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Autore: LiquidScience    08/09/2012    2 recensioni
"Se avessi le mani, scriverei un diario.
Ma le mie braccia sono ali, fatte per solcare i cieli,
Lassù dove nessun uomo è mai arrivato prima..."
Storia di un aereo da guerra che non voleva combattere.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vecchio meccanico entrò nel suo deposito. Era un capannone enorme, ma riempito di vecchi aggeggi arrugginiti fino all’ultimo spazio, ad eccezione di piccoli spazi per camminare. Il meccanico si asciugò la fronte con il dorso del suo guanto grigio. L’uomo era di corporatura piuttosto robusta, di altezza media e l’espressione sempre imbronciata, con la fronte corrugata e una rada barba brizzolata. Indossava una tuta da meccanico blu con macchie d’olio qua e là e un berretto del medesimo colore.
Aveva ricevuto l’ordine –o meglio, la minaccia- di smontare qualche vecchio rottame e darlo a quelli della discarica, in modo da fare un po’ di posto.
Si avvicinò a un vecchio aereo da guerra. Quello era perfetto per cominciare: lo aveva sempre disprezzato, fin da quando lo avevano portato, per il suo ingombro. Il meccanico prese una leva e la ruotò nella mano, con un sorriso sul volto. Finalmente aveva l’occasione di sbarazzarsi di quel coso una volta per tutte.
Cominciò con un’ala, quella più vicina a lui. Passò la mano sopra al metallo, in modo da pulirlo dalla polvere. Con grande stupore constatò che non aveva un filo di ruggine e il grigio della vernice scintillava come nuovo. Scacciò immediatamente l’espressione stupita e riprese a lavorare.
Quando staccò il terzo pezzo scorse un piccolo oggetto nascosto tra lo scheletro dell’ala. Lo prese in mano, incuriosito. Sembrava una specie di libro, la copertina in pesante cuoio era consumata e non recava nessuna scritta. Non c’era niente che potesse indicare chi fosse il proprietario.
Forse, se l’avrebbe letto…
Scacciò subito quel pensiero: non aveva tempo da perdere.
Però…
La curiosità lo corrodeva troppo forte perché lasciasse in parte il libro, cosò si mise comodo su un vecchio sedile e lo aprì.
Il libro era scritto con dei caratteri stampati, dalle sbavature sembrava una macchina da scrivere. Il nero, che non contrastava molto con il colore ingiallito delle pagine rendendo un po’ complicata la lettura, aveva una tonalità un po’ diversa. Sembrava… olio per motori.
Lesse una scritta in piccolo sulla prima facciata, l’unica di quella pagina prima del testo vero e proprio.
“Spitfire Mk.V”
Tutto l’entusiasmo del meccanico sparì in quell’istante. Non poteva crederci, un vecchio manuale di istruzioni.
Fece per chiuderlo e andarsene, ma qualcosa o trattenne.
Se fosse stato veramente un manuale, perché era nell’ala e non nella cabina?
Quella piccola scintilla di curiosità che gli era rimasta bastò per impedirgli di chiudere il manuale, e continuò a leggere.
Incredibilmente, quel libro era un diario. Un diario speciale, che nessuno ebbe mai l’occasione di leggere prima d’ora…
  
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