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Autore: REAwhereverIgo    08/09/2012    3 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Vigilia di Natale con sorpresa

Quando tornò in sala si era stampata un sorriso finto sul viso e si era imposta di far finta di niente: non c’era stato nessun bacio tra di loro, lui non le aveva detto di essere innamorato e lei non era rimasta zitta ad aspettare chissà che. Nulla di questo era successo

Scusatemi tutti, dovevo controllare una cosa” disse, quando le chiesero come mai fosse sparita. Si sedette a un capo del tavolo, dove stavano tutti i ragazzi, e rimase zitta per gran parte della cena: Laura amoreggiava con Johan, Emma si era messa vicina a Jason e si scambiavano occhiate incantate, e lei… beh, lei era vicina a Fabio, che ogni tanto le riempiva il bicchiere di spumante. Non si erano detti nulla, ma la colpa era prevalentemente sua, e questo lo sapeva.

Senti, per quanto riguarda il bacio, volevo sapere se…” iniziò lui.

Stai tranquillo, l’ho rimosso. Farò finta di niente” gli sorrise la ragazza, imbarazzata. L’altro scosse la testa e rise sommesso.

No, non volevo dire questo” la corresse. Rea lo fissò confusa.

Ah, no?” chiese.

No di certo. Io non voglio rimuovere le cose belle che mi accadono” confessò. Lei arrossì e distolse lo sguardo.

Volevo solo chiederti se te l’eri presa a male

Che cosa?! Ma no, figurati!” lo tranquillizzò lei. Si rese conto subito dopo che così sembrava che le fosse piaciuto. “Ma ti è piaciuto!” commentò la solita vocina in testa.

Cioè, è stato a sorpresa, ma… sì, insomma, non dico che… uff, lascia perdere” si imbronciò, incrociando le braccia. Fabio rise di gusto e la fissò divertito.

Certo che sei un personaggio, Rea Stevens” ammise.

Sì, lo so. Me lo dicono tutti: son buffa, sono impacciata, sono un disastro ambulante, sono divertente perché dico cose senza senso… lo so che sono diversa” rispose, rattristendosi.

Non intendevo diversa. Cioè, non nel senso negativo del termine” la rassicurò lui, mettendo una mano sulla sua. A quel contatto lei lo guardò e i loro occhi rimasero incatenati per un momento infinito.

Senti, facciamo un patto, ci stai?” le propose il ragazzo, facendo terminare la pressione. Lei si sentì come se le avessero tolto il calore del camino.

Del tipo?” chiese sospettosa.

Stasera è la vigilia di Natale, quindi non devi essere triste. E, dato che sono io a rattristarti, per stasera io non sono Fabio e tu non sei Rea. Siamo solo due amici che passano insieme le vacanze. Va bene?” spiegò sorridendo. Le tese la mano, aspettando che la stringesse. La ragazza ci pensò su un attimo, poi sorrise a sua volta e gli porse la sua.

Affare fatto!” decise.

 

 

La cena terminò alle undici, ma tutti si trattennero per ancora molto tempo. Era tradizione brindare allo scoccare della mezzanotte e poi rimanere tutti insieme fino a tarda notte per festeggiare il Natale.

Rea, quando ci fu il brindisi, bevve l’ennesimo bicchiere di spumante della serata e iniziò a sentire la testa girare. Aveva passato tutta la sera con Fabio, ridendo e scherzando, e non si era resa conto di aver bevuto così tanto.

Non sono sicura di stare troppo bene” ammise alla fine, sedendosi in corridoio appoggiata alla parete. Il ragazzo si mise al suo fianco.

Qualche problema?” s’informò.

La stanza gira tutta e non mi piace. Anche tu giri!” rispose. Lui rise.

Mi sa che hai bevuto abbastanza, vero?” le chiese osservandola.

Solo un po’” ammise la ragazza, mimando il gesto con le dita. Da dove erano seduti si vedeva la stella che lei stessa aveva posizionato in cima all’albero, che brillava con la luce del lampadario.

Quella è mia, lo sai?” esordì dopo un po’, indicando il gioiello. Fabio seguì il suo dito e fissò la punta.

Lo so che è tua” la assecondò. Anche da ubriaca, capì che le stava parlando come si parla a un bambino e scosse la testa.

No, non hai capito. Quella è proprio mia, mia. È personale. È un regalo di mia mamma” spiegò.

Allora sarà un regalo per te e per le tue sorelle” le fece presente il ragazzo.

No, io non ho sorelle. O almeno, non le avevo” rispose confusa.

Ma cosa dici? Ci sono Emma e Laura” le ricordò.

Sì, adesso ci sono, ma prima non c’erano” asserì lei. Ormai non si rendeva nemmeno conto di cosa diceva.

Rea, ma ti senti bene? Mi sembri piuttosto confusa” si preoccupò Fabio, facendola voltare verso di sé.

Sto benissimo, sei tu che non mi ascolti” si arrabbiò, mettendo il broncio.

Ti ascolto, ma i tuoi discorsi non hanno senso” la tranquillizzò alzandosi da terra.

Ma sì che ce l’hanno, non è complicato: prima c’erano un papà e una mamma e ora ce ne sono altri. Prima non c’erano sorelle, ora ce ne sono due. Cosa c’è di difficile?” ripeté.

Cosa vuol dire che prima c’erano una mamma e un papà e ora ce ne sono altri?” le domandò, guardandola dall’alto. Rea ci pensò un po’, con la testa pesante, poi si appoggiò al muro e fissò il soffitto.

Allora, dovrebbe essere così: io avevo due genitori, una volta, che non sono quelli che ho ora. No, questi sono i miei zii… ecco, sì, i miei zii. E poi i miei genitori, non questi, gli altri, se ne sono andati via… o sono morti, non me lo ricordo… e allora sono arrivati questi genitori che mi hanno adottata e Emma e Laura sono diventate mie sorelle” spiegò, biasciando qualche parola per colpa dell’alcool. Fabio rimase stupito da quel racconto: ma era vero?

E cosa c’entra la stella di Natale?” le chiese.

La mia vecchia mamma diceva che io ero una stellina. Che venivo da fuori, dall’universo infinito, e che sono nata in una notte di stelle cadenti, così mi ha regalato quel puntale, che però non era un vero puntale. Mia zia, che ora è mia mamma, me lo spiegò quando avevo sette anni: quella era una stella di diamanti che i miei genitori mi avevano regalato appena nata. Era il loro modo per dirmi che io sono un dono dal cielo, che sono qualcosa di preziosissimo. Per evitare che fosse sciupata i miei nuovi genitori l’hanno fatta diventare un puntale, così che io, quando è Natale, possa vederla e ricordarmi di quanto gli altri genitori mi volessero bene” rispose.

Perché proprio un puntale?” s’informò ancora il ragazzo. Rea rise.

Certo che sei proprio un curiosone, tu!” lo prese in giro. Tornò seria e ci pensò.

Comunque mi sembra di ricordare che mia zia mi avesse detto che i miei  adoravano il Natale perché è magico. Anche io amo il Natale, sai? Anche se non sembra, no,no, perché quest’anno io sono triste. Perché io quest’anno sono stata spesso a piangere” disse. Fabio si sedette di nuovo al suo fianco.

E perché sei triste?

Per colpa tua. Tu sei il mio incubo… o sogno, non lo so ancora bene. E ti odio perché mi piaci taaaanto, tanto e non so come dirtelo” ormai non era più lei a parlare, ma tutto l’alcool che aveva nel sangue.

E poi perché mi sento a disagio. Lo sai, l’unica cosa che mi ricordo della mamma era che mi chiamava stellina. Io ero brillante e calorosa come una bellissima stella. Però lei non lo sapeva, ma io lo so” continuò. Fabio non comprese e la fissò confuso.

Che cosa sai?” domandò. Rea si guardò intorno e lo fece avvicinare come se dovesse dirgli un segreto.

Le stelle non sono cose buone. No, non lo sono affatto” rispose.

Come mai?

Le stelle cadenti, che oggi sono belle perché si esprimono desideri, in realtà sono cose brutte. Lo sapevi tu che gli antichi credevano che ad ogni stella cadente si legava un avvenimento infausto? Le stelle sono le lacrime degli dei! E quindi non dovrebbero esserci! E quindi io sono capitata qui per caso, io non dovrei esserci” spiegò. Era soddisfatta del suo ragionamento e non ne pareva per niente turbata, invece il ragazzo era basito: ma le credeva davvero, tutte quelle cose, o stava parlando solo perché era ubriaca?

Rea, sei sicura di stare bene?” si preoccupò. Erano discorsi poco felici quelli che aveva appena fatto. Lei annuì, la poi la testa le girò in modo più vorticoso del solito e si accasciò su una sua spalla, iniziando a chiudere gli occhi.

Hai un odore buono” sussurrò. Lui sorrise, poi si alzò e la lasciò appoggiata alla parete.

Rientrò in sala e cercò Emma, che era a parlare con Jason sul divano.

Qual è la camera di tua sorella?” le chiese, a bassa voce. Lei lo fissò senza capire e lui indicò la ragazza addormentata in corridoio. La mora rise.

La prima stanza sulla destra passata la cucina” rispose.

Grazie. Buon divertimento” la salutò. Tornando da Rea.

La fece alzare e, nonostante le sue deboli proteste, riuscì a farla avvicinare al letto, dove la fece stendere. Le tolse le scarpe e la coprì.

Ma fa caldo! Non voglio la coperta!” si ribellò lei, scalciando.

Invece sì, o ti prenderai un malanno. Non fare la bambina, forza” la sgridò bonariamente lui.

E allora mi spoglio” decise la ragazza, iniziando a togliersi le calze.

Cosa? No, ferma!” la stoppò lui, arrossendo. Il suo sguardo ferito lo colpì.

Lo sapevo che non ti piaccio. Lo vedi che avevo ragione io a non volermi innamorare di te?” gli disse.

Rea, non è per quello…” cercò di spiegare lui, ma si sentiva impacciato.

E allora come mai non vuoi vedermi nuda? E poi ho caldo! Non posso rimanere con i vestiti!” si arrabbiò la ragazza, togliendosi tutto e rimanendo in mutande e reggiseno. Fabio distolse lo sguardo per pudore e fissò la stanza intorno a sé mentre lei si copriva. C’era un foglio scritto fitto sulla scrivania. Altre idee per il romanzo?

Si avvicinò e lo prese per vedere cos’era.

Quella è una lettera alla mia mamma!” annunciò Rea, guardandolo con gli occhi semichiusi.

Per la tua mamma?

Sì, per la mia mamma vera. Quella morta” spiegò. Si stava addormentando, e questo era un bene.

E perché le hai scritto?

Per chiederle cosa devo fare. Io non lo so più, capisci? Mi sembra di essere qui solo per qualche capriccio divino. Gli dei sono crudeli, soprattutto il dio che fa piangere gli altri e crea le stelle cadenti” commentò.

Fabio le si avvicinò a si inginocchiò vicino al suo viso, accarezzandole  la testa.

Tu sei qui perché servi a me” le disse.

Ma tu non mi vuoi. Tu ti diverti con me, ma non mi ami. Io ti amo” ribatté Rea, imbronciata. Aveva gli occhi lucidi e il ragazzo rimase stupito di fronte a questa confessione. Poi sorrise.

Lo pensi tu che non ti amo, io non l’ho mai detto” le fece presente.

Non vuoi vedermi nuda!” protestò.

Certo, perché sennò domani mi uccidi

No, io non ti ucciderei maaaai!” negò. Poi si mise a sedere.

Allora, se mi ami, ti fai dare il bacio della buona notte!” decise , prendendolo per i lembi della camicia. Lo strinse forte alle sue labbra e lo tenne fermo per un bel po’, prima di staccarsi sorridente.

Ciao Fabio!” lo salutò, cadendo con un dolce *puf* sul cuscino e chiudendo gli occhi. Si addormentò subito, respirando piano e gentilmente.

Il ragazzo rimase fermo, incredulo, con la lettera in mano, poi scosse la testa per riprendersi.

Questa ragazza è un uragano!” pensò, voltandosi per rimettere il foglio al suo posto. Il suo sguardo cadde su alcune parole sparse e la curiosità si fece strada in lui. “Non la leggere, è maleducazione” si consigliò, ma aveva ormai già iniziato e non riuscì a fermarsi fino alla fine.

  
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