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Autore: Alopix    08/09/2012    5 recensioni
Cato e Clove.
Due Favoriti, i tributi più odiati da quelli degli altri distretti, ma idolatrati e portati in gloria a casa, nel loro.
Ma com'è la vita di un Tributo Favorito, aldilà della gloria e dell'onore?
Enjoy :)
(Sì, le mie introduzioni sono sempre spettacolari, eh)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THE RULER AND THE KILLER

"How can we win
when fools can be kings?”
[Muse- Kights of Cydonia]* (N.d.A)

 

Capitolo 5

Cato's POV

Giunto allo stabile dedicato agli allenamenti, sono accolto da una furia: un’alta ragazza bionda che sta uscendo tempestivamente dall’edificio . Poco dietro di lei c’è il suo trainer che le sta urlando di fermarsi. Inutile dire che lei non lo ascolta.
“Ragazze”, dico all’istruttore quando mi raggiunge. “Devi amarle”.
Lui alza gli occhi al cielo e sospira esasperato. “Se solo fosse brava la metà di quello che crede …”, dice. Poi ricomincia a rincorrerla e a gridarle dietro.
Ridacchio. Ecco il motivo per cui le ragazze vincono raramente i Giochi. Sono troppo emotive. Anche Clove che è la ragazza che mostra meno emozioni che io conosca  è una testa-calda impulsiva.
… E proprio Clove mi viene a sbattere contro quando entro nella nostra palestra.
Io sto quasi per scusarmi quando lei mi regala uno sguardo di puro disgusto, come se fosse colpa mia che ci siamo scontrati.
“Buongiorno anche a te”, le ringhio contro, dimenticando ogni proposito di civiltà che mi ero prefissato.
Lei non mi risponde, ma si limita a voltarsi e ad urlare “E’ arrivato!”.
“Finalmente!”, risponde Hugo, ancora però non visibile.
“Pensavo di avervi detto di venire presto, oggi”, aggiunge, apparendo sul balcone che domina la palestra.
 “Mi perdoni, vostra maestà.”,rispondo, sarcastico .“Credo di aver dimenticato la vostra richiesta da qualche parte fra inglese e trigonometria”.  Mi inchino, teatrale.
Quando mi rialzo, Hugo si limita ad ignorarmi. Clove mi sta guardando torva.
Il ghigno mi scompare immediatamente dal volto.
 Bene! Che bella giornata mi si prospetta oggi!
“Iniziamo a lavorare”, ordina Hugo.
 
Clove non mi sta parlando. Anche se sbaglio del tutto a lanciare i coltelli, lei non dice una singola parola per  prendersi gioco di me. Non ride neanche. E neanche i miei schernimenti sembrano avere alcun effetto su di lei. Niente di quello che dico o faccio la infastidisce o le provocano una qualsiasi reazione e questo sta iniziando a farmi abbattere veramente. Mi fa sentire invisibile, e non è una sensazione a cui sono abituato. In qualche modo, mi ritrovo sempre al centro dell’attenzione, che io voglia o no.
Solo quando abbiamo quasi concluso l’allenamento capisco cosa la abbia infastidita tanto.
Hugo ci ha appena raggiunto con due spade in mano quando tutto acquista un senso.
L’ho lasciata vincere ieri. Non mi perdonerà mai per questo e quindi non mi sta parlando oggi. Sorrido.
Già, lei non vuole favori.
Vuole fare l’offesa con me? Bene! Non tenterò mai più di essere gentile.
Ma poi, perché diamine l’ho fatto? Perché lasciarla vincere? Non ci guadagna neanche  in tecnica …
“Oggi vi allenerete con me”, Hugo interrompe i miei pensieri.Mentre uno si batte,l’altro lo riprende, cosicché io possa osservare ogni sua mossa anche da un’altra prospettiva”, dice, dando a me una spada e indicando a Clove la telecamera poggiata su una panca, pronta per essere usata.
Oh, certo. Diamo a lei il lavoro facile. Di sicuro sono io quello che deve migliorare nella scherma, qui.
“Quando sei pronta, Clove”, le dice Hugo, non volendo perdere neanche uno dei miei movimenti.
Lei annuisce, sembrando annoiata.
Incominciamo subito il duello. Questo non è un incontro studende-contro-studente, niente formalità, ci fermeremo solo quando ci sarà un vincitore certo. In realtà non capisco neanche perché lasci combattere me e Clove in maniera formale. Forse teme che lei possa accoltellarmi nel processo…
Lui sarà più vecchio di me, ma è di gran lunga più abile, per cui, in qualche modo, è uno scontro bilanciato. Ma alla fine riesco a batterlo.
“Bé”,inizia, a corto di fiato. “Sei un po’… rozzo alcune volte, ma altre la tua tecnica è perfetta. Il video mi sarà molto utile per vedere dov’è che sbagli.”
Certo che lo aiuterà, visto che è tutto quello che gli interessa. I nostri sbagli. Mai che si scomodi a fare un complimento.
“Vai a bere, se vuoi”, mi dice. Ma non voglio. Ci permettere solo una bottiglia d’acqua al giorno e non sono così assetato da rischiare di finirla. Chissà che altro ha in mente per la giornata.
Invece, raggiungo la panca dove è seduta Clove.
Prima che possa anche solo aprire bocca, però, Hugo la chiama per battersi con lui.
“Se non ti dispiace, Cato, ho bisogno che tu faccia attenzione a riprenderla completamente.  Devo vedere il suo gioco di piedi”, mi dice.
“E se mi dispiacesse?”,lo sfido, infastidito dalla gentilezza della sua richiesta. Dovrebbe essere una figura autorevole, o no?
“Fallo comunque”, replica. Bé, suppongo sia un miglioramento.
Lui e Clove iniziano a duellare e io gli osservo dallo schermo della telecamera, facendo attenzione che lei sia sempre riprese come si deve. Contemplo per un po’l’idea di rovinare il nastro di proposito, giusto per mandare a monte i piani di Hugo e infastidirlo, ma decido che sia meglio che me ne stia buono a fare il mio dovere. Anche se la prospettiva sarebbe allettante …
Non l’ho mai visto arrabbiarsi veramente e sono veramente curioso di vederlo. Il giorno in cui io e Clove ci siamo quasi uccisi a vicenda è stato quello in cui lui è andato più vicino all’ira, ma anche allora era comunque più calmo di come lo sarei stato io. O di come lo sarebbe stata Clove. Ah! Clove al posto suo avrebbe ucciso i suoi allievi piuttosto . Ghigno inconsapevolmente. 
Quasi mi chiedo se Hugo possa veramente infuriarsi o se è troppo docile per reagire violentemente a una qualsiasi cosa. La cosa non mi sorprenderebbe. Ha una personalità molto debole per uno che un tempo era un Favorito.
Noto che Clove sta di nuovo cedendo terreno e muovo la telecamera per seguire i suoi movimenti, ma lei continua a muoversi! Non potrebbe solo stare ferma e non arretrare?
Si volta, dandomi la schiena, in maniera tale da non far capire veramente come stia lavorando.  Hugo non se ne farà niente di questo filmato. Magari se mi spostassi più verso destra …
Ma poi noto Clove, e inizio a guardarla per davvero. Ho una visuale incredibilmente buona da dove sono ora. Anche se non la posso vedere in faccia, è chiaro quanto impegno ci stia mettendo nel combattimento, nel cercare di convincere Hugo , nel cercare di impressionarlo.
I suoi movimenti sono incredibilmente fluidi.  Sembra quasi una ballerina, con la sua corporatura esile e i suoi muscoli tonici.
E ha anche un bel sedere.
Loro si muovono ancora ed ora il suo viso è rivolto verso di me. E’ tutta rossa, madida di sudore, con un’espressione concentrata. Alcuni ciuffi le sono sfuggiti dall’elastico .
Ed è come se la vedessi per davvero solo ora. Sono in qualche modo colpito dall’espressione sul suo volto. Non èaccigliata, no, è più … particolare. I suoi occhi sono come pugnali, puntati contro il suo avversario, di cui non perdono nemmeno un movimento, e le sue sopracciglia sono corrugate verso il basso. Il rosso sul suo viso contrasta radicalmente con il suo solito colorito pallido, e i capelli che le incorniciano il viso le danno un aspetto disordinato, ma sempre fiero.
Le sue labbra sono leggermente aperte,il che è strano per lei, a pensarci. La maggior parte delle volte in cui è concentrata tende ad unirle in una linea sottilissima. Adesso no. Ha veramente delle belle labbra.
Scuoto la testa, frustrato. Che diavolo vado a pensare? Se voglio manipolare Clove non posso iniziare a pensare a lei in questo modo. Se non altro, è attraente.
Devo di nuovo aggiustare la telecamera, si stanno muovendo di nuovo. Non potrebbero semplicemente mantenere le loro posizioni? Questo ovviamente mi porta a guardarla di nuovo. Chi voglio prendere in giro?Attraente? Sexy sarebbe una parola più appropriata . Ma tutto qui. Non può esserci nient’altro, o manderei a monte il mio piano. Il piano a cui lei sta inconsapevolmente contribuendo.
Senza alcun preavviso, Clove urla di frustrazione. Mi concentro di nuovo sul duello e realizzo che Hugo l’ha appena battuta. Il viso di lei è contorto dalla rabbia, mentre Hugo sta ghignando, divertito dalla sua collera verso se stessa.
“Bé, se ti infastidisce tanto che ti abbia battuta, dovresti sol-”
“Ancora”, lo interrompe lei.
Hugo acconsente con uno sguardo annoiato e Clove lo attacca subito, non aspettando un inizio formale del duello. Anche se lei è più veloce di lui , e, ovviamente, molto più giovane, lui non ha alcun problema nell’affrontare un altro duello. E poi, lei è così esile.
Battersi con lei è come battersi con un cucciolo di tigre.
Tuttavia, Clove sta vincendo questo tempo. Ho anche visto Hugo arretrare un paio di volte da quando hanno incominciato, il che è un grande miglioramento per lei.
Forse dovrei farla vincere più spesso, c’è molto più divertimento!
Ma Hugo è comunque il migliore combattente e sta rincominciando a prendere il controllo della situazione. Le mosse di Clove sono troppo ripetitive, prevedibili. Lei incomincia a retrocedere di nuovo.
Sospiro. Va a finire sempre così, avrò visto questa scena centinaia di volte, nell’ultimo anno. Clove che arretra, Hugo che le urla di mantenere il suo terreno. Questo fa aumentare la rabbia di lei, la fa innervosire e la fa retrocedere ulteriormente. Allora il nostro istruttore le ripete di non farlo. E un cerchio infinito che continua fino a che Hugo non vince. Probabilmente, è così che Clove ha perso prima, ma ero troppo occupato ad analizzarla per accorgermene.
… Ma si sono fermati. E’ come se il tempo si sia congelato. Il silenzio è quasi tangibile. Hugo sta pressando la sua spada contro quella di Clove, come per forzarla verso il pavimento, ma, per qualche motivo, si è fermato. E lei lo sta guardando con il suo ghigno più impertinente stampato in faccia.
“Hai perso, vecchio”, soffia.
E poi lo vedo. Il pugnale. Clove lo sta premendo contro lo stomaco di Hugo, come per sventrarlo. Inizio a ridere, non posso farci niente. E’ troppo divertente. Per tutto questo tempo, abbiamo pensato che lei volesse batterlo in scherma, ma lei voleva solo dimostrargli di essere più furba di lui. E l’ha fatto. E’ una delle cose più divertenti che abbia mai visto. E’ astuta, la ragazza.
La mia risata fa allargare il ghigno sul viso di Clove, mentre lei si allontana dal nostro trainer con un’espressione di vittoria stampata in viso.
Hugo, invece, non sembra condividere il mio divertimento. “Perché avevi il pugnale. Se non l’avessi avuto avresti …”
“Perso”, dice lei, finendo la sua frase. “E quindi?”
“Metti che non hai un coltello nell’arena”, la sfida lui.
“Ma ho una spada?”, replica lei, scettica. “Perché dovrei avere una spada e non un coltello?”
“Diciamo che te li hanno rubati…”
Clove ride. “Sì, dal mio cadavere!”
“Bé, è così che finirai, come un cadavere, se punti tutto sui coltelli”, insiste lui, alzando la voce.
“Non è garantito che tu possa scegliere la tua arma nell’arena e se punti tutto su di una sola non dureresti cinque giorni”.
Lei apre la bocca per protestare.
“No!”, la interrompe lui prima ancora che possa iniziare a parlare. “L’arroganza non ti porterà da nessuna parte. Io non sono qui per trasformarti nella migliore lanciatrice di coltelli mai esistita. Sono qui per insegnarti come sopravvivere ai Giochi, e questo comprende che tu ti impegni e migliori anche con le altre armi”.
Ha ragione, nonostante tutto.
Clove sembra più arrabbiata di quando abbiamo tentato di ucciderci a vicenda il secondo giorno.
Migliorare? E come, vostra grazia?”, dice lei. “Come? Tu ti ostini a farmi duellare con Cato cosicché nessuno di noi due possa anche solo lontanamente sperare di migliorare. E non spieghi mai nessuna nuova tecnica, non spieghi mai niente di niente!  Di archi non se ne vede neanche l’ombra in questo edificio!  E sono troppo esile per maneggiare come si deve una lancia.”, dice tutto non alzando la voce, ma ha un terrificante tono sadico.
“Come? Come posso migliorare, così?”. Ha una luce assassina negli occhi.
“Oh, ma sicuro, dimenticavo che è colpa mia. Che sciocca. Perché Clove non ne fa mai una giusta. Perché è una ragazza figlia di un impiegato. Non importa quanto veloce, furba o letale lei sia. Semplicemente non è abbastanza”. E’ così vicina a Hugo che deve alzare la testa per guardarlo in faccia. Lui la sta guardando con uno sguardo freddo e inespressivo. C’è un lungo silenzio assordante, mentre lei aspetta che lui risponda.
Ma Hugo non risponde. Invece, si limita a girarsi e a dirigersi verso la bacheca con le armi.
Sospiro di sollievo, mentre mi alzo dalla panca. Non credo che avrei potuto sostenere un altro litigio fra di loro.
Non sto prestando attenzione a Clove, quindi non mi accorgo quando estrae il coltello da ovunque l’avesse nascosto. Sto guardando Hugo, chiedendomi che cosa abbia in serbo per noi, quando l’arma vola verso di lui. La lama si conficca nel mobile a pochi centimetri dalle sue dita.
Lui si immobilizza per un momento, ma poi semplicemente allunga la mano per togliere il coltello dal legno. Sono sorpreso dalla quantità di sforzo che sembra costargli. Riesce a estrarlo con una mano ma è ovvio che l’arma si è conficcata in profondità.
Si gira lentamente, guardando Clove con una fredda occhiata inespressiva.
Diamine, ma non si arrabbia mai? Lei gli ha appena lanciato un coltello contro!
Ma no, lui rimane calmo mentre cammina verso di lei, lo stiletto ancora fra le sue mani.
Quando la raggiunge parla così piano che tutto quello che riesco a capire è la parola “finito” e non sono neanche sicuro di averla sentita davvero.  Clove, con le labbra premute fra loro a formare una linea sottile, annuisce una volta. Poi l’allenamento prosegue normalmente.
Ma lei continua a non rivolgermi  la parola.
Si scopre che Hugo non aveva pianificato niente di speciale per oggi. Ci limitiamo a fare un percorso ad ostacoli un po’ di volte e poi siamo liberi di andarcene.
Hugo esce immediatamente -chiaramente nauseato dall’idea  di rimanere nella stessa stanza in cui si trova Clove- lasciandoci da soli a preparare i nostri zaini.
Mentre getto il poco che ho portato nel mio zaino, cerco il modo migliore per tirare in ballo l’argomento del duello di ieri. Guardo Clove, scoprendo che è pronta ad andarsene, e realizzo che non mi è rimasto tempo.
Improvvisando, mi interpongo fra lei e la porta, appoggiandomi casualmente alla parete.
“Dovresti mostrarti più allegra, sai?”, osservo.
Clove non dice niente. Si limita a lanciarmi uno sguardo che press’a poco  significa “Spostati immediatamente se non vuoi morire giovane”.
“Visto che ieri hai vinto, più sorrisi e meno sguardi assassini sarebbero più appropriati”, ritento, anche se questa affermazione non ha senso per il semplice fatto che non l’ho mai vista sorridere. C’è da dire che la vedo solo durante l’allenamento, ma comunque Clove non ha l’aria di una persona che dispensa sorrisi facilmente.
“Io non ho vinto”, mi ringhia contro.
Sorrido. “Se non ricordo male mi hai battuto. Tre a due.”, dico ghignando.
“Uhm, se non ricordo male mi hai lasciato vincere”, replica lei, scimmiottandomi, mettendosi lo zaino in spalla.
“Una ragione in più per essere allegra e riconoscente”, cerco di convincerla. “Ti ho preparata per mostrarti in tutta la tua bravura a Hugo oggi”.Ghigno.
“Pensi davvero di essere un dio, non è così?”, rimbecca lei. “Ti pavoneggi in giro come se possedessi l’intero distretti! Per caso fai anche inchinare i tuoi amici quando vi incontrate?”
“Almeno io gli amici ce li ho. Non mangio da solo ogni giorno a mensa, non vado sparato a casa appena finito l’allenamento”. So che è un colpo basso, ma mi sta facendo veramente innervosire. “Io posso fare in modo di piacere alla gente. Che possibilità credi di avere se non piaci alla gente nell’Arena? Se non piaci al pubblico, sei morto”.
“Pensi che non lo sappia?”, soffia lei.
“Bé, allora potresti provare a sembrare più amichevole”.
Amichevole? Con chi? Con te?”, ringhia. “Sei solo un peso, Cato! Da quando sei comparso tu Hugo mi ha sempre ignorato per dare attenzione a te. Non ho alcuna ragione per mostrarmi piùamichevole”
“Un peso? Sto cercando di aiutarti!”. Il mio piano non sta funzionando così bene come avevo pensato. Di certo non mi aspettavo che accogliesse facilmente l’idea che io l’aiuti, ma credevo che avrebbe mantenuto il suo silenzio imbronciato per lasciarmi spiegare. Ma ovviamente no. Lei vuole combattere. E quello che ho appena detto sembra farla imbestialire molto di più di qualsiasi altra cosa io abbia mai fatto.
Lei percorre velocemente i pochi metri che ci separano e mi guarda con occhi che mandano scintille.
“Non .voglio .il tuo. Aiuto”. Sento il freddo di una lama sul mio stomaco.
Ma da dove diavolo li tira fuori quei cosi?
“Non dovresti rimetterlo al suo posto quello, Clover?”, dico, provando una tattica completamente diversa.
Lei ghigna lievemente. “Di certo non vado lasciando le mie cose in giro per il Distretto Due”. Quindi i coltelli sono suoi. Gli ha sempre con lei. Bé, questo è confortante. Invece di sembrare sorpreso, ghigno, cercando di comportarmi come se questo fosse esattamente quello che mi aspettavo. Intanto raggiungo con la mano i coltello a scatto che ho sempre con me, in tasca.
“Comunque non è un modo carino per trattare la gente”, dico. Poi, per sua sorpresa, la avvolgo con il mio braccio destro, in maniera tale che la mia lama sia puntata contro la sua schiena, sfidandola a fare una mossa aggressiva. Lei, per tutta risposta, si limita a premere di più il pugnale contro il mio stomaco e usa la sua mano sinistra per allontanarmi. Le sue dita sono estremamente calde contro il mio petto.
“Devi calmarti, Clover”,sussurro. “Io non voglio farti del male, ma se non ti dai una calmata non mi lasci altra scelta”.
Lei non dice niente. Rimane ferma nella sua posizione, continuando a guardarmi dal basso. Sta aspettando che io faccia una mossa sbagliata per pugnalarmi. Sarà più difficile del previsto.
Decido un mossa disperata e l’abbraccio.
“Ti diverti?”, dico, suadente. Per mia sorpresa, lei non arrossisce.
“Non più di te”.
Sopprimo una risata. E’ così ignara. Continuo con la mia scenetta.
“Ti dirò, Clover, questo per molte sarebbe un complimento”, mormoro, avvicinandomi ancora di più.
Lei mi spinge via con forza, lo sguardo pieno di disgusto.
Rido, mentre lei mette a posto il suo coltello e si fa strada verso la porta.
Lei si ferma e mi guarda.
“Ride bene chi ride ultimo”, dice con un inchino. Si volta e se ne va, un sorriso stampato in faccia.
Io continuo a ridere. E’ così una facile preda! Fino al momento in cui entreremo negli Hunger Games sarà fedele e leale come un animale da compagnia. Non costituirà alcuna minaccia, sarà un’alleata fantastica e mi potrò liberare facilmente di lei quando arriverà il momento.
Afferro il mio zaino e mi incammino verso la porta. Mi sembra più pesante di quello che sarebbe dovuto essere. Non l’ho preso da quando siamo arrivati e ho buttato alla rinfusa i miei averi poco fa, posso aver messo qualcosa in più per sbaglio.
Lo apro e ,fra le mie cose, vedo una sfera di metallo. Allungo la mano per prenderla ma, appena le mie dita l’avvolgono, emette improvvisamente  una dozzina di punte perforanti .
“Maledizione!”, urlo, facendo cadere sia la sfera che lo zaino.
La mia mano è tutta insanguinata. Molte delle punte si sono limitate a tagliarmi la pelle delle dita, ma altrettante si sono conficcate in profondità nel palmo della mia mano, che sta ora sanguinando copiosamente.
Maledizione”, impreco di nuovo. Sarebbe quasi divertente lo sforzo che ci ha messo per vendicarsi di ieri, se non fosse che è anche troppo doloroso per riderci su. In più, questa è la mia mano destra. Non sarò capace di brandire una lancia o una spada domani, non senza aspettarmi fitte lancinanti e dolorose.
Non parlare con me, urlare contro Hugo … era tutta una messa in scena. Se si fosse comportata normalmente sarei stato più vigile, e lei lo sapeva.
Forse, non sono l’unico fingere, qui.


N.d.A.
*"Come possiamo vincere quando i folli possono essere re?" . Ho scelto questa citazione perché si può riferire sia alla situazione di Clove (che non può vincere , cioè "migliorare") fino a che Hugo sarà "re" (o, nel suo caso, istruttore), sia a quella di tutti gli abitanti di Panem che non hanno alcuna possibilità di futuro perché sono tiranneggiati da un Presidente e da un Sistema folle (perché ingiusto e fondato sul egoismo). 
O almeno così la vedo io.
 Torando al capitolo, spero che vi piacerà almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverlo. Mi diverto troppo a scrivere da punto di vista di Cato, penso che lo farò più spesso. E' troppo spassoso! :D
Farò in modo di tradurre le altre citazioni a inizio capitolo il prima possibile (e coreggerò anche i primi due capitoli, che sono abominevoli)
Un abbraccio,
Annalisa.

P.s. in realtà questo capitolo l'avevo già pubblicato ieri, ma EFP mi ha sabotato ._.
   
 
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