Blaine
doveva essersene già andato da casa sua, pensò
Rachel. Erano
passate quasi tre ore dall'orario fissato per l'appuntamento. La
ragazza sperava davvero che il suo piano avesse funzionato; quando
Kurt era tornato per prima cosa Rachel l'aveva preso a pugni, ma poi
si era ritrovata in lacrime tra le braccia di colui che per lei era
quasi più di un fratello, ormai. E ovviamente dopo aveva
voluto
sapere perché diavolo fosse sparito dalla circolazione per
tutto
quel tempo.
Sapere che il motivo era un litigio con Blaine l'aveva
scombussolata, all'inizio; in realtà non sospettava neanche
che lui
e Kurt si fossero scambiati più di qualche parola a casa
sua,
figuriamoci che fossero in rapporti tali da riuscire a litigare in
maniera così violenta da indurre Kurt a scappare. Dopo aver
fatto
leva sul senso di colpa dell'altro (“Kurt, dopo essere
sparito
senza neanche un biglietto merito di
sapere”) alla fine
l'amico aveva ceduto e le aveva raccontato praticamente tutto, dalla
faccenda di Lohan ai motivi dei suoi continui litigi con Blaine e di
tutte le colpe che aveva nei suoi confronti.
-Aspetta
un attimo- l'aveva interrotto Rachel, aggrottando le sopracciglia
-quindi Blaine è gay?-
Kurt aveva assunto l'espressione di uno
che si è lasciato sfuggire troppo. -Si, ma... non dirgli che
lo sai.
So quanto possa sembrare presuntuoso da parte mia, ma credo che sia
davvero importante per lui uscire allo scoperto, senza vergognarsi di
quello che è. Sta a lui parlartene.-
Rachel aveva annuito,
dichiarandosi d'accordo. Poi aveva guardato Kurt, una strana
espressione in volto. -Perché t'importa così
tanto di lui?-
Kurt aveva sbattuto le palpebre, preso alla sprovvista. -Cosa?-
-Beh, è strano che tu ti sia preso tanto a cuore tutta questa faccenda. Capisco che rivederlo ti abbia scombussolato, la prima volta, e capisco anche che tu abbia sentito il bisogno di rimediare ai tuoi errori ma... perché è così importante per te che lui si accetti e parli con la famiglia, con la scuola e tutto? Non fraintendermi, è ovvio che io sono d'accordo ma... perché tieni così tanto alla sua felicità?-
Kurt non aveva risposto, perché in
realtà non sapeva
rispondere a quella domanda. Era vero, si sentiva in colpa per quello
che gli aveva fatto, ma non era solo quello il motivo che lo spingeva
a preoccuparsi per lui.
-Kurt... per caso ti piace
Blaine?-
-Cosa?- aveva quasi urlato l'altro, -come ti viene in
mente?-
-Ehi, non c'è niente di male...-
-Quell'hobbit
impomatato? Quel ragazzino che non ha il coraggio di essere sincero
neanche con se stesso?-
-Lo stai giudicando troppo in fretta. Ora
che so come stanno le cose, ha tutto molto più senso.
Capisco perché
ha fatto quelle cose, ora.-
Kurt l'aveva guardata interrogativo.
-Ha lasciato la squadra di football, la fonte di popolarità e protezione per eccellenza a scuola, perché non gli piaceva. E mi ha detto di volersi iscrivere al glee, lo sfiga-club per eccellenza. Sta cercando di essere quello che è. Sta cominciando a mostrare la parte di lui che ha cercato di nascondere, anche se l'ho capito davvero solo ora.-
Kurt era rimasto impressionato
dalle sue parole. Era sorpreso, ma sapere che comunque quel ragazzo
aveva trovato la forza di cambiare le cose anche dopo tutto quello
che aveva dovuto sopportare -e Kurt non si sarebbe mai dimenticato di
essere la causa del 50% delle sue sofferenze- gli scaldava il cuore
come niente prima d'ora.
-Perché sei tornato, Kurt?-
-Per te.
E per scusarmi con lui.- era stata la rapida risposta.
Rachel
aveva sbuffato. -Di questo non dubito. Ma qual'è il vero
motivo?-
Kurt era rimasto in silenzio per un po', lo sguardo basso. Poi lo aveva alzato fino ad incontrare gli occhi di Rachel, che aveva una strana aria consapevole in volto, e aveva confessato: -Perché volevo rivederlo.-
*
Rachel,
che ora si trovava davanti alla porta di casa sua in cerca della
chiavi, sorrise al ricordo di quella conversazione. Il fatto che a
Kurt potesse piacere Blaine sembrava una specie di barzelletta, e la
cosa diventava ancora più buffa se pensava che lei stessa
non aveva
mai sospettato niente e che addirittura era stata insieme a Blaine
per tutti quei mesi, complice di un gioco a cui non sapeva di
partecipare. In realtà si sentiva un po' presa in giro, ma
decise
che non importava; per quanto a lei Blaine piacesse, doveva ammettere
che stava con lui soprattutto nella speranza che Finn Hudson la
notasse di più ora che era impegnata.
Si ripromise però di non
dirlo a nessuno. Non era una cosa carina da confessare.
Quando Rachel entrò finalmente in casa la prima cosa che
sentì
furono le risate che provenivano dalla cucina. Perplessa,
attaccò il
cappotto all'appendiabiti dell'ingresso e seguì il rumore,
per poi
guardare positivamente sorpresa la scena che le si presentava
davanti.
C'era Blaine che sembrava stesse per avere un attacco;
era accasciato sulla sedia, la fronte appoggiata alla superficie di
legno del tavolo, piegato in due dalle risate con le braccia
incrociate sullo stomaco. E poi c'era Kurt -e Rachel non riusciva
davvero a credere ai suoi occhi. Era seduto di fronte a Blaine,gli
occhi chiusi, una mano sulla bocca e le spalle che si muovevano
ritmicamente, squassato dalle risate. Si vedeva che cercava di darsi
un contegno, ma non gli stava riuscendo granché bene.
Nessuno dei
due si accorse di Rachel che osservava il tutto con uno sbalordito
sorriso in faccia. Non riusciva a credere che qualcuno fosse stato
capace di far ridere Kurt, che lei non aveva mai visto così
felice
da quando il ragazzo ancora viveva con suo padre, più di due
anni e
mezzo prima. Si congratulò con se stessa per aver deciso di
combinare quell'incontro in modo che qui due potessero chiarire. Se
avesse potuto, si sarebbe data il cinque da sola per l'idea.
Blaine
riemerse, alzando la testa, gli occhi lucidi , un sorriso che andava
da orecchio a orecchio e finalmente si accorse della sua presenza.
-Rachel!-
-Ehilà. Per caso avete bevuto e siete nella modalità “ubriachi allegri”?-
Kurt si girò a sua volta, e quasi si pietrificò alla vista dell'amica. Subito cercò di ricomporsi, anche se non era facile far andare via quel sorriso. -Perché sei qui?- chiese, scontroso.
Rachel assunse una finta espressione di rammarico. -Oh, mi dispiace. Sono sgradita? Ho interrotto qualcosa?-
Kurt la fulminò con lo sguardo e si alzò, rosso in viso. -Non hai interrotto proprio niente.- borbottò secco. Rachel assunse la tipica aria da “ti-ho-colto-con-le-mani-nella-marmellata” e Kurt le si avvicinò, maledicendosi per aver fatto intuire all'amica, la sera prima, che Blaine non gli era esattamente indifferente. -Non provare a lasciarti sfuggire una parola- le sussurrò in modo che Blaine non potesse sentire. Rachel sorrise sorniona. Kurt gemette di frustrazione e fece per uscire dalla cucina indispettito, ma fu fermato dalla voce di Blaine che disse: -Ci vediamo, Kurt!-
Kurt gli lanciò un'occhiata omicida e se ne andò, incapace di sopportare il sorriso di chi la sa lunga sulla faccia di Rachel.
-Che gli è preso?- chiese Blaine, perplesso.
-Oh, non preoccuparti. E' solo imbarazzato per essere stato sorpreso mentre rideva in quel modo. Sai- e si avvicinò a Blaine, che la guardava con gli occhi che brillavano, -era da tanto che non rideva così. Grazie.-
Senza che
Blaine sapesse bene il perché, quelle parole lo resero
stranamente
euforico.
-Perché ridevate tanto?-
-Lui è... inaspettatamente divertente- rispose Blaine, -non me l'aspettavo. Non sembrava questo genere di persona.-
Rachel si sedette. -Era sempre così, una volta. Prima era allegro, aveva tanti amici... certo, ha sempre avuto un carattere un po' pungente, ma gli piaceva ridere.- Sorrise, un po' intristita. -Ora non ha nessuno, oltre me. Blaine- e alzò gli occhi per incontrare quelli nocciola dell'altro, -lui ha bisogno di un amico come te. Cerca di non giudicarlo solo dalle apparenze-
Era
stranamente seria per i suoi standard, e la sua preoccupazione per
Kurt era palese. Blaine fece un sorrisetto furbo. -Non preoccuparti;
Kurt si è appena guadagnato un nuovo, appiccicoso amico del
cuore.-
Rachel, immaginandosi la faccia di Kurt se avesse sentito
quelle parole, non poté fare a meno di ridere.
*
Kurt
stava contemplando le bottigliette di salsa sullo scaffale del
supermercato, indeciso su quale fosse la migliore da prendere e bere
tutto d'un sorso in modo da soffocarsi e porre fine alle sue
sofferenze. Doveva avere qualche problema al cervello, o gli dovevano
aver messo delle droghe nel latte quella mattina. Non c'era altra
spiegazione. Perché in condizioni normali non sarebbe mai, mai
stato così ingenuo da accettare di andare a fare la spesa
con un
tipo come Blaine Anderson.
Rachel aveva insistito per cenare tutti
insieme quella sera. Teoricamente era per
festeggiare il
ritorno di Kurt, ma quest'ultimo sapeva perfettamente che era tutto
un piano diabolico partorito dalla mente malvagia della sua inquilina
per far sì che lui e Blaine passassero del tempo insieme.
Secondo la
sua mente malata il fatto che fossero entrambi gay e che Kurt si era
risvegliato dal suo egoistico torpore e si era dato la pena di
preoccuparsi per un altro essere umano, automaticamente li li portava
ad essere destinati a stare insieme per sempre felici e contenti.
“Lui
ha bisogno di qualcuno che lo sproni a non nascondersi, no?”
aveva
detto Rachel, non preoccupandosi nemmeno di negare quali fossero le
sue assurde intenzioni, “e tu hai bisogno di qualcuno che ti
addolcisca un po'. Siete perfetti!”. E senza far caso
all'espressione disgustata di Kurt gli aveva ficcato in mano la lista
della spesa e l'aveva mandato a prendere Blaine, che lo aspettava
davanti casa tutto saltellante e contento di poter parlare di nuovo
con Kurt.
Ma Kurt, per quanto seccato fosse, nemmeno nelle sue
previsioni più nere avrebbe mai sospettato che il suo
“contento di
poter parlare” si sarebbe rivelato un “non
starò zitto neanche
un attimo riempendoti la testa di chiacchiere inutili”.
Perché era
da circa mezz'ora che Blaine non faceva altro che conversare da solo,
del tempo, dei programmi tv, dei progetti scolastici, di film e di
chissà quale altra diavoleria. Kurt a un certo punto non ce
l'aveva
fatta più e l'aveva mandato via con un “vatti a
comprare quello
che vuoi”. Tutto, pur di toglierselo di torno. Non avrebbe
mai
sospettato che quel nanerottolo ingellato, canterino e fifone si
sarebbe rivelato un rompipalle dalla parlantina instancabile.
Cioè,
rompipalle si -Dio solo sapeva quanti problemi gli aveva creato- ma
di certo non così loquace. Lo preferiva quasi quando faceva
la
vittima e piangeva a ogni loro incontro, i nervi a pezzi.
Quasi,
però.
Vederlo
comparire dal fondo del reparto con le braccia piene di caramelle
gommose, patatine al formaggio e altre schifezze fece roteare gli
occhi a Kurt e piangere il suo povero portafoglio. Blaine si
avvicinò, facendo il suo sorriso più avvenente e
sfoderando gli
occhi da cucciolo, in una muta supplica. Kurt sospirò; poi,
prima di
potersene pentire, gli fece cenno di posare le cose nel carrello e
fece per andare in un altro reparto per prendere dei grissini
integrali, ma non gli sfuggì il gesto di vittoria di Blaine
e
l'enorme sorriso che si era dipinto sulla sua faccia, neanche fosse
un bambino.
Gli angoli delle labbra di Kurt si piegarono all'insù.
Sì, pensò. Lo preferisco decisamente
così.
*
-Rachel,
Rachel! Lascia qui!- saltò su Blaine, quando Rachel
finì su un
canale di musica che trasmetteva vecchie hit di Michael
Jackson.
-Perché tutto questo entusiasmo?- chiese lei, posando il
telecomando.
-E me lo chiedi? Michael è il re! E' il mio
idolo!-
-Definirlo idolo è un po' esagerato,
non
trovi?-
La ragazza si ritrovò due paia di occhi piantati addosso,
increduli. Anche Kurt si era riscosso dal suo torpore -ancora non
capiva che ci faceva lì con quei due- e guardava Rachel come
se le
fosse spuntato un braccio dalla fronte. Questa fece vigliaccamente
retromarcia.
-Beh, è ovvio che è stato un bravissimo artista
ma... insomma, non ho legato con lui come con... Barbra, o i due
Stephens-
Blaine si allontanò da lei come se avesse la peste,
finendo per spalmarsi addosso a Kurt, troppo shockato per
lamentarsene.
-Insomma, aveva una bellissima voce ma non ho mai
capito di cosa trattasse davvero...-
-Esci da questa casa, Rachel-
disse Kurt, -ti diseredo-. Blaine annuì, appoggiandolo.
Rachel
sbuffò e si alzò dal divano. -Esagerati. Comunque
io sono stanca
morta, e domani si comincia a provare per le regionali, quindi ho
bisogno di far riposare il mio talento. Kurt, ci pensi tu a Blaine?-
disse, facendogli l'occhiolino. Kurt le lanciò un'occhiata
di fuoco
e Rachel ebbe il buon senso di tappare la sua boccaccia. Si
chinò
per salutare Blaine, che alzò la testa per darle un bacio a
fior di
labbra, ma lei lo evitò e lo baciò sulla guancia.
-Non posso
rischiare di prendere qualche malattia prima delle gare- si
scusò,
sorridendo, per poi salutare tutti e sparire oltre le scale.
Blaine
rimase perplesso; aveva già notato che da qualche giorno
Rachel
evitava contatti troppo intimi, ma siccome non gli dispiaceva non se
n'era mai davvero preoccupato. Eppure era strano. Si strinse nelle
spalle, decidendo che ai normali esseri umani non era possibile avere
l'accesso ai meandri della mente di una creatura come Rachel Berry.
Un po' in imbarazzo per essere rimasto solo con lui, si girò
verso
Kurt, che si era alzato e si stava stiracchiando.
-Finalmente è
finita,- brontolò, soffocando uno sbadiglio, -tra te e lei
siete una
bella coppia di insopportabili ciancioni.-
Blaine ridacchiò. -E'
stato bello però, no?-
Lo sguardo di Kurt si fece più dolce.
-Sì, in un certo senso. Erano secoli che non passavo una
serata così
con lei. Di solito tendiamo a stare ognuno nella propria camera, e
avevo quasi dimenticato quanto mi piacesse battibeccare con lei.- Si
girò verso Blaine. -E' anche merito tuo. Grazie.-
-Non ho fatto
niente- si schernì l'altro. Rimase un po' in silenzio,
incerto su
cosa dire. -Kurt... dove sono i genitori di Rachel?-
Sul viso di
Kurt passò un'ombra. -Sono morti. Qualche mese dopo il mio
trasferimento qui. Incidente d'auto.-
-Oh. Io non... mi
dispiace.-
-Erano delle brave persone. Sai, in teoria lei è
affidata a me, legalmente. Finché non diventerà
maggiorenne. E'
come una sorella per me. A volte mi domando... mi domando se ho fatto
abbastanza per consolarla durante il lutto, o se sono stato troppo
concentrato sui miei problemi per preoccuparmi anche dei suoi. Loro
sono stati come una famiglia dopo che io ho perso la mia.-
Blaine
abbassò gli occhi, senza sapere che dire. Non immaginava che
Rachel,
sempre così allegra, petulante ma piena di vita, avesse
dovuto
sopportare così tante cose. E anche Kurt. Dov'era la sua
famiglia?
Perché non era lì con loro?
-Sai perché è così determinata a
emergere, a distinguersi?- continuò Kurt, -perché
i suoi le
ripetevano sempre che era la loro stella, che era destinata a fare
grandi cose. E ora lei vuole brillare per loro.- Fece una pausa, per
poi fissare i suoi occhi azzurri in quelli grandi di Blaine. -I suoi
genitori erano due uomini, Blaine.-
Quest'ultimo sgranò gli
occhi, sorpreso.
-Già. Ed erano le persone più buone e...
divertenti che io abbia mai conosciuto, e hanno
cresciuto
un'ottima ragazza. Non nasconderti con lei, Blaine; non c'è
bisogno
che continui a mentirle. Se c'è qualcuno degno della tua
fiducia,
che non ti giudicherà, questa è Rachel.-
Sì.
Questo Blaine l'aveva capito da un po'. Ma dirlo a Rachel, metterla
al corrente della parte di sé che più si sforzava
di nascondere...
era come renderlo ufficiale. Definitivo. Non sarebbe più
tornato
indietro. E Blaine non era sicuro di essere pronto per tutto
questo.
Kurt sembrò capire i suoi pensieri e un po' goffamente,
come se non fosse sicuro di quello che stava facendo, mise una mano
sulla spalla di Blaine. -Prendila con calma. Fai un passo alla volta.
Ti aiuterò, se me lo permetti.-
Blaine sorrise, riconoscente.
Qualche mese prima, quando passava le notti a odiare Kurt Hummel con
ogni fibra del suo corpo, se gli avessero detto che lo stesso ragazzo
che aveva reso la sua vita una tortura ora stava facendo di tutto per
aiutarlo, non ci avrebbe creduto.
-Credo che noi tre abbiamo
qualcosa in comune- disse, a bassa voce, -noi... siamo poco
più che ragazzi, ma abbiamo sofferto così tanto.
Eppure siamo qui,
no? Siamo insieme. Prendimi per idiota, ma secondo me c'è un
motivo
se ci siamo incontrati.-
Si aspettava che Kurt lo prendesse in
giro per il suo sentimentalismo, invece si limitò a
chiedere: -E
quale sarebbe?-
Blaine lo guardò, sorridendo timidamente. -Non lo
so. Però mi piacerebbe scoprirlo insieme. Ti va?-
Kurt fece
quello che Blaine prese per un sorriso e gli strinse la spalla, prima
di interrompere il contatto visivo e allontanarsi. -Ora però
non
prenderti troppa confidenza, Anderson.-
Blaine non poté fare a
meno di ridacchiare.
Rieccomi!
Ci stiamo avvicinando alla fine... finalmente un capitolo dove
nessuno litiga/si pesta/piange. Wow! Però sono tutti molto
sfigati.
Sono orribile....
La scena tra Rach/Kurt/Blainey è quella della
3x11. L'avevate riconosciuta?