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Autore: o donnell    09/09/2012    8 recensioni
-Usciamo insieme-affermò Harry con nonchalance.
Io feci finta di non sentire quelle due mostruose parole, e uscii dalla palestra, seguita da lui. Quando ero arrivata vicino alla porta, mi ricordai di essermi scordata di prendere il cappotto, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
-Non intendevo subito!-esclamò lui
-Forse non ci siamo capiti, io non ho nessuna intenzione di uscire con te.-gli dissi spietata
-Riuscirò a farti innamorare di me Tua! Vedrai!-mi disse pacato trapassandomi con lo sguardo. –Comunque, questo deve essere tuo- disse Harry porgendomi il cappotto. Ero sbigottita, non pensavo fosse così sveglio il ragazzo.
Genere: Comico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18


-Smettila di mangiarti le unghie! Che hai sei nervosa?- mi rimbeccò la mamma. Perché si notava tanto? Infondo ero solo seduta sulla sedia a fissare il vuoto da venti minuti, già pronta e vestita come una stupida, per questo maledetto ballo.
Vista la brutta esperienza, da non ripetere, avuta al matrimonio del sindaco, con l’abito a meringa, sta volta optai per un anonimo tubino blu, almeno non mi faceva sentire più ingombrante di quanto fossi.
-E’ arrivato, è arrivato!- gridò la mamma correndo davanti ai miei occhi spalancati, vedendo i fari della macchina, dalla finestra.  Sembrava più eccitata di me, saltellava come una bambina piccola.
-Allora, vediamo, se questo Harry è un bravo ragazzo, suonerà alla porta per venirti a prendere in casa e salutarci, altrimenti suonerà il clacson.- esordì la nonna. Esatto, c’era anche mia nonna a questo strabiliante evento, non bastava la mamma.
Dentro di me, sperai che non suonasse il clacson, perché già mi immaginavo tutti gli spiacevoli commenti che avrebbero fatto su di lui.
-Ti avverto Mia, se Harry suona il clacson, rimarrai qui seduta finchè non si degnerà di venirti a chiamare in casa!- mi avvertì la nonna. Ci tiene molto che io frequenti “giovanotti per bene ed educati” come quelli che c’erano “ai suoi tempi”.
I miei pensieri furono interrotti dal suono del campanello, la nonna preparò un sorriso a quarantadue denti, da mostrare ad Harry, mentre la mamma non esitò ad aprire la porta.
-Buonasera!- esordì Harry non appena la porta si aprì. Strinse velocemente la mano a mia madre e a mia nonna, risparmiando ogni minima imbarazzante smanceria.
-Salve, tu devi essere Harry!- disse la nonna avventandosi su di lui, per poi farlo accomodare. Lui annuì col capo per poi raggiungermi  sulla sedia.
-Ciao Mia, sei stupenda stasera!- mi disse prendendomi la mano per farmi alzare.
-Vogliamo andare?- chiedo prendendogli la mano.
-Aspettate! Vi faccio una foto!- ci bloccò la mamma, già armata di macchinetta fotografica. Le foto mi mettono in imbarazzo, non so mai che posa assumere e, diciamo la verità, non sono fotogenica, non che dal vivo sia meglio che in foto, poi.
-Mamma, siamo già in ritardo.- la fermai spingendo Harry verso la porta.
-Andiamo, sono sicura che ad Harry non dispiacerà!- aggiunse la nonna. Ma come ci avevo pensato a dire a mia madre e alla nonna del ballo?
-Certo!- esclamò Harry afferrandomi per il braccio, come per farmi mettere in posa vicino a lui, rivolgendomi un’occhiata come per dire “non ci vorrà tanto, vedrai”.
-Su, Mia, sorridi!- mi intimò la mamma da dietro la macchinetta. Io mi sforzai di apparire felicissima, anche se dentro di me stavo chiaramente morendo di imbarazzo.
-Cheese!- fece la nonna.
E un flash mi accecò completamente, privandomi della vista.
-Ora potete andare a divertirvi ragazzi!- ci salutarono le due. Noi ricambiammo i saluti e ci avviammo verso la macchina.
-Scusale tanto, mi dispiace!- dissi appena entrata nell’abitacolo della macchina di Harry.
-Per cosa?- chiese Harry avviandosi verso la scuola.
-Per tutto, sai..la foto e il resto, ti posso giurare che di solito non sono così..esaltate.- gli spiegai mettendomi la faccia tra le mani.
-Mia è tutto apposto, è normale, anche mia madre ha insistito a farmi una foto prima di uscire di casa, lei ci tiene tanto a queste cose.-  mi tranquillizza lui sorridendomi.
 
Appena parcheggiata la macchina, ci avviammo verso il vialetto della scuola, che non sembrava neanche più quell’edificio orrendo, grigio, inespressivo, puzzolente, nonché luogo di torture gratuite, anzi sembrava una discoteca, c’erano palloncini rosa e azzurri ovunque e striscioni argentati.
-Sei ancora convinto di voler passare la serata qui? Non sei obbligato..- gli ripetei per la centesima volta. Lui mi prese la mano, intrecciando le dita con le mie e posò le sue labbra sulle mie, in segno di risposta affermativa.
Appena superato il gazebo bianco ornato di rose, dove le coppiette si fermavano a fare le foto per l’annuario, entrammo in palestra, il tavolo dove di solito sedeva il professore di educazione fisica, si era trasformato in un bancone di un bar con punch, salatini, cioccolatini e schifezze varie.
I miei occhi si posarono subito sul vestito appariscente di Liz, che pur essendo in fondo alla palestra e dietro un tavolino, impegnata a raccogliere i fondi da donare all’associazione “contro l’analfabetismo”, vendendo muffin, mi saltò subito all’occhio.
Una folla di ragazzi scatenati, invase la pista, mentre io mi guardavo attorno spaesata. Era la prima volta in tutta la mia vita scolastica che avevo un accompagnatore al ballo.
Osservai le sedie attaccate al muro, che fino ad un anno fa mi accoglievano per ore durante questi scomodi balli di inverno e primavera. Scorsi anche Johanna, mia compagna di tappezzeria che anche questo anno non aveva trovato un accompagnatore, e così si ritrovò ancora una volta seduta in quelle scomode sedie di legno, ad invidiare le altre che ballavano allacciando le braccia al collo del proprio ragazzo.
Decisi di salutare Johanna con un cenno del capo, senza sfoggiare il fatto di avere un accompagnatore, so cosa si prova.
L’ennesima canzone attirava ragazzini frenetici e vogliosi di un ballo, e Harry mi strinse la mano per poi condurmi in pista. Non era ancora l’ora del fatidico lento, ma un po’ di riscaldamento non guasta mai.
Era imbarazzante la vicinanza con lui e con i suoi lineamenti scolpiti da Michelangelo, i suoi occhi limpidi, erano fissi nei miei, che io cercavo di puntare altrove.
 La sua mano scivolò sulla mia schiena, come per confortarmi, avvicinandomi a lui, io abbozzai un sorriso, per poi suscitare il suo, involontariamente. Il sorriso più bello che avessi mai visto.
Per mia (s)fortuna, un tizio del quinto anno, riconobbe Harry, e ci trascinò fuori dalla pista per scambiare due parole. Continuava a sorridermi, come se ci conoscessimo già, si chiamava Jared, e se non vado errata, doveva essere il tipo che si beccò una sospensione per aver chiesto alla professoressa di Latino di che colore portasse le mutande; certe “imprese” le viene a sapere tutta la scuola.
Passato il tizio delle mutande, un altro tipo, biondo con dei lunghi capelli si fermò qualche istante con noi, offrendoci del punch. Dedussi che in passato, aveva fatto parte con Harry di una band, e, se non sbaglio, musica permettendo, il complessino si chiamava White Eskimo.
Mi sorpresi che folle di ragazzine in calore non venissero a chiedere un autografo ad Harry, infatti per ora era stato tutto tranquillo.
L’ora x -il ballo lento-, era sempre più vicina e devo ammettere che le mie mani cominciarono a sudare leggermente. Già tipi agghindati in giacca e cravatta si rifugiavano negli spogliatoi maschili, per l’occasione diventati bagni, per sfuggire a questo ballo. Sarei voluta scappare anche io, sinceramente, ma la mano di Harry aveva tenuto stretta la mia, per tutta la sera e non avevo chance.
Lo speaker annunciò, come previsto, il ballo tanto atteso da tutte le ragazze, Harry non perse tempo e mi ri-trascinò  in pista, sorridendomi, per lui  ballare non era un problema.
Mi aggiustai freneticamente i capelli e il vestito, pur di non affidare le mie sudate mani a quelle calde e vellutate di Harry, ma non ci fu scampo, e me le afferrò, facendole allacciare al suo collo. I nostri volti erano troppo vicini e potevo respirare senza problemi la sua stessa aria. Le sue labbra si avvicinarono lentamente alle mie, sfiorandole giusto quanto basta per desiderarle a pieno sulle mie. Passò delicatamente le sue mani sulla mia schiena, senza cedere all’istinto maschile di posarle sul mio fondoschiena, fortunatamente.
La sua presa sicura su di me, ci fece danzare a ritmo di quella snervante musica troppo lenta. Ci movevamo piano e nonostante i suoi occhi cercassero i miei io ero impegnata a guardarmi i piedi, per far si di non pestare i suoi.
Harry mi sollevò il mento, e incrociai i suoi occhi, illuminati dalle luci soffuse.
-Rilassati Mia- mi soffiò all’orecchio con voce calda. Mi venne la pelle d’oca.
-Scusa, ti ho pestato un piede..- gli dissi trovando il coraggio di fissarlo negli occhi. Lui sfoggiò un sorriso tranquillo. -Scusa, l’ho fatto di nuovo..- esordii io imbarazzata. –Forse è meglio che tenga la testa bassa, almeno non ti pesto i piedi..- continuai.
-Mia, stai tranquilla, va tutto bene, mi farei pestare anche a sangue da te, se è questo il problema..- sdrammatizzò lui. Io non trattenni una risata, stavolta aveva fatto una battuta carina, dai.
-Harry, forse è meglio che il nostro ballo lento finisca qui.- gli dissi slacciando le braccia dal suo collo, dopo avergli pestato i piedi per l’ennesima volta.
-No, aspetta, se vuoi ce ne andiamo da qui, ma non far finire questa serata così..-mi trattenne per il braccio. Io gli afferrai la mano e lo trascinai con me verso il retro della palestra. Passammo per i bagni, ormai diventati dei veri e propri privés dove accogliere le coppiette, attraversammo il corridoio poco illuminato, dove una voce femminile spezzò il silenzio.
-Ma che carini che siete! – esordì. Entrambi ci girammo di scatto. -Prima mi sbatti fuori di casa, accusando mio padre di averti violentata e adesso te la fai con il mio ragazzo, che coraggio che hai!- urlò Liz fuori di sé.
-Liz, smettila, sai benissimo che io non sono il tuo ragazzo, e poi tu non sai quello che ha passato Mia, perciò lasciaci in pace!- la ammonì Harry.
-Zitto tu!- gli dissi io con gli occhi lucidi. Mi avvicinai a Liz a passo lento, pensando al modo migliore per offenderla, in quel momento non mi sarei risparmiata.
-Non c’è che dire, sei senz’altro figlia di tuo padre..- le dissi guardandola dall’alto in basso. –Ma fammi un piacere, la prossima volta che ti guardi allo specchio, tanto ne avrai occasione, ne sono certa, guarda bene quanto fai schifo.- le dissi per poi ritornare verso Harry, già con la mano protesa verso la mia.
Ci fermammo sulle scalette del retro della palestra, e mi sedetti, togliendomi le ballerine che mi stavano distruggendo  i piedi. Harry si sedette vicino a me, dandomi un bacio in fronte, per poi far avvicinare la mia testa al suo petto. Il suo cuore batteva forte, fortissimo.
Sorrisi leggermente, per poi rivolgere lo sguardo ad Harry, per concedergli il tanto agognato bacio della serata.
Le nostre bocche non esitarono a trovarsi e a combaciare perfettamente, le labbra soffici di Harry lasciavano lunghi baci che assaporavano le mie labbra, mentre le sue mani percorrevano la mia schiena, e io giocherellavo con le mani nei suoi capelli, assecondando con le dita le onde naturali dei suoi morbidi ricci. I nostri occhi erano aperti e i nostri sguardi erano incatenati, decisi a non volersi perdere.
-Sporcaccioni! Per queste cose ci sono i bagni!- gridò una voce maschile a me familiare. Io ed Harry ci staccammo subito e le nostre facce assunsero tutte le possibili sfumature di rosso, a causa dell’imbarazzo.
Scorgemmo Gemma in compagnia di Alan, il solito demente.

hi guys!
riecomi.
scrivendo il titolo mi sono sorpresa di me stessa,
sono arrivata al diciottesimo capitolo?? Oddio.
e domani vi aspetta l'epilogo belle ragazze!
sono eccitata e fra poco mi metto a piangere sdijffjsfsjf
mi sono affezionata tanto a 'Marry' come li chiamate voi :3
voglio ringraziare per l'ennesima volta voi lettrici, cioè siete
'unbelievable' vi amo tanto tanto.
sono tentata di mettervi una canzone romantica nel prossimo capitolo..
bohhh vediamo.
ringrazio tutte voi ancora una volta e a domani, belle.
'a massive thank you'
  
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