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Autore: lispeth_    08/09/2012    2 recensioni
La felicità, quella vera corrisponde solamente all'amore, quell'amore puro che ti permette di superare ogni difficoltà. Noëlle Redwood era convinta che fosse così, credeva fermamente in quelle parole e nel loro significato. Lei amava Alex Dawson e tutto sembrava essere perfetto. Ma il destino non compie mai le sue azioni secondo le nostre aspettative.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era l'inizio perfetto della fine.
L'orologio da polso contava a ritroso i miei ultimi respiri.
Due parole. Un verbo che era volto a un futuro spezzato e un pronome personale che avrei preferito essere rivolto a qualcun altro.
La notizia proveniva da occhi sconosciuti comprensivi. Temporeggiavano spostandosi da una parte all'altra della stanza.
Tutto prese a girare vorticosamente come sopra un ottovolante senza freni. Mi venne la nausea mentre nelle mia testa continuavano a rimbombare quelle due parole avvelenate. A voce sempre più alta battevano contro le pareti della mia testa.

Lei morirà.

E il mio limite di tempo erano trenta giorni. Un misero mese e il mio ricordo sarebbe finito sottoterra.
Quella macchiolina nera all'inizio così innocua si era espansa per metà del mio corpo e non se ne sarebbe andata.
Un nero cannibale. Mi stava mangiando viva senza alcun rimorso e io scappai solamente. Mi misi a correre per i corridoi limpidi dell’ospedale in cerca dell’uscita e  una volta trovata non cambiò nulla.
Ero sempre io.
Era sempre il mio corpo.
Eppure avevo così voglia di mollare tutto ed evitare quel problema.
Avevo sempre fatto così. Si presentava l’imprevisto e io lo raggiravo silenziosamente a testa bassa.
Come una codarda.

-23 giorni

Cominciai a respirare a fatica appoggiata al muro.
Avevo ansia di tutto quello che avrei perso, di ciò che non avrei fatto e delle persone che non avrei mai conosciuto.
Ero troppo giovane per morire, non volevo lasciare tutti. Non volevo dar loro troppo dolore, io che cercavo sempre di migliorare la vita degli altri.
Mi voltai poggiando la schiena contro il muro riverniciato la settimana prima e vidi i suoi occhi. Quella perfezione di colori piantata in due iridi umane.
“Hai bisogno di riposare” mi disse battendo la sua mano sul materasso del letto. Mi lasciai trasportare dalla sua voce profonda fino a raggiungere le morbide lenzuola di seta.
Le sue braccia mi circondarono i fianchi.
I nostri corpi trovarono confronto uno accanto all’altro fino a quando il buio invase la stanza.

-20 giorni

Non riconoscevo il mio riflesso allo specchio.
Quella non potevo essere io.
Dov’erano finite le mie guance piene sempre arrossate? I miei occhi avevano sempre avuto quel colore? I miei capelli legati in una cosa di cavallo erano inesistenti.
I peli non crescevano più.
Lentamente stavo morendo dentro.

-17 giorni

“Cosa pretendi che faccia? Non posso andarmene” urlò Alex sbattendo il suo libro preferito contro la parete. Il tonfò riportò il silenzio.
Lottavo contro un dolore insopportabile.
Non mi faceva dormire la notte.
Piangevo conscia del mio orribile destino.
E lui era rimasto a guardarmi troppo a lungo. Aveva smesso di sopportare e la rabbia aveva preso il sopravvento.
“Potresti farlo sai? Uscire da quella porta per evitare tutto questo”
“Non ti lascerei mai, e pensare di essere distante da te quando succederà mi farà sentire terribilmente in colpa”
E mi trovai tra le sue braccia mentre le mie lacrime attraversavano la sua maglietta.

-10 giorni

Le ore erano volate troppo in fretta. Si era già fatto buio dopo che il sole era sorto. Mia madre mi guardava ai piedi del letto. Odiavo quella sguardo, mi faceva sentire terribilmente in
colpa.
Nemmeno quando era colpa mia dovevo essere inadatta.
La perfezione non esiste nella morte o forse a lei sarebbe bastato?
“Piccola Noëlle non essere così triste” intervenne come se stesse parlando a una bambina di cinque anni. Mi credeva una ritardata mentale.
“Il cervello è l’unico organo ancora lucido mamma, non serve che mi parli in quel modo”
Lei rimase immobile come se non avessi parlato. Guardò il muro dietro alla mia testa e poi uscì dalla stanza senza dire niente.
Ero già scomparsa dal suo mondo parecchi anni prima. Lentamente ero scivolata via dal suo interesse ed ero diventata orfana di madre. Potevo considerare allo stesso modo il lato paterno, mio padre era scappato di casa quando avevo ancora quindici anni e il suo ricordo si era sgretolato insieme alle banconote che mi spediva ad ogni compleanno.
Pensava che i soldi potessero risolvere tutto eppure non mi avrebbero mai liberata da quella malattia.
Guardai il flaconcino sul comodino. Quelle pastiglie mi avrebbero solamente fatto perdere i capelli. Mi alzai dal letto e le parole del dottore andarono a finire direttamente nel cestino insieme a un poster di Johnny Depp.

-5 giorni

Cominciavo a sentirla. La vera morte, che lentamente si insinuava nel mio corpo ricordandomi che mancava poco tempo. Cinque giorni e sarei scomparsa, il mio personaggio non era abbastanza rilevante per questa storia.
Ed Alex piangeva. Sembrava un bambino ferito e io non potevo fare niente. Non avevo nemmeno la forza di consolarlo. Continuavo a dirgli di andarsene ma questo lo faceva arrabbiare così tanto da farmi paura.
Dormiva da me. Stretto al mio corpo quasi inesistente.
Lo stavo perdendo o era già qualcosa che non apparteneva più a me?
La volontà non sarebbe serviva.
La speranza era inutile.
E mentre lui si rifugiò nel mondo dei sogni, presi carta penna e cominciai a scrivere. Mi sforzai a tenere in mano la penna sputando sangue sulla carta bianca.
Quella sarebbe stata la mia ultima lettera.
Le ultime parole di Noëlle Redwood.

0 giorni

Alex,
se stai leggendo questa lettera, vuol dire che sono morta.
E’ strano lo so. Ma bisogna pur essere sinceri una volta nella propria vita.
Ho scelto la fine come momento prescelto. Succede sempre così, una persona vive la propria vita in un certo modo per poi cambiare improvvisamente gli ultimi istanti.

Lo ammetto. Ho terribilmente paura.
Non voglio morire, sembra essere troppo presto e non ho avuto il tempo di fare tutte quelle cose che volevo fare.
Ti ricordi la lista che avevamo scherzosamente scritto?
Dovevamo fare ogni punto prima di morire e io mi sono resa conto di aver barrato solamente dieci nomi su cento.
E’ ingiusto. Terribilmente ingiusto. E vorrei avere più tempo per compiere ogni singolo punto insieme a te.
Scrivo queste parole mentre tu respiri profondamente sul mio cuscino. Noto solo in questo momento quanto tu sia bello. Non te l’ho mai detto mentre tu non fai altro che ripetermelo ogni giorno.
Sei bello e mi mancherai terribilmente. Ed è la prima volta che lo ammetto a me stessa.
Mi mancherà il tuo sorriso, il tuo modo di mangiarti le unghie e quando cerchi di impressionarmi citando autori stranieri dei quali non conosci nemmeno il nome.
Potrei sinceramente stilare un’infinita lista di motivi per i quali mi mancherai ma non voglio dilungarmi troppo su quello che è stato.
Concentriamoci su quello che avrai e che io ho perso per sempre.
Tu devi vivere come non hai mai fatto. Non chiuderti in casa, non smettere di parlare con tua madre, esci con i tuoi amici.
Per favore non smettere di sognare. Non smettere di credere nei tuoi quadri, nelle tue idee e nelle tue aspirazioni.
Tenta, rischia e cadi. Ma abbi il coraggio di rialzarti come hai sempre fatto.
Rimani l’Alex che sei perché il mondo ha bisogno di un punto di riferimento per parlare di perfezione.
Io ti ricorderò così: rannicchiato sul mio letto a pancia in giù.

Se stai leggendo questa lettera è perché voglio che mi dimentichi.
So che sarà dura, per quanto una persona possa essere importante è difficile cancellare del tutto la sua impronta.
Ma tu lo devi fare.
Non avere paura di buttare via ogni cosa che mi apparteneva.
Non avere paura di dimenticarti il mio viso, il suo della mia voce o semplicemente il colore dei miei occhi.
Non avere paura di innamorarti di nuovo.
E ti prego di farlo altrimenti ti prenderò a calci nel sedere ovunque io vada.
Ora prendi questa lettera e falla a pezzi. So che non hai bisogno di un pezzo di carta per ricordarti le mie parole.

Ti amo in questo momento
ti amavo fra cinque giorni.

Noëlle.
  
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