Eccomi con una
nuova storia,
nell’attesa di
risistemare come meglio
possibile il
prossimo capitolo di “Ancora”. Sinceramente non
avrei mai pensato che un
singolo capitolo mi portasse via così tanto
tempo, ma rintracciare informazioni
attendibili e decenti si sta rivelando un impresa.
Ci tendo a ringraziare chi
ha letto, seguito, recensito e/o
messo “di botanica e magia”
tra
preferiti, seguite e da ricordare. Grazie ancora.
Ci saranno come al
solito degli errori orribili.. devo decidermi a rapire qualcuno e
costringerlo
a farmi da beta….
Vi lascio dunque ad Alban
e vi aspetto a fine capitolo per
le precisazioni.
Ovviamente i
personaggi non sono miei ma della
BBC ,
maledizione, e scrivo
questa fic solo
per puro piacere personale.
ALBAN
Ch1 Alban Elved
Nell’aria si
sentiva l’odore del grano e dei frutti della
vite e del melo. Li
druidi delle tribù
umane preparavo i mandala per festeggiare
la notte di Alban Elved e gli abitanti dei villaggi li
decoravano con
parti del raccolto.
La magia vibrava
nell’aria a richiamare “la luce
dell’acqua”,
Albad Elved, per rendere grazie per il raccolto ed assicurarsi che le
preghiere
accompagnassero il dio sole morente nel suo riposo fino
all’anno seguente, per assicurarsi
la giusta protezione nel prepararsi al lungo inverno per salutare , per
salutare l’arrivo delle divinità femminili.
Mabon
si acconciava i
lunghi capelli neri, che lucenti
le scendevano in morbidi boccoli
sulla schiena decorandoli con spighe di grano, foglie secche, grappoli
d’uva,
spicchi di mela e bacche specchiandosi nel ruscello . Il profumo
dell’inizio
dell’autunno che emanava era quasi inebriante, sapeva di
nebbia e terra umida, di
foglie secche e frutta matura e cominciava a sentirsi il leggero odore
dei
fuochi aromatizzati di Samhain.
Il corpo sinuoso era
nascosto dal vestito dai toni caldi, il
giallo dotato delle foglie i caldi colori della terra i leggeri verdi e
l’oro
delle spighe.
Quando lei si
girò a guardarlo sorridendo, lui non poté fare
altro che trattenere il respiro. Gli occhi
verde foglia di lei ricambiarono lo sguardo ilari e
maliziosi
incitandolo a complimentarsi con lei.
“Sei splendida Elved”
gli sorrise lui con tono cerico di profonda ammirazione. Lei sorrise e
subito
scherzosamente s’imbronciò.
“Merlin”
sospirò quasi affranta “lo sai che non mi
piacciono
i nomi che mi rifilano gli umani ne
tanto meno quello da ‘messaggera’.
Perché semplicemente non mi chiami
con il mio nome? Non è difficile chiamarmi
‘Morgana’!”
“Ti chiamo
così tutti i giorni, almeno nel giorno della tua
festa dovresti utilizzare il nome ufficiale e quello che ti
è stato assegnato
dagli umani.”
Morgana gonfiò
appena
le guance e si spostò dal corso d’acqua poi gli si
avvicinò ancheggiando
leggermente e sogghignando malefica. Gli sollevò leggermente
il mento con un
dito e gli si avvicinò tanto da
poggiare quasi le labbra sulle sue.
“Hai
ragione” sussurrò lasciando che i loro respiri si
mescolassero. “Vorrà dire che
in onore
di tutto questo comincerò
a chiamarti
Alban Arthuan”.
Merlin sgranò
gli occhi sbiancando mentre lei si allontanava
saltellando tra muschio e radici ghignando malefica.
“No, no, no, no
e poi no!” piagnucolò Merlin,
“è già
abbastanza imbarazzante
averlo come
nome, morirò di vergogna se continuerai a
ripeterlo!”
Morgana rise sistemando
una ciocca di capelli dietro l’orecchio
“e perché? Caro il mio ‘luce di
Arthur’?”
Merlin la
guardò
esasperato, sospirando. “Ti sei risposta da sola quando hai
pronunciato il mio
nome”.
Avanzò
cauto verso di lei
per non inciampare nelle radici
degli alberi.
“Conosci
Arthur” riprese “lui ha preso il mio nome come un
invito a nozze e quando è nei paraggi mi tratta come il suo schiavo,
soprattutto se gli si ricorda
come mi chiamo.
Grazie agli dei è un
asino e ogni tanto mi fa la
gentilezza
di dimenticarsene”.
Il sole
cominciò a tramontare e i cori degli esseri umani
s’innalzarono
nella foresta.
Morgana alzò
lo
sguardo al cielo e chiusi gli occhi rimase qualche attimo in ascolto,
poi riportò
la sua attenzione su Merlin. “lo sai che è il suo
modo per dimostrarti che ti
ama, è testardo, sono ere che continua pensando che sia un
mezzo più che
efficace.”
Merlin sorrise abbassando
lo sguardo e massaggiandosi
nervosamente il collo, poi riportò l’attenzione
sull’Alban “Certe volte vorrei
solo che mi amasse di meno, allora.”
Morgana
ridacchiò divertita e al ‘ora vai’
dell’amico lei si
dileguò lasciando
dietro di sé solo
una scia del suo profumo.
Angolino delle
informazioni.
Intanto
ci tengo a
specificare che saranno
4 capitoli di
lunghezza varia e soprattutto Arthur X Merlin, in secondo luogo saranno
presenti solo 4 personaggi di Merlin come
base, anche se
possibili guest
star potrebbero
comparire ogni
tanto ma
solo per ruoli marginali.
Ed ora buttiamoci sullo
specifico. Il primo capitolo è
palesemente un prologo per mostrarvi in quale “universo
alternativo” siamo
finiti.
In questa mia fic i cari
personaggi principali sono
umanizzazioni delle festività legate al sole. Tali
festività sono equinozi e
solstizi.
I celti li chiamavano
albans (luci).le quattro
festività sono :
-
Alban
Eiler (equinozio di primavera) con data il
21 marzo, letteralmente “luce della terra”;
-
Alban
Heruin (solstizio d’estate) con data 21
giugno, letteralmente “ luce della
spiaggia”;
-
Alban
Elven (equinozio d’autunno) con data 21
settembre, letteralmente “luce
dell’acqua”;
-
Alban
Arthuan (solstizio d’inverno) con data 21
dicembre, letteralmente “luce di Artù”
meglio conosciuto come Yule.
Si dice che Re
Artù fosse nato proprio il 21 dicembre e
che dal nome della festa derivi il suo
nome.
Visto che
il capitolo
è dedicato a Elven vi darò un paio di notizie
in merito. Alven
Elven o Mabon o
Harvesthome è la sesta
che sancisce
la fine del
raccolto sanciva il
declino del dio sole e l’arrivo
della dea luna insieme a Samhain
sancisce l’inizio del periodo di preparazione
all’inverno. Elven si festeggiava
creando un cerchio di spighe di grano decorato con bacche e frutti come
offerta agli dei il capo dei druidi ci si sedeva in mezzo e assieme ai membri del
villaggio innalzavo
preghiere di ringraziamento agli dei e richieste di aiuto nella
preparazione
all’inverno.