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Autore: CharlieMadison1    09/09/2012    5 recensioni
«Perché credi che Eclipse non sia un cattivo ragazzo?» Domandò Rein alla sorella.
Fine non volle rispondere anche perché non lo sapeva neanche lei perché sentisse ciò.
«Capisco.» Continuò la turchese: «Però io rimango della mia idea. Penso sempre che Eclipse non sia un ragazzo sui cui fidarsi.»
«Ma quante volte ti ha salvato sorellina?» Disse Fine con tono pacato.
«Beh..» [...]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.
Sia Rein che Shade si catapultarono nella stanza dove era stata ricoverata Fine. Appena Shade vide la ragazza coperta da numerose macchie di sangue sul suo corpo, non permise alla azzurra che le era dietro, di poter vedere la gemella.
«Che sta succedendo!?» Gridò la turchese volendo sapere anche lei, giustamente. Shade chiamò un'infermiera e le chiese di riportare la ragazza nella sua stanza.
Una volta fatto, Shade chiese agli altri medici cosa fossero successo. Ma non furono loro a spiegargli la dinamica dei fatti, bensì Bright.
«Stavo andando a cavallo e notai che Fine era intenta a buttarsi giù per un burrone. Appena capii delle sue intenzioni, cercai disperatamente di salvarla...»
Shade non diede il tempo al biondo di continuare: «E tu pensi, che io creda a ciò?» Domandò lui assottigliando lo sguardo che puntava verso l'altro ragazzo.
Bright sosteneva lo sguardo ma con meno tenacia rispetto a quella di Shade.
«E' e' la verità.» Balbettò il biondo.

Passarono diverse ore da quando Fine era entrata in quella sala di chirurgia e la luce rossa in cima a quella porta non voleva proprio spegnersi. Shade non faceva altro che fissarla e chiedersi soprattutto cosa fosse successo.
Pensò che Fine non era il tipo che avrebbe gettato la propria vita e questo ovviamente sottolineava il fatto che Bright avesse mentito; in più non capiva questa specie di sfortunati eventi che avevano colpito proprio le due principesse del regno.
Prima Rein e adesso pure Fine.
Questa non era semplicemente una coincidenza.
Probabilmente qualcuno stava puntando al regno Solare.
Il cobalto sentì un rumore e si guardò attorno spaesato, notò con grande piacere che la luce rossa si era spenta. Le porte vennero aperte e uscirono diversi medici e infermieri che stavano trasportando il letto di Fine.
«E' un miracolo che sia ancora viva.»
«Già, pensavo davvero che non ce l'avrebbe fatta.»

Shade seguì i medici e chiese loro riguardo alla situazione di Fine.
«Quando quel ragazzo biondo portò la ragazza, pensai subito che non ce l'avrebbe fatta.» disse onestamente: «ma la missione di un dottore è proprio quello di salvare il proprio paziente.» concluse con una nota d'orgoglio; «Comunque le ferite di quella ragazza erano particolari e strane. Aveva gravi ferite vicino agli occhi, le labbra, al petto e sui fianchi ed infine tagli piuttosto profondi sul collo.» Aggiunse.
«Però adesso non è in pericolo di vita?» Domandò il cobalto.
L'uomo scosse la testa prima verso destra e poi verso sinistra. Il blu chiese se potesse visitare la ragazza e gli fu concesso.
Shade una volta nella stanza della rossa, notò che il suo viso era bendato sugli occhi e aveva una maschera attaccata alla bocca che la aiutava a respirare.
Il giovane cercò di fare meno rumore possibile per evitare di svegliarla. Si sedette su uno sgabello che era accanto al letto e cominciò ad osservare Fine che giaceva su quel letto.
La giornata, che dapprima era bella splendente con un sole radioso, si era fatta buia e tetra. I nuvoloni che stavano coprendo il cielo, avrebbero fatto nascere un bel temporale.
Shade capì che non doveva assolutamente stare lì, e doveva assolutamente fare qualcosa. Forse come prima cosa doveva rassicurare Rein e dirle che Fine adesso era fuori pericolo. Così fece.
«Non voglio che le succedi qualcosa di male. E' sempre pur mia sorella.»

Passarono diversi giorni prima che Fine aprisse gli occhi. Non c'era dì che Shade passasse a trovarla. E ogni giorno le lasciava una rosa bianca.
9.
Furono in tutto 9 le rose che contò Fine una volta sveglia. Si trovò quei deliziosi fiori nel vaso che era accanto al letto su cui era seduta.
I medici avevano appena tolto le bende alla ragazza e le stavano facendo diversi controlli agli occhi per vedere se era tutto apposto.
Shade entrò con la decima rosa e fu sollevato nel vedere che la ragazza stava bene. Il ragazzo prima di parlarle, prese un grosso respiro e socchiuse le labbra ma prima che il cobalto potesse parlare, Fine gli chiese: «Chi sei?»
Shade rimase fermo e impalato.
Se quello era uno scherzo, beh era di pessimo gusto.
Era impossibile che lei non si ricordava di lui.
Si passò la mano sinistra, che era quella libera, sul viso; poi lanciò un'altra occhiata a Fine ma lei lo guardava con aria innocente e leggeva in quei occhi sincerità.
Però il cobalto era ancora incredulo e non sapeva se fidarsi al cento per cento delle parole della rossa.
«La ragazza ha perso la memoria.» Commentò freddamente il medico entrando nella stanza. «Gli eventi degli ultimi dieci anni se non di più, sono stati cancellati dalla sua memoria.» Shade trascinò l'uomo fuori dalla camera e si fece spiegare tutto con attenzione.
«E non c'è possibilità di fargliela tornare?»
«E' quasi impossibile.» Decretò il dottore.
«Ma lo sa che ci deve provare!» Il tono di voce del ragazzo cominciò ad aumentare sempre più; «Non si rende conto! Sia Fine che Rein sono delle principesse! Devono tornare ai loro compiti reali. Chi dovrebbe tenere le redini del regno eh? Prima Rein e adesso anche Fine. Siamo sicuri che non siate voi medici ad aver architettato tutto ciò?» Gridò prendendo per il colletto del camice del medico.
Shade era colmo di rabbia e si sentiva impotente di fronte alla sfortuna.
Non gli piaceva vedere soffrire qualcuno, anche si trattava del proprio peggior nemico. Lo sapeva perché era consapevole del dolore che si provava mentre una persona ti abbandonava, lentamente. Mentre tu stai fermo lì a guardare.
Shade non voleva questo.
Il cobalto sussultò sentendo una mano sulla spalla e vide che era Bright.
«Calmati.»
«Calmarmi? Ma te ne rendi conto? Ti rendi conto di cosa sta succedendo!» Urlò, lasciando l'uomo. Poi il silenzio.
Furono le parole del medico a rompere quell'atmosfera: «Probabilmente adesso Fine si sente una bambina e gli ultimi ricordi risalgono a quando aveva otto o nove anni. Ci vorrà tempo per spiegarle la particolare situazione che sta attraversando e soprattutto ci vuole una persona con sangue freddo che sappia dialogare con lei.» Era ovvio che l'uomo si stesse riferendo a Shade ma quest'ultimo era piuttosto dubbioso.
«Posso provare io!» Esclamò Bright.
«No. Non è il tuo mestiere, questo.» Rispose il dottore.
Shade guardò il medico e annuì facendo cenno con la testa.

Il ragazzo andò da Rein e le spiegò quanto successo alla sorella ed evitò di dirle che Fine aveva perso la memoria. Aggiunse che per un periodo non sarebbe venuto a farle visita e che se volesse, ci sarebbe qualcun altro a farle compagnia.
«Chi sarebbe?»
«E' solo un damerino.»
«Bright!?»
Il diretto interessato entrò nella stanza e vide Rein seduta sul letto. «Se vuoi..»
«Non voglio essere un rimpiazzo.» Dettò legge la turchese. Quest'ultima avrebbe voluto che lui rimanesse, ma non voleva essere un peso. E soprattutto non voleva essere un peso per lui.
Bright rimase in silenzio. Non sapeva come rispondere e soprattutto non sapeva rispondere a se stesso. Che le importava di Rein?
In fondo lui amava Fine e allora perché era lì.
Forse pensava davvero che Rein fosse un rimpiazzo.
Shade intanto non volle rimanere in quella stanza un po' troppo piccola per tre persone e si avviò verso quella di Fine.
Una volta lì vide la rossa sdraiata a letto che stava guardando verso la finestra.
«Ciao.» Salutò Shade.
La ragazza si voltò verso il giovane e sorrise di rimando: «Ciao.»
«Come stai?»
La tranquillità e la calma erano le chiavi per il successo. In quel momento Shade pensava a come creare un rapporto di confidenza con lei.
Infatti si ricordò delle parole dette dal medico: «Non è detto che sia impossibile farle tornare la memoria. Ma chissà, forse Fine si ricorderà stando vicino alle persone care...»
Shade sapeva che non c'era nessun altra persona che poteva stare vicino a Fine; i genitori erano occupati con il regno. Rein sarebbe stata la più adatta ma anche lei era messa male e poi c'era Bright...
Il cobalto sospirò e si rese conto che non stava affatto ascoltando le parole della rossa. Sorrise e annuì facendo cenno con la testa.
«Allora domani mi porti a fare un giro fuori?»
«Cosa?» Domandò lui.
«Sì, hai fatto sì con la testa. Voglio andare fuori! Sono stanca di stare in questo letto!»
Shade, se fosse stato il vecchio Shade, in quel momento avrebbe ripreso Fine e si sarebbe arrabbiato con lei. Ma non poteva permettersi di avere modi bruschi nei suoi confronti. E allo stesso tempo non poteva accettare ogni suo capriccio.
«Trovi noioso parlare con me?»
«Sì.» Disse lei gonfiando le guance.
«Bene, io non ti porto da nessuna parte.» Controbatté Shade incrociando le braccia. Lui sapeva come comportarsi con i bambini; e in quel momento Fine era una bambina.
«Sei cattivo!» Brontolò lei.
«D'accordo.» Sbuffo contrariato Shade alzando le mani.
«Quindi domani mi porti?» Domandò lei con gli occhi con una luce particolare negli occhi.
«Ho detto che sono d'accordo sul fatto che io sia cattivo.» Precisò con nota arrogante.
«Sei super cattivo, allora.»
Shade non capiva il motivo per cui stesse lì e stesse facendo compagnia a lei. Forse era il senso di colpa e il rimorso che lo stavano spingendo a fare tutto ciò, o forse era la compassione che provava per lei?
In quel preciso momento davanti agli occhi di Shade si formarono delle strane immagini. Si vedeva un uomo piuttosto avanti con gli anni, che era seduto su una sedia di legno e davanti a sé aveva un tavolo di legno. Su quel tavolo vi era un piatto di ceramica vuoto. Alle spalle di quell'uomo c'era un enorme finestra e la luce filtrava dai vetri. Non riusciva a vedere bene il volto della persona ma percepiva che triste.
Accanto a quella sedia e quel tavolo c'era un letto vuoto e quelle rose bianche appassite.
Shade sbatté le palpebre più volte e Fine preoccupata gli chiese cosa aveva.
«Forse un insetto.» Rispose lui portandosi le mani agli occhi.

Shade non sapeva che le immagini che lui aveva visto erano il suo futuro.










Ecco questo è il nuovo capitolo. E' un po' più lunghetto lo so. Ma quando mi faccio trascinare delle idee, non mi riesco più a fermare.
Sembra che la voglia di scrivere sia tornata. Proseguendo, ho delle idee molto carine per la storia. E niente. A chi segue e legge la storia, prometto (anche se so di non essere molto affidabile) di cercare di rendere la trama interessante e ricca. Qualora non lo fosse, non esitiate a mostrarmi il vostro punto di vista. Apprezzo critiche poiché, mi permettono di avere una visuale più aperta.
Per il resto ringrazio davvero chi legge, chi commenta e chi ha messo la ff. tra le seguite/ricordate/preferite.
Un'ultima cosa, ho deciso che la ff. sarà una RedMoon.
Non è vero, devo dirvi ancora un'ultimissima cosa e poi sparisco per domande o curiosità c'è la mia pagina facebook (si è tornata) o il mio profilo.
Un beso.
Agente PiccoloKoala.
   
 
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