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Autore: buffinkaxD    08/09/2012    3 recensioni
William Gallagher era tutto ciò di più sbagliato e assurdo che poteva accadermi.
E se poi ci si metteva anche Noel era proprio la fine.
Potevano gli Oasis sciogliersi per colpa mia? No, decisamente no.
Ma forse non conoscevo abbastanza i fratelli Gallagher ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diletta’s Pov

 
“Sei sparita” disse Donovan quando fu davanti a me e Noel.
“Ero in veranda” risposi senza troppo entusiasmo.
“E non eri sola a quanto pare..” rispose lanciando un’occhiataccia a Noel.
“E’ un piacere anche per me Donovan” disse The Chief lasciando il povero ragazzo senza parole, io dovetti trattenermi dal ridere.
“Già..” rispose Donovan senza troppa convinzione.
“Balliamo?” mi chiese poi all’improvviso.
Rimasi in silenzio. Ballare? Con Donovan? No! Però dovevo farlo, per Sarah, per non farle fare figuracce con Jake a causa del mio comportamento.
“Magari un ballo..” sussurrai.
Mi staccai da Noel, evidentemente infastidito, a malincuore mentre Donovan mi trascinava in mezzo alla pista sulle note di una melodia lenta.
Con la coda dell’occhio notai come The Chief non mi togliesse gli occhi di dosso e come nemmeno le altre persone nella stanza non riuscissero  a non guardarmi. Mi sentii in imbarazzo.
Intanto Donovan mi stringeva addosso a se, senza la minima dolcezza cercando di muovere qualche passo elegantemente con scarsi risultati.
“Vieni a casa con me dopo?” mi disse in un orecchio mentre la sala intera non ci toglieva gli occhi di dosso.
“Non penso sia una bella idea.. io devo tornare a casa” gli risposi.
“Dai.. facciamo un giro e poi ti posto a casa io.”
“Ne parliamo dopo”
“D’accordo”
Diedi  uno sguardo alle persone nella sala ma The Chief sembrava sparito. Mi sentii delusa, e sola con quel troglodito pervertito; almeno finché il mio sguardo non individuò la persona in quella stanza in grado di azzerare ogni mio senso, di bloccarmi il cuore e staccare la spina del mio cervello. Liam.
In piedi, davanti a tutti mi guardava dalla testa ai piedi e sembrava osservare le mosse di Donovan, mentre una ragazza decisamente bella e attraente continuava a baciarlo e toccarlo.
Distolsi lo sguardo non appena mi accorsi che stava per guardarmi negli occhi ma ormai non avevo scampo: i battiti del mio cuore stavano accelerando e la voglia di correre da lui si faceva via, via sempre più forte. Per un secondo mi sembrò di non essere cambiata minimamente, come se non fossero passati cinque anni, io non mi fossi laureata e fosse tutto come un tempo ma non era così.
Cercai di respirare, ma per un istante mi dimenticai come si faceva.
“Hey sembri accaldata.. sono io a farti questo effetto?” mi disse Donovan.
Rabbrividii nel sentire quelle parole.
“No, è tutto ok” risposi.
Ma non era vero. Niente era ok. Non sarei mai dovuta andare a quella festa. La musica terminò e Donovan, avvicinandosi a me, mi stampò un bacio sulle labbra in mezzo a tutta la sala. Avrei voluto picchiarlo, avrei voluto gridargli che era un brutto deficiente ma non feci niente di tutto ciò, semplicemente restai in silenzio lasciandomi guidare  verso l’ingresso.
“Sono stufo di stare qui.. andiamo?”
“Dai.. restiamo ancora un po’ e poi volevo salutare Noel”
“Lo saluterai un’altra volta Gallagher.. adesso ho voglia di stare un po’ da solo con te”
Ma io no, io non voglio. Mi mancò il respiro, mi sentii in trappola.
“Preferisco rimanere qui se non ti dispiace” cercai di dire nel modo più dolce e suadente di cui fossi capace.
“Si, mi dispiace, chissà cosa penserà la tua amica dopo che le avrò detto quanto sei stata scortese e maleducata..”
“Non penso possa funzionare tra di noi”
“Funzionerà!”
Mi prese per il braccio e cominciò a tirarmi verso l’uscita senza neanche darmi il tempo di prendere il cappotto.
“Donovan lasciami” dissi con voce ferma.
Ma lui sembrava non sentirmi e continuò a strattonarmi per il corridoio.
“Ho detto: lasciami! Non ci vengo con te!”
Si voltò improvvisamente e mi fulminò con lo sguardo:
“E invece tu vieni”
Mi prese in braccio mentre mi dimenavo ma nessuno poteva sentirmi perché ormai erano tutti a ballare diverse stanze dietro di noi. Ero nel panico.
“Brutto stronzo mettimi giù!” gli urlai contro, ma ormai stava aprendo la porta..
All’improvviso, però, qualcuno dietro di noi parlò facendo bloccare Donovan.
“Non hai sentito cosa ti ha detto bastardo? Mettila giù”
Liam ci guardava con le mani nelle tasche dello smoking, i capelli lunghi che gli coprivano la fronte e quell’atteggiamento così sicuro e strafottente che per troppo tempo mi era mancato. Era da solo.
“Ecco l’altro Gallagher.. ma cos’hai la scorta?” mi chiese Donovan rimettendomi per terra.
Subito cercai di avvicinarmi a Liam ma lui mi bloccò di nuovo il braccio.
“Non così in fretta piccola!”
 “Mollami, cosa vuoi da me?” gli dissi con voce ferma.
“Un appuntamento, quello per cui ti ho portata qui”
“Ma io non voglio.. non ti voglio più vedere!”
“Non toccarla mai più” disse Liam avvicinandosi a Donovan, poi mi prese per mano e mi allontanò da lui cingendomi la vita con una mano.
Sentii Donovan sghignazzare.
“E chi mi fermerà? Tu?” chiese in tono canzonatorio.
Prima che Liam potesse rispondere The Chief apparve di fianco a noi dicendo:
“Anche io”
“Ma bravi i fratellini adesso siete pappa e ciccia?”
Sentii il corpo di Liam sussultare in preda alla rabbia mentre The Chief non smetteva di fissare Donovan, calmo ma minaccioso.
“Non devi neanche permetterti di guardarla..” disse The Chief.
Donovan non gli prestò molta attenzione ma, rivolto verso Liam disse:
“Cos’è Gallagher, la tua puttana di turno? L’altra dove l’hai lasciata?”
Non ebbi tempo di replicare che Liam si voltò improvvisamente dando un fragoroso e doloroso pugno in faccia a Donovan.
“Bastardo!” gridò lui portandosi una mano alla faccia.
Poi si scagliò anche lui su Liam con una forza e una rabbia che mi lasciarono senza parole mentre Our Kid andò a sbattere contro la porta per poi tornare ad abbattersi su Donovan che era evidentemente più alto e grosso di lui e gli fece di nuovo male. Noel cercò di tenerlo fermo mentre Liam lo riempiva di pugni e io, completamente immobilizzata, osservavo la scena senza riuscire a far niente.
Qualcuno corse a fermarli mentre stavano per disfare l’ingresso della villa e poi Donovan sparì oltre la porta senza dire una parola.
Osservai Liam che si alzò barcollando. Mi avvicinai a lui mentre tutti ci guardavano preoccupati.
Sanguinava, aveva la faccia graffiata e sanguinante e a guardarlo mi vennero le lacrime agli occhi. The Chief invece aveva un occhio nero e i vestiti disordinati e mi guardava con la stessa espressione piena di tristezza che gli avevo visto solo una volta cinque anni prima. Era colpa mia se erano conciato così.
“Usciamo..” mi disse Our Kid cingendomi la vita.
“Grazie” sussurrai a Noel passandogli davanti.
Lui mi fece un cenno, poi si allontanò lungo il corridoio.
Raggiungemmo la veranda, deserta, e ci sedemmo sulla panchina che guardava il giardino.
“Stai bene?” mi chiese Our Kid guardandomi con quegli occhi neri e il naso sanguinante.
“No.. tu stai bene?!” gli risposi quasi in preda al panico.
Sorrise.
“Ci vuole molto di più per farmi star male che un bastardo del genere”
Le lacrime cominciarono a uscirmi dal viso a fiotti senza che io riuscissi a fermarle. Mi strinsi a Liam, come se non riuscissi a respirare, a stare in piedi senza di lui.
“E’ tutta colpa mia” sussurrai in preda ai singhiozzi.
“Volevo dirti una cosa..”
“Cosa?”
“Ce l’hai fatta.. sei fottutamente perfetta stasera”
Lo strinsi forte a me lasciandomi scappare un sorriso.
“Stai sanguinando” sussurrai asciugandogli il naso con un fazzoletto.
Mi ero dimenticata quanto i suoi occhi fossero azzurri e profondi, quanto il suo profumo intenso e i suoi capelli morbidi. In cinque anni mi ero illusa di poterlo dimenticare ma probabilmente non ci sarei mai riuscita.
“Non ti conviene starmi così vicina piccola.. potrei non riuscirmi a controllare” disse a pochi centimetri dal mio viso.
“Sei qui con una ragazza.. non devi tornare da lei?” sussurrai con tutta la forza che mi era rimasta.
Per tutta risposta lui mi abbracciò completamente, le sue mani percorsero la mia schiena in carezze delicate e bollenti contemporaneamente che non mi permisero più di pensare.
“Sei gelosa?”
“Può essere..” risposi mordendomi le labbra.
“E’ da cinque fottuti anni che ti aspetto.. questa volta non ti lascio più scappare”
“Non voglio più scappare” sussurrai.
Il suo viso cambiò espressione e io capii che desiderava la stessa cosa che desideravo io, si avvicinò alla mia bocca e mi baciò appassionatamente continuando ad abbracciarmi.
Mi mancava il respiro e dovetti staccarmi da lui solo per continuare a respirare, e per rivedere quegli occhi che mi facevano impazzire.
“Ti amo piccola.. cazzo, sei come una droga”
Sorrisi.
E poi lo abbracciai, annusai il suo profumo affondando la testa tra il collo e la spalla.
“Dovevo ucciderlo quello stronzo”
“Se continuavate ancora un po’ lui uccideva te..” risposi ridendo.
“Vuoi fare la lotta con me?”
“Tanto vinco io..”
Per tutta risposta mi sollevò dalla panchina e mi appoggiò al muretto.
“Non mi sfidare piccola”
Lo avvolsi in un abbraccio e ripresi a baciarlo. Finalmente ero felice.
 

 

 
Liam’s Pov
 
Seduto sul divano nel soggiorno della villa osservai tutta quella gente che mi passava davanti mentre Ally non si staccava dal mio viso.
Tutti fottuti idioti, ecco cosa sembravano. E poi quel Donovan, il figlio del proprietario che viveva godendo del successo del padre, a quanto pare dicevano fosse arrivato al party con una sventola da fare girare la testa. Possibile?!
“Hey rilassati.. cosa ti prende stasera?” mi bisbigliò Ally all’orecchio continuando a baciarmi.
“Un cazzo, sono stufo, usciamo”
Mi alzai dal divano tirandola con me. Ero stufo, stufo di quel posto, di quella gente falsa e noiosa..
Noel probabilmente era da qualche parte a vantarsi delle sue canzoni, oppure a contrattare per un nuovo disco.. patetico. Mio fratello aveva solo un unico grande problema, oltre al fatto di essere oscurato dalla mia accecante bellezza: non era capace di divertirsi, era un dato di fatto.
“Si gela qua fuori..” piagnucolò Ally quando fummo in veranda.
Le lanciai un’occhiata senza darle risposta e mi misi in bocca una sigaretta.
“Io resto qui” dissi.
“Io rientro.. sei proprio strano stasera”
Non l’ascoltai mentre si allontanava da me. Fumai quella sigaretta in santa pace, al freddo, e non mi dispiacque affatto, poi decisi di rientrare alla ricerca della mia bambola.
La sala era più affollata ora che avevano messo su un po’ di musica.
Tutti guardavano una coppia che stava ballando un lento al centro della pista così diedi un’ occhiata. Riconobbi subito quel rimbecillito di Donovan, poi passai alla sua ragazza.
Quel corpo, quel portamento.. restai senza parole per la prima volta nella mia vita: quello schianto di cui tutti parlavano era Diletta, la mia piccola Diletta.
“Balliamo?” mi chiese Ally baciandomi.
“No” dissi semplicemente senza allontanarla.
Notai lo sguardo di Diletta su di me, il modo in cui era arrossita.. Il mio cuore fece una capriola, ero fottutamente pazzo di lei nonostante il tempo, nonostante tutte le ragazze che potevo avere capii che l’unica che volevo era lei.
La musica finì e quell’imbranato di Donovan la trascinò in corridoio. Qualcosa dentro di me scattò, come una rabbia, una furia che non desiderava altro che spaccare la faccia a quel damerino.
“Devo andare” dissi staccandomi da Ally.
Seguii i due piccioncini senza farmi vedere.
“Brutto stronzo mettimi giù!” sentii Diletta urlare.
La stava trascinando con lui di peso. Bastardo.
“Non hai sentito cosa ti ha detto bastardo? Mettila giù” dissi con tutta la calma che mi rimaneva.
Lei mi guardò, mi invase con quegli occhioni verdi dai quali non mi sarei più voluto allontanare, sembrava felice di vedrmi e allo stesso tempo.. triste.
“Ecco l’altro Gallagher.. ma cos’hai la scorta?” le chiese Donovan.
Non capii a cosa si riferiva ma evidentemente The Chief aveva già parlato con lei..
Diletta cercò di fare qualche passo verso di me ma lui l’afferrò per il braccio.
“Non così in fretta piccola!”
 “Mollami, cosa vuoi da me?” gli disse lei con voce ferma.
“Un appuntamento, quello per cui ti ho portata qui”
“Ma io non voglio.. non ti voglio più vedere!”
“Non toccarla mai più” dissi io togliendola dalle grinfie di Donovan e cingendole la vita.
Cazzo quanto mi era mancato toccarla! E poi quella sera, vestita così o per meglio dire, così poco vestita, mi mandava fuori di testa.
Lo sentii sghignazzare.
“E chi mi fermerà? Tu?”mi  chiese in tono canzonatorio.
Prima che potessi rispondere The Chief apparve di fianco a noi dicendo:
“Anche io”
“Ma bravi i fratellini adesso siete pappa e ciccia?”
Cosa cazzo ci faceva lui li?
 “Non devi neanche permetterti di guardarla..” disse The Chief.
E neanche lui doveva permettersi, pensai in preda alla rabbia.
Donovan non gli prestò molta attenzione ma, rivolto verso di me disse:
“Cos’è Gallagher, la tua puttana di turno? L’altra dove l’hai lasciata?”
Mi voltai improvvisamente invaso dalla rabbia che lui l’avesse toccata, baciata e insultata in quel modo, dandogli un fragoroso e doloroso pugno in faccia.
“Bastardo!” gridò lui portandosi una mano alla faccia.
Poi si scagliò su di me facendomi sbattere contro la porta, ma io mi rialzai e lo riempii di pugni finchè non mi fecero male le mani. Noel cercò di tenerlo fermo mentre lo riempivo di pugni e Diletta era paralizzata con uno sguardo di terrore a guardare la scena. Era la prima volta che mio fratello si schierava con me e lo faceva solo per lei.. il che mi fece arrabbiare ancora di più. Notai come la guardava, come se fosse sua proprietà, come se non sapesse che l’amavo. Diverse persone corsero a separarci, mi sistemai senza degnare nessuno di uno sguardo; avevamo praticamente distrutto l’ingresso ma non me ne fregava niente.
“Usciamo..” dissi cingendole la vita.
“Grazie”la sentii sussurrare a Noel quando gli fu davanti.
Lui le fece un cenno, poi si allontanò lungo il corridoio. Come faceva a preoccuparsi sempre degli altri? Come poteva essere così fottutamente buona e sexy?
Raggiungemmo la veranda, deserta, e ci sedemmo sulla panchina che guardava il giardino.
“Stai bene?” le chiesi osservando i suoi occhi innocenti pieni di panico.
“No.. tu stai bene?!” disse quasi urlando.
Era incredibile.. ogni volta pensava prima agli altri che a se stessa.
“Ci vuole molto di più per farmi star male che un bastardo del genere”
“Cosa ci facevi con lui?” le chiesi curioso.
“Cercavo di rifarmi una vita” mi rispose.
Scoppiai a ridere.
“Beh la prossima volta scegli qualcosa di meglio..”
I suoi occhi si riempirono di lacrime finché non scoppiò a piangere e si strinse a me, come non aveva mai fatto. Era ancora più bella con il trucco che le colava e gli occhi rossi. La strinsi forte.
 “E’ tutta colpa mia” sussurrò in preda ai singhiozzi.
“Volevo dirti una cosa..”
“Cosa?”
“Ce l’hai fatta.. sei fottutamente perfetta stasera”
La sentii sorridere in modo spontaneo e felice come una bambina, mi era fottutamente mancata.
“Stai sanguinando” sussurrò tamponandomi il naso con un fazzoletto.
Mi fissava negli occhi, e io ricambiavo il suo sguardo.. sembrava stranamente pensierosa.
 “Non ti conviene starmi così vicina piccola.. potrei non riuscirmi a controllare” dissi avvicinandomi ulteriormente al suo viso.
Mi ero dimenticato l’effetto che il suo profumo aveva su di me, e le sue labbra morbide, dolci che coincidevano perfettamente con le mie. Per un istante pensai di non riuscire a restarle così vicino ancora per molto, poi l’idea di averla lontana da me un’altra volta mi impedì di fare qualsiasi cosa.
“Sei qui con una ragazza.. non devi tornare da lei?”mi sussurrò preoccupata.
Allora non mi ero sbagliato.. mi stava veramente guardando quando ballava..
La avvolsi con le mie braccia e cominciai ad accarezzarla la schiena, scoperta per metà. Mi stava mandando fuori di testa.
“Sei gelosa?” le chiesi con un sorriso, per provocarla.
“Può essere..” rispose mordendosi le labbra.
“E’ da cinque fottuti anni che ti aspetto.. questa volta non ti lascio più scappare” le sussurrai a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Non voglio più scappare” mi rispose.
Era quello che desideravo sentirmi dire dall’istante in cui l’avevo conosciuta, mi aggrappai a lei e la strinsi forte poi la baciai come sognavo di fare da sempre, come solo lei sapeva fare..
Si staccò all’improvviso ma senza allontanarsi da me, era buffa tutta rossa in faccia e accaldata, ma anche io mi sentivo così.
“Ti amo piccola.. cazzo, sei come una droga” riuscii a dirle.
Sorrise, poi mi abbracciò affondando la testa tra il mio collo e la spalla.
“Dovevo ucciderlo quello stronzo” dissi a voce alta.
“Se continuavate ancora un po’ lui uccideva te..” mi rispose ridendo.
“Vuoi fare la lotta con me?” la provocai.
“Tanto vinco io..”
La sollevai dalla panchina e la appoggiai al muretto.
“Non mi sfidare piccola”
Per tutta risposta lei riprese a baciarmi tenendomi attaccato a se e io, desiderai che non si fermasse mai.
 
 
 

Angolo autrice: Buonasera mad fer it! Dunque questo capitolo è abbastanza importante.. devo ammettere che non mi convince completamente per questo vorrei sapere cosa ne pensate comunque siamo vicini alla fine. Spero di non avervi deluse, a presto! Cheers *.*

  
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