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Autore: REAwhereverIgo    07/09/2012    3 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ricordi perduti

Rea passò la notte a guardare la neve cadere, seduta sul davanzale della finestra in camera sua. Alla fine aveva dovuto mettere per forza la stella di Natale in cima all’albero e questo l’aveva un po’ rattristata: perché non riusciva a sentirlo? Perché non percepiva lo spirito natalizio come solito?

Com’era quella canzoncina che mi cantava la mamma da piccola?” si chiese, appoggiando il mento sulle ginocchia che aveva portato al petto.

Non ricordo più. Non ricordo niente” rispose, sospirando. Se c’era una cosa, oltre a Fabio, a cui aveva pensato in modo costante da dopo il suo sfogo, erano i suoi genitori veri. Sua madre in particolar modo. Le pareva di aver dimenticato dettagli importanti di quella vita ormai così lontana da lei che le potevano servire per capire. O almeno, anche solo per stare meno male.

Alla fine le venne l’idea per una storia di una pagina sola. Anzi no, non era una storia: era una lettera. Nemmeno lei avrebbe saputo dire da dove le venivano fuori le parole, fatto sta che poco dopo erano sulla carta, bianco su nero. E, finalmente, poté andare a dormire per la prima volta da giorni senza piangere.

 

 

Il mattino seguente la scuola rimase chiusa a causa della bufera di neve. E anche quella successiva. E quella dopo ancora.

Per un’intera settimana rimasero tutti a casa, genitori compresi, e si misero a fare i preparativi per il solito cenone di Natale che gli Stevens organizzavano ogni anno in casa. Venivano invitati amici e parenti stretti, tra i quali anche Johan e i suoi genitori, e tutti si divertivano sempre un sacco.

Dato che Rea era amorfa da un po’ di tempo, e dato che Laura e Emma non sopportavano più che facesse la emo delle emozioni in modo così evidente, decisero di farle trovare una sorpresa anche durante quella festa. Un pomeriggio andarono dalla mamma e si misero a parlare della scuola.

Sapevi che quest’anno abbiamo un nuovo compagno di classe?” buttò là la mora con nonchalance.

“Sì, vostra sorella mi ha detto qualcosa. Fabio Daniels, giusto?” rispose.

Esatto, proprio lui. Pare che Rea sia molto amica con lui, perché non invitiamo anche la sua famiglia?” chiese l’altra.

“Lei è d’accordo?” indagò la donna, che stava intuendo già qualcosa. Le due sorelle si guardarono per una frazione di secondo poi annuirono.

Figurati se non le va bene” risposero all’unisono. Lei si mise le mani sui fianchi e le guardò male.

“Signorine, che mi nascondete?” le aggredì. Non era una stupida, non lo era mai stata, e non le potevi nascondere mai nulla.

Nulla” dissero in fretta. Troppo in fretta.

“Certo, come non mi nascondete il fatto che vi siete fidanzate” ribatté. Entrambe si impietrirono.

Da quanto tempo lo sai?” chiese Emma, impaurita.

“Oh, andiamo tesoro! Non crederai che abbia messo il professor Jason nella lista degli invitati perché volevo offrirgli da bere” le rispose. Sorrise nel vedere la faccia basita della figlia di fronte a quell’affermazione e scosse la testa.

“Benedette ragazze, davvero mi credete così stupida?” domandò offesa.

No, ma…

“Sentite, di certo non mi fa piacere che mia figlia appena diciottenne si metta con il suo professore quarantenne, ma se è felice a me sta bene. Inoltre devo ammettere che Jason è anche un bell’uomo. Però ciò che mi dà noia e che mi ferisce è il fatto che entrambe mi avete nascosto le vostre relazioni. Anche tu, Laura” spiegò.

Io, comunque, ve l’avrei detto” confessò Emma.

“E quando?”

A luglio, dopo l’esame. Solo quando non sarò più una studentessa potrò ufficializzare la cosa, ora non posso, per cui non serviva a niente dirlo” rispose. La madre prese per buona la spiegazione e si voltò verso Laura.

“E tu che scusa hai?”

Nessuna” ammise lei, abbassando lo sguardo.

“Appunto. E quindi, per tornare alla vostra richiesta iniziale, ovvero se possiamo invitare i Daniels, io vi rispondo chiedendovi: per quale ragione? E, soprattutto, che c’entra Rea?”  indagò. Le sorelle si arresero e si misero comode: era una storia piuttosto lunga.

 

 

Il pomeriggio della vigilia, ovvero tre ore prima che iniziasse la festa, le tre Stevens erano davanti all’armadio a scegliere i vestiti.

Io mi vesto di rosso” aveva deciso Emma, prendendo un vestito a maniche lunghe scollato e cortissimo. Col fisico che si ritrovava, poteva permetterselo.

Io ho un tubino nero, credo che indosserò quello” aveva detto Laura, mostrando un vestito lungo che la fasciava. Invece Rea…

Io mi infilo un paio di jeans e un maglione. Non vedo perché mettersi così in ghingheri” aveva commentato. Le altre due l’avevano guardata orripilate.

Stai scherzando, spero” aveva commentato la mora, aprendo i suoi cassetti per cercare qualcosa di decente.

Ehi, non toccare la mia roba!” si era ribellata lei, tentando di fermarla.

Non ti permetterò di venire alla festa vestita come una stracciona. Quindi stai ferma e fai decidere a me il tuo abbigliamento” le aveva ordinato.

E così adesso Rea era ferma su una sedia con le sorelle intorno che le pettinavano i capelli, la truccavano e la facevano vestire come se lei fosse una bambina di due anni e loro le madri.

Io vi odio” disse loro, con sguardo furente.

Chiudi gli occhi, devo metterti l’ombretto

Non lo voglio!” si ribellò lei. Laura le aveva dato un colpo sulla testa.

Smettila di muoverti o ci rovini l’operato!” si arrabbiò. Come una bella statuina, la ragazza rimase immobile a farsi stropicciare come una bambola e, alla fine, con somma soddisfazione, Emma la fece posizionare davanti a uno specchio.

Ok, pronta? Tre… due… uno… e voilà!” annunciò. Rea aprì gli occhi spaventata e si stupì dell’effetto che le faceva vedersi per una volta vestita come una femmina.

Oddio!” commentò. Il vestito che le avevano scelto era lungo fino al ginocchio, celeste, senza scollatura (cosa positiva per lei che aveva un seno molto prosperoso). Era sobrio ed elegante, ma, abituata com’era a sentirsi a disagio in qualsiasi vestito che non fossero i suoi vecchi jeans, lei scosse la testa.

Non posso uscire da questa stanza in queste condizioni: quest’affare mette in mostra tutta la mia ciccia” disse, avvicinandosi al letto per recuperare i vestiti che aveva addosso prima del cambiamento.

Oh, no, tu non ti toglierai il vestito a meno che non siamo noi a deciderlo” ordinò Emma, fermandola.

Ci siamo date da fare per renderti irresistibile, quindi non rompere le palle e esci di qui” continuò Laura, aprendo la porta.

Ma mi vergogno!” protestò lei, cercando di nascondersi. I primi ospiti erano già arrivati e non ce la faceva a uscire e farsi vedere. Se qualcuno l’avesse giudicata male? Non aveva un bel fisico quindi nessuno l’avrebbe apprezzata.

Ti ci portiamo con la forza, allora” decisero le sorelle. La trascinarono in salotto, dove la famiglia di Johan e Jason erano già arrivati.

Non voglio!” gridava lei, facendo pressione con i piedi per fermarsi. Emma e Laura faticarono non poco per portarla dagli altri, e anche quando era lì, lei cercava di tornare indietro a nascondersi.

“Ehi, ecco le Stevens al completo!” commentò la madre del biondo, vedendole apparire.

Fatemi fuggire, lasciatemi andare” le implorava Rea, continuando a ribellarsi.

NO!” esclamarono insieme le altre due, ridendo. La spinsero nella stanza, dove entrò con gran rumore, e dove si vide puntare addosso gli occhi di tutti. Sentì le guance infiammarsi.

B-buonasera” balbettò in salutò.

“Ehi, Rea, sei elegantissima! Stai proprio bene con questo vestito” le disse il padre, abbracciandola.

Uhm, grazie” borbottò in risposta.

Per l’ora successiva loro tre furono occupate a stare alla porta per accogliere gli invitati e prendere i loro cappotti, dicendo in continuazione “Buona sera! Benvenuti” e “Buon Natale”.

Sembriamo tre portiere” commentò Laura, un po’ annoiata.

Ma lo siamo!” rispose Emma, portando in camera l’ultimo giacchetto preso. Rea si guardò intorno.

Mi pare che ci siamo tutti, giusto? Non ricordo se deve arrivare qualcun altro, ma credo che gli invitati siano arrivati” commentò. Le sue sorelle fissarono la sala e scrutarono.

No, sono convinta che qualcuno manchi” disse decisa la mora.

Ah sì? E chi deve venire?” chiese lei, innocentemente.

Ehm… già, suppongo che mamma non te l’abbia detto” dedusse la bionda, imbarazzata. Erano rimaste d’accordo che la donna ci avrebbe parlato inventandosi una scusa e l’avrebbe convinta a non fare scenate. Perché non l’aveva fatto?

Cosa doveva dirmi?” s’informò lei. Quando quelle due le nascondevano qualcosa, non era mai niente di buono.

Ma niente! Ora lo vedi” minimizzò la più alta, con un gesto della mano.

Sentite, è già tanto che io non vi abbia uccise quando mi avete addobbata come un albero di natale, con questo vestito ridicolo e i trucchi, ma sono al limite della sopportazione, per cui ve lo chiederò una volta soltanto: chi deve ancora arrivare?” ripeté. In quel momento suonarono alla porta.

Emma andò ad aprire e fece un gigantesco sorriso.

Buonasera, signori Daniels, benvenuti. Date pure a me i cappotti, la festa è in sala” li salutò.

Il cuore di Rea perse un battito e lei strinse gli occhi prima di voltarsi.

Ciao, lentiggine” la salutò Fabio.

Lo fissò per un interminabile secondo, nel quale lui le sorrise dolcemente, poi percorse il corridoio a ritroso e si chiuse in camera sua, con il fiato corto. Si appoggiò alla porta e scivolò lentamente verso il pavimento. “Questo è  un incubo” pensò.

  
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