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Autore: TooLateForU    08/09/2012    20 recensioni
Click.
Harry voltò repentinamente la testa verso di me, e notando l’enorme macchina fotografica che stringevo tra le mani si coprì bruscamente il viso.
“Oddio no! Basta con queste foto, mi sento violato!”
“Ognuno ha le sue manie, Styles. Tu giri nudo ovunque ed io scatto un sacco di foto!”
Avevo sei anni quando mi chiese di giocare ad acchiappa-fulmine con lui.
Avevo quattordici anni quando lo baciai al gioco della bottiglia.
Avevo diciassette anni quando mi rimasero solo foto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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chi è tornata dal mondo dell'oltretomba? io, siore e siori!
mamma mia, faccio proprio schifo. mi sono fatta aspettare quasi per un mese, e tutto perchè non sapevo come finire il capitolo.
alla fine ho improvvisato. ne pagherete le conseguenze, mi dispiace, ahah
no davvero, vi chiedo scusa. sono molto, molto incostante, è uno dei miei peggiori difetti (che sono numerevoli..). scrivo 8732632 cose di getto, poi smetto, e ricomincio 9878367 anniluce dopo.
sorry cwc spero possiate perdonarmi.
adesso sposterò l'attenzione su altro.
I RAGAZZI HANNO VINTO AI VMA'S JCNJKDBSHJVCGHSVHDCGF mi sento fiera, come se gli avessi partoriti io (?)
basta, vi lascio. tra un po' mi tocca andare a fare latino *si getta nel tevere*
#adios




 Un tuono della madonna fece tremare la finestra, e lentamente mi risvegliai dal mio caldo tepore. Aprii leggermente un occhio, e vidi la grandine sbattere violentemente sul vetro. Più che grandine sembravano dei barconi di ghiaccio piovuti da chissà dove…Avete presente quelle trasmissioni sugli orsi polari che soffrono di solitudine al polo mentre i ghiacci si sciolgono dato che noi siamo cattive persone che se ne fottono del pianeta? Ecco, quella grandine era grossa come quei pezzi di ghiaccio.
Stavo giusto per girarmi dall’altra parte e riprendere a dormire, quando la porta si spalancò. Niente di anormale, in questa casa è come vivere al grande fratello.
“Adele, alzati.” ordinò perentoria una voce che tentavo di dimenticare, ma fastidiosamente si insinuava nella mia vita.
“Ma’, ho sonno..” borbottai, stringendomi di più al cuscino.
“C’è qualcuno giù per te.”
Oh no, dimmi che non era di nuovo nonna Ruth che pensava fosse già Natale e ci portava le calze..
“Un ragazzo.”
Sgranai gli occhi, e mi misi velocemente a sedere “Che ragazzo?” chiesi, sospettosa.
“Ma per chi mi hai preso, la portiera? Vestiti e scendi!” esclamò, irritata, prima di andarsene sbattendo la porta.
E poi sarei io quella con gli ormoni in subbuglio. Se facessi una cosa del genere scoppierebbe una guerra, lei si metterebbe a urlare che sono un’egoista maleducata lanciandomi addosso le presine del forno e Chris strillerebbe ‘botte botte botte!’ come in quei programmi di wrestling.
Mi alzai sbuffando, aprii l’armadio e afferrai frettolosamente le prime cose che avevo sottomano.
Oddio, che schifo. Io questa non la metto. Posai la maglietta disgustata, e presi velocemente quella bianca e rossa.
Stranamente, mentre mi infilavo i jeans arrancando su una gamba sola verso l’astuccio dei trucchi, mi sentii piena di adrenalina. Come se potessi sollevare una mucca con una sola mano, cambiare il mondo in mezz’ora, trovare il tizio che ha inventato facebook e prenderlo a testate sulle gengive..Insomma, piena di forza.
Mi posizionai davanti allo specchio, e feci un verso che assomigliava quasi ad un ringhio. Proprio come Cher Lloyd nel video di Want u back.
Aaah, sono una tigre, una tigre della savana!
Raaawr!
RAAAWR!
“Adele, piantalaaa!” strillò mia madre dal piano di sotto.
Come non detto.
 
Scesi lentamente i gradini delle scale, mentre mi preparavo mentalmente il discorso che avrei fatto davanti al mondo quando Leonardo DiCaprio (che certamente era il famoso ragazzo di cui parlava mia madre) mi avrebbe dichiarato il suo amore.
Sicuramente dovrò ringraziare un sacco di gente. Ma NON la mia famiglia, su di loro non dirò nulla. Se qualcuno chiederà, dirò di essere cresciuta con la famiglia di Leah.
Anzi no, non nominerò neanche lei, dopo quello che mi ha fatto.
Ovviamente non potrò nominare Styles, dato che lui ha solo rovinato la mia esistenza.
Allora rimane..ehm, un sacco di gente, come..mmm.
Horan?
“No davvero Mrs Foster, ho già fatto colazione.”
Mi paralizzai nel bel mezzo delle scale, sentendo la sua voce. Dannazione, che cavolo ci faceva Styles nella mia cucina?!
Mi accovacciai su un gradino, continuando a spiarlo tra le sbarre di legno che scendevano sotto il corrimano. Ecco là, in tutta la sua strafottenza, appoggiato incurante al mio tavolo con mia madre che gli civettava intorno.
Oh certo, quando io ho fame lei mi indica i resti di ciambelle mezze rosicchiate in frigo, ma quando c’è Harry finge di essere una madre normale e prepara le frittelle.
E neanche Chris sembrava turbato. Se ne stava lì, seduto, a leggere il fumetto di Spiderman come se un intruso non fosse in casa sua.
Bhè, in realtà, da quando era nato Styles aveva passato più tempo qui che a casa sua, ma non c’entrava niente.
Era passato.
Stavo giusto per alzarmi e tornare in camera mia, quando la voce di mia madre mi paralizzò “Adele, che stai facendo?”
Sei paia d’occhi, di cui un paio verde collina di windows*, si posarono interrogativi su di me, accovacciata su un gradino.
“Ehm, io..ho perso una lente a contatto.” buttai a caso.
“Ma tu non porti le lenti a contatto.”
“Ah, ecco perché non la trovavo!” ridacchiai nervosamente, mentre scattavo in piedi. Poi scesi come se nulla fosse successo, presi Styles per un braccio e lo trascinai verso la porta.
“Adele! Ma cosa stai..” iniziò scandalizzata Lily ma io non le prestai ascolto e quasi catapultai Harry fuori di casa, prima di seguirlo e chiudermi la porta alle spalle.
Grazie a Dio avevamo un patio, perché fuori la tempesta non cessava.
“Che cavolo ci fai qui?!” strillai.
“Cercavo le tue lenti a contatto?” tentò, con un sorriso divertito. Qualche ricciolo che gli cadeva sulla fronte era bagnato, quindi probabilmente non aveva neanche un ombrello.
E non l’avevo neanche io.
Eravamo segregati in quello stupido patio.
“Non dovresti essere da qualche altra parte? Tipo..a casa della tua ragazza?”
Styles scrollò le spalle “Ti volevo fare una sorpresa, non sono mica obbligato ad andarla a prendere con la carrozza e i cavalli bianchi davanti casa, no?”
“Potrei sempre metterti una sella sulla schiena e una museruola. E allora chi noterebbe la differenza?”
Accennò una risatina, per niente offeso “Tanto lo so che mi vuoi ancora bene.” mormorò, con l’aria di chi la sa lunga.
“E io so che stai usando Leah per infastidirmi!” esclamai, pronta a smascherarlo.
Mi aspettavo una faccia scioccata, o che si mettesse a pregare in ginocchio la mia pietà, invece era concentrato sulla manica della sua giacca.
“Che merda è questa? Io l’ammazzo Gemma...”
“Minchia Harry, ti sto parlando!”
Riportò l’attenzione su di me, annoiato “Ah sì. Che dicevi?”
“Che so che stai usando Leah! E glielo dirò appena arrivata a scuola.”
“Ma non stiamo andando a scuola. Oggi facciamo una gita.”
Gelai sul posto, mentre mi risalivano alla mente alcune parole di Mr Green, il prof. di letteratura.
‘non dimenticate…autorizzazioni…firmare…gita ad Oxford..blablablabla’
Mi schiaffai una mano sulla fronte “Merda, l’autorizzazione! L’ho lasciata a scuola!”
Harry scrollò le spalle “Resterai a spolverare i libri in biblioteca con Mrs Tucker..odora un po’ di formaggio, vero?”
Ma vaffanculo, te e il formaggio.
“Ma vaffanculo, te e il formaggio!” diedi voce ai miei pensieri, brusca. Sarei davvero dovuta rimanere in biblioteca, e la cosa tragica era che neanche sapevo dove fosse.
Ma chi ci va in biblioteca?! E’ di una tristezza infinita. Dovrebbe essere vietato studiare in pubblico.
O in privato.
“Certo, a meno che un attraente diciassettenne di nome Harry Styles non abbia fatto la fotocopia alla sua autorizzazione per la sua cara amica..” riportai velocemente gli occhi su Styles, che sventolava vittorioso davanti al mio naso la mia salvezza.
Feci per afferrarla, ma lui tirò la mano indietro “Parola magica?” domandò, con il suo solito sorrisetto da stronzo bastardo.
“Dammi quel foglio, sfigato.”
“Che stronza.” commentò, ma mi passò comunque l’autorizzazione.
Stavo per ringraziarlo, quando pensai che voltargli le spalle e tornare dentro casa sarebbe stata un’uscita davvero ad effetto.
Peccato che inciampai nello stupido bonsai finto accanto allo zerbino e sbattei la testa sulla porta.
“Merda!”
“AHAHAHAH”
 
 
QUALCHE DECENNIO DOPO
“Questo è il Trinity College, il più imponente e antico di tutta Oxford..”
E blablabla. Ci avevano trascinato a cento chilometri da Londra per farci stare in piedi a dondolare come dei polli e per farci vedere degli sfigati che studiavano. Non potevamo neanche entrare a visitare tutto il college, perché c’erano le lezioni, quindi ce ne stavamo nei giardini.
Guardai con desiderio il TopShop dall’altra parte della strada. Sulla vetrina spiccavano a lettere cubitali le parole SALDI! SALDI! ma non credo che il prof. sarebbe d’accordo nel farmi uscire per fare compre.
Oddio, magari si, considerato che quella traditrice di Leah non faceva che ridacchiare con Harry da ore accanto a un cipresso, e Mr Green non dava segni di accorgersene.
Guardala, guardala come si aggiusta in continuazione la treccia! Basta, smettila di tormentare quella treccia!! I suoi capelli diventeranno così unti che potrò ricavarne dell’ottimo olio per friggere delle patatine.
Mmm, patatine! Mi sembrò quasi di sentire l’odore delizioso di patatine fritte di McDonald’s accanto a me, e quello della salsa barbecue, e quello dei polletti fritti..
Sgranai gli occhi, girandomi velocemente verso la mia sinistra.
“Fao.” mi salutò Horan, mettendosi in bocca sei patatine.
Non me li ero immaginati quegli odori! Niall reggeva una busta di McDonald’s tra le braccia, come se fosse suo figlio.
“Dove li hai presi?” sibilai, notando che alcuni ragazzi cominciavano a guardarlo incuriositi.
“Là!” urlò lui, indicando tranquillamente un McDonald’s vicino alla traversa. “E la tipa alla cassa mi ha regalato i polletti, figo no?”
“Tu che le hai fatto? Autografato il culo?”
“No, ho solo dato il mio numero. Anzi no, il numero di Jack Olsen della classe di matematica..Era cessa.” continuò, prima di avventarsi sui polletti.
Gliene fregai uno, e per poco non mi diede un pugno. Dico per poco perché riuscii ad abbassare la testa in tempo per evitarmi un occhio nero.
“Sei pazzo. E violento.”
“La tua amica immigrata sembra divertirsi parecchio con Styles.” commentò lui, ignorando il mio commento. Io non mi presi neanche la briga di girarmi per vedere cosa stavano facendo, forse lei stava intrecciando i suoi capelli per ricavarne un cesto di vimini..
“Lui la sta usando per farmi ingelosire.” dissi di getto, senza neanche pensarci. Niall alzò un sopracciglio, sorpreso “E sta funzionando?”
“NO!” urlai, proprio nel momento in cui calava il silenzio su tutta la classe. Tutti si girarono verso di me, e il mio tentativo di eclissarmi sotto un sasso non riuscì.
“C’è qualcosa che vuoi condividere con noi, Foster?” domandò il prof., seccato.
“Veramente mi interessava sapere a quale specie appartenesse questo bellissimo ed interessante fiore..” inventai, indicando un fiorellino a caso sul prato.
“E’ una margherita, Foster.”
“Ah, ecco. Bella.”
Lui fece finta di non sentirmi, e continuò con la spiegazione. Horan nel frattempo aveva gettato tutti i sacchi di McDonald’s in un cestino (vale a dire: il suolo) e stava ridacchiando.
“Cazzo ridi?”
Scrollò le spalle, prima di aggiustarsi con una mano i capelli biondi “Pensavo che sei una pessima bugiarda. Se tu volessi fare ingelosire Styles, non ci riusciresti mai.”
“Invece sì che ci riuscirei!” mi infervorai “Sono un’ottima attrice, sai? Ho fatto due anni di recitazione.”
In realtà erano stati solo sei mesi nel dietro le quinte di una recita scolastica, ed era stato in seconda media, ma lui che ne poteva sapere?
“E allora dimostralo.” fu la sua replica, e prima che potessi chiedergli di che cavolo stesse parlando mi tirò a sé e mi baciò.
 
 

   
 
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