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Autore: GraStew    08/09/2012    7 recensioni
Una ragazza che si ritrova sola in una notte buia. Ne uscirà viva da questa situazione? Se vi va leggetela :)
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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SOLA NELLA NOTTE
 
 
È buio.
Sono nuda in mezzo ad una strada. Un lampione mi illumina le gambe. Non so dove mi trovo. Mi guardo, mi scruto nei minimi particolari. La mia maglietta è strappata in vari punti e il reggiseno mi penzola da un braccio. Ho dei succhiotti evidenti sul seno e i pantaloncini che indossavo sono a qualche metro da me.
Sangue.
Sono sporca di sangue nelle gambe e dal dolore che sento anche in viso. Mi tocco con delicatezza, con orrore anche. Il labbro pulsa e la testa fa male. Anche giù sento dolore. Cerco di alzarmi ma cado di nuovo a terra. Sono terrorizzata, piango e cerco di trovare la forza per rivestirmi per come posso.
Porco.
Si, quel ragazzo. Avevamo un appuntamento oggi. Sembrava un tipo okay e invece ecco come mi ha ridotto. Dovevo sentire Maria, la mia amica.
«Jen, non andare. Fammi venire con te almeno», e più insisteva, più le dicevo che poteva fidarsi.
Aveva ragione.
Mi ha stuprata, violentata, gettata come un sacco della spazzatura. Mi ha insultata e picchiata, per quel che ricordo.
Perché? Perché?
Ero vergine. Mi ha tolto ogni briciolo di fiducia.
Porco, schifoso, bastardo.
Mi tiro i capelli disperata, singhiozzando. Qualcuno mi chiama. Ho paura. È lui di nuovo? Com’era la sua voce? Dio ti prego.
“Stupida, stupida,stupida” lo so, lo so cazzo.
«Ehi tu…», alzo lo sguardo e c’è un ragazzo davanti a me che mi guarda con occhi sgranati, «oddio, chi ti ha ridotto così?». Si avvicina a passo lento, impaurito da questa situazione.
«NON TI AVVICINARE! NON TI MUOVERE» urlo piangendo.
«Calma, stai calma», alza le mani in segno di pace, «non voglio farti del male. Te ne hanno già fatto abbastanza», si piega e mi porge una mano. Sono indecisa se fidarmi o meno. Ho paura che mi possa fare del male ma non ho alternative. Come faccio ad andarmene da qui se non riesco neanche a stare in piedi? Non ho scelta.
«Si, si okay. Però ti prego. Non mi fare del male anche tu», lo supplico riprendendo a piangere.
«No. Te lo prometto. Adesso mi avvicino, ti aiuto ad alzarti e ti accompagno in questura va bene?».
«No, no. In questura no. Ti prego. Io, non...
», i singhiozzi si fanno più insistenti.
«Perché no? Devi farlo. La deve pagare quel tizio» Non posso. Non posso.
«No. Lui... lui mi ha avvertita», mi porto le mani ai capelli cercando di respirare.

«Lui cosa?», insiste per sapere ed io mi decido a parlare.
«Lui ha detto che mi uccide se faccio la denuncia», confesso tremando per la paura.
«Piccola. Non ti preoccupare. Ci sono io con te. Devi capire che non può passarla liscia. La stessa cosa, la fa anche ad altre donne e tu non vuoi, giusto? Devi trovare la forza di reagire. Ti aiuterò io. Credimi», mi porge una mano aspettando una mia reazione. Adesso tocca a me dire qualcosa, ma le parole sembrano non voler uscire. Annuisco solamente e lui mi aiuta davvero. Fa di tutto per non toccarmi, anche se è inevitabile dato che mi sta sorreggendo. Cerca di distrarmi facendo qualche battuta e qualche domanda ogni tanto, ma purtroppo il mio umore adesso è a zero. Mi sento talmente sporca e vuota dentro che farei impallidire uno zombie, credo. Mi fa salire in macchina e poco dopo siamo dentro la centrale, alla ricerca di un poliziotto. Devo denunciare quel porco. Non mi interessa di niente. Deve pagare per ciò che mi ha fatto. Ha ragione il  mio salvatore. Non può passarla liscia, anche se la paura di essere scoperti è tanta. Non voglio morire. Ho solo vent'anni e fino a stamattina ero felice. 
«Non ti ho chiesto neanche come ti chiami», gli chiedo scusandomi con lo sguardo. Lui mi sorride e guarda avanti.
«Non ti preoccupare. Sei sconvolta, agitata, impaurita. Lo capisco».
«Io sono Jen», dico solo e gli rivolgo un debole sorriso quando finalmente mi guarda in viso.
«Io sono Matt», afferma e si sporge dietro un muro «ah ecco. Là c’è un poliziotto. Vieni andiamo. C’è la fai?».
Annuisco e mi incammino insieme a lui a passo lento, cercando di coprirmi il più possibile. Il poliziotto di cui mi parla è seduto ad una scrivania ed è intento a scrivere qualcosa al pc. Solo quando alza lo sguardo resto pietrificata.
Il poliziotto è lui. Il porco è il poliziotto. Il mio violentatore è qui davanti a me. Mi irrigidisco e Matt se ne accorge.
«Che succede?», mi chiede.
«Non voglio. Andiamocene. Ti prego. Non posso. Io non... », le lacrime rigano di nuovo il mio viso e il mio corpo inizia a tremare.
«Jen? Dimmi che diavolo succede», mi domanda con tono arrabbiato e curioso allo stesso tempo. 
«Il poliziotto è lui; il porco» lo indico sconvolta e adesso anche Matt sembra esserlo.
Il poliziotto si alza dalla scrivania, chiude il pc e si avvicina sempre di più verso di noi.
È furioso.
Solo quando mi guarda negli occhi capisco di essere già morta.
 
 
_____________________

 
Ciao ^_^ 
Ho scritto questa one shot un giorno che non avevo niente da fare.
Spero vi piaccia.
Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale. È una storia inventata.
Ci tengo a precisarlo.
Baci
   
 
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