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Autore: Alexiel_Slicer    09/09/2012    2 recensioni
Questa fan fiction a capitoli deriva da una one-shot che pubblicai molti giorni addietro chiamata "Occhi belli".
"Lui cantava, cantava, non faceva altro che cantare, anche se dentro si sentiva male, anche se non ne aveva voglia, lui doveva ugualmente cantare e dare l'idea di stare bene con se stesso, con il mondo, con tutto, soffocando i suoi sentimenti."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di lasciarvi alla lettura vorrei premettere che non finirò mai di ringraziare chi mi segue e recensisce. Anche se purtroppo a volte non rispondo non vuol dire che io non le apprezzi.
Infinitamente grazie e stragrazie!
Buona lettura.


CAPITOLO 10
La domenica mattina a Los Angeles era come se fosse un ordinario giorno di settimana. Le strade erano sempre trafficate, i marciapiedi straripanti di gente ed i negozi affollati.
Quel giorno il cielo era limpido ed azzurrino e il sole splendente lo coronava avvolgendo con i suoi raggi la città. L'aria era tiepida e densa di rumori: dalle chiacchiere delle persone ai rumori dei clacson che di tanto in tanto squarciavano violenti le particelle d'aria.
Bill indossava una leggera canotta nera aderente accompagnata da un paio di pantaloni scuri, mentre il suo viso era adornato da occhiali da sole e un berretto da baseball in testa.
Aveva dato appuntamento ad Alice per passare la giornata insieme, solo loro due, lontano dagli studi dove abitualmente si incontravano, lontano da tutti. Le aveva detto che sarebbe andato a prenderla lui, ma lei alzando un dito a mo di sentenza ed arricciando leggermente le labbra categoricamente aveva detto di no e che si sarebbero incontrati direttamente sul posto, sostenendo che venirla a prendere fino a sotto casa la faceva sentire un peso.
Bill ripensandoci sorrise scuotendo la testa, poi controllò l'orario sul suo orologio da polso e notò che era nettamente in ritardo. Si guardò intorno per cercarla con lo sguardo, ma non la trovò. Andò all'entrata di Venice Beach e finalmente vide Alice arrivare con addosso un delizioso vestito turchese. Le andò in contro.
"Scusi signorina, lo sa che è meravigliosa?" disse tirandola a sè
"Oh, me lo dicono in molti. Faccio quello che posso"
"In molti? Chi sono questi molti? Se la devono vedere con me?" fece Bill aggrottando la fronte.
Alice sorrise divertita "Non c'è bisogno, per me neanche esistono quei molti...per me ci sei solo tu" mormorò schioccandogli un bacio a stampo.
Bill sfiorò la graziosa fossetta che si era formata in un angolo della bocca della ragazza "Ecco...ma non pensare di cavartela semplicemente così..." le sussurrò rauco "...awrrr io ti mangio" continuò mordendole lievemente il collo.
Alice rise "Il mio fidanzato è un leone" disse, poi aggiunse maliziosamente "Ma io sono una leonessa e posso mangiarti anch'io"
"Davvero? Wow la cosa mi intriga. Allora mangiami sono qui"
"Non mi provocare"
"Se no?" gli soffiò in viso Bill stringendola ancora di più e posandole un dito sotto il mento avvicinò il viso al suo
"L'hai voluto tu" sussurrò Alice che passando un mano sulla sua nuca lo spinse ancora più vicino al proprio viso e, inaspettatamente per Bill, si impadronì della sua bocca con una passione rovente.
Si lasciò mangiare piacevolmente le labbra che la ragazza si divertiva a mordicchiare, per poi cercare la sua lingua a cui saldamente si incatenava ed intrecciava. Quando meno se l'aspettava questa gli scappava via e allora la rincorreva per farla di nuovo sua.
"Così non mi mangi, mi divori" disse Bill con il respiro affannato una volta terminato quel bacio per la mancanza d'ossigeno
"Ti avevo detto di non provocarmi" rispose Alice soddisfatta dando un colpetto con il polpastrello del suo indice sul naso del ragazzo
"Devo ricordarmi di provocarti più spesso...adesso che ne dici di un bel gelato? Qui c'è un posto che ne fa di buonissimi...uff che faticaccia devo riprendermi" disse sventolandosi con la mano
"Esagerato! Sei proprio un vecchiaccio!" si lamentò la ragazza appendendosi al suo braccio come un koala al suo ramo di eucalipto.
Bill rise "Però non potresti vivere senza questo vecchiaccio"
"Si, si certo. Adesso andiamo però"
"Agli ordini principessa".
Mano nella mano passeggiarono per il lungo viale traficcato da ragazzi in rollerblade, persone con i propri cani, coppiette e persone sole.
La strada da un lato si ramificava in tanti piccoli sentieri ai cui lati vi erano dei prati verdissimi su cui affondavano le loro radici le altissime palme dai tronchi sottili e le fronde vaporose. Seguendo quei sentieri si arrivata alla spiaggia, che già si vedeva in lontananza. Dall'altro lato, invece, stavano edifici dalle varie dimensioni: si potevano trovare dai palazzi di media grandezza ai piccoli locali articolati solo sul piano terra. Lì trovavano sede negozi di surf, souvenir, costumi da bagno e bar. Ogni singolo edificio era unico nel suo genere perchè decorato con magnifici graffiti dai colori sgargianti. Sul lato di uno, in particolare, c'era la rivisitazione della Venere di Botticelli.
Bill avrebbe voluto mostrarla ad Alice, ma lei non poteva vederla e provò rammarico per questo.
Presero due maxi coni con la panna e le cannucce ricoperte di cioccolato di cui uno alla nocciola e stracciatella e l'altro al pistacchio e fragola.
Il ragazzo leccò la sua palla alla nocciala, mentre per mano teneva Alice, quando accanto gli passò la stessa coppia che vide quel giorno fermo al semaforo. Un sorriso gli scappò e strinse di più la mano della ragazza. Non aveva più niente da invidiargli. Adesso anche lui aveva la sua dolce metà con cui passeggiare mano nella mano.
"E' la prima volta che vengo a Venice Beach" osservò Alice
"Davvero?" fece Bill sorpreso
"Si...abito a Los Angeles e non sono mai venuta qui, lo so è strano, ma che ci vengo a fare se non posso neanche vederla? Tutti dicono che è bella, che c'è persino un graffito che raffigura la Venere..."
"Si, c'è...l'abbiamo appena passato".
Alice abbassò la testa e Bill non ebbe il coraggio di aprire bocca, anche perchè le parole che fino a pochi minuti fa gli avevano affollato la mente ora erano svanite.
Imboccarono una delle tante stradine tra il prato e passarono davanti ad un gruppo di palme dai tronchi completamente ricoperti da graffiti e scritte, qualche metro più in là stavano alcuni barili, anch'essi interamente dipinti. Lì l'arte trovava ogni forma di espressione.
Il tintinnio del campanello di una bicicletta li fece sussultare e un attimo dopo una bambina gli sfrecciò accanto.
Continuarono a passeggiare fino ad arrivare sulla spiaggia dove vi erano dei piccoli castelli in legno con tanto di scivolo dove i bambini si divertivano a giocare. Il mare era leggermente increspato dal lieve venticello che soffiava trasportando fino alle loro narici l'aria salmastra. Le fronde delle palme si muovevano piano producendo un impercettibile fruscio prevaricato dagli schiamazzi della gente sulla battigia.
"Siamo sulla spiaggia vero?" domandò Alice che scrollava i piedi invasi dalla sabbia fine
"Si".
A quella risposta si abbassò e tolse i sandali che tenne per i lacci in una mano.
"Senti tesoro a proposito del fatto di riuscire a vedere...l'altro giorno ho fatto un pò di ricerche su internet ed ho visto che a Chicago c'è un'ottima clinica oculistica..."
"Bill, per favore non prenderti queste brighe"
"Per me non sono brighe e poi perchè non dovrei? Adesso stiamo insieme e tu mi hai detto che vuoi vedere"
"Non ho detto che voglio vedere, ma che mi piacerebbe"
"La differenza non è molta"
"Invece si!".
Bill aggrottò la fronte serio "Alice quando si parla di questo argomento in non lo so che ti succede. Sei in continua contraddizione! Un giorno mi dici che vuoi vedere e il giorno dopo ti rimangi tutto! Io proprio non riesco a capirti"
"Non te la prendere, sono io il problema...scusami"
"Io vorrei solo capire qual è il motivo che ti fa tornare indietro. Dici di volermi vedere e poi lo neghi. Vuoi o non vuoi vedermi? Vuoi o non vuoi ritornare qui e poter vedere tutto quello che gli altri vedono?".
Alice si fermò di colpo e lasciando cadere i sandali sulla sabbia si portò le mani davanti al viso. Bill si sentì terribilmente in colpa: farla piangere era l'ultima cosa che voleva.
"Piccola no, non volevo farti piangere" disse avvicinandosi e alzando una mano per asciugarle le lacrime, ma lei indietreggiò impedendoglielo.
"Bill io voglio vederti! Non c'è cosa che desideri di più al mondo! Ma ho paura!"
"Di cosa hai paura?"
"Di tutto! Ho paura di illudermi di riuscire ad riacquistare la vista, quando non sarebbe così! Ho paura di vedere di nuovo il mondo che mi circonda! Dovrei iniziare tutto da zero, sarebbe una nuova vita per me! Dovrei imparare a leggere, scrivere, persino con il violino sarebbe tutto diverso! Ed ho paura di...te"
"Di me?" mormorò attonito
"Si! Adesso sei così dolce, premuroso, affettuoso, in poche parole sei perfetto! In questi giorni standoti accanto mi sono creata un'immagine di te ed ho paura che quando riuscirei a vederti quell'immagine non ti appartenga, ho paura che tu sia diverso, ho paura di un tuo cambiamento...lo so che non dovrei dire queste cose, ma il Bill che c'è nella mia mente è l'unica certezza che ho di te! Per me sarebbe come addormentarmi con una persona accanto e l'indomani svegliarmi con un'altra"
"Per te quindi è l'aspetto fisico che conta?"
"No! Non mi interessa se sei bello o brutto! Io...è il cambiamento che mi spaventa! Dovresti darmi del tempo per abituarmi al tuo nuovo aspetto..."
"Ti darei tutto il tempo che vuoi, ma credi davvero che io ti lascerei alla deriva? Prima dell'operazione che ti catapulterebbe nella tua nuova vita io sarei costantemente al tuo fianco, come anche dopo! Ti aiuterei giorno dopo giorno per prepararti all'evento e renderti meno pesante il cambiamento"
"D-davvero?"
"Certo! Alice io ti devo la mia vita. Mi hai salvato dall'autodistruzione ed ora tocca a me salvare te...io ti amo!"
"Oh, Bill!" mormorò la ragazza con gli occhi ancora lucidi buttandosi contro il ragazzo che la strinse con una forza delicata tra le sue braccia "Ok, fammi vedere. Non ho più paura adesso che so che ti avrò al mio fianco". 
  
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