mucchietto d'ossa con le tette, che ci fai qui?" alzai gli occhi al cielo per quel sopranome, infondo non ero così magra.
" Ciao B.M." sorrisi abbracciandola. " Sono venuta a vedere come va avanti il lavoro qui."
*e sono scappata da colei che mi sta facendo impazzire, ma questo è irrilevante. Si certo speraci.* pensai tra me.
" Va tutto meravigliosamente, proprio oggi abbiamo inviato i file alla tipografia che dovrebbe iniziare subito a stampare i calendari e i volantini, mentre i cartelloni li mando lunedì."
" Perfetto."

" Vuoi dare un'occhiata? Guarda qua." mi disse indicandomi lo schermo del computer.
Il calendario del festival era fornito di tutti gli orari degli spettacoli con le rispettive collocazioni: al teatro romano, al teatro nuovo, in piazza del duomo, in piazza del mercato, etc...; ad ogni singolo show era, poi, allegata una foto. Era tutto perfettamente impaginato.
"Wow." esclamai estasiata. " Proprio un bel lavoro." Amber sorrise compiaciuta.
" Poi naturalmente è pieghevole e da chiuso sulla parte frontale c'è lo stemma del festival con lo slogan e nel retro tutti gli sponsor." aggiunse.
" Sei grande Big Mama." l'abbracciai
" Lo sò, lo sò sono la migliore non c'è che dire."
" E sei anche molto modesta."
" Già, qualità di pochi."
rispose ridendo e io feci altrettanto.

" Allora Nay come stai?" mi chiese improvvisamente Amber cambiando discorso, mentre sistemava qualche scartoffia sulla scrivania.
" Così..." risposi alzando leggermente le spalle.
" Mhmm... così bene o così male?"
" Non sò, c'è un bene che mi fa stare anche male" risposi vaga prendendo un foglio accartocciato e iniziando a giocarci.
" C'è dietro una persona?"
" Si, ma il male non è causato direttamente da quella persona, è creato da me stessa inconsciamente pensando a quella persona." dissi. Mi fidavo di Amber quindi decisi di dirle la verità anche se in modo molto complicato.
" Mi si sta friggendo il cervello." rise.
" Ahahahah... a chi lo dici." risposi ridendo a mia volta.
Sospirai. Poteva essere così faticoso amare?
Non volevo tornare a bruciare nel fuoco delle mie paure, per l'ennesima volta in quella giornata così cercai di cambiare discorso subito.

Rimasi a parlare con Amber per un tempo indeterminato sul festival e su altre diverse questioni, andai a pranzo e alle 3:00 in punto mi trovai al teatro romano, incredibilmente puntuale.
Forse anche troppo ,perchè ancora non era arrivato nessuno. Così decisi di riposarmi nell'attesa, mi posizionai seduta in modo alquanto trasandato su un gradone dell'enorme scalinata della cavea del teatro e chiusi gli occhi massaggiandomi lentamente le tempie.
Ad un tratto, mentre sbuffavo rumorosamente leggermente scazzata, sentii due fresche mani prendere il posto delle mie nel lento massaggio. Trasalii per la sorpresa per poi rilassarmi lentamente sotto quel piacevole tocco. Non avevo idea di chi fosse, avevo ancora gli occhi chiusi, l'unica cosa che potevo immaginare era che fosse una donna, lo percepivo dal tocco delicato e dalle fine dita che stavano magicamente rilassando i miei muscoli e facendo scomparire i tanto tormentati pensieri che ultimamente mi accompagnavano come un'ombra.

" Chiunque tu sia, penso d'amarti." sbiascicai in preda al relax. Una breve risata mi bastò per capire chi fosse, spalancai gli occhi sussultando. Heather.
" Non sò esattamente cosa hai detto, ma spero che sia qualcosa di bello."
*Caz-- , comincia ad essere un'abbitudine fare diachiarazioni inconsciamente, perfortuna ho parlato in italiano* pensai tra me. Risi nervosamente e mi voltai leggermente in imbarazzo. Lei sorrideva come sempre e il mio cuore si ritrovò ancora una volta a perdere un battito.
" Hey." dissi solamente. Forse bloccata dal principio d'infarto che mi stava colpendo in quel momento. Come ho già detto prima, era da un pò che non avevamo una conversazione sole e mi sentivo non poco a disagio.
" Hey, come stai? Ti vedo un pò stanca."
" Niente, un pò di stress." bhè era una mezza verità. " Ma dove sono gli altri?" le chiesi preoccupata, ormai erano quasi le 3:15 passate e Deborah non era mai stata così in ritardo, di solito ero io a farlo.
" Oh, l'allenamento è alle 3:30" rispose con un sorriso divertito mentre io spalancavo gli occhi sorpresa.
" Cosa? Ma Deborah mi ha detto di essere qui alle 3:00." dissi scatenando altre risate dalla biondina.
" Credo l'abbia fatto per ovvie ragioni."  mi ammutolii vivamente sdegnata per la mancanza di fiducia della mia amica ma, soprattutto, perchè anche Hemo mi stava prendendo scherzosamente ingiro.
Alla vista della mia espressione rise anche più forte.
" Daiii... Nay non prendertela." a quella richiesta mi sciolsi letteralmente, era così dolce.
" E tu che ci fai allora qui?" chiesi. Infondo se sapeva il giusto orario, perchè era arrivata così in anticipo.
" Sinceramente ero venuta per dedicarmi al totale relax, qui al teatro si sta meravigliosamente, perfortuna ho trovato una piacevole compagnia." rispose sorridendomi. Avvampai, come faceva ad essere così tranquilla.
" E' da un pò che non parliamo, cominciavo a pensare che mi stessi evitando." disse scherzando.
Beccata. Sorrisi leggermente voltandomi verso il palco non sapendo bene cosa rispondere.
" Ma no, il lavoro tra una cosa e un'altra mi ha preso molto tempo." buttai lì ,la prima scusa plausibile. Lei annuì in comprensione alzandosi dal posto dietro di me e venendo a sedersi di fianco travolgendomi con il suo profumo.
Inspirai profondamente.
Bastava il suo sguardo, il suo sorriso, il suo profumo ed ogni pensiero evaporava come acqua al sole. Bastava lei.
Sembra un contro senso, ma era la pura verità. Era lo stesso effetto di un vaccino, il veleno che contrasta il veleno, il disagio iniziale e poi tutto scompare come se niente ci fosse mai stato. Lei era il mio vaccino, il rimedio a quei pensieri che mi turbavano.
Era piacevole anche il solo rimanere in silenzio al suo fianco, il solo cullarsi della sua presenza, il solo sentirla vicina. Chiusi leggermente gli occhi per assimilare al meglio quella sensazione di benessere.

Non passarono molti minuti prima che i primi ballerini si fecero vivi, tutti elettrizzati di fare la prima prova sul palcoscenico, costruito appositamente per il loro spettacolo, al teatro romano.
" Ok io vado a prepararmi, senza di me non si inizia." si alzò velocemente sbattendo le mani sulle cosce. " Dopo però non fuggire, magari andiamo a prendere un'aperitivo anche con Debs. Così parliamo." mi disse sorridendo.
" O-ok. Starò qui a godermi lo spettacolo." E' incredibile quanti significati poteva avere questa frase.
" Brava." Sorrisi e lei fuggì raggiungendo gli altri, che intanto si erano appropinquati a fare un bel riscaldamento iniziale.

Osservai tutto il corpo di ballo eseguire degli allunghi e vari esercizi per sciogliere i muscoli, mentre una Heather era intenta a posizionare lo stereo con la musica.
Ancora tutto l'impianto elettrico e le luci non funzionavano, così dovevano arrangiarsi e per le prove bastava.

" Ecco la mia ispanica preferita." sentii alle mie spalle. Mi voltai incontrando lo sguardo divertito di Deborah.
" Primo io con te non parlo, secondo perchè ne conosci altre?" mi rigirai stizzita incrociando le braccia al petto.
" e-mmm... No, però tu saresti la mia preferita comunque." rispose sedendosi accanto a me.
" Sparisci."
" Nayaaa... Nayyy..." cantilenò lei cominciando a strusciarsi contro di me come un gatto che fa le fusa.  "Ma lo sai che ti voglio bene."
" Fanculo, ruffiana malfidata."
" Eddai era un scherzo innocente e alla fine ha funzionato." disse divertita da come il suo piano sia riuscito con successo. Sbuffai.
" Sisi... ma questa me la lego al dito." rimbattei tenendo ancora un tono serio.
" Va bene." rispose prima di stamparmi un bacio sulla guancia.

Iniziarono le prove. Era interessante vedere come si svolgevano di solito.
Tutti seguivano perfettamente Heather che, ogni tanto, si bloccava per far notare qualche imprecisione o sbaglio. Li osservai danzare passo dopo passo, ogni tanto si fermavano per prendere fiato e dissetarsi, erano veramente molto bravi.
Ma ciò che più mi interessava di quel bellissimo quadretto era sicuramente lei , che ad ogni movenza mi faceva battere forte i cuore. Era meravigliosa, anche sudata e con i capelli fuori posto.
Sospirai rumorosamente.

" Aaaah...Mia nonna diceva sempre: Coeur qui soupire n'a pas qu'il desire." esordì Deborah.
" E'?"
" Cuore che sospira non ha quello che desidera."
tradusse. " Sò che ti ho detto di pensarci su, ed è giusto predersi il proprio tempo, però è da quella sera che ti vedo distante, stanca, pensierosa... non deve farti questo effetto." continuò.
" Lo sò, ormai sono consapevole di ciò che provo, ma la paura mi blocca."
" Capisco che non è facile, ma cerca di vivere la cosa poco alla volta senza problemi e paure, che ti bloccano e basta. Poi tutto verrà da se e un giorno se ti sentirai pronta allora farai il primo passo, ma fa tutto senza che tu ti senta costretta o in obbligo. Vivila serenamente."

Aveva ragione, mi stavo creando troppi problemi fin dal principio e mi stavo lentamente auto- distruggendomi.
La guardai commossa, sapeva sempre come aiutarmi. L'abbracciai forte e le sussurrai in un'orecchio:
" Ma lo sai che sei la mia rossa preferita?"
" Perchè ne conosci altre?"
mi fece il verso.
" Bhè sinceramente si. Angelica, Marta..." alzò velocemente la mano bloccandomi.
" Ok ok." Sorrisi. Lei mi fece la linguaccia.
Riportai la mia attenzione sul palco, su Hemo intenta a spiegare un passo più complicato a uno dei ballerini, bella e sorridente come sempre.
Già, dovevo viverla.







Angolo dell'autrice:

Ecco un nuovo capitoletto, mi dispiace per il ritardo ma ho avuto una seria crisi mistica e mi bloccavo ogni 2 righe a scriverlo. Non sò cosa ne è venuto fuori e sincermente non sono molto sicura del risultato, ma volevo aggiornare prima di Mercoledì che ricomincia la scuola. Quindi ecco questo "coso" che può essere definito capitolo di transizione, devo iniziare un pò a smuovere le acque.
Spero che vi piaccia anche se non ne sono sicura. =)   Lasciate tutti gli insulti che volete.
Ringrazio tutti, chi recensisce perdendo il suo prezioso tempo, chi preferisce e chi legge solamente. Alla prossima.
_Debs_
  
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