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Autore: Niky097    08/09/2012    2 recensioni
E se durante una giornata nera, tra le nuvole, spuntasse uno spiraglio di luce? Se proprio quel giorno trovassi un oggetto che ti potesse portare sulla pista giusta? Magari un iphone… sì, intendo dire: se l’iphone di uno “sconosciuto” cambiasse le cose? Insomma, se ti accorgessi che nella vita non ci sono certezze e che tutto può mutare da un momento all’altro?
(ora la pianto con le domande, tranquilli )
Volete sapere come?
Date un’occhiata a questa ff e lo scoprirete!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Dicono che niente accada per caso. Dicono anche che il nostro destino sia già scritto prima che noi nasciamo… beh, cazzate! Io sono troppo imprevedibile per avere un destino già scritto. sì! Il mio futuro lo deciderò io e non tu, caro destino… io mica mi fido degli sconosciuti, insomma, metti il caso che inizi a scrivere il mio futuro dopo aver bevuto tre boccali di birra! No, non mi fido!
Scommetto, caro destino, che tu non hai previsto che io andrò in galera a diciassette anni! Sì, perché sta volta lo ammazzo! No, no, aspetta! Prima lo prendo a tradimento, poi lo clono e ne faccio duemila copie, poi massacro l’originale ed infine ammazzo tutte le duemila copie fatte precedentemente!  
Beh, se ancora non l’avessi ancora capito, sto parlando dell’ormai famosissimo Nathan… sì, proprio quel ragazzo che con il suo nome scritto in ogni dove, intasa il mio diario segreto, per non parlare della mai testa. Quel cretino mi aveva dato appuntamento per la prima uscita insieme, ma ancora non si è fatto vivo. Dovevamo incontrarci alle 3.30 ed è quasi un’ora che lo aspetto, sinceramente sto cominciando a spazientirmi!
Poi, almeno mi avesse dato appuntamento vicino a casa. No! Lui ha intelligentemente deciso che ci dovevamo vedere per forza al centro di Londra, lontano chilometri da casa mia.
 
-“Basta! Ora me ne vado! Se è un cretino non è colpa mia, arriverà il giorno in cui si farà furbo!” dissi a bassa voce, mentre controllavo l’ora per l’ennesima volta.
Ero davanti al bar nel quale ci saremmo dovuti incontrare. Sembravo una cretina imbambolata ad aspettare il principe azzurro. Se fossi rimasta ancora, qualcuno si sarebbe fermato di fronte a me e mi avrebbe scrutata con sguardo compassionevole, lasciandomi qualche soldo. Quello stupido non mi aveva neanche mandato un messaggino per avvertirmi che non sarebbe venuto, ma io, di certo non l’avrei chiamato: gli avrei fatto venire il senso di colpa per essersi dimenticato del nostro appuntamento.
Mi decisi a trovare un taxi per tornare a casa. Incominciai ad avanzare sul marciapiede, tra il fiume di gente che continuava a sfiorarmi credendo che fossi un fantasma e che quindi potessi essere oltrepassata… che modi!
Ecco! Ora un tizio mi aveva pure strattonata facendomi perdere l’equilibrio. Per fortuna ero riuscita a non cadere… per oggi mi ero già umiliata abbastanza!
-“Pirata del marciapiede!” gridai guardandomi alle spalle e notando che quel tizio era già sparito tra la folla.
Continuai ad avanzare fino a quando non mi venne l’istinto di controllare quanti soldi tenessi nel portafoglio. Speravo con tutto il cuore che mi sarebbero bastati per tornare a casa, oppure avrei dovuto chiamare mia madre per venirmi a prendere e sicuramente, lei, non ne sarebbe stata molto felice dato che era al lavoro.
Infilai la mano nella borsa… no! Aspetta! Quale borsa? Non avevo più la borsa! Mi prese il panico. Forse l’avevo lasciata davanti al bar o forse mi era caduta, calma e sangue freddo, dovevo solo ripercorrere la strada inversa e cercarla. Dio, ma che ragionamento è? Anche se mi fosse caduta, sicuramente qualcuno se n’era già appropriato!
Provai comunque a tornare in dietro per cercarla. Perlustrai ogni angolo della strada che avevo precedentemente percorso, ma nulla! Vuoi vedere che il “pirata del marciapiede” mi aveva fregato la borsa!?
Ed ora come tornavo a casa? Il mio portafoglio era li dentro e per l’appunto che le sfighe non vengono mai sole, c’era anche il mio telefonino.
-“Respira, respira! Basta chiedere gentilmente e sono sicura che qualcuno mi presterà un telefonino!” dissi tra me e me.
Incominciai a rigirarmi tra la gente sperando di trovare una faccia conosciuta o perlomeno una faccia che sembrava promettere bene.
-“Scusi, posso…” tentai di dire prima che il vecchietto di fonte a me se ne andasse indisturbato, non degnandomi di una misera occhiata. Solitamente sono i vecchietti quelli sempre pronti a darti una mano. Sbaglio o sono loro quelli che, nei film, ti vengono in contro mentre sei seduto su una panchina sotto la pioggia e ti danno un qualche tipo di consiglio utile per riprendere in mano le redini della storia? Se ti va bene, ti rimandano indietro nel tempo per correggere i tuoi errori, ma effettivamente quelli sono solo film!
-“Senta, io…” tentai nuovamente appellandomi ad una giovane signora.
-“No, non voglio niente!” disse, per poi partire speditamente e sparire dalla mia vista. Ma mi aveva presa per una venditrice ambulante? Roba da matti… ora avevo pure la faccia da venditrice ambulante… ci mancava solo questa!
Se qualcuno mi avesse chiesto gentilmente il telefono, io, gliel’avrei prestato immediatamente! Possibile che fossi rimasta l’unico essere umano con un po’ dio cuore in tutta Londra!?
Stavo cominciando ad agitarmi sempre di più, forse avrei dovuto tentare di tornare a casa con i miei benedetti piedini, che erano la mia ultima chance per riabbracciare il mio morbido pouf azzurro, ma ci avrei messo ore e ore. Il tempo si stava pure rannuvolando… ok, ok… se si metteva a piovere allora era ufficiale che quella sarebbe stata la peggior giornata di tutta la mia breve e monotona, per non dire barbosa, esistenza!
Ero sul marciapiede in prossimità di un angolo da svoltare, ma c’era qualcosa di strano! Sentivo delle grida, apparentemente grida disumane di ragazze. Svoltai l’angolo e in lontananza vidi una folla di ragazze addossate l’una sull’altra, che avanzava, correndo, nella stessa direzione che avrei dovuto imboccare io. Ormai erano sparite tra la gente, chissà cos’avevano? Sembrava che stessero inseguendo Johnny Depp! Beh, chiunque fosse stato quel poveretto inseguito, non volevo assolutamente essere nei suoi panni!
Avanzai per qualche metro, fino a quando, il mio sguardo si puntò a terra su un oggetto nero. Il mio volto si riempì di gioia. Forse la fortuna aveva cominciato a girare dalla mia parte: quell’ iphone
valeva duecento volte il contenuto della mia intera borsa! Allora forse avevi ragione, caro destino, niente accade per caso!
Lo raccolsi entusiasta della mia vista da falco. Lo guardai per qualche secondo e poi incrociai le dita sperando che non ci volesse qualche sorta di codice per entrare. Per fortuna era già sbloccato! Mmh, quel telefono apparteneva quasi sicuramente ad una di quelle pazze ragazze che correvano come delle forsennate, forse le era scivolato dalla tasca! Sull’immagine di sfondo c’era una ragazzo molto bello, probabilmente era il suo fidanzato!  
Non diedi molto importanza allo sfondo ed andai direttamente a comporre il numero di mia madre. Mi portai il telefono all’orecchio.
-“Pronto. Chi è?” chiese la voce di mia madre.
-“Ciao, mami… ehm… ti devo chiedere un piccolo favore!” dissi.
-“Tesoro! Dimmi!”
-“Potresti venire a prendermi davanti al bar dove mi hai lasciata qualche ora fa?” chiesi sperando in una risposta affermativa.
-“Sono un po’ indaffarata, ma vedo cosa riesco a fare. aspettami li!” disse, prima di chiudere la conversazione.
Per fortuna ero salva! Non avrei dovuto consumarmi le suole delle scarpe per tornare a casa! Dopo tutto non era stata una giornata così brutta: avevo appena rimediato un iphone, al posto di quel cesso mezzo scassato del mio ex telefono.
Beh, Nathan mi aveva dato buca…ma forse mi stavo rendendo conto del fatto che fosse solo un cretino! Avrei voluto tornare a casa e buttarmi sul pouf azzurro con il mio diario in mano e strappare tutte le pagine in cui avevo scritto cose estremamente sdolcinate, come: “Vanessa + Nathan <3” ora mi vergognavo solo a pensarci! Come potevo essermi presa una cotta per un deficiente simile!? Forse io ero addirittura più cretina di lui!
Mi incamminai nuovamente verso il bar davanti al quale l’avevo aspettato per interminabili minuti, quando, ad un tratto, si mise a piovere. Feci una corsetta e poi mi riparai all’interno del bar, seduta ad un tavolo con in mano il mio nuovo telefono. Accomodata su quella sedia, sperando che si dimenticassero di chiedermi l’ordinazione, incominciai a fissare lo schermo bagnato del telefono. Sì, era proprio un bel ragazzo… quella ragazza aveva un fidanzato proprio figo, complimenti alla fortunata tizia!
Mentre lo tenevo in mano, incominciò a vibrare. Era arrivato un messaggio! Beh, dato che ormai era di mia proprietà potevo benissimo farmi gli affari del ex possessore, sì, quella stupida che me l’aveva, come dire, regalato, si sarebbe dovuta rassegnare! Nessuno mi avrebbe mai privato del mio tesssoro!
Il mittente era un certo “Tommo”. Aprii la busta: “Se hai trovato questo telefono ti prego di richiamarmi. È molto importante!”.
Se, se… poveretto! Contaci che te lo restituisco, aspetta e spera! Forse un giorno la fortuna girerà anche dalla tua parte… devi solo aspettare!
Scoppiai in una risata malefica, mentre stavo andando sulle foto per verificare se effettivamente, quel telefono, fosse appartenuto ad una ragazza. Strano! Foto, foto ed ancora foto sempre dello stesso tizio! Eppure mi sembrava un volto conosciuto… forse era il ragazzo di una mia amica un po’ pervertita! Ma comunque non gli avrei restituito il telefono! Probabilmente non ero io l’unico essere umano di Londra a cui fosse rimasto po’ di buon cuore! No, decisamente non ero io… Muhauhauhamauhauha…
 
  
  
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