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Autore: Allegra_    08/09/2012    11 recensioni
( Seguito di Mi Nena )
Nonostante fossero passati ben sei anni , tra le sue braccia continuavo a sentirmi la stessa ragazza di quella pista di pattinaggio , di quel giorno magico in cui c’eravamo baciati per la prima volta .
Ora tutto era diverso , adesso ero una donna , ma ogni volta che incontravo il suo sguardo solo nel quale riuscivo a perdermi , tornavo ad essere la sua bambina , perché fondamentalmente , era questo che ero .
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Marianella, Thiago
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Para Siempre Mia'
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È STATO PUBBLICATO IL PRIMO MISSING MOMENTS DELLA STORIA.


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Capitolo 23: Scuse Stile Bedoja Aguero

La dedica di questo capitolo

Non va ad una persona,

bensì ad un ricordo, una data,

08/09/11

Esattamente un anno fa,

quando una ragazza che amava scrivere

decise di iscriversi su questo sito.

Un anno di me su EFP, ecco cosa voglio ricordare oggi.

Per me, per il sito, e per tutte voi che leggete 

Thiago’s Pov

Quante volte nella vita avete pensate che un semplice errore, possa aver rovinato la vostra intera esistenza ???

Chi di voi non si è mai fermato un attimo a pensare a quell’evento, quel gesto, quella maledetta frase che ha messo fine alla vostra felicità ??

Ogni persona ha sempre in mente quella dannata immagine che ormai l’ha condannato ad essere infelice.

Ma se non fosse un evento, un gesto, una parola … ???

Se fosse una persona quella su cui possiamo proiettare tutto il nostro odio, scaricargli addosso la colpa dei nostri errori ???

E se l’unica cosa che desiderassimo in quel momento fosse cancellare per sempre la sua esistenza, convincendoci che sarebbe il modo per ritrovare finalmente il nostro equilibrio ???

Ecco, erano più o meno quelli i miei pensieri mentre quella mattina guardavo con astio il moro con i rasta di fronte a me, il quale cercava in tutti i modi di prendere accordi con il suo meccanico di fiducia in modo che potesse fargli uno sconto per riparare quella sua orrenda auto.

Pedro Vorg era la cosa più irritante che avessi mai visto in vita mia.

Quell’atteggiamento da pescivendolo, il modo di fare di un camionista, e quella dannata faccia da scimmia che gli avrei volentieri spaccato contro il parabrezza della sua Ford Fiesta, la quale – per puro caso – avevo ammaccato proprio dieci minuti prima.

Sbuffai ancora una volta reggendomi con le braccia contro lo sportello della mia bellissima auto, mentre mi pareva di sentire il ticchettio di un orologio che m’informava di quanto tempo stessi effettivamente perdendo con quell’idiota, quando avrei potuto benissimo lasciarlo lì al cellulare, salendo da Mar e chiedendogli perdono in tutte le lingue che conoscessi - davvero poche, a dirla tutta.

Mar .... solo Dio sa quanto mi mancava in quel momento, e pensare che non erano passate nemmeno 24 ore da quando c’eravamo visti l’ultima volta.

Ma ciò che davvero mi faceva stare male non era il non vederla, ma il provare ad immaginare tutte le brutte cose che stava pensando su di me in quel momento.

Volevo morire.

E di certo avrei trascinato anche Pedro con me lassù in cielo se non si fosse dato una mossa a concludere quella cavolo di telefonata.

<< Perfetto, grazie mille >> lo sentii esclamare, per poi vederlo camminare allegro verso di me.

Oddio, gli mancava solo il naso rosso, e sarebbe potuto essere comunemente scambiato per un pagliaccio.

Povero Simon, gli stavano rubando il posto.

<< Il mio meccanico me la ripara per 100 pesos, buon prezzo no ?? >> mi sorrise complice, neanche fossimo amici di vecchia data.

Annuii scocciato: quell’incontro con lui mi sarebbe bastato per il resto della mia vita.

<< Ci ho messo un po’ a convincerlo, ma alla fine ha ceduto >> continuò mentre io mi capacitavo del fatto che non aveva per niente inteso quanto effettivamente non avessi voglia di starlo a sentire.

<< Che poi … >> aveva intenzione di continuare ancora per molto ?? Evidentemente si, mi risposi mentalmente << Con il matrimonio imminente ho già un sacco di spese, ci manca solo la macchina !! >>

E li mi fece davvero andare sui nervi.

Non solo stavo li ad ascoltarlo invece che andare a chiedere scusa in ginocchio all’amore della mia vita, ma lui doveva anche ricordarmi quanto effettivamente l’avessi persa !!

<< Posso confidarti una cosa ??? >> mi sussurrò come se stesse parlando con il suo migliore amico.

Se proprio devi … Annuii scocciato sperando che dopo quella rivelazione decidesse finalmente di andarsene e lasciarmi in pace.

<< Ero venuto qui a chiarire le cose con Mar >> come scusa ?? Ero ioa dover chiarire le cose con la mia Mar, non certo quella scimmia-pagliaccio-pescivendolo-camionista !!

<< Perché ?? Cosa è successo ?? >> improvvisamente avevo una voglia matta di parlare con il ragazzo accanto a me, perciò forse porsi quella domanda dimostrandomi fin troppo interessato.

<< Beh, ieri sera è venuta a casa mia, non stava per niente bene, glielo si leggeva in faccia. >> iniziò a raccontare facendomi venire subito un pensiero alla mente: la sera precedente io ero stato da Luna, lei le aveva inviato quel messaggio con quella stramaledetta foto e Mar era stata male … ancora una volta, per colpa mia.

Davvero bravo, avrebbero dovuto consegnarmi il premio Idiota che fa soltanto piangere e dannare la donna della sua vita anno 2012.

Gli feci cenno con la mano di continuare, mentre sentivo un leggero groppo alla gola che si stava man mano formando.

<< Mi è saltata addosso letteralmente, ha detto che voleva che la facessi mia, subito >> le sue parole mi stavano letteralmente mandando in bestia, insieme alla fitta che iniziavo a provare all’altezza del cuore, ma lo feci andare avanti senza dire niente.

<< Io allora ho colto al volo l’occasione, però poi è successa una cosa strana … >>

<< Cosa ??? >> strillai forse - decisamente - con troppa enfasi, ma ormai non ne potevo più, dovevo, necessitavo, sapere tutto ciò che era successo quella notte.

<< Aveva lo sguardo perso nel vuoto, chissà magari stava pensando a qualcosa, e poi è scoppiata a piangere, si è rivestita ed è corsa via scusandosi, ma ripetendomi che non poteva. >> la smorfia confusa che seguì quell’ultima parte del racconto mi fece rabbuiare ancora di più.

Perché io sapevo il motivo per cui Mar non voleva lasciarsi toccare da Pedro, io ero quel motivo.

E sapere che pur volendo non riusciva a non rimanermi fedele mi faceva sentire un completo idiota.

Io ero andato da Luna quella notte. Io ero stato con lei ancora una volta.

Io l’avevo tradita, anche se teoricamente mi aveva lasciato quel pomeriggio.

Ma anche se l’avevo fatto inconsapevole di ciò che fosse successo realmente, non riuscivo a non sentire la colpa divorarmi dentro.

Perché diamine dovevo essere così istintivo e vendicativo ???

Per quale ragione non avrei potuto solamente starmene a casa a piangere, o magari sotto la sua finestra ad aspettarla come avrei voluto fare ???

Stavo iniziando seriamente a dubitare di me stesso.

Amavo Mar, eppure non facevo che farla stare male.

Avevo sempre odiato le persone che si riducevano a odiare sé stessi, eppure era proprio quello che stavo facendo.

Ero una persona orribile, che non riusciva nemmeno a lottare contro il suo essere così maledettamente infantile per le persone che amava.

Mar non si meritava di avere accanto una persona come me, lei era la persona migliore che conoscessi, e meritava il meglio.

Io non ero nessuno per rovinarle la vita.

<< Hey Thiago, ci sei ?? >> mi domandò il ragazzo di fronte a me scuotendomi una mano davanti agli occhi.

Forse Pedro non era così male.

Magari chissà, lui avrebbe saputo trovare il modo per renderla felice, anche se Mar non l’amava, prima o poi ci sarebbe riuscita, e avrebbero potuto stare bene.

Lei non aveva mai pianto per Pedro, anzi lui le era stato accanto pur senza saperlo, mentre lei stava male a causa mia, l’aveva aiutata a superare il dolore, non come me gliel’aveva causato.

<< Thiago …. >> continuò lui a chiamarmi sempre più preoccupato.

<< Sto bene >> mormorai per poi aggiungere allontanandomi << Devo soltanto fare una chiamata >>

E camminai a passo veloce fino a quando svoltai l’angolo e mi appoggiai con le spalle al muro digitando sul cellulare il numero dell’unica persona che in quel momento potesse capirmi.

Perché lei sapeva tutto della storia tra me e Mar, lei c’era sempre stata a confortarla, lei era come la sua ombra, sapeva sempre ciò che pensava, ciò che sentiva.

<< Hey migliore amico !! >> mi rispose quasi subito una pimpante Tefi.

<< Sto male Flaqui …. >> mormorai accasciandomi al suolo finendo seduto su di esso, con le spalle al muro.

<< Che cosa è successo tesoro ?? Sto andando da Mar, anche lei non sta per niente bene …. >> mi chiese preoccupandosi subito: tipico di lei.

<< La amo da impazzire Tefi, ti giuro che la amo più della mia stessa vita, eppure non faccio altro che farla stare male. >> sentivo qualche lacrima che stava iniziando a rigarmi le guance, eppure non me ne curai più di tanto: in quel momento avevo solo bisogno di sfogarmi.

<< Lei merita soltanto il meglio, e io sto iniziando seriamente a pensare di non poterglielo dare.

Non sono nessuno per farla stare male, non merito le sue lacrime.

E so per certo che l’amore non è questo.

La persona che ami e che ti ama a sua volta dovrebbe essere quella che ti rende felice, che ti fa sorridere, e non quella che ti fa piangere ogni santissimo giorno.

Io sento di non poterla amare come lei vorrebbe, come meriterebbe, e questa sensazione è  la più brutta che io abbia mai provato … >> conclusi il discorso perché ormai avevo la voce rotta dal pianto, e il viso non era per niente in condizioni migliori, pieno di enormi e salate lacrime.

Ma la risposta della mia migliore amica mi sconvolse del tutto: non mi consolò dicendomi che andava tutto bene come qualsiasi persona normale, no, lei mi sgridò con un tono talmente alto da perforarmi i timpani.

<< Ma sei cretino o cosa ??? Non voglio sentire discorsi deprimenti Thiago, non ti si addicono affatto !! >> queste furono più o meno le sue prime parole, o meglio i suoi primi strilli, poi aggiunse calmandosi leggermente << L’amore che lega te e Mar è la cosa più bella che sia mai esistita e di questo non devi dubitare neanche per un millesimo di secondo !!! Sono stata chiara ??? >>

Annuii mormorando un flebile ed inudibile si.

<< Perfetto, adesso che abbiamo chiarito la teoria passiamo ai fatti !! >> Tefi sembrava proprio una maestra elementare alle prese con i suoi alunni.

E in effetti me la immaginavo dietro ad una cattedra a strillare come un’ossessa per qualunque mossa sbagliata di quei poveri ed innocenti bambini i quali avevano come unica colpa il fatto che le loro madri l’avessero mandati proprio in quella scuola.

<< Devi farti perdonare >> esclamò decisa per poi aggiungere << Ma non delle scuse qualunque, c’è bisogno di qualcosa di unico per colpirla … qualcosa >> ma non la feci finire perché aggiungemmo insieme con tanto di risata complice.

<< Stile Bedoja Aguero >>

*****

Mar’s Pov

<< Tra qualche ora vengo a prenderti, non fare domande e vestiti carina >>

La chiamata di Tefi quella mattina era stata piuttosto inquietante, soprattutto il tono di voce con cui aveva espresso quella frase: così sistematica e veloce, non sembrava nemmeno un po’ la mia migliore amica logorroica ed isterica che tanto adoravo.

Eppure per evitare di sorbirmi una delle sue ramanzine su quanto la mia tristezza potesse essere trasformata in allegria, su quanto la vita fosse bella e io non me la godessi o cose del genere, avevo deciso di eseguire i suoi ordini.

Un pantaloncino di jeans forse troppo corto a vita alta, una camicetta a quadri bianca e blu con qualche bottone aperto, e le mie amate Converse abbinate.

Più di quello davvero non avrei potuto fare ….

Dopo la scenetta a casa di Pedro la sera prima avevo rigorosamente spento il cellulare ed ero sprofondata sotto alle coperte in camera fino alla chiamata della mia migliore amica la quale – strategicamente – avevo telefonato a Lali obbligandola a farsi passare la sottoscritta.

E così ero finita alle quattro del pomeriggio, ad aspettarla fuori al vialetto di casa mia.

Guardai l’Iphone che avevo stretto in mano e decisi che si, era arrivato il momento di accenderlo.

12 chiamate perse.

Cliccai sull’icona per controllare chi mi avesse cercata durate tutta la giornata.

La maggior parte delle chiamate era dei miei amici, poi c’e n’erano 2 di Pedro, 1 di Rama e 4 … di Thiago.

Anche solo leggere il suo nome sul display illuminato mi faceva percorrere la schiena da brividi freddi.

Possibile che fossi così dannatamente innamorata di lui ??

Si, lo era eccome.

Per fortuna proprio in quel momento una decappottabile rosa frenò davanti ai miei occhi, e scorsi una bellissima ragazza mora alla giuda, al lato della quale ovviamente sedeva il mio adorato cuginetto.

<< Luca, Tefi !! Che bello rivedervi !! >> sorrisi sporgendomi ad abbracciarli.

Quella settimana che avevano passato a Barcellona era stata la più lunga della mia vita, psicologicamente parlando.

<< Sali subito in macchina tesoro, andiamo di fretta !! >> il saluto della mia migliore amica mi fece piuttosto impressionare, così come la sua telefonata, ma cercai di non badarci più di tanto.

Dopotutto era risaputo che Tefi non era quello che si dice una ragazza normale …. in senso buono ovviamente !!

Luca mi lanciò uno sguardo divertito dalla mia espressione stranita, per poi lasciarmi salire all’interno dell’auto.

*****

Il viaggio durò quasi un’ora ed io per tutto il tempo non feci altro che chiedermi dove potessimo essere diretti.

Ma ovviamente i due ragazzi davanti non mi aiutavano affatto.

Tefi era stata categorica quando aveva pronunciato il suo Non fare domande, ed infatti non mi aveva risposto nemmeno una volta se non con un seccato ed ironico sbuffo.

Mio cugino poi era del tutto inutile: rideva come un cretino lasciando che io mi disperassi torturandomi il cervello.

Bello spirito di famiglia, non c’era che dire.

Quando finalmente ci fermammo guardai fuori dal finestrino, accorgendomi che effettivamente non eravamo più a Buenos Aires, ma nella campagna che circondava la città, più o meno nei pressi Bariloche.

<< Che ci facciamo qui ??? >> domandai sperando di ricevere finalmente una risposta.

Insomma, avevo immaginato che Tefi mi portasse a vedere un film o a mangiare una pizza, ma cosa diamine potevamo fare in una campagna in mezzo al nulla ??

<< Chiudi gli occhi e lasciati guidare >> mi disse la mia migliore amica guardandomi più seria che mai.

<< Ma … >> non riuscii più a ribattere perché lo sguardo che mi lanciò non ammetteva repliche.

Così mi limitai a fare ciò che mi aveva detto, sperando vivamente portasse a qualcosa di bello.

Stavo troppo male quel giorno, e mettermi a giocare con Tefi e Luca in un prato come se fossimo bambini innocenti e senza problemi, non mi sarebbe servito assolutamente a nulla.

Ad un tratto sentii un calore attorno alla mano che tenevo scesa lungo il fianco, poi delle dita che dolcemente s’intrecciavano alle mie.

Ancora non ne ho capito il motivo, ma mi sentivo così al sicuro grazie a quella stretta, che mi lasciai guidare senza provare nemmeno per un attimo ad aprire gli occhi.

Non m’importava dov’ero, né dove stavo andando, non volevo sapere se era stato Luca o Tefi a prendermi la mano, l’unica cosa che sapevo e che volevo sapere in quel momento, era quanto stessi bene solo con quel semplice contatto.

Improvvisamente smettemmo di camminare.

Riuscivo a sentire i fili d’erba alta pizzicarmi le caviglie, evidentemente avevamo lasciato la stradina ciottolosa per inoltrarci nel prato.

Sentii la presa sulla mia mano farsi sempre più debole, fino a quando smisi del tutto di percepire il contatto.

Se n’era andato.

Chiunque fosse stato, mi aveva lasciata da sola.

Aprii gli occhi guardandomi intorno.

Il paesaggio era a dire poco stupendo: milioni di fiori colorati crescevano i mezzo all’erba verdissima, in lontananza si potevano avvistare le montagne alte e ricche di vegetazione, il sole batteva forte e ti riscaldava perfino l’anima.

Non c’era traccia del caos, né dei rumori che invadevano la città, era tutto magicamente calmo, tranquillo … magico.

Girai più volte su me stessa, ma niente: non riuscivo a vedere più né Tefi, né tantomeno Luca, e stavo iniziando seriamente a preoccuparmi.

Questo fino a quando abbassai lo sguardo e vidi una coperta distesa in mezzo all’erba.

Mi chinai appena per leggere il bigliettino che c’era attaccato sopra.

Siediti qui e mi raccomando non muoverti.

Non sapevo se fosse diretto a me il messaggio, eppure mi accomodai trovandola decisamente comoda.

Controllai il cellulare: perfetto, ero in mezzo al nulla, e non c’era nemmeno un linea di campo.

Sarebbe potuto sembrare un film horror, sarebbe perché l’atmosfera era così dannatamente tranquilla che non riuscivo nemmeno a pensare potesse accadermi qualcosa di brutto.

Ad un certo punto alzai lo sguardo verso il cielo e finalmente lo vidi.

Un aeroplano sospeso in volo sotto al quale era appeso uno striscione, sembrava quasi uno di quelli che le aziende usavano per farsi pubblicità, eppure quella non era affatto pubblicità, tutt’altro.

Sono un completo disastro, non riesco neppure a controllare il mio stupido istinto.

Ma ti prego di non smettere mai di credere in me,  prima o poi riuscirò a diventare una persona migliore, perché tu Mar, mi rendi migliore ogni giorno di più.

Ti amo incondizionatamente

Sentii qualche lacrima pizzicarmi l’interno degli occhi per scendere, ma prima che potessi anche solo farmi capace di ciò che stava succedendo, due braccia che conoscevo fin troppo bene mi cinsero i fianchi da dietro.

<< Thiago io … >> mormorai voltandomi in modo da trovarmi di fronte a lui, per poi allacciargli le braccia dietro al collo.

<< Sh ... >> mi poggiò l’indice sulle labbra dolcemente, per poi sussurrarmi all’orecchio.

<< Ti prego amore mio perdonami, non avevo idea del ricatto, né della foto, non immaginavo che Luna potesse essere una persona così cattiva. >> il tono della sua voce era quasi disperato, eppure io non potei non trovarlo tremendamente sexy.

<< Hey non è colpa tua >> gli dissi guardandolo seria.

Quella ragazza lo aveva ingannato, lui non avrebbe mai potuto pensare che fosse stata lei la ragione per la quale lo avevo lasciato.

<< Certo, potevi evitare la nottata di ieri … >> mormorai poi abbassando lo sguardo.

<< Mar >> poggiò due dita sotto al mio mento alzandomelo, e io gli feci fare per poi distogliere lo sguardo dai suoi occhi verdi smeraldo << Mar guardami >> mi ordinò mantenendo però la dolcezza nel suo tono.

Feci come mi aveva chiesto mostrandomi proprio come mi sentivo: triste, fragile … esposta, troppo.

<< è stato un tremendo errore, l’ennesimo lo so,  ma ti giuro che ero a pezzi dopo le tue parole e non sono riuscito a controllarmi. Perdonami … >> e in effetti sembrava davvero distrutto: era strano vedere Thiago così debole, lui che era sempre stato il mio punto d’appoggio, dopo gli ultimi eventi mi stava mostrando un suo lato a me sconosciuto, ma che amavo ugualmente pur senza averlo mai saputo.

<< Sempre >> sussurrai decisa lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra.

<< Cosa ??? >> un altro veloce bacio, prima di ascoltare la mia risposta.

<< Ti perdonerò, ti curerò, ti staro accanto, ti bacerò, ti guarderò sbagliare, ti aiuterò a superare le difficoltà, ti vedrò piangere, ti scoprirò a fondo, ti consolerò, ti accarezzerò, ti coccolerò … ti amerò, sempre >> non ero mai stata così sicura in via mia, eppure in quel momento sentivo quelle parole più vere, più mie, che mai.

<< Sei tutta la mia vita, Mar >> mi sussurrò prima di fiondarsi sulle mie labbra e baciarmi come non aveva mai fatto.

Era un bacio pieno di tutto, un bacio completo.

C’era passione, amore, dolcezza, nostalgia, tenerezza, rimpianti, scuse, perdono, delusione.

Ma soprattutto c’eravamo noi.

Due persone che nonostante tutto continuavano a vivere uno dell’altro senza bastarsi mai.

Sembravamo due ragazzini mentre mi prendeva in braccio e mi faceva fare giravolte in aria senza smettere nemmeno per un secondo di baciarmi.

Ed eravamo felici.

Due adulti immaturi, infantili, vendicativi, stupidi e irragionevoli … ma nonostante tutto, felici.

Piccolo Angolo Di Luce:

Hola !!! Come vedete ho cambiato il nickname, che ne pensate del nuovo ????

Spero che il capitolo vi piaccia, scriverlo è stato peggio di un parto e correggerlo ancora più faticoso !!

Grazie mille a tutte per le recensioni dello scorso cappy, mi rendete felice ogni volta con le vostre parole.

Grazie alle lettrici/recensitrici di sempre, e a quelle nuove che spero rimarranno a tenermi compagnia.

Come ho detto nella dedica, oggi è un anno che sto su Efp, quindi ci tenevo a pubblicare questo capitolo,  e il primo missing moments della storia che trovate cliccando sul titolo della serie “Para Siempre Mia”.

Aspetto le vostre recensioni, vi adoro.

Un bacino <3

   
 
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