Whatever it is, whatever it was
I know you've done this before
I say, whatever it is, whatever it was
I just gotta let it go.
Soul Gem
Ormai avevo ottenuto ciò che volevo, il mio desiderio era stato esaudito e avevo cancellato tutti gli errori del passato. Allora perché quel ricordo continuava a ritornare nella mia mente? L'immagine della ragazza in lacrime che è in piedi nella mia cucina con un coltello in mano era agghiacciante. Ripensai anche alla domanda che lei mi fece in quel momento, e mi stava per riprendere l'attacco di pazzia che ebbi la notte prima, ma ancora una volta mi fermò quella voce che risunava nella mia testa:
-Puoi solo ridere della stupidità umana-
Era Engano, che avevo visto qualche minuto fa nella mia stanza.
-Sei un bugiardo- gli gridai, ma lui non cambiò espressione. Infatti, con molta calma mi chiese:
-Dimmi... su cosa ti ho mentito?-
-Avevi detto che avresti esaudito un mio desiderio- continuai ad urlare.
-E l'ho fatto...- rispose la creatura, ancora con molta calma -... il tuo desiderio non era "non aver mai fatto successco"?-
-Sì, ma allora perché i ricordi ci sono ancora?-
-Non mi avevi chiesto di cancellarli-
Quella risposta mi ammutolì e, con tristezza, mi misi a fissare lo specchio che avevo vicino al letto.
-Tieni...- Disse Engano, interrompendo il mio attimo di riflessione -...questa è una Soul Gem-
Un punto, tra me e lo specchio, iniziò a luccicare; in quello stesso punto dove qualche istante dopo apparì una pietra luminosa, grande metà del palmo del palmo della mia mano, contornata da quattro fili di ferro che andavano a formare due ali che sembravano tagliate a metà. Al momento che la pietra finì di materializzarsi, io misi la mano sotto di essa, e lo strano oggetto ci cadde sopra. Era calda e più che la toccavo, più sembrava che qualcuno toccasse il mio cuore.
-Ti consiglio di non stringerla troppo- Disse Engano.
-A cosa serve?- Chiesi io.
-Lo saprai a tempo debito. Ora devo andare, ma tu esci e goditi la tua nuova vita, è da stupidi stare male per un qualcosa che non esiste ancora-
Engano scomparve, ma l'ultima sua frase mi risuonò nella testa per almeno due minuti. Era riuscito a tirarmi su di morale. In quel momento volevo uscire da quella stanza (anche se ero contento di rivedere la camera mia ai tempi in cui vivevo con mio padre in America).
Aprii la porta, percorsi quel lungo corridoio, scesi le scale ed arrivai in quella grande stanza, che non era altro che l'ingresso della villa di mio padre, e li ci trovai Ahorro che mi disse:
-Ti stavo aspettando- Ed io con sorpresa urlai:
-Allora non te la sei presa a male?!-
Figurati!- Urlò sorridendo mentre mi tirava un pugno sulla spalla, poi mi pizzicò una guancia e cominciò a dirmi con una vocina stupida:
-Ti conosco: sei un timidone, ma quando ti arrabbi, ti arrabbi per bene-
-Se non la smetti di distruggermi la guancia, mi riarrabbierò presto, promesso-
-Ok, scusa. Ma dalla sfuriata di prima capisco che il provino non è andato bene-
In realtà, non sapevo come fosse andato il provino, ma se il desiderio si era realizzato bene, allora era andato di sicuro male.
-Hanno detto che mi richiameranno- Le dissi, inventando.
-La conosco quella frase, e mi dispiace...- Disse lei con una voce triste, poi continuò a parlare -...Allora stasera niente karaoke, m'immagino che del canto no...-
-No!...- La interruppi io -...Al karaoke ci andiamo-.
Nota Dell'Autore
Mi scuso un sacco per il ritardo e per i possibili errori, ma il fatto è che non sapevo come continuare la storia. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto (so che è noioso, ma era fondamentale per la storia). Vi assicuro che nel prossimo capitolo ci sarà più azione.
Grazie a Yume Kourine per avermi recensito, sostenuto e incoraggiato e spero che sia soddisfatta del capitolo (ma ne dubito)
Detto questo vado a fare altro.
Un saluto a tutti da parte di
-xtomx95-