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Autore: Yuna_Orange    08/09/2012    5 recensioni
(Dal capitolo 13)
- Posso sapere almeno che cazzo ci fai qui? – Sputò, acida.
Quello ci pensò su, prima di rispondere con uno scialbo: - Non lo so, Gaho ieri notte mi ha portato qua. –
Cane traditore!
- E ti sembra una spiegazione sensata? –
- Boh, forse: avevo sonno e non sapevo neanche dove mettevo i piedi. –
- Ah, adesso sì che ha senso! –
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE! Visto e considerato che la protagonista parla troppe lingue (~_~;) , ho deciso che per segnalare i discorsi in coreano utilizzerò le lineette, invece per quelli in italiano/giapponese/qualsiasi altra lingua utilizzerò le virgolette. Scusate per il disagio (??) (sembro una compagnia di trasporti così…).
 
Capitolo 2 – Next Day
 
Era svenuto.
Nives lo afferrò appena in tempo, prima che cadesse a peso morto su di lei.
Afferrò il braccio destro del ragazzo e se lo passò attorno alle spalle e gli cinse la vita con il suo braccio sinistro, per sorreggerlo meglio. Doveva ammettere però che quel ragazzo pesava meno di quanto s’aspettasse.
Dovette chiudere l’ombrello e abbandonarlo in terra, quindi si ritrovò a sua volta zuppa.
Fortunatamente il treno stava arrivando.
La ragazza afferrò con la mano libera il trolley e si trascinò all’interno del mezzo di trasporto.
Dove, ovviamente, non c’era nessuno.
Sospirò e sistemò quello strano tipo su un sedile e, prima di riporre il trolley nel portabagagli, prese dal bagaglio due asciugamani e una felpa.
Tolse il cappello al ragazzo e non rimase per niente sorpresa nel constatare che i suoi capelli fossero di un azzurro sgargiante. Dopo tutto lei due anni prima s’era tinta i capelli di lilla. Questo genere di cose non poteva destare in lei nulla se non pura curiosità. Lo privò anche della giacca, cominciando poi ad asciugargli la pelle e i capelli bagnati.
Osservò che aveva la febbre, e pure alta.
E grazie a questo gran cazzo, bello mio! Ti sei vestito così, con questo tempo! E sei uscito pure senza ombrello!! Ben ti sta!
Ricordò poi il suo sorriso, colmo di gratitudine, prima del collasso. Ammise a se stessa che quel gesto l’aveva scossa. Detto francamente, pensava che la volesse mandare al bel paese di fanculonia. Ma non l’aveva fatto.
Le aveva sorriso.
Nessuno le aveva mai sorriso così. Non era un sorriso di cortesia, di quelli che si fanno al tipo che ti tiene ferma la porta per lasciarti passare. No. Quello era un sorriso donato con tutto il cuore.
Dolcemente gli infilò la felpa, gli mise il suo cappello, la sua sciarpa e gli alzò anche il cappuccio della felpa, per tenerlo al caldo.
Frugò nelle tasche della giacca di pelle e trovò poche cose saggiamente riposte in una tasca interna.
Un cellulare, un passaporto, e un portafogli.
Il cellulare era spento. “Perfetto!!” disse sarcastica Nives “e dimmi un po’, perché hai il cellulare spento? Io adesso che devo fare?” Ma che fai? Parli da sola?  Scosse la testa e si diede dell’idiota da sola.
Controllò nel portafogli. Vi trovò, ovviamente, del denaro, varie carte di credito e la carta d’identità. Da quella apprese che il bel tipo dai capelli azzurri che giaceva accanto a lei era un certo Choi Seung Hyun, nato il 4 Novembre del 1987 a Seul, residente in Corea del Sud.
Per tua fortuna parlo anche il coreano, mio caro Choi.
Nel passaporto c’erano due biglietti. Uno era quello che aveva pure lei, quello della linea ferroviaria XXX diretto a Tokyo, e da quello scoperse che il tizio era diretto nella sua città. L’altro era un biglietto aereo che la informava che Mr. Azzurro quella mattina si era sorbito pure un viaggio da Seul a Fukuoka.
E tu sei venuto in Giappone senza neanche una valigia? Che hai fatto, sei scappato di casa?
 
 
Durante le tre ore di viaggio prese una decisione. Lo avrebbe ospitato finché la sua salute non fosse migliorata.
Non poteva di certo mollarlo lì sul treno. Con la sua felpa per giunta!
Certo era uno sconosciuto e, probabilmente, quando si sarebbe ritrovato in casa sua l’avrebbe denunciata per sequestro di persona o Dio sa cos altro, quello che è sicuro è che l’avrebbe presa per una maniaca.
Ma infondo a lei non importava.
In quel ragazzo riusciva a vedere solo un grosso cane randagio delle fattezze di un uomo, che se ne stava da solo sotto la pioggia e che lei voleva portare a casa.
 
 
Arrivati a destinazione, Nives cercò di farlo rinvenire. Non poteva portarlo a casa in spalla. Un conto e trascinarlo per 3 metri, l’altro è per mezza città!
Il ragazzo aprì gli occhi, intontito.
- Ehi, ce la fai a camminare? – gli disse, e quello fece cenno di sì. Chiaramente ce la faceva, sì, ma relativamente. Doveva in ogni caso appoggiarsi alle sue spalle per reggersi in piedi e camminare dritto.
Presero un taxi.
Arrivati a destinazione, Nives chiese gentilmente al tassista di aiutarla con la sua valigia, che fu trasportata dal buon uomo fin dentro l’ascensore.
Arrivati all’ultimo piano, precisamente il 13, le porte del macchinario si aprirono su un corridoio dal quale si accedeva a due abitazioni. Una era quella della signora Tenshi, l’altra era la sua.
Abbandonò il trolley affianco alla porta di casa propria e infilò la chiave della serratura.
Subito un *MIEOW* e il rumore del sonaglio si fecero sentire. Era la sua gatta, Aria, che le dava il benvenuto. Lo faceva sempre. E puntualmente la sua padrona giocava un po’ con lei prima di sistemare i bagagli e tutto il resto.
Ma questa volta Nives puntò dritto alla sua camera da letto.
Quasi rimpiangeva di non averla riordinata prima di partire.
Fece stendere l'ospite sul suo letto, gli sfilò le scarpe e i calzini bagnati, gli tolse anche la sciarpa ed il cappello, e coprì il ragazzo con un piumone e una coperta di pile.
Poi prese una bacinella e la riempì d’acqua fredda, la poggiò sul comodino e v’inumidì un fazzoletto che andò poi a coprire la fronte del Mr. Choi-capelli-azzurri.
Recuperò il trolley e la sua gatta, che aveva avuto la brillante idea di andarsi a rifare le unghie sulla pianta decorativa che la signora Tenshi aveva vicino alla porta.
Si diresse nella sua camera e osservò il Choi.
Aveva le guance rosse, ma nonostante quell’aria malaticcia, Nives ammise a se stessa che quello che dormiva nel suo letto era bello da far paura.
 
 
                                                      ~~~~~
 
La pioggia, un volto gentile, una voce preoccupata.
La voce di JiYong che gli martellava il cervello: - Quando arrivi, ovunque tu vada, per favore chiamami, non farmi preoccupare –
 
T.O.P. aprì gli occhi.
 
Vedeva tutto sfocato e gli girava la testa.
La sua mente era annebbiata, tutto era immerso in una nube fuligginosa, non capiva cosa gli era successo.
Poi piano piano ricordò.
Ricordò d’aver preso l’aereo diretto a Fukuoka, di aver aspettato il treno sotto la pioggia e di un ombrello verde. Ricordò anche una voce che gli parlava. Era dolce. Ma probabilmente l’aveva solo sognata.
Ok, ma io ora dove mi trovo?
Cercò di mettersi a sedere sul letto, ma invano.
Osservò dunque il posto in cui si trovava. Era disteso su un letto a due piazze, con un gatto bianco e nero che gli dormiva affianco. Il letto profumava di pulito e viole. Si voltò a destra e la parete era completamente occupata da un’enorme libreria, stracolma di libri. Si voltò a sinistra e vide un comodino che reggeva una bacinella, affianco a quel mobile c’era una sedia e dietro questa una finestra, chiusa, coperta da una tenda bianca. Un murale decorava il soffitto. Era una scritta stilizzata:
‘Little girl, little girl
why are you crying?
Inside your restless soul your heart is dying ‘
Viva l’allegria!
Però in se il murale era davvero bello: le lettere erano avvolte da rami di rose, e qua e là ne sbocciava qualcuna.
 
- Oh vedo che sei sveglio!! –
Quella voce. Era la stessa che aveva creduto di sognare.
Gli si piazzò vicino una ragazza occidentale dai capelli cortissimi.
- Dove mi trovo? – Mugugnò – E tu chi sei? –
- Piacere, io sono Nives e sei a casa mia! Tu devi essere Choi Seung Hyun, giusto? –
- Eh già – Sospirò – Ma perché mi trovo qui?? – Io lo sapevo! Dovevo prendere il volo diretto ad Oslo! Questa sicuro è una VIP, e io sono fottuto!! Mi trovo nella tana del leone! Dio, se esisti, aiutami!
Dire che T.O.P. era disperato, era minimizzare la cosa. Era l’unica spiegazione. Quella Nives doveva essere una VIP, lo aveva riconosciuto, lui si era sentito male e lei lo aveva rinchiuso in casa sua. Ormai non aveva scampo.
- Sai com’è, mi sei svenuto addosso e io mi sono sentita in dovere d’aiutarti. Ma spiegami una cosa, come mai sei venuto qui in Giappone? –
- Ma saranno fatti miei?? – T.O.P. cominciava a stizzirsi. La sua avventura era finita prima di cominciare. BENISSIMO!!
Guardò la ragazza, alla quale si imporporarono le guance. Ma poi sospirò e si passò una mano sugli occhi.
- Hai ragione. Guarda che se sei scappato da casa a me puoi dirlo. Non capita mica tutti i giorni di prendere il primo volo per il Giappone dalla Corea senza uno straccio di valigia. Dì la verità, la tua ragazza t’ha mollato e t’è frullata in testa l’idea che quel paese fosse troppo piccolo per tutti e due! -  L'ultima frase l’aveva detta  ridendo, ma sembrava preoccupata.
Ma che cazz…??
- Eh? – T.O.P. non capiva.
- Dai, non dirmi che ho indovinato! – E un’espressione di pura incredulità si dipinse sul volto della giovane.
Mi sa che questa non ha idea di chi ha accolto in casa…
Il ragazzo decise di verificare l’esattezza della sua tesi.
- Mmmh hai indovinato, ma solo sul fatto che sono scappato – Le disse.
- E da cosa sei scappato? Nella vita, mi dispiace Choi, ma non si scappa, le avversità si devono affrontare! –
Perché mi ha chiamato Choi? Di solito le fan mi chiamano T.O.P., Seung-hyun…ma questa m’ha chiamato CHOI!! Sì, è sicuro, non mi conosce.
- Hai ragione, ma io veramente non ne potevo più –
Era la prima che lo trattava da ‘persona normale ’ da quando era entrato a far parte dei BigBang e quel trattamento non gli dispiaceva…
- Scusami se ti sono sembrato scortese prima, infondo tu mi hai salvato! Ti sarò eternamente riconoscente! – E lo pensava sul serio.
Lei gli sorrise. – Non sei il primo randagio che accolgo in casa mia, sappilo! –
Sul volto di T.O.P. si dipinse un punto interrogativo enorme. Lei rise e disse: - La mia gatta…era una randagia anche lei – E la indicò.
Dormiva beata proprio vicino al fianco destro del ragazzo.
- Come si chiama? –
- Aria …- Gli si avvicinò e prese qualcosa dalla sua fronte, per poi metterlo nella bacinella.
- Apri la bocca – Gli ordinò.
Confuso, Seung-hyun obbedì.
Nives gli infilò qualcosa in bocca, doveva essersi accorta della sua confusione, perché disse: - Non ti preoccupare, è un termometro, nulla di speciale. Voglio controllare se la febbre è scesa, almeno un po’ –
Si diresse verso quella che comprese essere l’uscita dicendo: - Stai lì e non t’addormentare –
Poco dopo arrivò con un vassoio portavivande, che poggiò sulla sedia.
Prese il termometro dalla sua bocca e annunciò: - 38,5. Beh rispetto alla temperatura di quando t’ho portato qui, è un grosso miglioramento! Avevi 39,3 –
Lo aiutò a mettersi seduto, ponendo dei cuscini dietro la sua schiena.
- Ora, voglio che tu mangi tutto – Gli disse, mettendogli quel vassoio davanti.
C’era una scodella contenente del brodo e dei crostini.
Ma lui non aveva fame.
- Ti ringrazio, ma passo –
- Guarda che non ho avvelenato nulla, e poi sei malato, devi mangiare, per tenerti in forze! Altrimenti non guarirai mai. –
T.O.P. mangiò senza fare troppe storie. Ammise che quella roba era davvero buona.
 
 
 
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Nives concesse un po’ di solitudine a quel ragazzo. In fondo, non stava bene guardare una persona intenta a mangiare.
- Per qualsiasi cosa chiamami, anche quando hai finito di mangiare, così porto via tutto –
Detto ciò, si ritirò nel salotto, decisa a rimettersi a lavorare.
Doveva tradurre gli ultimi capitoli di un libro e rileggere il tutto entro la fine del mese.
Infatti Nives era una traduttrice di letteratura italiana per il pubblico giapponese. Era da sempre stato il suo sogno, era felice di svolgere il suo lavoro. Ma ci metteva davvero troppo impegno, la sua vita era praticamente stata risucchiata da quel lavoro.
Non usciva quasi mai, la sua vita sociale era ridotta ai minimi storici.
E tutto ciò era un controsenso, perché lei non era una persona chiusa e introversa, anzi la compagnia le piaceva e aveva da sempre fatto amicizia con tutte le persone che le bazzicavano attorno.
Però da quando era arrivata in Giappone qualcosa era cambiato.
Le mancava qualcosa. Non sapeva ancora cosa, ma cercava di colmare quel vuoto con il lavoro. Ma più lavorava sodo, più si impegnava e più quel vuoto si espandeva, inghiottendo tutto ciò a cui teneva.
 
 
Era passata mezz’ora da quando aveva lasciato solo il Choi.
Quindi decise di andare a controllare. Sperava che non fosse svenuto di nuovo e di trovare la sua testolina azzurra immersa nel brodo.
Fortunatamente trovò il portavivande ancora in ordine, la scodella vuota e il suo ospite addormentato. Ma guarda un po’, sembra un bambino.
Mise via le stoviglie e lo sistemò, non poteva dormire seduto.
Ma appena lo toccò questo si svegliò e le chiese: - Perché fai tutto questo per me? Insomma…sono uno sconosciuto –
Nives ci pensò un po’. Già, perché lo faceva? Non era forse più semplice portarlo in ospedale e lasciarlo lì?
- Mmmh…non lo so. Credo che sia lo stesso principio che muove le persone ad accogliere in casa un animale randagio. –
 
 
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T.O.P. rimase di stucco.
- Ti sembro un randagio? –
- In realtà sì. Eri tutto bagnato e infreddolito, sotto la pioggia. –
Quella ragazza era strana, aveva un modo tutto suo di guardare le cose.
Sorrise alla sua benefattrice.
Doveva essere arrabbiato per quel paragone. Caspita lui era un idol famoso in tutto l’oriente! Mica un cane bastardo qualsiasi!! Ma pensò che una persona dovesse essere davvero buona per accogliere uno sconosciuto in casa propria, accudirlo e curarlo. Era solo sorpreso.
- Grazie, davvero –
 








 
The idiot’s space o(゜∇゜*o)(o*゜∇゜)o〜♪
Salve bella gente! Sì questo capitolo è noioso, lo so (⇀‸↼‶) non tiratemi niente addosso per favore! Dovevo scrivere la cosa quanto più realisticamente possibile, capitemi!  (╥_╥)  (per quanto sia realistico tutto ciò LOL)
 
Se vi state dicendo “WOW, ha pubblicato un nuovo capitolo due giorni dopo la pubblicazione del primo!” dovete sapere che io non ho molto da fare, quindi in qualche modo devo perdere tempo (??)“ヽ(´▽`)ノ”  o leggo o scrivo ._.’’’ (ed è meglio se me ne torno a leggere và)
 
Passiamo ai ringraziamenti! Do un bacione a quelle brave persone che hanno recensito! Quando ho aperto EFP e ho visto le recensioni ho pensato “vi voglio bene!” LOL sul serio, arigato a tutte! ♡^▽^♡
Grazie anche a chi ha aggiunto V.I.U fra le seguite/ricordate/preferite e anche a chi ha solo aperto ‘sta cosa!
Alla prossima giente! 三(/ ^^)/
Yuna.
   
 
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