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Autore: Blu Notte    09/09/2012    3 recensioni
Immaginiamo che Loki abbia vinto la prima battaglia, e che sia riuscito a impadronirsi di New York. Immaginiamo che lui e i Chitauri abbiano reso schiava la popolazione di un'intera città.
Leah è una prigioniera, come tutti gli altri. Costretta ad assistere ogni giorno a uno scenario di disperazione e di morte.
Ma qualcosa cambierà, grazie a lei. Il destino della Terra non è ancora stato scritto, così come il destino di qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Avvertenze: questo capitolo potrebbe avere un contenuto non adatto ai minori. Bambini accompagnati.
..Dovete sapere che io scrivo in una sorta di trance mistico o.O e mi accorgo solo quando rileggo di quello che ho scritto. In questo caso mi è venuta una scena un po' cruenta! Sorry. Il fatto è che il nostro dio dell'inganno ha ucciso tranquillamente così tante persone, che mi serviva una scena un po' più "forte" per scuoterlo ù.ù
Ma giudicate voi! Se dopo aver letto siete sconvolti, prometto che potete farmi causa :) Però vi prometto anche che questa è l'unica scena cruenta che troverete in questa ff, e che dopo sarà tutto molto "love".
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                                            Requiem


Probabilmente là fuori – se un fuori esisteva ancora, cosa di cui la mia fragile mente stava iniziando a dubitare – .. fuori probabilmente non era ancora sorto il sole, quando la megera ci venne a chiamare.
Disse semplicemente: -Sveglia, cani. L'Illusore vuole parlare a tutti gli schiavi.-
Quelle parole ebbero il potere di terrorizzare tutti i miei compagni, ma per me ebbero un significato completamente diverso.
Rabbrividii.
Loki? Cosa voleva fare?
Rivisitai affannosamente nei ricordi del giorno prima. Non avevo visto quella grande cattiveria nei suoi occhi, quella grande malvagità che avrebbe benissimo potuto esercitare nei miei confronti..
Cosa significava quindi questo?
Non ebbi tempo per pensarci.
La megera ci spinse fuori dalla camerata, e ci buttò in mezzo agli altri schiavi, tutti ammucchiati nel corridoio.
Mi stupii di notare quanti fossimo, vedendoci così, tutti insieme.
Chiudevano e aprivano la disordinata fila – come dei cani pastori – gli alieni. Presto incominciarono a spingerci, e noi a camminare, un po' spaventati.
Lily mi prese a braccetto e mi guardò, preoccupatissima.
Avrei voluto dirle: “Tranquilla, ho visto l'Illusore ieri e non mi è sembrato poi tanto cattivo” .. ma anche ai miei pensieri risultò una frase ridicola, e lasciai perdere.
Conoscevo la strada che ci stavano facendo fare. Era la strada che avevo fatto anche ieri.
Solo che superammo la piccola cucina, e procedemmo.
La luce intanto si faceva sempre più chiara..
Ebbi la sensazione di essere solo pochi metri sotto terra. I miei polmoni si dilatarono automaticamente.
Bramavo l'aria aperta come un assetato un bicchiere d'acqua.
Tuttavia, loro non ci portarono fuori.
Arrivammo in una grande sala circolare, in fondo alla quale c'era un piccolo rialzo, come un palchetto.
Lì sopra, affiancato da due di loro, si trovava Loki.
Mi fermai, e un uomo dietro di me mi urtò contro.
Ci stavano spingendo lì dentro, come pecore in un recinto. Presto non vidi più Loki, tanta era la calca.
-State uniti!- Sbraitò la megera al nostro gruppo. -Non dovete disperdervi, chiaro?-
Io però da lì in fondo continuavo a non vedere Loki, e io volevo vedere quello che succedeva.
Mollai Lily e iniziai a spingere per avanzare.
-Leah!- Mi urlò dietro la megera. -Stupida ragazza! Dove vai?-
-Sta' zitta!- Le urlai di rimando.
Arrivai in prima fila, dove la massa di gente era così compatta che a stento riuscii a passare. Lì finalmente vidi Loki.
Aveva un aspetto completamente diverso dal giorno precedente.
In mano reggeva uno strano, lungo scettro, simile alle loro armi. In testa portava un elmo d'oro con un paio di corna, anch'esse d'oro. E ci osservava con sprezzo e superiorità.
Lo guardai, spiazzata. Come poteva una persona apparire tanto diversa da un giorno all'altro?
Loki iniziò a parlare, e la sala tacque intimorita.
-Schiavi!- Esordì, guardandosi attorno. -Sono sicuro che abbiate già sentito parlare di me. Io sono l'Illusore, il vostro padrone.-
Silenzio di tomba.
-Sono venuto a dirvi che presto conquisterò il resto del vostro adorato mondo.- Riprese Loki. -E non ci sarà niente che umani, o gruppi di pagliacci che voi chiamate eroi, possano fare per impedirlo. Ma riguardo alla vostra sorte non dovete temere. Se starete sottomessi, così come state facendo ora, se continuerete a strisciare a terra come vermi, non avrete nulla da temere..-
Loki mi vide, i suoi occhi si soffermarono su di me. -.. ma se alzerete la testa, se sarete imprudenti o stupidi, allora verrete puniti. E io vi giuro, che la punizione sarà esemplare.-
Strinsi i denti e contrassi il volto.
Poi udii una voce maschile: -Bastardo!-
Mi voltai, stupita, e come me fecero tutti gli altri schiavi.
Un giovane uomo, dai tratti sudamericani, stava osservando Loki con i lineamenti contorti dalla rabbia.
Loki sorrise. -Prego?-
-Noi non siamo i tuoi schiavi!- Gridò. -Noi siamo gente libera, e siamo molti di più dei tuoi maledetti mostri! Ci solleveremo, e per te sarà la fine!-
Quasi non ebbe il tempo per finire. I due alieni gli andarono contro, lo afferrarono con una morsa sovrumana per i polsi e lo trascinarono davanti a Loki.
Una donna, dalla mischia, gridò: -No!-
-Ma davvero?- Domandò Loki all'uomo.
-Sì, davvero!- Sputò, tentando di divincolarsi. -E se anche io muoio ora, li solleverà qualcun altro! Hai capito, cane?! Non importa se io muoio!-
-In effetti..- disse Loki -.. temo che questo succederà.-
-No!- Urlò di nuovo la donna, e questa volta scattò fuori dalla mischia, così che riuscii a vederla.
Anche lei era sudamericana, ed era incinta per lo meno del quinto mese.
Era molto bella, snella e dai capelli ramati, ma le lacrime traboccavano dai suoi occhi, e la bocca aveva ormai assunto la piega della disperazione.
Si fermò davanti a Loki e agli alieni. -Vi prego..- disse. -.. Per favore! Non fategli del male, per favore.. È buono, abbiate pietà, lui non.. -
Uno dei due alieni mollò l'uomo, e la afferrò di scatto per i capelli.
Sussultai.
La donna gridò di dolore.
L'uomo sgranò gli occhi. -JENNA!- Urlò.
L'alieno le tirava la testa all'indietro, e le lacrime della donna scorrevano lente ai lati del viso, cadendo come pioggia sulle sue spalle.
Quello che successe, successe in pochi istanti.
L'alieno estrasse un'arma dal proprio fianco, e gliela conficcò in corpo.
La donna spalancò gli occhi, come se riuscisse vedere l'Orrore in faccia. Aprì le labbra delicate in un urlo muto.
Poi più nulla. Si accasciò priva di vita contro l'alieno, con la lama ancora dentro al proprio corpo..
Ancora oggi, mi chiedo come ho fatto a mantenermi lucida.
Ma quella scena mi parve talmente assurda, che nei primi istanti non provai nulla. Né rabbia, né paura, né orrore..
Vidi la scena, penetrò nei miei occhi, ma il mio cervello si rifiutò di elaborarla.
Ecco, in quei primi, impassibili, istanti osservai Loki.
Era sbiancato, e i suoi occhi si erano fatti grandi, confusi, esattamente come li ricordavo e come li avevo visti il giorno prima. Osservavano la donna morta nell'unico modo in cui poteva essere osservata: con incredulità.
Poi, Loki parve ricordarsi che il motivo di tutto quello era lui stesso.
I suoi occhi si oscurarono e si indurirono, come ghiacciati da un freddo improvviso. Prima fece qualche passo indietro, poi si voltò e abbandonò la sala, entrando in uno dei corridoi di pietra.
Tornai a guardare la donna morta.
Da qualche parte sentivo l'uomo, il compagno della donna e probabilmente il padre del bimbo che sarebbe nato, urlare straziato..
Qualcosa scattò nel mio cervello.
Mi voltai, spinsi le persone che mi erano vicino e mi fiondai nel corridoio dietro Loki.
Nessuno mi vide, nessuno mi inseguì, ma anche se lo avessero fatto non mi sarebbe importato. Avevo occhi solo per quel mantello verde, più avanti.
Loki evidentemente sentì i miei passi rimbombare sulle pareti, perché si fermò e si voltò.
Io gli fui immediatamente addosso, e lo spinsi indietro. -HAI VISTO COS'HANNO FATTO?!- Urlai, e mi stupii io stessa di quanto la voce mi uscì alta, e adirata.
Loki mi guardò, confuso dalla mia presenza e incapace di rispondere.
-HAI VISTO?! L'HANNO AMMAZZATA!-
Loki si riprese, e mi guardò con odio. -E cosa avrebbero dovuto fare?! In questo modo quello schiavo è stato punito!-
Scossi la testa freneticamente. -Cristo, Loki, svegliati! SVEGLIATI!-
L'odio svanì per la sorpresa, e i suoi occhi ritornarono confusi.
Cercai di riprendere fiato, di calmarmi. Era necessario riprendere il controllo.. Era necessario che lui capisse.
Lo guardai negli occhi, e lui guardò me.
-Loki..- gli dissi. -I tuoi soldati hanno trucidato una donna, e hanno ucciso la creatura che lei portava in grembo. Capisci? Li hanno ammazzati entrambi, come bestie.-
Fu come se se ne rendesse conto in quell'istante. Per un momento i suoi occhi si dilatarono, e io riuscii a scorgere la disperazione, là infondo.
Ma durò solo un attimo.
-Loki..- proseguii -.. se devi essere il nostro padrone, sii almeno un buon padrone. Fermali. Sono.. sono dei mostri!-
-Lo sono anch'io.- Mi rispose.
-No, Loki, io non penso che..-
Qualcosa scattò in lui. -SI, INVECE!- Gridò.
Ammutolii. Il mio cuore prese a battere..
Mi guardò con rabbia. -Non capisci?! ..Io sono un gigante di ghiaccio.-
Il suo sguardo! Mi guardava come se da lì a poco mi dovessi mettere a gridare, ad arretrare, a cercare di fuggire da lui..
-Io non capisco..- Confessai.
Mi guardò, stralunato, poi mi rivolse un gesto di stizza.
Se ne andò.


L'orrore arrivò all'improvviso, come un conato di vomito.
Mi svegliai di soprassalto, la notte.
Il cuore mi batteva a mille, avevo il collo e la testa impastati di sudore, e mi tremavano le mani.
La megera era fuori dalla porta della nostra camerata, ma la convinsi che stavo poco bene e che avevo davvero bisogno di andare nel piccolo sgabuzzino che fungeva da bagno.
Anche se un po' riluttante, mi lasciò andare.
Mi chiusi lì dentro e mi accucciai.
Mi presi la testa fra le mani.
Nonostante il lezzo, cercai di fare ampi respiri.
Ma l'immagine della donna barbaramente uccisa mi balenò davanti..
Mi conficcai le unghie nella testa, e iniziai a piangere.
Il peggio non era essere rinchiusi lì dentro, non era ogni possibilità di un futuro felice e sereno sfumata.. Il peggio era non poter urlare il proprio dolore.

  
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