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Autore: snow nymph    09/09/2012    2 recensioni
Blaine, un ragazzo che, dopo essere stato vittima di ripetuti atti di violenza e bullismo, decide di negare quello che è pur di smettere di soffrire.
Rachel, la ragazza con la quale Blaine accetta di uscire pur di non far capire che è gay.
Kurt, acido e sarcastico fratellastro di Rachel, più grande e assolutamente odioso. Ma colui che aiuterà Blaine ad accettarsi, in tutta la sua debolezza.
Eppure anche Kurt ha bisogno di aiuto. Perché sotto il carattere gelido e menefreghista, sono nascosti antichi dolori e sofferenze.
Kurt e Blaine sono così simili e bisognosi che non riescono a sopportarsi. Ma si aiuteranno a vicenda, per rimettere a posto il loro cuore.
Dal testo.
-Pensi che tutto questo non ti riguardi?- Kurt urlava, come impazzito. -Pensi che siccome non ti tocca direttamente, tu possa semplicemente rimanere qui a guardare?-
Blaine continuava a evitare il suo sguardo, perché sapeva che se l'avesse incontrato avrebbe ceduto. Girò la testa da un lato. Kurt prese quel gesto come la conferma del suo disinteresse e lasciò la presa sulle sue spalle, allontanandosi disgustato da lui, indietreggiando.
-Sei solo un vigliacco.- sibilò con disprezzo.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Blaine doveva essersene già andato da casa sua, pensò Rachel. Erano passate quasi tre ore dall'orario fissato per l'appuntamento. La ragazza sperava davvero che il suo piano avesse funzionato; quando Kurt era tornato per prima cosa Rachel l'aveva preso a pugni, ma poi si era ritrovata in lacrime tra le braccia di colui che per lei era quasi più di un fratello, ormai. E ovviamente dopo aveva voluto sapere perché diavolo fosse sparito dalla circolazione per tutto quel tempo.

Sapere che il motivo era un litigio con Blaine l'aveva scombussolata, all'inizio; in realtà non sospettava neanche che lui e Kurt si fossero scambiati più di qualche parola a casa sua, figuriamoci che fossero in rapporti tali da riuscire a litigare in maniera così violenta da indurre Kurt a scappare. Dopo aver fatto leva sul senso di colpa dell'altro (“Kurt, dopo essere sparito senza neanche un biglietto merito di sapere”) alla fine l'amico aveva ceduto e le aveva raccontato praticamente tutto, dalla faccenda di Lohan ai motivi dei suoi continui litigi con Blaine e di tutte le colpe che aveva nei suoi confronti.

-Aspetta un attimo- l'aveva interrotto Rachel, aggrottando le sopracciglia -quindi Blaine è gay?-

Kurt aveva assunto l'espressione di uno che si è lasciato sfuggire troppo. -Si, ma... non dirgli che lo sai. So quanto possa sembrare presuntuoso da parte mia, ma credo che sia davvero importante per lui uscire allo scoperto, senza vergognarsi di quello che è. Sta a lui parlartene.-

Rachel aveva annuito, dichiarandosi d'accordo. Poi aveva guardato Kurt, una strana espressione in volto. -Perché t'importa così tanto di lui?-

Kurt aveva sbattuto le palpebre, preso alla sprovvista. -Cosa?-

-Beh, è strano che tu ti sia preso tanto a cuore tutta questa faccenda. Capisco che rivederlo ti abbia scombussolato, la prima volta, e capisco anche che tu abbia sentito il bisogno di rimediare ai tuoi errori ma... perché è così importante per te che lui si accetti e parli con la famiglia, con la scuola e tutto? Non fraintendermi, è ovvio che io sono d'accordo ma... perché tieni così tanto alla sua felicità?-

Kurt non aveva risposto, perché in realtà non sapeva rispondere a quella domanda. Era vero, si sentiva in colpa per quello che gli aveva fatto, ma non era solo quello il motivo che lo spingeva a preoccuparsi per lui.

-Kurt... per caso ti piace Blaine?-
-Cosa?- aveva quasi urlato l'altro, -come ti viene in mente?-
-Ehi, non c'è niente di male...-
-Quell'hobbit impomatato? Quel ragazzino che non ha il coraggio di essere sincero neanche con se stesso?-
-Lo stai giudicando troppo in fretta. Ora che so come stanno le cose, ha tutto molto più senso. Capisco perché ha fatto quelle cose, ora.-

Kurt l'aveva guardata interrogativo.

-Ha lasciato la squadra di football, la fonte di popolarità e protezione per eccellenza a scuola, perché non gli piaceva. E mi ha detto di volersi iscrivere al glee, lo sfiga-club per eccellenza. Sta cercando di essere quello che è. Sta cominciando a mostrare la parte di lui che ha cercato di nascondere, anche se l'ho capito davvero solo ora.-

Kurt era rimasto impressionato dalle sue parole. Era sorpreso, ma sapere che comunque quel ragazzo aveva trovato la forza di cambiare le cose anche dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare -e Kurt non si sarebbe mai dimenticato di essere la causa del 50% delle sue sofferenze- gli scaldava il cuore come niente prima d'ora.
-Perché sei tornato, Kurt?- 

-Per te. E per scusarmi con lui.- era stata la rapida risposta.
Rachel aveva sbuffato. -Di questo non dubito. Ma qual'è il vero motivo?-

Kurt era rimasto in silenzio per un po', lo sguardo basso. Poi lo aveva alzato fino ad incontrare gli occhi di Rachel, che aveva una strana aria consapevole in volto, e aveva confessato: -Perché volevo rivederlo.-

*

Rachel, che ora si trovava davanti alla porta di casa sua in cerca della chiavi, sorrise al ricordo di quella conversazione. Il fatto che a Kurt potesse piacere Blaine sembrava una specie di barzelletta, e la cosa diventava ancora più buffa se pensava che lei stessa non aveva mai sospettato niente e che addirittura era stata insieme a Blaine per tutti quei mesi, complice di un gioco a cui non sapeva di partecipare. In realtà si sentiva un po' presa in giro, ma decise che non importava; per quanto a lei Blaine piacesse, doveva ammettere che stava con lui soprattutto nella speranza che Finn Hudson la notasse di più ora che era impegnata.
Si ripromise però di non dirlo a nessuno. Non era una cosa carina da confessare.

Quando Rachel entrò finalmente in casa la prima cosa che sentì furono le risate che provenivano dalla cucina. Perplessa, attaccò il cappotto all'appendiabiti dell'ingresso e seguì il rumore, per poi guardare positivamente sorpresa la scena che le si presentava davanti.
C'era Blaine che sembrava stesse per avere un attacco; era accasciato sulla sedia, la fronte appoggiata alla superficie di legno del tavolo, piegato in due dalle risate con le braccia incrociate sullo stomaco. E poi c'era Kurt -e Rachel non riusciva davvero a credere ai suoi occhi. Era seduto di fronte a Blaine,gli occhi chiusi, una mano sulla bocca e le spalle che si muovevano ritmicamente, squassato dalle risate. Si vedeva che cercava di darsi un contegno, ma non gli stava riuscendo granché bene.

Nessuno dei due si accorse di Rachel che osservava il tutto con uno sbalordito sorriso in faccia. Non riusciva a credere che qualcuno fosse stato capace di far ridere Kurt, che lei non aveva mai visto così felice da quando il ragazzo ancora viveva con suo padre, più di due anni e mezzo prima. Si congratulò con se stessa per aver deciso di combinare quell'incontro in modo che qui due potessero chiarire. Se avesse potuto, si sarebbe data il cinque da sola per l'idea.

Blaine riemerse, alzando la testa, gli occhi lucidi , un sorriso che andava da orecchio a orecchio e finalmente si accorse della sua presenza. -Rachel!-

-Ehilà. Per caso avete bevuto e siete nella modalità “ubriachi allegri”?-

Kurt si girò a sua volta, e quasi si pietrificò alla vista dell'amica. Subito cercò di ricomporsi, anche se non era facile far andare via quel sorriso. -Perché sei qui?- chiese, scontroso.

Rachel assunse una finta espressione di rammarico. -Oh, mi dispiace. Sono sgradita? Ho interrotto qualcosa?-

Kurt la fulminò con lo sguardo e si alzò, rosso in viso. -Non hai interrotto proprio niente.- borbottò secco. Rachel assunse la tipica aria da “ti-ho-colto-con-le-mani-nella-marmellata” e Kurt le si avvicinò, maledicendosi per aver fatto intuire all'amica, la sera prima, che Blaine non gli era esattamente indifferente. -Non provare a lasciarti sfuggire una parola- le sussurrò in modo che Blaine non potesse sentire. Rachel sorrise sorniona. Kurt gemette di frustrazione e fece per uscire dalla cucina indispettito, ma fu fermato dalla voce di Blaine che disse: -Ci vediamo, Kurt!- 

Kurt gli lanciò un'occhiata omicida e se ne andò, incapace di sopportare il sorriso di chi la sa lunga sulla faccia di Rachel.

-Che gli è preso?- chiese Blaine, perplesso.

-Oh, non preoccuparti. E' solo imbarazzato per essere stato sorpreso mentre rideva in quel modo. Sai- e si avvicinò a Blaine, che la guardava con gli occhi che brillavano, -era da tanto che non rideva così. Grazie.-

Senza che Blaine sapesse bene il perché, quelle parole lo resero stranamente euforico.

-Perché ridevate tanto?-

-Lui è... inaspettatamente divertente- rispose Blaine, -non me l'aspettavo. Non sembrava questo genere di persona.-

Rachel si sedette. -Era sempre così, una volta. Prima era allegro, aveva tanti amici... certo, ha sempre avuto un carattere un po' pungente, ma gli piaceva ridere.- Sorrise, un po' intristita. -Ora non ha nessuno, oltre me. Blaine- e alzò gli occhi per incontrare quelli nocciola dell'altro, -lui ha bisogno di un amico come te. Cerca di non giudicarlo solo dalle apparenze-

Era stranamente seria per i suoi standard, e la sua preoccupazione per Kurt era palese. Blaine fece un sorrisetto furbo. -Non preoccuparti; Kurt si è appena guadagnato un nuovo, appiccicoso amico del cuore.-
Rachel, immaginandosi la faccia di Kurt se avesse sentito quelle parole, non poté fare a meno di ridere.

*

Kurt stava contemplando le bottigliette di salsa sullo scaffale del supermercato, indeciso su quale fosse la migliore da prendere e bere tutto d'un sorso in modo da soffocarsi e porre fine alle sue sofferenze. Doveva avere qualche problema al cervello, o gli dovevano aver messo delle droghe nel latte quella mattina. Non c'era altra spiegazione. Perché in condizioni normali non sarebbe mai, mai stato così ingenuo da accettare di andare a fare la spesa con un tipo come Blaine Anderson.

Rachel aveva insistito per cenare tutti insieme quella sera. Teoricamente era per festeggiare il ritorno di Kurt, ma quest'ultimo sapeva perfettamente che era tutto un piano diabolico partorito dalla mente malvagia della sua inquilina per far sì che lui e Blaine passassero del tempo insieme. Secondo la sua mente malata il fatto che fossero entrambi gay e che Kurt si era risvegliato dal suo egoistico torpore e si era dato la pena di preoccuparsi per un altro essere umano, automaticamente li li portava ad essere destinati a stare insieme per sempre felici e contenti.

Lui ha bisogno di qualcuno che lo sproni a non nascondersi, no?” aveva detto Rachel, non preoccupandosi nemmeno di negare quali fossero le sue assurde intenzioni, “e tu hai bisogno di qualcuno che ti addolcisca un po'. Siete perfetti!”. E senza far caso all'espressione disgustata di Kurt gli aveva ficcato in mano la lista della spesa e l'aveva mandato a prendere Blaine, che lo aspettava davanti casa tutto saltellante e contento di poter parlare di nuovo con Kurt.

Ma Kurt, per quanto seccato fosse, nemmeno nelle sue previsioni più nere avrebbe mai sospettato che il suo “contento di poter parlare” si sarebbe rivelato un “non starò zitto neanche un attimo riempendoti la testa di chiacchiere inutili”. Perché era da circa mezz'ora che Blaine non faceva altro che conversare da solo, del tempo, dei programmi tv, dei progetti scolastici, di film e di chissà quale altra diavoleria. Kurt a un certo punto non ce l'aveva fatta più e l'aveva mandato via con un “vatti a comprare quello che vuoi”. Tutto, pur di toglierselo di torno. Non avrebbe mai sospettato che quel nanerottolo ingellato, canterino e fifone si sarebbe rivelato un rompipalle dalla parlantina instancabile. Cioè, rompipalle si -Dio solo sapeva quanti problemi gli aveva creato- ma di certo non così loquace. Lo preferiva quasi quando faceva la vittima e piangeva a ogni loro incontro, i nervi a pezzi.

Quasi, però.

Vederlo comparire dal fondo del reparto con le braccia piene di caramelle gommose, patatine al formaggio e altre schifezze fece roteare gli occhi a Kurt e piangere il suo povero portafoglio. Blaine si avvicinò, facendo il suo sorriso più avvenente e sfoderando gli occhi da cucciolo, in una muta supplica. Kurt sospirò; poi, prima di potersene pentire, gli fece cenno di posare le cose nel carrello e fece per andare in un altro reparto per prendere dei grissini integrali, ma non gli sfuggì il gesto di vittoria di Blaine e l'enorme sorriso che si era dipinto sulla sua faccia, neanche fosse un bambino.

Gli angoli delle labbra di Kurt si piegarono all'insù. Sì, pensò. Lo preferisco decisamente così.

*

-Rachel, Rachel! Lascia qui!- saltò su Blaine, quando Rachel finì su un canale di musica che trasmetteva vecchie hit di Michael Jackson.

-Perché tutto questo entusiasmo?- chiese lei, posando il telecomando.
-E me lo chiedi? Michael è il re! E' il mio idolo!-
-Definirlo idolo è un po' esagerato, non trovi?-

La ragazza si ritrovò due paia di occhi piantati addosso, increduli. Anche Kurt si era riscosso dal suo torpore -ancora non capiva che ci faceva lì con quei due- e guardava Rachel come se le fosse spuntato un braccio dalla fronte. Questa fece vigliaccamente retromarcia.
-Beh, è ovvio che è stato un bravissimo artista ma... insomma, non ho legato con lui come con... Barbra, o i due Stephens-

Blaine si allontanò da lei come se avesse la peste, finendo per spalmarsi addosso a Kurt, troppo shockato per lamentarsene.

-Insomma, aveva una bellissima voce ma non ho mai capito di cosa trattasse davvero...-

-Esci da questa casa, Rachel- disse Kurt, -ti diseredo-. Blaine annuì, appoggiandolo.

Rachel sbuffò e si alzò dal divano. -Esagerati. Comunque io sono stanca morta, e domani si comincia a provare per le regionali, quindi ho bisogno di far riposare il mio talento. Kurt, ci pensi tu a Blaine?- disse, facendogli l'occhiolino. Kurt le lanciò un'occhiata di fuoco e Rachel ebbe il buon senso di tappare la sua boccaccia. Si chinò per salutare Blaine, che alzò la testa per darle un bacio a fior di labbra, ma lei lo evitò e lo baciò sulla guancia.
-Non posso rischiare di prendere qualche malattia prima delle gare- si scusò, sorridendo, per poi salutare tutti e sparire oltre le scale.

Blaine rimase perplesso; aveva già notato che da qualche giorno Rachel evitava contatti troppo intimi, ma siccome non gli dispiaceva non se n'era mai davvero preoccupato. Eppure era strano. Si strinse nelle spalle, decidendo che ai normali esseri umani non era possibile avere l'accesso ai meandri della mente di una creatura come Rachel Berry. Un po' in imbarazzo per essere rimasto solo con lui, si girò verso Kurt, che si era alzato e si stava stiracchiando.
-Finalmente è finita,- brontolò, soffocando uno sbadiglio, -tra te e lei siete una bella coppia di insopportabili ciancioni.-

Blaine ridacchiò. -E' stato bello però, no?-

Lo sguardo di Kurt si fece più dolce. -Sì, in un certo senso. Erano secoli che non passavo una serata così con lei. Di solito tendiamo a stare ognuno nella propria camera, e avevo quasi dimenticato quanto mi piacesse battibeccare con lei.- Si girò verso Blaine. -E' anche merito tuo. Grazie.-

-Non ho fatto niente- si schernì l'altro. Rimase un po' in silenzio, incerto su cosa dire. -Kurt... dove sono i genitori di Rachel?-

Sul viso di Kurt passò un'ombra. -Sono morti. Qualche mese dopo il mio trasferimento qui. Incidente d'auto.-
-Oh. Io non... mi dispiace.-
-Erano delle brave persone. Sai, in teoria lei è affidata a me, legalmente. Finché non diventerà maggiorenne. E' come una sorella per me. A volte mi domando... mi domando se ho fatto abbastanza per consolarla durante il lutto, o se sono stato troppo concentrato sui miei problemi per preoccuparmi anche dei suoi. Loro sono stati come una famiglia dopo che io ho perso la mia.-

Blaine abbassò gli occhi, senza sapere che dire. Non immaginava che Rachel, sempre così allegra, petulante ma piena di vita, avesse dovuto sopportare così tante cose. E anche Kurt. Dov'era la sua famiglia? Perché non era lì con loro?

-Sai perché è così determinata a emergere, a distinguersi?- continuò Kurt, -perché i suoi le ripetevano sempre che era la loro stella, che era destinata a fare grandi cose. E ora lei vuole brillare per loro.- Fece una pausa, per poi fissare i suoi occhi azzurri in quelli grandi di Blaine. -I suoi genitori erano due uomini, Blaine.-

Quest'ultimo sgranò gli occhi, sorpreso.

-Già. Ed erano le persone più buone e... divertenti che io abbia mai conosciuto, e hanno cresciuto un'ottima ragazza. Non nasconderti con lei, Blaine; non c'è bisogno che continui a mentirle. Se c'è qualcuno degno della tua fiducia, che non ti giudicherà, questa è Rachel.-

Sì. Questo Blaine l'aveva capito da un po'. Ma dirlo a Rachel, metterla al corrente della parte di sé che più si sforzava di nascondere... era come renderlo ufficiale. Definitivo. Non sarebbe più tornato indietro. E Blaine non era sicuro di essere pronto per tutto questo.

Kurt sembrò capire i suoi pensieri e un po' goffamente, come se non fosse sicuro di quello che stava facendo, mise una mano sulla spalla di Blaine. -Prendila con calma. Fai un passo alla volta. Ti aiuterò, se me lo permetti.-

Blaine sorrise, riconoscente. Qualche mese prima, quando passava le notti a odiare Kurt Hummel con ogni fibra del suo corpo, se gli avessero detto che lo stesso ragazzo che aveva reso la sua vita una tortura ora stava facendo di tutto per aiutarlo, non ci avrebbe creduto.
-Credo che noi tre abbiamo qualcosa in comune- disse, a bassa voce, -noi... siamo poco più che ragazzi, ma abbiamo sofferto così tanto. Eppure siamo qui, no? Siamo insieme. Prendimi per idiota, ma secondo me c'è un motivo se ci siamo incontrati.-

Si aspettava che Kurt lo prendesse in giro per il suo sentimentalismo, invece si limitò a chiedere: -E quale sarebbe?-

Blaine lo guardò, sorridendo timidamente. -Non lo so. Però mi piacerebbe scoprirlo insieme. Ti va?-

Kurt fece quello che Blaine prese per un sorriso e gli strinse la spalla, prima di interrompere il contatto visivo e allontanarsi. -Ora però non prenderti troppa confidenza, Anderson.-

Blaine non poté fare a meno di ridacchiare.











Rieccomi! Ci stiamo avvicinando alla fine... finalmente un capitolo dove nessuno litiga/si pesta/piange. Wow! Però sono tutti molto sfigati. Sono orribile....
La scena tra Rach/Kurt/Blainey è quella della 3x11. L'avevate riconosciuta?





















  
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