Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: I_me_mine    07/09/2012    4 recensioni
Juditte Evelyn Wood : una ragazza come tante,sognava una vita come quella di tante ,una famiglia come quella di tante.
Invece il destino la ricondurrà al luogo dove tutto il suo dolore ebbe inizio anni addietro ,il luogo che la cambierà ancora una volta e per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Venerdì arrivò in un soffio.

Ero felice di poter riprendere la mia vita sociale che avevo bruscamente interrotto a Londra con la partenza,ma  ero al contempo nervosa.

Nervosa e ansiosa di piacere.

Speravo di fare un buon effetto alla gente che di lì ad un’oretta avrei dovuto incontrare.

Decisi di puntare su un abito color lavanda morbido lungo i fianchi ma che mettesse in risalto la mia piccola vita,quindi lasciai i capelli lunghi sulle spalle coperte da un maglioncino di filo bianco per l’eventuale frescura serale.

Non sono mai stata un granché sicura di me,perciò ogni volta cercavo di mostrarmi il più possibile carina.

Ispirai e cacciai l’aria in un leggero sbuffo,un modo per controllare la mia ansia,e decisi di essere finalmente pronta.

Sentii bussare alla porta .

“ Jude scendi,c’è George” mi urlò Marianne invitando il ragazzo ad entrare.

“ Eccomi sono pronta”

Scesi le scale sperando di non inciampare nella corsa.

“Ciao George” sorrisi al ragazzo vestito da perfetto Teddy boy.

Aveva la chitarra poggiata al tavolo.
“Jude! Sei..ecco..sei bellissima” arrossì imbarazzato e lo stesso feci io per la presenza di mio nonna che aveva assistito alla scena. Ovviamente con disappunto.

“Saremo di ritorno per le 11,promesso” Disse e poi  finalmente uscimmo ,accompagnati dalle inevitabili raccomandazioni dell’apprensiva Marianne.

Appena fuori assaporai con un’enorme boccata d’aria il gusto di quella città.

“Allora,dove mi porti di bello?”

“Al Jacaranda club..è nei pressi della nostra scuola perciò dovremmo arrivarci in pullman..è un problema per te?”

“ Ma no,figurati..perfetto così”

“Bene ..non vedo l’ora di presentarti gli altri”
 
 

                                                                            ♦


“Eccoci ,dai entriamo” George mi  prese delicatamente la mano e buttando la sigaretta a metà mi trascinò all’entrata.

Appena dentro ci investì un forte odore di birra in un mescolarsi intenso di fragranze che non saprei decifrare con certezza e fumo. In compenso la musica era ottima e l’arredamento e l’aspetto generale era piuttosto eccentrico e inaspettatamente gradevole;il tipico luogo di ritrovo per giovani studenti.

Accompagnati dalle note di Sweet Little Sixteen  di Chuck Berry ci facemmo spazio tra la folla fino a raggiungere un tavolo al quale erano sedute alcune persone

Si girarono tutti verso di noi ed io mi sentii pervadere da un senso di terrore.

Solo uno di loro continuava a lanciare noccioline e urlare qualcosa di intrascrivibile ad un ragazzo in fondo alla stanza che poco prima doveva averlo offeso in qualche modo.

Uno dei ragazzi seduti lo tirò per un lembo della giacca di pelle cercando di attirare la sua attenzione e fargli presente della compagnia appena giunta.

Ero divertita dal quel modo di fare ,tanto che per un attimo dimenticai la mia paura.

Ma quando si voltò e i nostri sguardi si incrociarono la mia espressione sorridente lasciò posto ad una di sorpresa mista a fastidio.

“TU?!” Esclamammo all’unisono.

“Cosa? Vi conoscete?” George spostava il suo sguardo da me al ragazzo che avevo di fronte senza accennare a smettere e con un’espressione alquanto confusa.

“ Toh,guarda chi si vede,BelzeJude!” disse ignorando la richiesta di George di spiegazione alla quale si erano unite le espressioni interrogative degli altri presenti  “ Il mondo è davvero piccolo..o forse lo è solo Liverpool” Rise divertito incrociando le braccia sul petto.

“ Decisamente troppo a quanto pare!” sbottai scocciata .

“Suvvia dolcezza,rilassati”

“ Sempre a dire cosa fare eh?” 

“Diavolo, io ho sol...”

“INSOMMA MI VOLETE DIRE CHE SUCCEDE QUI??!!”

Penso avremmo continuato all’infinito se George,giustamente irritato non si fosse imposto con la forza nel tentativo di comprendere quel che stesse accadendo.

“Ebbene George,il qui presente Mr sonofigoemenevanto l’altro giorno ha quasi tentato di uccidermi!”

“ Accidenti che paroloni,ucciderti! Se per te urtare la gente è uccidere sei messa male BelzeJude!”

“ Piantala di chiamarmi BelzeJude,razza di maleducato!”

Ma lui continuava a ridermi in faccia come non avessi detto nulla .

“Hey,ragazzi,basta ,vi prego! Direi che possiamo finirla qui e sinceramente,non penso di voler nemmeno sapere più come facciate a conoscervi…Dio,ogni parola è una questione infinita!” Disse George infine alzando gli occhi al cielo,palesemente stufo di quel battibecco.

Mi accorsi in quel momento di aver inscenato la prima commedia dal mio arrivo qui ,e per giunta dinnanzi ad un pubblico che non conoscevo ancora e al quale avevo speravo di dare una buona idea di me.

Avevo miseramente fallito nella mia impresa grazie a John.

“Perdonami George,non ho intenzione di continuare la discussione” Feci per riprendere il controllo di me stessa e mi decisi a rimediare; John ,invece,aveva appena poggiato i suoi piedi sul tavolo e con aria strafottente si accendeva una sigaretta.

George mi guardò con gratitudine e si lasciò alle spalle il nervosismo.

“Beh,ragazzi,lei  è Jude! E’ la nipote della mia vicina,è qui da lei per qualche tempo”

Feci un gesto con la mano “Salve a tutti”.

A quel punto uno alla volta iniziarono a presentarsi.

A dire il vero mi fecero sentire subito a mio agio; erano dei ragazzi molto semplici e alla mano,dotati di un incredibile senso dell’umorismo .

“Allora Jude,che ne pensi di Liverpool?”

Due profondi occhi verdi mi fissavano contornati dal viso più bello che avessi mai visto.

Non saprei ben spiegare cosa avesse di particolare,ma il suo fascino mi rapì per un istante.

Continuavano a fissarmi ed io non me ne rendevo conto.

Sembravano così rassicuranti,in un’occasione differente mi ci sarei persa totalmente ma ora quegli stessi occhi erano in attesa di una risposta .

“Oh ,beh,non saprei dire con certezza,mi sembra molto carina fino ad ora”  gli regalai un sorriso incerto.
“Certo,è comprensibile ,Liverpool non è il massimo” si passò una mano tra i capelli nell’intento di sistemarli e sembrò aver partorito qualche particolare pensiero.

Non volevo interrompere quel momento ,ogni suo gesto mi catturava.
Ma quell’armonia fu presto rotta .

“Allora Macca,che ne pensi di regalarci le tue prestazioni  ,eh?” Poi rivolse maliziosamente lo sguardo a me “ non fraintendermi Jude,so che ti farebbe piacere ,ma non è quel tipo di prestazioni che intendi tu dolcezza” .

Sul suo volto si dipinse la certezza di aver  innescato una bomba  in me e questo lo divertiva terribilmente.

“Razza di..”

Non potei completare la frase che Paul,si,questo era il nome di quel ragazzo dagli occhi verdi,gli si scaraventò addosso mimando un placcaggio .

“Sei veramente pessimo John..”

“Sempre a fare il cascamorto eh McCartney?”

Andarono avanti per un po’ in questo modo prima che mi rendessi conto che stessero scherzando.

Dovevano conoscersi da tempo,il loro legame sembrava incredibile,pari a quelli di due fratelli.

E mentre loro indisturbati continuavano ad inscenare quella lotta George mi lanciò uno sguardo rammaricato mimando qualcosa con le labbra “scusali Jude,sono degli idioti pompati!”

“Ma no no,tranquillo,mi piacciono” gli feci l’occhiolino e poi perplessa aggiunsi “tranne John ovviamente!” George rise.

La scenetta continuava ed ora tutti si divertivano a vedere quei due punzecchiarsi nei modi più assurdi e impensabili.

Non fu tale la reazione del proprietario perché dopo due minuti ci ritrovammo tutti ad ammirare il cielo di Liverpool.

“Beh,poteva andarci peggio ragazzi” esclamò Paul sistemandosi ancora una volta la chioma scura.

“Quella gente non sa divertirsi,ecco il punto...bleah,che tristezza!” ribatté John calciando un sassolino.

Decidemmo di spostarci in un giardinetto dove finalmente avrebbero potuto mostrarmi ciò di cui erano capaci.

Indisturbati e certi che nessuno del vicinato li potesse accusare di disturbare la quiete pubblica iniziarono ad intonare la melodia di Love Me Tender di Elvis.

Scelsero qualcosa di dolce che mise in netto contrasto la loro dolce vocalità con l’aspetto da ragazzacci.

Erano assurdamente bravi.

Così come avevo costatato dal mio primo incontro,George si rivelò essere un chitarrista incredibile.

Era un ragazzino,il più piccolo di quella compagnia,ma aveva talento per mille di loro.

Anche John era bravo,dovevo ammetterlo.

Quando suonava quasi dimenticavo che tipo insopportabile fosse.

E Paul,che dire,suonava con la sinistra,e mentre lo faceva i suoi gesti mi catturavano incredibilmente.

Mi raccontarono di aver  bisogno di gente competente,volevano una svolta decisiva,se avessero voluto sfondare dovevano crearsi un’opportunità reale. Erano diretti al top del top.

O meglio questo era quello che speravano.

“Ragazzi,non so davvero che dire..siete un portento!”

Mi sorrisero mentre fingevano modestia

“Ma seentila,un portento,un portento “John iniziò a mimare le mie mosse e a saltellare come una foca ridendo di gusto ad ogni gesto.

“Credo di volerti uccidere,credimi,non ho mai desiderato ammazzare qualcuno quanto desidero farlo con te!”

“Oh si dolcezza,tutte desiderano farlo con me,me lo dicono spesso”

“Pervertito!”

Più il mio nervoso saliva,più John si divertiva.

“John,potresti smetterla di fare il coglione o  devo mandarti ko un’altra volta?”

“Senti bello,casomai ti mando io ko,stai a vedere!”

George si passò una mano sul viso e buttò la sigaretta che stava fumando.

“Fermi, fermi ragazzi,non mettiamo in dubbio la vostra forza ma si è fatto tardi ed io ho promesso che avrei riportato Jude a casa per le 11.”

“Hai paura Harrison,perché in quei braccini mollicci non hai forza ,ti nascondi dietro una femminuccia puah” John si incamminò verso di noi e tradendo le sue parole si calmò.

“Questi braccini mollicci suonano Raunchy meglio di te John” ribatté George senza scomporsi di un millimetro e ora accennando un sorrisino furbo. Paul se la spassava a quella vista e sfoggiava la stessa espressione di George.
 


George mi riaccompagnò a casa per le 11 e 15,un piccolo ritardo che Marianne avrebbe compreso di certo….o almeno così speravo .
 
“E’ così tutte le volte”

Abbassai lo sguardo imbarazzata .
 
“Non spaventarti,è il nostro modo di divertirci..”

Era il più piccolo ma aveva dimostrato una maturità maggiore di quelle di tutti gli altri.

“Siete una bella compagnia,davvero..mi sono divertita in verità”

“Sono contento,credevo avessi avuto una cattiva impressione di noi..”

“No,affatto” gli sorrisi rassicurante.

“Allora che ne dici di rifarlo qualche volta?” Lo sguardo di George era speranzoso e tenero come sempre,e  forse sapeva bene che quel suo modo di fissarmi non avrebbe lasciato spazio a risposte negative..non che io in ogni caso ne volessi dare.

“Assolutamente! “ questa volta il mio sorriso lasciava trasparire entusiasmo.

Quasi non pensavo più a Londra e ai miei vecchi amici; mi sentivo viva e felice,e tutto questo grazie a pochi ragazzi,in una sola serata.

“Notte George” gli diedi un piccolo bacio sulla guancia e lui arrossì”

“Notte Jude.. Sogni d’oro”.





I_Me_Mine : ed eccoci al quarto capitolo,olè xD
Ok,non è nulla di particolare o particolarmente scritto bene,ho sembre odiato le presentazione confesso,ma era necessario u.u
Ringrazio Helter Skelter e 365Dayswiththebeatles che leggono e recensiscono costantemente,mi rendete felice :)
Ringiazio anche quanti di voi leggono in modo silenzioso e mi scuso per eventuali errori!
A presto :D 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: I_me_mine