When you go

would you even turn to say:

“I don't love you like i did yesterday”
 

La guardo attentamente, come forse non facevo più da tanto tempo. I segni scuri marcati sotto gli occhi, la pelle tirata e i capelli che con gli anni aveva imparato a domare, aggiustati in una crocchia scomposta, con ciuffi che le uscivano da tutte le parti erano forse una premessa di ciò che stava per dirmi? Ma no. Qualsiasi persona avrebbe pensato che lei avesse quell'aspetto solo per le notti insonni passate a vegliare sul piccolo Hugo.
Mi guarda di ricambio, e sospira.
-Ron, io..- Trattiene il fiato, e a stento le lacrime – Non ti amo più come ti amavo ieri.-

Afferra le chiavi dell'auto sul mobiletto all'ingresso, apre la porta, mi guarda con i suoi occhi buoni ed esce. Sento il motore tossicchiare, anche lui stanco, e allontanarsi arrendevole.
È andata via.
La ragazzina con i denti davanti un po' sporgenti, i capelli crespi e la voglia di eccellere in qualsiasi materia. La ragazza in fiore che veniva invitata a ballare da Krum. La magnifica donna, sua moglie, che lo guardava sorridendo poggiando le mani sulla pancia che cresceva poco a poco. Andata, svanita.

Come svuotato di ogni sensazione, mi siedo sul divano, in trance, percependo il pianto di Hugo come un rumore lontano di cui non preoccuparsi.

Lei è andata via.

When you go

would you have the guts to say:

“I don't love you like I loved you yesterday”