Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: robstenwhore    08/09/2012    13 recensioni
[...] Lui non è seduto sul divano che gioca con Bear come l'ho lasciato. Giro per casa ma non c'è, di lui nessuna traccia e neanche il nostro cagnolino salta fuori. Forse sono andati a fare un giro insieme, per sbollire la rabbia della nostra litigata di questa mattina. Entro nella nostra camera e mi siedo sul letto, sospirando. Qualcosa non torna, questa stanza è diversa, non era così quando sono uscita. Ora sembra quasi... vuota. Sì, è vuota, mancano delle cose. Apro l'armadio ed è il solito caos ma stavolta è differente. Ci sono solo i miei vestiti, i suoi sono scomparsi. No, non può essere. Sento il panico salire e corro in cucina, poi in salotto. Deve esserci una traccia di lui, deve. Poi lo vedo. E' un foglietto bianco, ripiegato in due, lasciato sul tavolino di fronte alla televisione. La mano mi trema mentre lo afferro e lo apro.
Mi disgusti. Non me lo sarei mai aspettato da te. Addio.
Le parole si marchiano a fuoco nel mio cervello e chiudo gli occhi, mentre le lacrime scendono e mi rigano le guance. Ho perso tutto, ho perso lui. E in un secondo tutto diventa buio.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Breathe Me - Capitolo 8

Breathe Me

Capitolo 8.

Our night



La luce del giorno colpisce i miei occhi e mi sveglia, facendomi sbuffare sonoramente. Sono stanca, non dormo decentemente da giorni e come se non bastassero gli incubi a tenermi sveglia ora c'è anche la consapevolezza di essere sempre spiata a mettermi in agitazione. Non so come faccia a spiarmi ma qualcosa nel suo tono di voce, in quella spavalderia che ha usato, mi fa capire che non stava scherzando affatto. Mi siedo sul letto e mi gira la testa per alcuni secondi, poi finalmente riesco ad alzarmi. Lo stomaco ormai vuoto brontola e immediatamente porto una mano alla pancia, sospirando.
"Adesso andiamo a mangiare piccolo, te lo prometto", mormoro come se potesse sentirmi, come se già fosse davvero un bambino e non qualcosa grande meno di un uovo che cresce dentro di me. Nella mia testa lo immagino maschio, un bellissimo bambino biondo con le guance paffute e rosee, le labbra rosse e gli occhi azzurri, una fotocopia in miniatura di suo padre.
Lascio perdere quel pensiero e mi dirigo giù per le scale, verso la cucina. Non c'è nessuno, ma sento il rumore dell'acqua che scende dalla doccia quindi di sicuro Tom o Sienna ci sono. Recupero del latte dal frigo e poi dei cereali insieme ad una tazza ed un cucchiaio, è la colazione più veloce e leggera che io possa fare e nonostante io davvero voglia mangiare - perchè adesso devo, che mi piaccia o meno - non riesco ad mangiare molto senza sentirmi male due minuti dopo. Ho perso il conto di quante volte mi sono alzata per vomitare questa notte, la nausea mi sta uccidendo. Ho giusto il tempo di buttare giù due cucchiaiate prima di sentire il campanello suonare. Mi guardo intorno e non so cosa fare, dovrei aprire? Dovrei aspettare Tom o Sienna? Il campanello suona ancora e senza pensare mi alzo, andando ad aprire.
"Kristen, ciao", dice Lizzy guardandomi, dalla sua espressione capisco che non si aspettava di certo che fossi io ad aprirle. "Cercavo Tom, è in casa?", chiede poi.
"Credo di sì, entra", rispondo mettendomi da parte e la lascio entrare, chiudendo poi la porta. Entro in cucina e guardo la tazza con dentro i cereali, tra qualche minuto saranno una poltiglia informe, così decido semplicemente di buttarli.
"Stai meglio?", mi chiede Lizzy, non mi sono neanche accorta che fosse entrata in cucina con me.
"Uhm, sto... sto bene, sì", dico guardandola confusa, non capisco che cosa intenda.
"Robert mi ha detto che sei stata male", spiega, probabilmente notando che la mia confusione. "Non che volesse dirmelo in realtà, ho quasi dovuto costringerlo a parlare! Non parla molto ultimamente, anzi non parla e basta".
"Capisco...", mormoro annuendo distrattamente, è una situazione estremamente imbarazzante. Ma perchè ho aperto? Dannazione.
"Kristen, non vorrei che ti facessi un'idea sbagliata, io non ti odio e nessuno della mia famiglia lo fa. Beh Victoria forse un po', ma non eravate amiche per la pelle neanche prima, quindi... Credimi non crediamo che tu sia una cattiva persona e non ti odiamo, ma è stato davvero uno shock sapere quello che è successo tra te e..."
"Lizzy, che ci fai qui?", domanda Tom interrompendo le sue parole, facendola voltare. Ha ancora i capelli bagnati ma è vestito, deve essere uscito da poco dalla doccia.
"Devo parlarti di una cosa", risponde Lizzy, avvicinandosi a lui di qualche passo.
"Che cosa?".
"Quella cosa Tom, quella cosa", dice e riesco chiaramente a vederla spalancare gli occhi in modo teatrale, come per fargli capire che non devo sentire il loro discorso.
Mi sembra evidente che non sono molto gradita in questo momento, perciò decido di tornarmene in camera, ho alcune faccende da sbrigare.
"Tom potresti prestarmi il tuo telefono? Devo fare una chiamata, ma il mio sembra morto", abbozzo come scusa. Non voglio usare il mio ho paura che Rupert lo stia controllando.
"Certo Kris, tieni", risponde prendendo il suo cellulare dalla tasca e me lo porge. Lo afferro e salgo le scale, dopo aver fatto un cenno di saluto a Lizzy.
Non capisco davvero cosa abbiano di tanto importante da dirsi loro due e di così segreto da non volere che io lo sappia. Che stiano parlando di me? Che cosa potrebbero mai dire su di me? E perchè Lizzy dovrebbe essere venuta fin qui? Bastava una telefonata se volevano parlare di una cosa del genere. Mentre faccio questi pensieri vedo Sienna uscire dal bagno, avvolta nell'accappatoio e con i capelli bagnati. Ci scambiamo il buongiorno e lei entra nella sua camera, probabilmente per vestirsi. Quindi Sienna e Tom erano nella doccia, insieme. Comincio davvero a sentirmi di troppo in questa casa. Entro nella stanza degli ospiti e chiudo la porta, sedendomi sul letto mentre compongo il numero. Devo chiamare Ruth, non posso più rimandare ormai.
"Tom, sei riuscito a convincere Kristen a parlarmi?", è la prima cosa che dice lei, appena apre la chiamata.
"Ruth sono io", le dico.
"Kris! Ma dove eri finita? Non mi hai mai risposto, credevo che ti fosse successo qualcosa", quasi urla, so che è davvero preoccupata per me, mi tratta una po' come una figlia.
"Lo so, mi dispiace. Credo che il mio telefono abbia qualche problema, non ho ricevuto le tue telefonate", ammetto e mentre parlo gioco nervosamente con un lembo del lenzuolo, tirandolo.
"Compra un telefono nuovo! Qui tutti ti cercano, devi tornare a lavoro".
"Ruth, voglio prendermi una pausa", dico cauta, so che non reagirà bene.
"Cosa? Stai scherzando vero?", dal suo tono credo che si stia chiedendo se sono impazzita o cosa.
"No, dico sul serio, ho bisogno di staccare un po' per adesso. Avvisa la produzione di Cali, non posso più accettare il ruolo".
"Kristen, devi farlo, hai firmato il contratto!".
"No, non devo".
"Sì invece".
"Ruth non insistere, non posso!", dico esasperata, non vorrei essere dura con lei ma non mi lascia altra scelta.
"Perchè no?", chiede seriamente confusa.
"Perchè...", mormoro, senza sapere che dire. Perchè sono incinta e non posso lavorare ora, perchè tra qualche mese si vedrà la pancia e non saprò più come nasconderla, perchè la mia vita è un fottuto casino, penso ma non dico niente, non posso dire niente. "Perchè non me la sento Ruth, davvero. Ho bisogno di un po' di tempo per me, per stare meglio, cerca di capirlo", le dico quando finalmente riesco a parlare.
"Eri entusiasta per quel ruolo", risponde, capendo che non cambierò idea.
"Lo so, ma ora come ora il ruolo è il mio ultimo pensiero", dico sincera. Non riuscirei a lavorare con i mille pensieri che mi passano per la testa e materialmente non potrei, vista la gravidanza.
"Va bene Kristen, prenditi cura di te e non sparire di nuovo, okay?".
"Okay, ciao Ruth".
"Ciao Kris".

Aspetto che Lizzy vada via prima di lasciare il telefono a Tom e ringraziarlo, mi chiedo ancora di cosa abbiano mai potuto parlare di così segreto ma non voglio né posso chiederlo, perciò mi limito a rimanere un po' con lui e Sienna che giocano con Marlowe. Mi sento sempre più il terzo incomodo tra loro, sono una coppia, hanno anche una figlia, di sicuro hanno bisogno della loro intimità e io gliela sto togliendo, dovrei davvero andare via, magari tornare a Los Angeles, anche se non so quanto potrebbe farmi bene quella soluzione.
"Kris, noi andiamo a cena dai miei stasera, sarebbero contenti di rivederti", mi dice Tom interrompendo i miei pensieri e lo ringrazio mentalmente, comincio davvero a pensare troppo.
"Non credo sia una buona idea, mi sentirei di troppo", ammetto scuotendo la testa, guardando Marlowe che afferra un giocattolo di plastica morbida con una manina e se lo infila in bocca, tentando di masticarlo senza successo.
"I miei ti adorano, lo sai. Poi andiamo, tutti qui ti vogliono bene, non solo loro... Non mi va di lasciarti sola qui dentro", mormora, sembra quasi preoccupato.
"Che potrebbe mai succedermi?", domando ironica.
Il silenzio e lo sguardo con cui mi risponde sono strani, sembrano densi di un significato che io non riesco davvero a cogliere. Che mi stia nascondendo qualcosa? Non è proprio da lui, non lo farebbe mai.
"E' solo che non mi va che tu rimanga da sola, tutto qui", risponde facendo spallucce.
"Non mi da fastidio rimanere da sola, sta tranquillo Tom".
"Sicura?".
"Sicura, guarderò un film e preparerò qualcosa da mangiare, starò bene", rispondo convinta, voglio che abbiano comunque del tempo per loro, anche se rimarrò ancora un po' a Londra. Non voglio essere un peso, è l'ultimo dei miei desideri.
"Va bene, ma i miei ci rimarranno molto male", scherza e alzo gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
Passo il resto della giornata a fare il nulla più totale. Avevo quasi dimenticato com'è non doversi alzare alle cinque della mattina per andare a lavoro e tornare stremata a casa, probabilmente non prima dell'una di notte. In in certo senso lavorare mi manca, stare sul set è bello per me, ma ora come ora so di non poterlo fare e mi accontento. Nella valigia trovo un libro, deve averlo messo Scout prima che partissi, così comincio a leggerlo per passare il tempo. Parla di due ragazzi e di come il loro amore abbia superato mille ostacoli per poter stare insieme, l'egoismo e la fama di successo di lui, l'insicurezza di lei. Credo che abbiano tratto un film da questo libro, ma non ne sono sicura. Lo leggo tutto d'un fiato, è bello potersi concentrare su qualcosa che non sia la mia vita, poter entrare nella vita di qualcun altro e convincermi che forse poteva andarmi peggio, avrei potuto essere la tragica protagonista di questo libro e non sarebbe stata di certo una fortuna. E' ormai sera quando poso il libro sul comodino della "mia" stanza e Tom entra per avvisarmi che stanno andando via. Lo saluto e gli auguro buona serata, rimanendo tranquillamente stesa sul letto. Dovrei davvero mangiare qualcosa ma come sempre ho lo stomaco chiuso e non ho nemmeno voglia di alzarmi e cucinare.
Strano, prima amavo cucinare. Ogni volta che accendevo la tv facevo zapping e puntualmente finivo a guardare programmi di cucina, sperimentavo ogni cosa che trovavo interessante e Rob era la mia cavia, provava ogni cosa io cucinassi. Diceva sempre che ero una cuoca eccezionale ma non gli ho mai creduto più di tanto, credo che volesse solo fare il bravo fidanzato e assecondarmi. In un certo senso mi manca cucinare. Mi manca quella voglia di alzarmi e fare qualcosa, di cucinare per la persona che amo. Adesso non ho nemmeno voglia di mangiare, figuriamoci cucinare un'intera cena.
Il campanello mi distrae dai miei pensieri, probabilmente sarà Tom che ha dimenticato qualcosa. Ma perchè non usa le sue chiavi? Suona ancora, stavolta con più insistenza e sbuffo, alzandomi dal letto e scendendo velocemente le scale.
"Arrivo, arrivo!", dico un po' scocciata, aprendo finalmente la porta. La persona che mi trovo davanti però non chi mi aspetto.
"Ciao Kris". Gli occhi di Robert si incatenano ai miei e io ricambio lo sguardo, quasi scioccata.
"Tom non c'è", mi affretto a dire, distogliendo lo sguardo.
"Lo so, non sono qui per lui infatti". Se possibile ora sono anche più confusa.
"E perchè?".
"Mi faresti entrare almeno o devo dirti tutto qui fuori?", domanda e mi accorgo di non averlo neanche fatto entrare.
"Ah sì, certo", mormoro spostandomi, in imbarazzo.
Si guarda in torno come se stesse cercando qualcosa e poi entra in cucina, così lo seguo cercando di capire cosa diamine stia facendo.
"Hai mangiato?", domanda voltandosi verso di me, sembra quasi che mi stia ponendo una domanda di importanza vitale e non una semplicissima domanda.
"No, perchè lo chiedi?".
"Devi mangiare".
"Stavo per farlo. E poi ho mangiato, ho fatto colazione".
"Ah davvero? Una tazza di cereali buttata nella spazzatura è una colazione", chiede sarcastico e io lo guardo confusa.
"Come fai a saperlo?", gli domando, è impossibile che lo sappia, insomma non mi ha visto nessuno.
"Lizzy", risponde semplicemente, facendo spallucce. "Non è per la tua colazione che sono venuto, per quello è un po' tardi. Volevo sapere se ti andava di venire a cena da me", aggiunge poi, poggiandosi al bancone della cucina con la schiena.
"Cosa?", non riesco a smettere di essere confusa, ogni cosa che dice o fa è assolutamente senza senso per me.
"Ti sto invitando a cena a casa mia, i miei non ci sono se è questo che ti preoccupa. Voglio assicurarmi che mangi, sono preoccupato per te", sembra così sincero mentre lo dice ma qualcosa dentro il mio cervello dice che non è possibile, lui mi odia, non può interessarsi a me dopo ciò che gli ho detto.
"Perchè dovrebbe interessarti di me? Perchè dovresti essere preoccupato?", domando stringendo le braccia al petto e scuoto la testa ritmicamente, non riesco ad accettare le sue parole.
"Già, perchè m'interessa di te?", mormora tra se, come se fosse lui stesso a porsi quella domanda. "Non ha importanza. Vuoi venire a cena da me o no?".
"Non mi va di cucinare", abbozzo come scusa, stringendomi nelle spalle.
"Non ho mai detto che devi cucinare tu", risponde guardandomi.
"E allora chi... Tu?!", il mio tono di voce è scettico e sento che potrei scoppiare a ridere da un momento all'altro. I tratti del suo viso si addolciscono all'istante, non sembra più essere sulla difensiva, sembra quasi sereno.
"Lo prendo come un insulto", dice ma è evidente che scherza.
"L'ultima volta che hai provato a cucinare hai fatto scattare il rilevatore di fumo e hai quasi allagato la casa. Per non parlare del fatto che alla fine niente era commestibile", scuoto la testa ridendo, nonostante tutto è un bel ricordo, non abbiamo fatto altro che ridere in quei momenti.
"Ordineremo della pizza, va bene?", domanda poi, sta cercando davvero di convincermi a cenare con lui, sembra che lo voglia sul serio.
"Okay, okay! Dammi due minuti per cambiarmi", mormoro alla fine, non voglio rifiutare, ogni singola fibra del mio corpo mi spinge a stare vicina a lui. E' egoistico ma lo faccio lo stesso, posso concedermi un po' di sano egoismo adesso, no?
Lui annuisce con un sorriso così lieve da credere quasi che me lo sia immaginato e salgo velocemente le scale, andando poi a frugare nella mia valigia per cercare qualcosa da mettere. Come sempre finisco per mettere un paio di jeans e una maglietta, non sono mai stata il tipo da vestiti eleganti e credo che non valga la pena cominciare ora, non sembrerei neanche io.
"Pronta", dico dopo aver sceso le scale e averlo raggiunto.
"Bene, andiamo".
Appena sono fuori dalla porta di casa noto la sua macchina, quella che usa a Londra e mi blocco.
"Credevo che saremmo andati a piedi", ammetto guardandolo.
"Beh in macchina faremo prima, no?", si stringe nelle spalle, dirigendosi dalla parte del guidatore.
"Oh, ho capito! Stai cercando di uccidermi, è questo il piano!".
"Kristen, che diamine dici?", domanda retorico, anche se sono dietro di lui sono sicura che abbia alzato gli occhi al cielo.
"Vuoi guidare! Quindi prima vuoi provare ad uccidermi in un incidente e poi, se dovesse andarti male, vuoi avvelenarmi con il cibo", scherzo, ma in fin dei conti potrebbe essere una spiegazione a tutte queste stranezze.
"Kristen, sali in macchina e basta", dice voltandosi verso di me e alzo le mani in segno di resa, entrando e sedendomi al posto del passeggero.

Per tutto il resto del tragitto nessuno dei due parla. Era diverso tra noi una volta, gli unici momenti in cui non parlavamo erano quando le nostre bocche erano incollate l'una all'altra, ci siamo sempre detti tutto, ci siamo raccontati mille cose e invece ora sembra che abbiamo esaurito gli argomenti. E' la situazione ad essere cambiata. Lui non mi guarda più con gli stessi occhi innamorati di un tempo e anche le parole sembrano non valere più la pena. Io non valgo più la pena. Che mi aspettavo, dopo tutto ciò che gli ho detto? Ha ragione, capisco il suo comportamento ma non posso negare che faccia male, brucia dentro il petto come carbone ardente e ad ogni sguardo che mi lancia, ad ogni minimo gesto s'infiamma ancora di più, ustionandomi. Sarebbe quasi più facile se dimostrasse anche con i gesti e con le parole che mi odia, potrei farmene una ragione alla fine. Invece non lo fa. E' sempre il solito Robert, gentile, dolce, semplicemente perfetto, è solo più triste. E' spento, ecco cosa c'è che non va in lui. La cosa che fa più male è che quella luce che ardeva nei suoi occhi l'ho spenta io. Il giorno in cui ho dovuto lasciarlo ho visto quella luce affievolirsi e sparire del tutto e non ho potuto far nulla per fermarlo. Sento un groppo alla gola al solo pensiero ma non posso permettermi di piangere, non adesso, non con lui.
Ringraziando il cielo il tragitto non è molto lungo e dopo un po' arriviamo a casa Pattinson. C'è qualcuno fuori dalla porta e appena la riconosco il sangue comincia a ribollirmi nelle vene.
"Hai invitato anche lei?", domando indicandola con un cenno del capo. Non posso crederci, invita me, la sua ex ragazza, insieme alla nuova?
"No, certo che no. Perchè avrei dovuto invitare Caroline?", chiede e sembra confuso quanto me di vederla.
Scende dalla macchina e si dirige verso di lei, così io lo seguo. Voglio capire perchè sia sempre in mezzo ai piedi, quella stupida ochetta bionda.
"Rob! Credevo che ci fosse qualcuno in casa ma ho suonato il campanello e non ha risposto nessuno", dice con la sua vocina acuta, mi fa davvero saltare i nervi.
Ovvio cretina, non c'è nessuno, potevi semplicemente andartene, penso e non so cosa mi trattenga dal dirglielo apertamente.
"Ho lasciato il cellulare in camera di Vicky questa mattina, ne ho davvero bisogno! Ti dispiace se entro a prenderlo?", domanda sfoderando un grande sorriso.
"Sì, va bene", risponde Rob pacato, sembra che nemmeno a lui faccia granché piacere la sua presenza.
Si dirige verso la porta e io sono subito dietro di lui, senza degnare di uno sguardo Caroline che invece sembra stia cercando di perforarmi la schiena con gli occhi. Ma qual è il suo problema? Io non le ho fatto niente, non la conosco nemmeno e non ho voglia di conoscerla.
"Grazie", dice facendogli l'occhiolino non appena Robert apre la porta e la lascia entrare. Si dirige subito su per le scale e io seguo Robert in cucina, appoggiandomi al bancone.
"Simpatica la tua amica", mormoro guardandolo con ovvio sarcasmo, incrociando le braccia al petto.
"E' un'amica di Victoria, non mia".
"Non fa molta differenza".
"Sì invece. Ascolta Kris, io...", ma non fa nemmeno in tempo a cominciare il suo discorso che un rumore ci distrae entrambi, facendoci scattare.
Le urla di Caroline si fanno sentire subito e quando arriviamo vicino alla scale la troviamo stesa per terra ma ancora cosciente. Deve essere caduta dai gradini e non lo trovo difficile visti i trampoli che porta ai piedi.
"Dio, credo di non aver visto che il tappeto era rialzato", mormora mettendosi a sedere e si tocca la testa, deve averla sbattuta forte. Peccato solo che non l'abbia sbattuta abbastanza forte da rompersela, quello sì che sarebbe stato uno spettacolo divertente.
"Vieni, ce la fai ad alzarti?", domanda Rob porgendole una mano e lei non fa neanche in tempo a mettere un piede a terra che subito urla di dolore, toccandosi la caviglia. Ho il forte istinto di tapparmi le orecchie come una bambina pur di non sentire le sue urla acute.
"Credo di essermi slogata una caviglia", piagnucola lei. "Rob, potresti potarmi al pronto soccorso? Non posso andarci così", aggiunge poi.
"Va bene, reggiti a me", risponde sollevandola di peso e sempre tenendola in braccio si rivolge a me. "Aspettami qui, torno subito".
"No, credo proprio sia il caso che io me ne vada", rispondo scuotendo la testa, è ovvio che è troppo impegnato per badare a me e non ho alcuna intenzione di rimanere a casa sua ad aspettarlo.
"Kristen, per favore", mi implora con lo sguardo ma non sono disposta a cedere, non adesso.
"Mi dispiace di aver rovinato la vostra serata, non era proprio mia intenzione", mormora Caroline e ho l'istinto di staccarle quella parrucca bionda a morsi.
"Figurati, non l'hai mica fatto di proposito, no?", le rispondo prima di aprire la porta e uscire, voglio solo andare via.
"Kris!", urla Robert ma mi limito ad alzare una mano in segno di saluto, continuando a camminare.
Forse comincio ad impazzire, ma questa cosa mi sembra un segno. Non devo stare con Robert, punto. Ogni volta che lo vedo succede qualcosa e ormai sembra un rischio troppo grande da correre. Quando ho deciso di lasciarlo ho perso tutto e adesso non posso semplicemente pretendere che torni indietro da me, né posso provare io a riprendermelo.

Torno a casa di Tom in fretta e per fortuna lui e Sienna non sono ancora tornati. Non mi va di affrontarli, non mi va di parlare. Mi siedo sul divano e stringo le gambe al petto, poggiando la testa sulle ginocchia. Mi sto semplicemente chiudendo in me stessa e non faccio nulla per impedirlo. Perchè impedirlo poi? Che senso avrebbe? Che senso ha svegliarsi tutte le mattine e sentire quel vuoto dentro? Che senso ha vivere e non provare più fame o sete o semplicemente la voglia di alzare il culo dal letto e vivere? Sto sprofondando, sto morendo e finirò per portarmi dietro anche quell'esserino che sta crescendo dentro di me. Ma lui non ha fatto niente per meritarsi questo, non ha fatto niente per meritare una madre che non sarà mai capace di amarlo perchè troppo impegnata a compiangersi per accudirlo. Non merita questa vita, niente affatto. Eppure ormai è successo e non posso fare niente per cambiare tutto questo. Non potrei mai liberarmi di lui, perchè sono così egoista da volerlo in ogni caso, da non poter rinunciare a quell'ultimo pezzo di Rob che mi rimane.
Come sempre è il campanello a bloccare i miei pensieri ma non mi alzo, lascio che suoni. Se sono Tom e Sienna troveranno il modo di aprire e se non sono loro allora non m'importa, non aprirò e basta. Ma chiunque sia è insistente e non la smette, non vuole proprio andare via e continuai imperterrito a suonare. Crede di essere più testardo di me? Non credo proprio.
"Kristen, apri questa cazzo di porta o la butto giù!", è la voce di Robert, urla per farsi sentire mentre bussa con insistenza. "Ti do esattamente tre secondi, se non apri la sfondo, a costo di rompermi qualche osso", insiste e alla fine mi alzo per aprirgli.
"Che cazzo vuoi?", domando guardandolo con indifferenza, o almeno ci provo.
"No, ora tu mi spieghi che cazzo vuoi da me! Prima mi lasci, mi tratti in quel modo e poi ti offendi se sono anche nelle vicinanze di una ragazza? Non funziona così okay?", dice chiudendosi la porta alle spalle, così forte che mi sorprende non si sia rotta in mille pezzi.
"Io non mi sono offesa".
"No? E allora perchè sei andata via? Ti ho chiesto di restare".
"Ero di troppo", rispondo facendo spallucce, mi fa paura quando è così arrabbiato ma non lo dimostro, fingo che vada bene.
"Tu non puoi pretendere che io smetta di vivere. Hai pensato che dopo di te avrei smesso di avere relazioni? E' questo?".
"No. Anzi, tornatene dalla tua ragazza".
"Lei è al pronto soccorso e in ogni caso non è la mia ragazza. Perchè sono così coglione da non volere nessun'altra in ogni caso!".
"Che vuol dire?", chiedo confusa, credo che cominci a sfuggirmi il senso del suo discorso.
"Vuol dire che non voglio Caroline, non voglio nessuna ragazza. Voglio solo te, non riesco a smettere di amarti, dimmi come si fa", sembra quasi dolorante mentre lo dice e mi si stringe il cuore. Sta così male perchè mi ama, l'amore non dovrebbe essere questo.
"Vorrei sapere anch'io come si fa", dico scuotendo la testa.
"Tu hai messo di amarmi", mormora lui, quasi come fosse ovvio.
"No, non è vero".
"Ma tu l'hai detto".
"E tu mi hai creduto", rispondo semplicemente. Io gli ho mentito ma lui mi ha creduto così facilmente, non si è fidato di me neanche un po'.
"E allora perchè? Perchè mi hai lasciato?", domanda.
"Rob... E' complicato", non sa nemmeno quanto vorrei spiegargli il perchè di tutto ma non posso.
"Tu mi ami ancora?", chiede avvicinandosi e prende il mio viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Rob, per favore", mormoro cercando di distogliere lo sguardo.
"Rispondi e basta".
"Sì, ti amo. Non ho mai smesso di amarti, neanche un solo istante, non potr-...", ma non ho il tempo di finire la frase, perchè le sue labbra si uniscono alle mie e mettono a tacere ogni mio discorso.
E' come tornare a respirare dopo essere stati in apnea, è un sollievo talmente grande sentire le sue labbra che si muovono con le mie, le sue mani che trovano la loro strada verso i miei fianchi e mi stringono al suo corpo caldo, mentre le mie si infilano tra i suoi capelli per tenerlo stretto, quasi che io non voglia lasciarlo scappare via. Non voglio, non voglio che si stacchi da me. Esitando, le nostre lingue si trovano e cominciando quella danza antica e così nuova, fatta di intrecci, di tocchi leggeri e poi più decisi, i nostri respiri si mescola e faccio fatica persino a ricordarmi dove sono o chi sono, non sono niente, non esisto se non tra le sue braccia, adesso. I baci si fanno più intensi e passionali, c'è un'urgenza tra noi che riconosco, so cosa significa e già mi sento sciogliere, già so che mi concederò a lui ogni volta che lo vorrà.
"Dove dormi?", chiede staccando le sue labbra dalle mie giusto il tempo per pronunciare quelle parole, tornando poi a baciarmi con quel desiderio che conosco bene, lo stesso che provo io per lui.
"Di sopra, nella tua stanza", rispondo sulla sua bocca e lui mi sorride, mi prende per mano e io non oppongo resistenza, lo seguo.
I vestiti non ci mettono molto a finire sul pavimento, i nostri corpi si modellano perfettamente l'uno all'altro come se da sempre fossero fatti per unirsi e lascio che faccia di me ciò che più vuole, lascio che le sue labbra esplorino il mio corpo e sembra quasi che lo venerino. Bacia prima il mio collo e poi scende suoi seni, si sofferma lì un po' ma poi continua il suo percorso e passa al ventre, poi tra le mie gambe, facendomi gemere di desiderio. Mi è mancato terribilmente e in questo momento non mi chiedo nemmeno perchè lo stiamo facendo, voglio che accada, voglio sentirmi sua.
Per fortuna non mi fa aspettare molto, dopo poco è già dentro di me e i nostri corpi si muovono insieme, non smettiamo di baciarci nemmeno un istante e ci amiamo come mai prima. E' qualcosa di assolutamente magico, non credo che possa essere meglio di così, non vorrei mai qualcuno che non sia lui, non riuscirei mai ad amarlo come amo lui, in quella maniera incondizionata e quasi disperata.
Non diciamo una parola dopo, forse perchè siamo troppo stanchi o forse perchè semplicemente nessuno dei due sa cosa dire. Abbiamo fatto l'amore ma ciò che lui crede di me non è cambiato, pensa ancora che io lo abbia tradito e il fatto che ci siamo amati questa notte non potrà sistemare tutto. E' il primo ad addormentarsi e io rimango per qualche minuto a guardarlo. Non abbiamo parlato, è vero, ma non ha smesso un solo istante di stringermi a se o di lasciarmi baci, o accarezzarmi. Qualcosa vorrà pur dire. Mi sento felice e per ora non voglio pensare a cosa succederà poi, è la nostra notte, la prendo così com'è. Cercando di non fare rumore mi alzo dal letto per recuperare almeno i miei slip ma non riesco a trovarli, non capisco che fine abbiano fatto. Guardo sotto il letto e finalmente li trovo ma c'è qualcosa che attira la mia attenzione più di loro. Una piccola lucina rossa arriva da una delle gambe del letto, così mi allungo e alla fine riesco a staccare il piccolo congegno per esaminarlo. Non sono un'esperta ma non sono stupida, non potrebbe essere altro. E' una microspia. Mi stava spiando, quello stronzo ha sentito ogni mia parola, ogni cosa successa in questa camera. Ora posso dirlo davvero, sono fottuta.










Note dell'autrice:

Salve a tutti gente! Ho finito il capitolo tipo dieci minuti fa quindi se fa schifo non è colpa mia (beh in realtà è colpa mia, dico sempre "oggi comincio a scrivere, giuro" e poi rimando sempre, ma sono dettagli!). Detto questo, cosa ne pensate? Vi ho accontentate almeno per il momento? Spero di sì, perchè non sarà così "tranquillo" per sempre, anzi!
Lizzy per me è stata dolce, in fondo non la odia e io starei attenta al fatto che ha parlato con Tom eheh, è una cosa importante! Tom e Sienna sono un po' marginali in questo capitolo ma riprenderanno piede, non preoccupatevi. Su Caroline c'è poco da dire, strane coincidenze eh? Chissà! E Rob... beh Rob è Rob, punto. Io lo amo, non si vede?
Nel capitolo ho messo un riferimento ad un libro, non della saga ovvio, ma non ho citato il nome. Se avete mai visto il film o letto il libro ditemelo, sono curiosa di sapere se azzeccate! Sì, mi piace essere criptica, lo avevate capito dai!
Come sempre mi scuso se il capitolo è indecente, me ne rendo conto, e mi scuso se ci sono minorenni scandalizzati dopo il sesso xD Forza, non ha mai fatto male a nessuno! E poi vi ringrazio ovviamente, vi ringrazio di cuore per le recensioni meravigliose che mi scrivete, ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite, tra le seguite o le ricordate e ringrazio chi legge e basta senza farsi sentire, davvero grazie mille di cuore.
L'appuntamento è sempre per sabato prossimo, spero di riuscire a mantenere questo ritmo e spero di non deludermi con questi capitoli terribili che sto postando ultimamente. Mi dispiace terribilmente! Grazie mille ancora a tutti!
Un bacione e alla prossima, Mary.
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: robstenwhore