we are never ever getting back together.

 

"è solo uno stronzo." - disse la mora soffiando fuori il fumo della sigaretta - "solo uno stronzo. ne ho le palle piene" sbuffò, agitando la chioma all'idietro e portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

"non mi merito quello che mi ha fatto porca troia. chi crede che io sia?" agitò la sigaretta tra le dita affusolate.  
"calmati ebby, non ne vale la pena." so sussurrò il moro accanto a lei.  

I loro respiri venivano congelati dalla fredda graffiante aria di gennaio. La neve tinteggiava il paesaggio circostante, il cielo ero grigio e maliconico sopra di loro. Ma sembrava che i due corpi avessero calore a sufficienza per riscaldarsi a vicenda.

"Non ne vale la pena? io non ce la faccio più. ha avuto quello che voleva, e si è fatto con un'altra."  sospirò.

Gli occhi della ragazza diventarono lucidi, ma essa cercò di trattenere le lacrime, forse per non distruggere l'immagine della ragazza dura che fingeva di essere.

"se fossi stato io, non lo avrei fatto, ebb." sussurrò abbassando gli occhi sul profilo della ragazza, un profilo troppo perfetto. Si soffermò sulle gancie candide, macchiate da lievi lentiggini, arrossate per il freddo, sulla bocca carnosa a cuore, che muoveva perfettamente, sul nasino a punta, sugli occhi verdi penetrati, che ora come ora, erano spenti e affaticati.  
"ma non sei tu." arricciò il naso, roteando gli occhi.
"ti piacerebbe fossi io, eh" rise.
"fanculo!" sbottò la mora, danogli una pacca amichevole.  i loro sguardi si completavano, e le loro dita intrecciate, forse per il freddo, o forse per altro. Chi può saperlo.

"Jey, hai una sigaretta? io le ho finite."
"Lo sai che ti fanno male, ebs."
Quel ragazzo aveva sempre maledettamente ragione, su tutto. "Fottiti." sospirò stringendo il braccio del ragazzo.
Inventava sempre mille soprannomi: eb, ebs, ebby, ebonn, e, enny; e lei amava tutto ciò. Almeno con lui non era Ebony. La noiosa, menefreghista, scapestrata Ebony, che tutti rispettavano, o forse, odiavano.
Ma con lui si sentiva se stessa. "L'amore è sentirsi a proprio agio" teneva impresso nel cervello, o meglio, nel cuore.
Stringeva la mano del moro, spostando lo sguardo sui jeans stretti e la camicia disodrinata, sulla sciarpa, e sul ciuffo ribelle che portava in modo fottutamente sexy.
Lui era Zayn, ma per lei era Jey.

Ma...ops. loro erano solo amici, migliori amici.