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Autore: Harriet_    08/09/2012    6 recensioni
Sapeva di non essere tagliata per le relazioni, lei così strafottente, così stronza, così popolare, così semplicemente Santana. Credeva che durante la sua carriera scolastica si sarebbe limitata a qualche storiella di poco conto con i ragazzi più popolari e attraenti, nulla di più. Ma le andava bene così. Perché dopotutto lei era Santana Lopez, non aveva certo bisogno dell’amore e di tutte quelle fesserie per essere felice.
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[FF Quinntana]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Successe tutto in pochi secondi.
La mano di Quinn sul suo fianco. I loro respiri vicini. I loro sguardi intrecciati. Una canzone.
Take my breath away.
Era il ballo scolastico, l’ultimo ballo del liceo per le due ragazze, e fu così che Santana capì che non stava cingendo la vita della sua amica, ma della sua anima gemella.
E fu così, che Quinn Fabray le portò via il respiro.


Santana si svegliò di soprassalto, scoprendosi aggrovigliata tra le lenzuola e completamente sudata.
Si mise seduta e controllò la sveglia. “Accidenti, sono solo le quattro di mattina!”.
Con un sospiro scostò le coperte che fino a poco prima la stringevano in una morsa bestiale e si tirò in piedi.
Andò in cucina e bevve un sorso di latte. “E adesso, come faccio?” pensò. “E’ una situazione di merda. Io ho sempre amato Brittany. Che cazzo mi è preso? Come ho potuto cadere nella trappola di Quinn Fabray?!”. Si accasciò disperata su una sedia, prendendosi la testa fra le mani.
“Io lo so cosa mi avrebbe detto il mio papà, se fosse ancora qui. Mi avrebbe detto che al cuore non si comanda, che non dobbiamo soffocare i nostri sentimenti, che le cose cambiano e non possiamo farci niente, che dobbiamo farci trasportare dal nostro cuore. Si papà, ma come faccio? Come faccio a dire a Brittany che non posso più sopportare il fatto che io la ami così tanto e lei mi voglia solo bene, come faccio ad andare da Quinn e dirle –Ehi Quinn, mi sono innamorata di te!-?! Non posso, non posso.”

Risalì le scale e si rimise a letto. “Rimpiango solo di non avere nessuno a cui raccontarlo, qualcuno con cui confidarmi. Rachel è fortunata, lei ha Kurt. Kurt è fortunato, lui ha Rachel e Mercedes. Tutti hanno qualcuno con cui parlare quando hanno dei problemi, ma io, chi ho?”. Santana si rese improvvisamente conto di non avere amici di cui fidarsi. “E se lo dicessi a Quinn? Sì, voglio dire, senza dirle che la diretta interessata è lei. Potrei raccontarle di essermi innamorata di un’altra. Potrebbe funzionare. Oddio, non lo so. Ora voglio solo dormire”. Ma ormai la mora non aveva più sonno. Così agì d’impulso, prese il cellulare e chiamò Quinn, senza sapere neanche lei cosa stava facendo.

Uno, due, tre squilli. Poi finalmente rispose.

“Pronto… Santana?”  la ragazza che aveva risposto al telefono si trovava probabilmente, fino a un secondo prima, nel mondo dei sogni. Aveva la voce impastata di sonno e un tono incredulo.

“Sì, ciao Quinn. Sono io. Santana.”

“Che cazzo vuoi? Ma lo sai che sono le quattro e mezza di mattina, sì?” Non era un modo fantastico per iniziare una conversazione, pensò Santana.

“Sì. Lo so, scusa.  E’ che non riuscivo a prendere sonno, e devo dirti una cosa importante. Non posso tenermelo dentro oltre” disse tutto d’un fiato.

“Una cosa importante? A me? Alle quattro di mattina? Non siamo così amiche, Santana. Non hai mai fatto una cosa del genere. Non mi hai mai confidato i tuoi segretucci da adolescente” disse ridacchiando. “Oddio, che carina” pensò Santana. “Riesco a immaginarla mentre sorride e intreccia le dita al filo del telefono. Ah.” Si riscosse dai suoi pensieri.

“Sei sempre mia amica, Quinn. Mi ascolterai? Farai questo per me?” disse speranzosa. Si aspettava un “vaffanculo” dall’altra parte ma, con sua grande sorpresa, non fu così.

“Sì, ti ascolterò, Santana. Dimmi che hai” disse sospirando. La mora si prese di coraggio e parlò.

“Ecco, allora, lo dirò tutto d’un fiato, tu non interrompermi, ti prego. Non riesco più a stare con Brittany. Ogni volta che l’abbraccio e la bacio penso che non mi amerà mai quanto la amo io, e questo mi distrugge, Quinn. Mi logora fin dall’inizio. Ma avevo imparato a conviverci, a farmi bastare quel poco amore che mi dava. Ma ora non ne posso più. E la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata… Una ragazza. Liza, si chiama. Sì, Liza. E’… Di Lima Heights. Esatto. Proprio così” disse incespicando. Aveva dovuto inventarsi una balla sul momento, e sperava avrebbe funzionato. “Ecco, vedi, io… Credo di essermi innamorata di questa ragazza. Non è stato amore a prima vista, anzi, la conoscevo da tanto tempo ed eravamo già amiche, ma ho capito di provare qualcosa di più della semplice amicizia. Non è come Brittany. Liza è stata ferita e usata. E’ una bambola rotta. Ma io potrei ricucirla, Quinn. Mi metterei lì, con pazienza e dedizione, a riassemblare i pezzi del suo cuore. Ma ho paura. Ho paura perché temo che non me lo permetterà mai.” Si morse il labbro inferiore, in attesa di una risposta. Aveva inventato quel nome, Liza, ma era stata l’unica bugia. Tutte le altre cose erano vere.

“Perché?”

“Cosa perché, Quinn?” disse sconcertata la latina.

“Perché pensi che non ti permetterà mai di lasciarsi amare, e amarti.”

“Oh beh, per tanti motivi” disse amara. “Innanzitutto, a Liza piacciono i ragazzi, non le ragazze…”

Venne interrotta bruscamente dall’amica. “Questo non significa nulla San, lo sai benissimo. Anche a te piacevano i ragazzi. Ma hai cambiato idea, se così si può definire”. L’aveva chiamata San. San. Un vezzeggiativo affettuoso. A Santana si sciolse il cuore.

“E’ diverso, Quinn. Molto diverso. Lei non è come me. Non credo che lei cambierà… Idea. E poi io ho avuto una famiglia che mi ha supportata e aiutata, non facendomi sentire mai sola. Lei ha dei genitori despoti che non accetterebbero mai una cosa simile. La ripudierebbero. Ma, in ogni caso, non diventerebbe mai lesbica per me” disse aspra.

“Genitori despoti… Uhm. Questo mi suona familiare” disse ridacchiando. Santana trattenne un sorriso. Come poteva immaginare, la sua dolce amica, che i genitori di cui parlava erano proprio i suoi?

“Eh. Già” disse nervosa.

“Forse potrei conoscere questa Liza. Darle qualche dritta su come fare quando hai due genitori così. E poi devo conoscerla in ogni caso. Una ragazza che ha rubato il cuore a Santana Lopez. Dev’essere speciale”  -oh, sì Quinn. E’ molto, molto speciale- pensò la latina. “Dimmi, com’è fatta?” oh no. Questa non ci voleva. Non bisognava far incuriosire troppo Quinn.

“Ehm… E’ normale, non saprei… Senti Quinn, mi sta venendo un po’ di sonno” disse con uno sbadiglio forzato. “Non è meglio se ne riparliamo un’altra volta? Magari domani a scuola… O al Lima Bean… Oddio, sempre se vuoi! Cioè, dove vuoi tu insomma… Se ti va, ecco…” in quel momento Santana si stava odiando profondamente. Dov’era andata a finire la Lopez spaccona e sicura di sé?

L’amica esplose in una risata argentina che a Santana fece venire la pelle d’oca. Possibile che fosse così perfetta? “Ma certo, San. Allora a domani. Ah, e sappi che mi dispiace per quello che sta succedendo. Lo so che sei confusa e triste. E anche se non siamo mai state amiche per la pelle, non è tardi per rimediare. Io sono qui, se vuoi confidarti. Anche alle quattro di mattina, ma non prenderci troppo l’abitudine!” disse ridendo.


“Grazie. Davvero. Grazie di tutto.” Mise giù il telefono con un sorriso. Era felice. Ma sapeva che si era andata a ficcare in un tunnel senza via d’uscita, sapeva che si stava facendo del male da sola.
Ma se quel male era Quinn, non era disposta a rinunciarvi.

 

Nda

Alloooora! Ed eccoci qui con il secondo, o meglio primo capitolo, dato che quello precedente era un prologo. Non ha riscosso molto successo, ma non importa. So che questa storia non è un granché, ma mi piace scrivere quindi non smetterò! :) 
Mi farebbe immensamente piacere se lasciaste una recensione scrivendomi cosa ne pensate. E’ molto importante per me la vostra opinione.
Detto ciò, vi lascio! Alla prossima!

Harriet_
 
  
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