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Autore: doyoularry    07/09/2012    5 recensioni
“Non hai mai pensato a quanto sia buffa la parola pene?”
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mi annoiavo. Ho chiesto ad una mia amica, (a cui va la dedica per questa One Shot ), di darmi un promt. Lei me l'ha dato. Io ho scritto. E ora lo sto pubblicando.
Louis è un bambinone, Harry è sexy XD, e devo dire di star rivalutando l'idea della doccia in compagnia. E' tutto!
Signori e signore, direttamente dall'inferno:
 

Pene

Louis, ormai è di dominio pubblico, è un bambinone. Non è infantile, perché a vent'anni ha imparato a comportarsi come una persona matura, ma è comunque un bambinone. Non è riuscito a separarsi dalla spensieratezza che gli aleggiava attorno come un'aura quand'era bambino, ad un certo punto della sua vita s'è reso conto di tenerci troppo, e quindi è cresciuto così, quasi a metà. Ma questo non sembra avergli mai procurato problemi. Anzi.
“Pene” esclama all'improvviso, dal suo posto contro il muro gelido del bagno, dietro a Harry che si sta sfilando la t-shirt con una lentezza paurosa, con l'obiettivo di spogliarsi e poi farsi una doccia. E' divertito, Harry, si vede quando “sì, si chiama proprio così” gli risponde, rivolgendogli un sorriso storto.
E Louis, siccome è un bambinone, è infastidito dal fatto che Harry non abbia afferrato al volo le sue intenzioni: “no, Harry: pene” ribadisce, aprendo le braccia e stringendo le labbra. Harry lo guarda, solleva un sopracciglio e si prende un attimo di pausa dal suo spogliarello a rallentatore per osservare il proprio ragazzo, probabilmente nel tentativo di capire cosa gli passi per la mente. Ma normalmente non lo farebbe e Louis si sente tremendamente agitato da questo fatto, tanto che si stacca dal muro e fa qualche passo in avanti con le mani allargate e lo sguardo speranzoso: potrebbe essere la prima volta da quando si conoscono che Harry s'interessa davvero ad uno dei discorsi deliranti di Louis!
“Pene” gli fa da pappagallo Harry e sì, potrebbe essere la prima volta che ha voglia di seguirlo in uno di quei momenti di follia momentanea, così come potrebbe non esserlo. E alla fine è decisivo che non lo è perché la postura di Louis si smonta e la sua schiena torna a schiacciarsi contro il muro freddo.
“Non hai mai pensato a quanto sia buffa la parola pene?” spiega alla fine perché, da bravo bambinone, si è stancato di quel gioco e vuole che la situazione evolva.
“Non è buffa” lo contraddice Harry, arricciando il naso e aggrottando le sopracciglia, mentre con le dita lunghe e affusolate raggiunge l'elastico dei pantaloni della tuta che indossa e fa per abbassarli.
“Sì che lo è! Pensaci bene! Pene, pene, pene” si perde in una cantilena apparentemente senza fine Louis, con tanto di occhi persi sul soffitto e tono vago, in perfetto stile bambinone sognante. Poi si riprende tutto d'un tratto e ridacchia sommessamente, spostando lo sguardo sul pavimento e coprendosi le labbra con una mano, in un gesto tremendamente femminile.
Ed evidentemente Harry se ne accorge perché, mentre lancia i propri pantaloni in un angolo, sopra la t-shirt, rimanendo in boxer, si volta verso Louis con un sorriso strano stampato sulle labbra. “Honey, a te e al tuo pene andrebbe di fare la doccia con me?” gli propone, avvicinandoglisi a passi lunghi e lenti, riuscendo ad attirare la sua attenzione per poco più di mezzo secondo.
“Vedi? Detto da te è anche più buffo!” insiste Louis, questa volta ridendo apertamente e spalancando le braccia come a dimostrare di aver ragione.
Harry allora ci rinuncia ma, prima di tornare a spogliarsi alla velocità di una lumaca morta, lancia un'occhiata al cavallo dei pantaloni di Louis, giusto per controllare. Poi, deliziosamente soddisfatto della sua scoperta, riporta gli occhi sul viso del suo ragazzo e gli concede un sorriso tanto sornione quanto pieno di sottintesi, in perfetto stile paradosso vivente quale è.
“Io dico che al tuo pene l'idea non dispiace” commenta, sollevando un sopracciglio nel tentativo di convincerlo con qualche espressione sporca, una delle sue, ma allo stesso tempo tornando sui propri passi e sfilandosi velocemente i boxer, lasciando che la propria erezione, ormai ben sveglia e dritta verso il soffitto, prenda aria.
“Più lo dici e più è buffo!” continua a ridere Louis, ma non resiste, è più forte di lui: si sfila la maglia più in fretta che può e poi si avvicina ad Harry convinto che sarebbe stato lui a sbottonargli i pantaloni, come da programma, ma quello è già a metà dentro la cabina doccia e sta facendo scorrere l'acqua, in attesa che si scaldi.
Pene, pene, pene” continua a ripetere Louis senza dare tregua né a Harry né a se stesso, mentre scalcia via i pantaloni e si sfila i boxer, gli occhi fissi sulla schiena larga e bianchissima di Harry, che è ormai entrato nella doccia e si guarda oltre una spalla in attesa che Louis lo segua.
Pene” sibila un'ultima volta, piegando la testa da un lato e guardando Harry dritto negli occhi. Quello annuisce, ma Louis lo sa che è solo per accontentarlo, e allora “come fai a non trovarla buffa come parola?” s'indigna, mentre si chiude l'anta della cabina doccia alle spalle e incolla le labbra a quelle di Harry, immune al getto bollente di acqua che gli sta ustionando la spalla.
Louis, lo sanno tutti, è un bambinone, quindi ha sempre qualche tipo di nuovo dilemma a tormentarlo. Due giorni prima è stato il suo nuovo taglio di capelli, che per un attimo lo faceva impazzire e quello dopo lo odiava. Quello prima è stata la disarmante bellezza di Harry appena sveglio. Quella sera, in quel preciso momento, è la parola pene. Di solito i suoi dilemmi non trovano soluzione, e Louis è costretto a dimenticarsene, come farebbe un bambino.
Oggi, invece, è uno di quei giorni diversi e speciali, mentre Louis stringe forte i fianchi di Harry per tirarselo addosso, e quello geme graffiandogli una spalla.
E' uno di quei giorni diversi perché è stato Harry a provocarlo, ed è uno di quei giorni speciali perché Louis ha un'illuminazione: forse può trovare una soluzione al suo dilemma che, se ne accorge solo ora, non riguarda solo la parola pene e neanche il fatto che sia buffa o meno, ma più che altro il fatto che Harry non la trova buffa come lui. Ed è inaccettabile.
“Hey, Harry” richiama la sua attenzione. Quello socchiude gli occhi con il labbro inferiore incastrato tra gli incisivi ed emette un mugugno in risposta.
Louis è un bambinone e quindi si diverte con poco. E si eccita con poco. E ci vuole poco a soddisfarlo.
Pene” dice per l'ultima volta per quel giorno, abbassando lo sguardo ed indicando le loro erezioni che, bagnate dal getto della doccia, si strofinano l'una contro l'altra. A quel punto Harry spalanca la bocca e ride di gusto, perché evidentemente, dopo tanta fatica mentale e fisica, è riuscito a trovare il dettaglio buffo in quella così travagliata parola.
E Louis, che per un momento può finalmente smettere di essere un bambinone, si decide a stringere entrambe le natiche di Harry e a baciarlo con la bocca aperta, lasciando che la sua amata parola scivoli nello scarico insieme all'acqua sporca di loro.

  
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