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Autore: buffinkaxD    07/09/2012    3 recensioni
William Gallagher era tutto ciò di più sbagliato e assurdo che poteva accadermi.
E se poi ci si metteva anche Noel era proprio la fine.
Potevano gli Oasis sciogliersi per colpa mia? No, decisamente no.
Ma forse non conoscevo abbastanza i fratelli Gallagher ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Diletta’s Pov

Il taxi sfrecciava a tutta velocità per le vie di Londra quel sabato sera alle 22.30. Fuori l’aria era gelida, entrava nelle ossa e ti raffreddava tutto il corpo. Quell’anno Novembre era più freddo del solito e io l’adoravo.
Dopo 5 anni in Italia a studiare, visitare il paese e vivere con una pazza scatenata quale si era rivelata Emma, finalmente ero tornata nella mia vecchia e amata Londra. Ora, però, avevo cinque anni in più, mi ero liberata di quegli assurdi capelli ramati che avevo sempre odiato tingendoli di biondo e stavo andando ad una festa che probabilmente avrei odiato con un perfetto sconosciuto, tutto per merito di Sarah.
Anche lei a Princeton non se l’era passata male, aveva lasciato da parte per un po’ il suo amore per gli Oasis per dedicarsi completamente al suo nuovo fidanzato Jake e ora cercava di farmi accoppiare con un tipo abbastanza ricco e affascinante che aveva conosciuto attraverso il suo ragazzo.
“Non mi serve un fidanzato!” le avevo detto quando ero andata a casa sua a trovarla.
“Tutte balle Dile.. cinque anni in Italia non ti hanno cambiata e io so che tu hai bisogno di qualcuno accanto”
Ok, pensai, forse non aveva tutti i torti e, in Italia, ero uscita con diversi ragazzi ma era sempre finita male, come se non fossero mai abbastanza. Cosa potevo desiderare più di un italiano sexy e di buona famiglia che mi accoglieva a braccia aperte? Non lo sapevo nemmeno io.
Fatto sta che, come ogni volta, Sarah era riuscita a combinarmi un appuntamento con un certo Donovan (che schifo di nome era Donovan?!) e ora mi ritrovavo su un misero taxi appiccicata a lui che mi continuava a fissare.
“Una festa?!” avevo quasi urlato a Sarah quando mi aveva detto il luogo dell’appuntamento al buio che mi aveva organizzato.
“Si, una F E S T A. Ecco vedi, non sai neanche più cos’è una festa! Fidati, mi ringrazierai”
Avevo incenerito Sarah con uno sguardo glaciale mentre lei saltellava per la sua stanza rispondendo agli sms di Jake, facendomi saltare i nervi.
“Io odio le feste, io non sono capace di andare a una festa Sarah!”
Era scoppiata a ridere.
“Con il mio aiuto sarai capace”
“Ma perché cazzo mi vuoi fare andare proprio a una festa!?”
“Oh non te l’ho detto, Donovan è straricco e con straricco intendo proprio ricco sfondato, naviga nell’oro! Suo padre è un pezzo grosso nel campo televisivo e spesso organizza feste con star, personaggi famosi ecc.. qui a Londra! Quando Jake me ne ha parlato ho colto la palla al balzo dicendogli di parlare a Donovan di te”
“Tu cosa???” la fissavo senza parole, senza sapere se ridere o piangere dalla disperazione.
“MI ringrazierai piccola.. non sai quanto ti invidio!”
“Ti lascio il mio posto volentieri!”
Aveva sorriso, facendo una linguaccia.
“No, adesso tocca a te. Io ne approfitterò per stare con il mio ho un corpo perfetto -Jake”
Adoravo vedere la mia amica così felice, ma allo stesso tempo soffrivo al pensiero di me che andavo a una festa (che odiavo) con un perfetto sconosciuto (di cui odiavo il nome).
“Non ho niente da mettermi” avevo obiettato in preda alla disperazione.
Ma come se niente fosse Sarah si era avvicinata al suo armadio e ne aveva tirato fuori un pezzo di stoffa nero quasi invisibile che inizialmente avevo scambiato per un top.
“Tieni, con questo sarai una bomba”
Avevo fissato il mini-abito a bocca aperta poi rivolgendomi a lei avevo detto:
“Ti lascio sola cinque anni e mi diventi una pervertita?”
Lei era scoppiata a ridere, con quella risata che mi era così tanto mancata.
“Dile.. guarda che cinque anni è un sacco di tempo!”
E aveva ragione. Io stessa, quei cinque anni trascorsi in Italia, ero cambiata, ero cresciuta,ero diventata me stessa.
“Non sono cambiata abbastanza per essere pronta a questo” le avevo detto indicando il vestito.
Lei mi aveva guardata, perplessa, con sguardo interrogativo, poi mi aveva spinta in bagno.
“Fai in fretta che voglio vedere come ti sta!” mi aveva poi urlato.
Avevo faticato un po’ ma finalmente ero riuscita ad infilarmi quel coso come se fosse una cosa abituale e ad uscire per farmi vedere da Sarah.
“Ok riesco a dire solo una parola.. WOW. E sono una ragazza.. pensa te l’effetto che avrà su Donovan!”
Già. Donovan. Me ne ero scordata.
Mi diedi un’occhiata nello specchio dietro l’armadio e ciò che vidi mi lasciò senza parole: quella nello specchio era una ragazza sconosciuta alta, ma non troppo, con dei lunghi capelli biondi (non esageratamente chiari), gli occhi verdi e un vestito nero che esaltava le forme del suo corpo e la sua pelle chiara. Quella era la nuova me, era il mio nuovo inizio.
Rimaneva comunque il fatto che, a mio parere, quel vestito era davvero troppo corto.
“Smettila con questi discorsi, sembri mia nonna! Dile, o adesso o mai più” mi aveva detto Sarah seduta sul suo letto.
E così avevo preso un lungo respiro, mi ero messa un filo di mascara, un paio di tacchi bianchi in tinta con la pochette e avevo aspettato l’arrivo di Donovan sotto casa di Sarah.
“Me la pagherai..” le avevo sussurrato prima di uscire fingendomi offesa. Per tutta risposta lei era scoppiata a ridere dicendomi:
“Sisi.. pensa a tornare a casa te..”
Donovan si era presentato con una rosa rossa tra le mani e un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia come un damerino. Io avevo accennato un debole sorriso, mal riuscito, ed ero salita sul taxi prima che potesse dirmi qualsiasi cosa che non fosse “ciao”.
Per tutto il viaggio rimasi incollata alla portiera alla mia destra, con il vapore dell’aria esterna gelata che appannava il finestrino confondendo i contorni delle cose.
Ogni tanto lanciai qualche occhiata a Donovan e ogni volta lo vidi con gli occhi fissi su di me, in silenzio.
Non che fosse brutto, intendiamoci.. era decisamente alto e imponente, se così si può dire, aveva una fronte alta, dei capelli mori corti e degli occhi scuri un po’ inquietanti ma non era il mio tipo, me ne ero accorta subito.
“E così hai ventitré anni..” disse all’improvviso.
“Già..”
“Interessi particolari?”
Mi sembrava un discorso tanto stupido e banale che decisi comunque di assecondarlo solo per sciogliere quel silenzio opprimente.
“Scrivo, sono una giornalista, viaggio per scrivere e.. adoro Sarah”
Lui mi guardò in modo strano, restando qualche secondo in silenzio.
“Guardi la tv?” mi chiese all’improvviso.
Che cazzo di domanda era … ?
“Non tanto.. non ho molto tempo”
“Ah..”
Silenzio. La serata stava già andando male, e non era ancora iniziata!
“Sei una bomba stasera Diletta” disse appoggiando la sua mano sulla mia.
Lo guardai, forse lo fulminai con lo sguardo, ma decisi di non ritrarre la mano immediatamente per paura di offenderlo.
Risposi semplicemente con un debole sorriso per poi tornare a fissare le figure indistinte oltre il finestrino.
Il taxi si fermò una decina di minuti dopo, davanti a una villa pazzesca nella periferia di Londra, era molto più grande di qualsiasi edificio avessi mai visto. Quando scesi dall’auto una folata di vento gelido mi fece rabbrividire, mentre Donovan mi cingeva la vita con un braccio. Posai lo sguardo sulla sua mano appoggiata al mio fianco e poi su di lui.
“Ti spiace?” mi chiese impassibile.
“No.. fa niente” risposi confusa.
In realtà mi dispiaceva, e molto. Ma ormai ero in ballo e dovevo ballare.
Entrammo nell’atrio di quella villa e ci immergemmo nella massa di persone che erano già arrivate. Donne, uomini, ragazzi, ragazze, tutti straordinariamente affascinanti, strani, ricchi e famosi. Mi venne la nausea..
Cosa ci facevo io li?
“Quello la è Brad Pitt?!” chiesi a Donovan mentre mi accompagnava in un’altra stanza.
“Probabile.. “ rispose lui “papà ha la mania di fare le cose in grande”
Porca miseria, ora si che mi sentivo uno schifo. Cosa cazzo ci facevo io li?!
Diedi un’occhiata ai cocktail sistemati in soggiorno e nelle altre stanze, c’erano cibi mai visti, bibite mai assaggiate.. era come essere intrappolati in un altro mondo.
“Vieni.. ti presento ai miei amici” mi sussurrò Donovan in un orecchio procurandomi un certo fastidio.
“Ragazzi lei è Diletta, Diletta questi sono Eric, Tom, Christopher e Damon”
Sorrisi impacciata a quei quattro ragazzi vestiti elegantemente che probabilmente erano già alla terza birra e si limitavano a ridere e fissarmi il corpo come se fossi l’unico e appetitoso dolce rimasto sul pianeta.
“Donovan.. dove l’hai trovata questa bella gnocca?” chiese uno di loro  accarezzandomi la guancia.
Per tutta risposta Donovan mi avvicinò a se e, senza il minimo preavviso, mi mise una mano sul sedere.
Mi scostai subito, arrabbiata, frustrata, per essere dove non volevo essere, con un idiota doc in mezzo a quattro deficienti.
“Ho bisogno d’aria” dissi allontanandomi da loro e avviandomi verso la veranda.
“Hei piccola si gela la fuori!” sentii qualcuno urlarmi dietro, ma non mi voltai, continuai a camminare finché quel vento gelido non colpì interamente schiarendomi le idee.
La veranda era praticamente desolata ma io stavo bene nonostante avessi la pelle d’oca e i tacchi cominciassero a farmi dolere i piedi; di sicuro non sarei tornata da Donovan e quei suoi amici trogloditi.
Mi sedetti sul muretto che delimitava il giardino e cominciai a fumare una sigaretta, in solitudine. Da poco avevo cominciato a fumare, non mi piaceva particolarmente, ma almeno mi impediva di pensare.
Qualcuno uscì sulla veranda, dietro di me. Sentii la porta schiudersi e qualcuno camminare ma non mi voltai.
“Scusa.. hai da accendere?” mi chiese una voce maschile.
Mi sembrava di averla già sentita, ma non ci feci troppo caso.
“Si” risposi senza voltarmi.
Infilai una mano nella borsa alla ricerca dell’accendino e quando lo ebbi tra le mani mi voltai per porgerlo allo sconosciuto che me le aveva chiesto.
Rimasi senza parole quando capii perché quella voce mi era sembrata familiare.
“Noel?!” dissi sorpresa.
Lui restò qualche istante a guardarmi e, come tutti i ragazzi quella sera, mi osservò dalla testa ai piedi, interessato, poi tornò al mio viso.
Sorrise.
“Diletta.. cazzo, sei Diletta”
Saltai giù dal muretto e corsi ad abbracciarlo tenendo la sigaretta in equilibrio tra le dita.
Non appena gli fui vicino, capii che mi era mancato, mi era mancato tanto.
Mi staccai da lui e tornai a guardarlo: ciglia folte, naso pronunciato, capelli castani.. lui era sempre Noel con qualche anno in più e un certo fascino da rock star.
“Noel!!” sbraitai all’improvviso.
“Che c’è?!” chiese lui.
“Smettila i guardarmi così!” scoppiai a ridere.
E anche lui fece lo stesso.
“E’ impossibile non guardarti sei.. cazzo sei bellissima” mi disse.
“Grazie..”
Quella sera avevo ricevuto diversi complimenti ma quello di The Chief fu l’unico in grado di farmi arrossire, l’unico che mi fece piacere ricevere.
“Tu che fumi?” disse all’improvviso sedendosi sul muretto dov’ero io poco prima.
“Si.. ma è uno schifo, lo faccio solo perché mi aiuta a non pensare”
“Ci credo.. cazzo non hai proprio gusto in fatto di sigarette, prova queste” disse porgendomi le sue.
Aspirai qualche boccata e poi cominciai a tossire.
“Merda che schifo.. se vuoi uccidermi fai pure!” dissi con gli occhi brucianti.
“Ah piccola Diletta.. non sei diversa dall’ultima volta che ci siamo visti, cioè il corpo è.. wow. Ma tu.. tu sei sempre tu”
Gli tirai un pugno senza metterci la minima forza e lui tornò a ridere.
“E poi adesso sono bionda.. questo cambia tutto!” replicai sorridendo.
“Proprio tutto..” mi rispose riprendendo a fumare.
“Cosa hai fatto in tutto questo tempo?” mi chiese interessato.
“Sono stata in Italia, a studiare..”
Lo vidi sbuffare.
“Allora sei diventata una sapientona professionista!”
“La smetti?!”
“Di far cosa?” chiese lui sorpreso.
“Di sfottermi!”
Restammo qualche istante così, in silenzio; e mi piaceva, mi piaceva stare lì con un amico, a parlare, a fumare senza pensare al resto.
Ma non resistetti tanto prima di fargli la fatidica domanda:
“E Liam?” chiesi senza guardarlo.
Lo sentii sghignazzare.
“Mi stavo chiedendo quanto ci avresti messo prima di nominarlo”
“Sono prevedibile” risposi arrossendo.
“Our KId è in giro per la villa con la sua nuova ragazza..” disse senza mezzi termini.
“Ah …”
Che stupida. Certo che aveva una ragazza in fondo erano passati cinque anni, cosa mi aspettavo?!
Eppure era li anche lui, in quella casa, da qualche parte, forse ci saremmo visti.. e allora? Cosa avrei fatto?
Non lo sapevo, il mio cuore si era assopito al sentimento che mi provocava la vicinanza con Liam Gallagher dopo cinque anni di distanza e ora non mi restava altro che aspettare e vedere.
“E tu?” mi chiese all’improvviso Noel riportandomi alla realtà.
“Io cosa?”
“Cosa ci fai qui! Insomma tu a una festa di questo genere..”
“Ok Gallagher adesso mi sto incazzando seriamente, cosa vuoi dire?!” dissi alzandomi e avvicinandomi a lui minacciosa.
Per tutta risposta mi fermò le braccia e mi sorrise di nuovo.
“Io sono qua con un tipo..”
“Un tipo”
“Si, un tipo”
“E chi è?”
Restai qualche istante in silenzio poi mi arresi e, piena di vergogna, gli risposi.
“Donovan Wales”
The Chief scoppiò a ridere, lasciando la presa su di me, facendomi arrossire di vergogna e innervosire terribilmente.
“Oh cazzo, Donovan Wales.. tu e Donovan”
“No! Io e Donovan niente! E’ Sarah che mi ha incastrata e così sono finita qui con quel troglodito e i suoi amici”
“E lui dov’è?”
“L’ho lasciato dentro e sono scappata fuori non appena ha cominciato ad allungare le mani”
The Chief smise di ridere. Sembrava infastidito.
“Ti ha toccata?”
“Ci ha provato! Non gliel’ho permesso..”
Un’ondata d’aria gelida mi pervase il corpo e io rabbrividii.
“Rientriamo” disse The Chief  avvicinandosi a me.
“A un patto”
“Dimmi”
“Non lasciarmi sola”
Mi cinse le spalle con un braccio e così ci dirigemmo all’interno della villa.
Non appena entrammo Donovan, dall’altra pare della stanza, mi lanciò un lungo sguardo inquisitore fulminando Noel con lo sguardo per poi procedere verso di noi a grandi passi.
Ottimo pensai, ero tornata a Londra da neanche due giorni e già mi mettevo nei casini.. davvero ottimo Diletta.
Presi un lungo respiro e mi preparai ad affrontare il mio cavaliere.


Angolo Autrice: Buon pomeriggio mad fer it!!! Dunque mi scuso per questo capitolo stranamente lungo e
ricco di eventi quando avevo promesso di postare l'ultimo capitolo, il definitivo. Il personaggio di Donovan è puramente inventato,
Diletta nel capitolo definisce Noel un "amico" ma noi tutti sappiamo che è qualcosa di più e Liam... beh Liam deve ancora rivedere
la sua piccola Diletta..
Spero non vi dia fastidio che abbia allungato ulteriormente la fan fic e mi aspetto le recensioni e le eventuali critiche per sapere
cosa ne pensate! Cheers *-*
  
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