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Autore: BarelyLegal    08/09/2012    7 recensioni
Allora, sì, è un'altra Joshley...PERO' diversa dal solito...è una storia totalmente inventata, in cui i paramore non sono mai esistiti, l'unica cosa "esistente" sono i personaggi! ahahah
Spero vi piaccia :)
"Sì, avevo una vita perfetta, degli amici leali, una moglie stupenda, una figlia meravigliosa, un lavoro appagante...e forse a Dio tutta questa perfezione nella mia vita aveva iniziato a dare fastidio.
Se solo avessi saputo..."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi Tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 6 - You Are The Only Chance I'll Take





They tell you where you need to go
Tell you when you need to leave
They tell you what you need to know
Tell you who you need to be

But everything inside you knows there's more than what you've heard 
There's so much more than empty conversations filled with empty words 

And you're on fire when he's near you
You're on fire when he speaks
You're on fire burning at these mysteries

They give me one more time around
Give me one more chance to see
Give me everything you are
Give me one more chance to be near you

When everything inside me looks like everything I hate
You are the hope i have for change 
You are the only chance i'll take

When I'm on fire when you're near me
I'm on fire when you speak
I'm on fire burning at these mysteries
Mysteries
Mysteries

You're on fire
I'm standing on the edge of me
I'm standing on the edge of everything I've never been before
And I've been standing on the edge of me
Standing on the edge

And I'm on fire when you're near me
I'm on fire when you speak
I'm on fire burning at these mysteries
These mysteries
You're a mystery



Ti dicono dove hai bisogno di andare
Ti dicono quando avrai bisogno di partire
Ti dicono cosa hai bisogno di sapere
Ti dicono chi hai bisogno di essere

Ma tutto dentro di te sa che 
C’è molto di più di ciò che hai sentito
C’è molto più di vacue conversazioni
Riempite con parole vuote

E tu sei infuocata
Quando lui è vicino a te
Sei infuocata
Quando lui parla
Sei infuocata
Bruciando a questi misteri

Dammi un’altra volta ancora intorno
Dammi ancora un’altra possibilità per vedere…si
Dammi tutto ciò che sei
Dammi ancora un’altra possibilità per essere…(vicino a te) – si

Quando tutto dentro di me sembra come 
Tutto ciò che odio
Tu sei la speranza che ho per cambiare
Tu sei l’unica opportunità che prenderò 

Quando sono infuocato (in fiamme)
Quando mi sei vicina 
Sono infuocato (in fiamme)
Quando parli
E sono infuocato (in fiamme)
Bruciando a questi misteri
Questi misteri…

Misteri…misteri…

Sono fermo sul margine di me
Sono fermo sul margine di ogni cosa che non sono mai stato prima 
E sono fermo sul margine di me 
Sono fermo sul margine.
E sono infuocato
Quando mi sei vicina 
Sono infuocato 
Quando parli
…Si…Sono infuocato
Bruciando a questi misteri
Questi misteri
Si tu sei un mistero, tu sei un mistero





Hayley POV

Dak se n’era andata da un paio d’ore, alle 19 aveva l’aereo per tornare a Los Angeles, avrei tanto voluto rimanesse di più, ma aveva avuto una chiamata dal assistente del suo negozio, un Surf Shop dove vendeva anche adorabili bracciali, collane e orecchini fatti da lei.
 
Ora, la scena che si presentava lì a casa mia era abbastanza singolare.
Io, in shorts, ciabatte rosa a coniglio, canotta e scopa in mano, “Accidentally in Love” a tutto volume dallo stereo, e io che ballavo/cantavo come una forsennata (pretendendo anche di lavare).
Ma mi piaceva, soprattutto quando stavo sola a casa –come la maggior parte delle volte- e dovevo fare pulizie, nonostante il mio monolocale fosse un buco.
Presi la scopa come asta con un microfono, iniziando a cantare e ad atteggiarmi come in un concerto, il volume era così alto che non sentivo nemmeno la mia voce.
 

Così lei disse qual è il problema baby? 
Qual è il problema non lo so 
bene, forse sono innamorato (amore) 
ci penso in ogni momento 
ci penso 
non posso smettere di pensarci 
quanto ci vuole per curarlo? 
solo per curarlo perché non posso ignorarlo se è amore (amore) 
mi fa voler voltare e affrontare le cosa
 
ma non so niente riguardo l'amore 

dai dai 
girati un po' più in fretta 
dai dai 
il mondo verrà dopo 
dai dai 
perché tutti vengono dopo l'amore 
così dissi sono una palla di neve rotolante 
rotolante nella primavera che sta arrivando di tutto questo amore 
sciogliendosi sotto i cieli blu 
cantando a voce alta sotto la luce del sole 
bene baby mi arrendo 
all'infinito gelato alla fragola 
di tutto questo amore 
non ho mai avuto l'intenzione di farlo 
ma non c'è scampo al tuo amore 
questi colpi di fulmine 
significano che non siamo mai soli 
mai soli 
dai dai 
vieni un po' più vicino 
dai dai 
voglio sentire il tuo sussurro 
dai dai 
sistemati nel mio amore 
dai dai 
salta un po' più in alto 
dai dai 
se ti senti più leggera 
dai dai 
un tempo eravamo innamorati 
siamo innamorati per caso 
innamorati per caso 
per caso 
sono innamorato per caso 
dai dai 
attaccati un po' di più 
dai dai 
e il mondo è un po' più luminoso 
dai dai 
buttati dentro il suo...amore 
sono innamorato 


Appena finita mi ritrovai abbastanza distrutta, e mi buttai ad angelo sul letto.
Quella canzone, soprattutto dopo la chiacchierata con Dakotah, mi stava facendo pensare parecchio.
Potevo davvero parlare di amore?
Forse era un termine troppo esagerato. Non era amore, non lo conoscevo nemmeno.
Però qualcosa c’era, anche perché il mio cuore solitamente non batteva così velocemente quando pensavo a qualcuno.
 

Josh POV
 
Jenna non era venuto a pranzo, mi aveva telefonato dicendo che aveva incontrato una sua amica del liceo, e che si sarebbero fermate ad un ristorante, mentre Mary Anne sarebbe rimasta a mangiare dai nonni, ed entrambe sarebbero tornate per le 21.
Pensai che fosse stato meglio così, rimanere solo a casa mi avrebbe fatto abbastanza bene, soprattutto per calmare tutti i pensieri che in quel momento facevano a pugni nella mi testa.
Erano ancora le 17, e non mi andava di rimanere segregato in casa tutto quel tempo, così optai per andare a prendere una boccata d’aria, e magari passare della sala registrazioni.
Dopo una mezz’oretta di camminata arrivai, chiuso nel mio cappotto per colpa di quel clima instabile di Settembre.
«Hey ragazzi» erano tutti intenti ad ascoltare una band che suonava dall’altra parte del vetro.
Alan si alzò togliendosi le cuffie «Hey capo, tutto ok?» io annuì  «Sì, certo, volevo solo venire a dare un’occhiata. Chi sono questi?» si voltò «This Providence. Sono davvero bravi» gli chiesi di passarmi le cuffie e mi avvicinai agli altri, che appena mi videro mi fecero un cenno con la mano.
 

I've had enough of your games
if you're not trembling, you'd better be
cause we're gonna be the end of you
I've had enough of your games
I'm gonna show them who you really are
And I can tell you right now, it won't be pretty

Oh you're throwing everything you have at me
cheap shots, low blows
will you ever let it go
you're so pathetic
give it a rest
you're not gonna win
you're never gonna.

 
Appena finite riaccesero le luci. La canzone, per quel poco che avevo ascoltato, mi era piaciuta parecchio.
Gli andai incontro dandogli la mano «Complimenti ragazzi» il cantante mi sorrise «Grazie. Lei è il proprietario, il signor Farro, giusto?» alzai le spalle «Proprio così» «E’ un piacere registrare da voi» sorrisi «Voi siete della casa discografica a noi affiliata, la Fueled by Ramen» lui annuì «Sì» «Ecco svelato perché siete una band che mi piace. Bhè, io vado, è stato un piacere. Ah, compimenti per la canzone» passai dalla sala e salutai gli altri per poi uscire.
Chiamai Jeremy, era l’unico amico che mi andava di vedere in quel momento «Hey, che ne dici di andare a fare un giro?» lui non se lo fece ripetere due volte.
Ci incontrammo di fronte a casa, così che io potessi prendere l’auto.
Se dovevo essere sincero non mi andava di rimanere a Nashville.
«Hey» appena arrivato lui ricambiò il mio saluto «Joshua! Allora, dove si va?» «Stavo pensando di fare un salto a Jackson» lui alzò gli occhi al cielo «Ancora per lei?» abbassai lo sguardo «No, almeno credo...» scoppiò a ridere dandomi una manata sulla spalla «Quanto sei sottone. Dai, andiamo» sorrisi ed entrammo in auto.
Il viaggio non sembrò molto lungo, soprattutto perché per tutto il tragitto io e Jerm ci mettemmo a cantare con i The Chariot sparati al massimo, facendo headbangin e pretendendo di essere tornati 17 enni.
Appena arrivati stoppammo tutto «Ci sarei visto, sai?» mi voltai verso Jerm ancora con il fiatono «Dove?» «A fare concerti, magari con la vecchia band» sorrisi «Sì, anche io...ma vabè, forse non era destino» lui alzò le spalle e scendemmo dall’auto.
Trovammo un bar vicino e ci fermammo a prendere qualcosa da bere, e anche per passare del tempo insieme, lui sarebbe partito il giorno dopo.
«Ma perché state a Londra?» mi guardò e rise «Me lo sono chiesto anche io. Ma alla fine, Kat è molto legata ai suoi familiari, e io faccio quello che è meglio per lei, penso che qui non starebbe bene come sta lì» annuii lentamente «Capito. Allora almeno fatevi vedere più spesso qui, penso che a Jenna non dispiacerebbe, anche se volete rimanere da noi» «Certo. E comunque...com’è andata con Jenna?» scossi la testa «Non è venuta a pranzo, ha trovato una sua amica di liceo ed è rimasta con lei» «Hai sensi di colpa?» lo guardai «Io? Se devo esserti sincero...no. Non so perché, ma non ne ho, forse perché non l’ho ancora vista...ma sono tranquillo. E’ come se quello che ho fatto non sia sbagliato» lui rise appena «Quindi non oso immaginare quanto tu lo desiderassi» sorrisi «Bhè...sì, lei la desideravo veramente» «Cavolo J, mi sembra di essere tornati al liceo, però non ti ho mai visto preso tanto da una ragazza» sollevai appena le spalle abbassando lo sguardo «E’ una situazione assurda Jerm, non so nemmeno io che diavolo mi stia prendendo» intanto erano arrivati i caffè «Bhè, io te l’ho detto come la penso» annuii ed iniziammo a sorseggiarli.
 
Io e Jeremy ci eravamo salutati da un paio d’ore, rimanendo che sarei andato il pomeriggio del giorno dopo ad accompagnarlo in aereoporto.
Ero tornato a casa, dal salone stavo guardando alla tv i soliti reality spazzatura, ma almeno passavo il tempo
Sentii un tintinnio di chiavi, e poi la porta principale chiudersi.
Mi affacciai appena per cercare di vedere, ma Mary Anne mi anticipò saltandomi addosso.
«Papà!!» la abbracciai «Piccola! Cavolo, non ci siamo visti per tutto il giorno, com’è andata dai nonni?» lei sorrise «Bene, la nonna mi ha cucinato la lasagna» «Ma davvero? Anche la nonna Rice si sta informando sulla cucina italiana?» lei annuì «Sì sì, ma io le ho detto che la nonna Daisy la fa più buona» scoppiai a ridere e sollevai lo sguardo guardando Jenna che intanto ci aveva raggiunti «Hai sentito cos’ha detto a tua madre?? Penso che ora se ne sarà andata in crisi» lei annuì «Sì, me lo ha detto in macchina, mi sono già arrabbiata a dovere, vero signorinella?» lei tornò seria e si strinse di più a me «Dai Jen, è una bambina, non penso che tua madre se la sia presa davvero» lei scosse la testa «Josh, sai com’è mia madre, per farle quella lasagna ci ha messo tutta la mattinata, mio padre ha detto che la sera prima si era già preparata tutti gli ingredienti, poi viene sua nipote e le dice che l’altra nonna la fa meglio. Come ti saresti sentito tu?!» alzai lo sguardo al cielo «Vabbè, Mary ha capito che non doveva dirglielo, è vero?» lei annuì piano.
Le accarezzai la testa «Ok piccola, e non farlo più. Tienile per te certe cose, ok?» lei pronunciò un flebile “Sì”.
«Comunque» sentii uscire da Jenna «fra poco si cena» la guardai abbastanza stranito «Ok» si voltò dirigendosi in cucina, l’aria abbastanza seria, mentre in e Mary Anne ci mettemmo a guardare i cartoni.
 
Avevo appena accompagnato Mary in camera sua, e ritornai in cucina, dove Jenna stava spreparando.
«Hey Jen» alzò lo sguardo «Cosa?» «Tutto ok?» annuì «Sì, certo, è che sono un po’ stanca» «Io comunque devo fare un salto allo studio» lei mi guardò stranita «Alle 22 di sera?» «Ora ci siamo sbrigati, non è questione di orario» mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia «Torno subito» presi le chiavi e uscii.
Questa volta non erano proprio sensi di colpa, però mi sentivo abbastanza uno schifo per averle mentito.
Presi la moto, almeno sarei arrivato prima.
 
Entrai nel locale, stranamente non era pieno come le altre volte.
Dissi al body guard che dovevo solo chiedere delle informazioni alla cassa, e lui mi fece passare, dicendomi però di non uscire dal suo campo visivo, altrimenti sarebbe venuto a prendermi (sì, suonava molto film horror).
Appena mi vide Eve sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori «Hey! Sei tornato!» ricambiai il sorriso «Già» sembrò pensierosa «Ma oggi non c’è Cherry» «Lo so, volevo solo prenotare per domani» lei sorrise «Questa volta sei venuto puntuale, sono liberi 3 posti, uno dalle» la bloccai «Li prendo tutti e 3» lei spalancò gli occhi «Ah. Ok...vuoi sapere almeno da che ora sono?» disse ridendo.
Annuii «Allora...uno ti trovi bene, è dalle 23, il primo turno, all’1, mentre il secondo è dalle 4 alle 5, l’ultimo. Sei stato abbastanza fortunato, i primi turni sono sempre i primi ad essere presi, solo che questa volta il cliente abituale mi ha disdetto poco fa» sorrisi quasi inconsciamente «Meglio così...per il pagamento?» «Oh, sì, per bloccare devi pagare ora» uscii la carta «Allora, 3 ore, Cherry...sono 2.010, che posso farti 2.000» spalancai gli occhi «Alla faccia» lei rise «Ecco perché mi sono sorpresa quando hai detto che volevi 3 ore, se vuoi sei in tempo per farne solo una» scossi la testa «Nah, voglio provare a salvarla» lei mi guardò stranita e prese la carta dalla mia mano.
«Bhè, a domani Eve» lei mi fece l’occhiolino «Ciao Josh».
Se dovevo essere sincero, non vedevo l’ora che arrivasse la sera dopo, l’unico problema era il trovare una scusa per Jenna.
 
Hayley POV
 
Venni svegliata dalla suoneria del mio pseudo cellulare.
Cercai di schiarire al meglio che potetti la voce impastata dal sonno «Pronto?» la voce arzilla di Eveline mi colpì a pieno l’orecchio «Hayles! Non dirmi che stavi ancora dormendo» «Hem...no, ma che dici» lei rise «Cavolo, sei la solita, e non hai nemmeno lavorato! Comunque, alle 16 passo a prenderti, ok? Andiamo a farci un giro prima di stasera» mi passai una mano fra i capelli arruffati «Hm...okay. Ma adesso che ora è?» «Le 14» spalancai gli occhi sollevandomi «Scherzi, vero?» «Negativo ragazza, hai dormito più della bella addormentata!» «Merda. Ok, ti aspetto a casa, a dopo Eve». Chiusi e nonostante l’orario mi ributtai sul letto.
Viva la pigrizia che c’era in me.
 
Eveline mi raggiunse con la sua vecchia decappottabile, una Chevrolet modello 1957.
Non era messa alle pezze come me in quanto soldi, ma non aveva nemmeno chissà quali ricchezze.
L’auto era della madre, e gliel’aveva lasciata in eredità insieme ad un po’ di soldi e alla casa, siccome lei era l’unica erede che aveva.
Più i guadagni del locale, meglio di me in quanto economia se la passava di sicuro, e alla fine doveva solo stare alla cassa e fare da segretaria a Chad.
Sì, anche lei era stata sbattuta da lui un paio di volte, ma chi delle ragazze in quel locale non era passata da quel deviato?
Scesi e mi sedetti accanto a lei «Allora, dove si va?» Eve mi sorrise «Prima di tutto, vuoi rimanere a Franklin o vuoi uscire?» ci pensai un po’ su «Che ne dici se andiamo a Nashville? E da parecchio tempo che non ci faccio un salto» lei mi guardò con uno strano sorrisetto disegnato sulle labbra «Non c’è qualcosa a Nashville, vero?» scossi subito la testa «Certo che no, cosa dovrebbe esserci?!» la mia voce sembrò essere diventata più alta di un’ottava.
Lei fece spallucce «Ah no, nulla, nulla».
Mettemmo la musica dei The Chariot a tutto volume, era una band che adoravo, soprattutto da ragazzina, ed iniziammo a cantare come delle matte. Fui io a farli conoscere ad Eve, con Dakotah li ascoltavamo in continuazione.
Lei alla fine era come una seconda migliore amica, almeno c’era sempre quando Dak non poteva.
Ci fermammo ad un cafè, il Dunn Bros, lei prese un cornetto con cappuccino, io preferii non ordinare nulla, avevo lo stomaco ancora chiuso.
«Ci credi che non ho nemmeno pranzato?» la guardai perplessa «Quanto hai dormito?» ci pensò su «Hmm...dalle 6 alle 12, mi sono fatta una bella tirata. Solo che poi non mi andava di mangiare, e ora sto morendo» risi «Almeno adesso ti è arrivata, io non riuscirei nemmeno a bere un caffè» smise di bere come se qualcosa le fosse arrivato in mente «Ah, comunque, per stasera c’è una sorpresa» la guardai «Cioè?» rise scuotendo la testa «Te l’ho detto, è una sorpresa, io non dico nulla» sorrisi «Potevi non dirmelo allora, adesso avrò la curiosità a divorarmi fino stasera» lei alzò le spalle come per scolparsi «Però tu preparati al meglio» continuai a guardarla perplessa.
Sapevo che non mi avrebbe detto nulla, quindi mi arresi. Avrei solo dovuto aspettare.
 
Dopo essere rimaste a parlare del più e del meno, e dopo averle raccontato della proposta di Chad, decidemmo di dirigerci direttamente al locale, anche perché solo per arrivare ci volevano tipo 2 ore.
Chad era già lì. Cercai di scansarlo dirigendomi subito nel mio camerino, ma lui mi raggiunse lo stesso.
Cercai di far finta di niente mentre iniziavo a cercare le robe per la serata, ogni tanto vedevo la sua figura riflessa dal mio specchio «Puoi almeno dar conto alla mia esistenza?!» mi fermai. Wow, non era stato rude o violento. Ma era Chad?
«E’ che voglio trovare qualcosa per lo show di stasera, comunque dimmi» si avvicinò «Sai perché sono qui, non fingere il contrario» mi morsi l’interno della guancia «Ricordamelo» sembrò dargli fastidio «Ti ho chiesto di sposarmi, Hayley, e tu mi devi ancora dare una risposta» «Chad...devo ancora pensarci bene, implicherebbe un sacco di cambiamenti» cercai di tirarla per le lunghe «Ancora?! Diavolo Hayley, non hai molto su cui scegliere, o un sì o un sì cazzo» iniziò ad alzare la voce, ed indietreggiai impercettibilmente.
Mi passai la mano sulla fronte «Un altro giorno, ok?» si avvicinò spaventosamente a me «Domani sera ti voglio qui, me ne sbatto se è la tua giornata libera, voglio la certezza che tu accetti, ok? E ora muoviti a trovare dei vestiti» si voltò e uscì dalla stanza, sbattendo violentemente la porta.
Cosa diavolo dovevo fare? Già la mia vita stava andando da schifo, non potevo anche permettermi di peggiorarla, sposarmi con un uomo egoista, arrogante e violento, e che per giunta mi avrebbe sicuramente tradito in continuazione.
Forse mi avrebbe fatto smettere di fare quello schifo di lavoro, e forse avrebbe messo da parte il debito...ormai, non sarebbe cambiato granché, no? Solo il mio cognome.
Hayley Nichole Gilbert.
Scossi la testa. Davvero ci stavo pensando su?! Ma, in fondo, forse dovevo realmente accettare.
Sarebbe stato meglio per tutti, tanto la mia felicità non contava più.
 
 
Josh POV
 
«Potevi farlo dormire qui, no?» scossi la testa «Jen, te l’ho detto, non è solo con Jeremy, staremo a casa di Zac, una specie di serata fra...ragazzi» annuì sconfitta «Ok...domani almeno ci sarai per pranzo?» mi bloccai dal mettere alcune cose nel borsone «Hem...penso di sì. Oh, Jen, non lo so, puo’ essere che andiamo a pranzo fuori e poi lo accompagniamo, Jeremy ha l’aereo nel pomeriggio» si scostò piano i capelli su una spalla.
Chiusi il borsone e prima di uscire dalla porta della nostra camera le diedi un bacio sulla guancia.
Lei sorrise appena «Ci sentiamo domani mattina, ok? Stanotte fai dormire Mary nel lettone con te» annuì «Ok, ciao» le sorrisi «Ciao» scesi i gradini ed entrai in auto.
Sì, avevamo fatto un enorme casino. Ovviamente Jeremy e Zac ne erano a conoscenza, e Jerm avrebbe realmente dormito a casa di Zac (anche se suonava abbastanza strano) e io li avrei raggiunti in mattinata.
Dovevo ad entrambi un favore enorme.
Ero già abbastanza in ritardo, avrei preso il motore, ma poi non avrei saputo dove mettere quell’inutile borsone con le robe per cambiarmi, quindi semplicemente accelerai, cercando le strade più brevi.
Arrivato guardai l’orologio che avevo al polso, le 23.27, ero bravo a mandare al diavolo le ore che avevo, eh?
Andai in contro ad Eve, che come solito stava al bancone «Josh! Pensavo non venissi più. Ma questo ritardo?» «Ho...avuto un contrattempo, e poi da Nashville sono pur sempre 2 ore e mezza» lei annuì «Vabè, comunque sia è sempre nella 11, ti devo accompagnare o ti ricordi dov’è?» «Hm...sì, me lo ricordo» lei sorrise «Bene, aspetta un attimo che la avviso che stai arrivando, ok?» annuii.
Lei prese il telefono «Cherry, sta arrivando il cliente delle 23» non sentii cosa disse lei, ma appena riabbassata la cornetta Eve mi guardò con un leggero sorriso sulle labbra «Ok, puoi andare» trassi un sospiro di sollievo «Perfetto, grazie» il locale straripava, lei doveva già essersi esibita.
Dovetti scansare parecchia gente prima di arrivare al corridoio con le varie camere.
Mi bloccai quando trovai la 11. Sentivo il cuore palpitare, la gola seccarsi e le mani sudare freddo.
Chiusi gli occhi “Maledizione Joshua, è solo una porta”. Vi avvicinai il pugno e mi decisi a bussare, tre tocchi precisi.
«Avanti» il solo sentire la sua voce mi fece mozzare il fiato, mi sentivo uno stupido in piena regola.
La aprii piano, lei sembrava si stesse guardando un ultima volta allo specchio, in un intimo nero con rifiniture dorate, ma appena mi vide dal riflesso si bloccò.
Chiusi piano la porta alle mie spalle e abbassai lo sguardo, mentre lei si voltò piano verso di me, abbastanza sorpresa.
Sorrisi appena puntando il mio sguardo su di lei «Ciao» continuava a guardarmi immobile, e ad un certo punto vidi comparire un leggero sorriso sul suo volto «Sei venuto davvero» alzai le spalle «Prendo le cose seriamente» scosse la testa come per farsi scrollare un pensiero che le era venuto in mente.
Mi venne vicino prendendomi per i lembi del collo del cappotto «Sei arrivato in ritardo. Vuoi sempre fare le cose di fretta, eh?» alzai lo sguardo sorridendo e poi lo ripuntai nel suo «Tanto abbiamo...un’altra ora, e poi un’altra dopo» mi guardò, il volto a punto interrogativo «Ho preso la prossima ora e l’ultima» sembrò esserne rimasta parecchio sorpresa e mi sorrise «Possiamo fare con calma allora» feci scendere le mie mani lungo i suoi fianchi «No, questo direi di no» la avvicinai a me e finalmente sentii le sue labbra sulle mie, le sue mani ancora aggrappate al mio cappotto che finalmente lo fecero scivolare dalle mie spalle.
La sollevai, per poi spostarmi vicino alla parete facendovi aderire la sua schiena, mentre lei rimaneva aggrappata a me, le sue mani intrecciate nei miei capelli.
Non volevo staccare le mie labbra dalle sue, il contatto frenetico delle nostre lingue, che si muovevano in una sincronia perfetta.
Non mi ero mai sentito così...vivo, non avevo mai desiderato una persona tanto in vita mia.
Ed era una cosa che andava oltre il semplice sesso, era proprio il bisogno che sentivo di vederla, o semplicemente di sentire la sua voce.
Non riuscivo a spiegarmi da cosa ciò fosse scaturito, ma era davvero una sensazione assurda, assurda per me, che fino a poco tempo prima ero abituato a vivere nell’ordinario.
Quella ragazza mi stava sconvolgendo l’esistenza, mi stava facendo scoprire tutte le carte, mettendo a repentaglio il mio mondo ordinario, ma in qualche modo sentivo che ne valeva la pena.
Alla fine non mi importava, in quel momento avrei potuto perdere tutto, l’importante era che ci fosse lei con me.
 







Ok, non è granché, ma il prossimo capitolo sarà molto più interessante <3
Jos, spero che questo non ti abbia delusa ç.ç
Peace and LOL e fatemi sapere che ne pensate :3 Positivi o negativi che siano i pensieri XD
Becky; 
   
 
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