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Autore: Black Mariah    09/09/2012    4 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Fan Fiction completamente ispirata al film e al telefilm "Le dieci cose che odio di te".
Bianca vuole diventare popolare a tutti i costi. Kat vuole portare avanti battaglie anticonformiste e femministe. Gerard vuol far esplodere il liceo che frequenta. Mikey è follemente innamorato di Bianca. Frank cerca di aiutare disperatamente l'amico a conquistare la ragazza. Ray malgrado gli istinti omicidi di Gerard, avrà la sua dose di popolarità e inizierà una delirante relazione con Paris.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Seven Soul

 
-No, Frank, non capisci. La situazione è disperata…- disse Gerard al telefono, cercando di incurvarsi in una angolino della stanza e di non permettere alle urla di suo fratello di arrivare fino alla cornetta.
-In che senso disperata?- fece il ragazzo dall’altro capo del telefono. –Ehi, aspetta un attimo…chi è che urla?-
-Ecco, te ne sei accorto.- disse il ragazzo alzando gli occhi al cielo. Si girò a guardare Mikey e a stento riuscì a trattenere una risata.
-Gerard, mi vuoi dire che cazzo succede? Perché urla? Ma sta piangendo? A me sembrano pianti!- fece Frank preoccupato. Non ci stava capendo più nulla, sapeva solo che Mikey era scappato da scuola seguito da un gruppo di soliti teppistelli scemi.
-Non lo sai ancora?- disse il moro facendo un sospiro.
-No. Cosa dovrei sapere?- controbatté Frank.
Gerard fece un respiro profondo, suo fratello era steso sul letto a pancia in giù, con la testa sotto il cuscino e non la smetteva di piagnucolare. A momenti alterni sembrava anche muovere i piedi e scalciare.
-Bianca crede che lui sia gay…- rispose il fratello grande.
A quelle parole Mikey emise un gemito ancora più forte, si girò e gettò addosso a suo fratello il cuscino che aveva tra le mani,  bagnato dalle sue lacrime di nervosismo.
-Ehi! Che vuoi da me?- urlò Gerard scansandosi. –Cazzo, vedi che hai fatto!- aggiunse qualche secondo dopo, quando realizzò che il cuscino aveva colpito la lampada, e che era in mille pezzi sul pavimento.
-Come gay?- continuava a ripetere Frank al telefono senza interruzione.
-Oh Dio santo! Frank, aspetta un attimo!- fece Gerard chinandosi a raccogliere i cocci della lampada.
-Mi volete spiegare che succede?- richiese il ragazzo ancora una volta.
-Frank, vieni a casa. La sua situazione è disperata e io non riesco più a tollerare questi piagnistei. Sta arrivando anche Ray.-
Qualche secondo dopo si salutarono e Gerard si avvicinò a suo fratello che ora sembrava guardare il soffitto con occhi persi nel vuoto.
-Sono un idiota- fece Mikey. –Un idiota!- ripetè più convinto.
Gerard si accese annoiato una sigaretta e iniziò ad ascoltare il fratello.
-Perché saresti tu l’idiota? A quanto mi sembra l’unica idiota è questa paperella di cui ti sei invaghito…- commentò Gerard a denti stretti. Era assurdo pensare che Bianca e Kat fossero sorelle.
-Perché adesso tutti credono che io sia gay! Sono diventato lo zimbello della scuola e le ho pure offerto il mio aiuto per non farla stare a vita in punizione!- sbuffò il più piccolo. -Mi odio! Sono spacciato! La mia vita è compromessa!- aggiunse con più sentimento.
Il moro alzò gli occhi al cielo. Quanto la faceva lunga.
-Beh, il rimedio è facile…- disse il fratello scrutando Mikey. –Trovati una ragazza-
Commentò calmo, come se per Mikey incontrare l’anima gemella fosse cosa da niente.
-La fai facile tu…- disse il ragazzo inforcando gli occhiali e ritornando a vedere nitidamente Gerard.
-Non la faccio facile. Non credo che tu sia così sfigato da non avere nessuna possibilità con nessun’altra ragazza…- rispose acido il fratello grande.
-Ma io voglio lei!-
-Ma lei è una stupida, Mikey! Quante ragazze vanno gridando che il proprio amico è gay? Ma soprattutto quante ragazze vanno pensando che solo perché un ragazzo non è rozzo come gli altri, debba essere per forza dell’altra sponda? Andiamo, Mikey, meriti di meglio!- esclamò con sincerità il moro.
Il ragazzetto apparve pensieroso, avrebbe dovuto risolvere al più presto quella situazione.
-E se mi dichiarassi?- propose un po’ scettico.
-A chi?- disse Gerard sgranando gli occhi.
-A Bianca! O magari, ok, aspetta, ho trovato la soluzione…- fece il ragazzo già compiaciuto dall’idea.
-Spara- disse Gerard buttando la cicca. Voleva proprio stare a sentire.
-Io e Bianca, prima che lei avesse l’illuminazione sulle mie tendenze sessuali, stavamo parlando di come farle diminuire la punizione.- iniziò a dire.
Dopo qualche minuto terminò di spiegare al fratello la situazione e aggiunse
–Quindi io pensavo…se per alleviare la punizione a Bianca, tutto quello che serve è fare uscire Kat…perché non ci pensi tu? Così io sarò l’artefice di tutto, lei mi vedrà come il suo salvatore, e magari le confesso che non sono gay…- terminò con tono di ovvietà. –In verità questo era il mio piano già da prima che lei dichiarasse al mondo la mia falsa omosessualità, ma se va a buon fine, sarebbe diverso…- aggiunse concludendo.
Gerard deglutì. Uscire con Kat…certo che lo voleva. Anzi, tra qualche ora si sarebbero visti. Ripensò al bacio della mattina, e a come era bella quando si arrabbiava.
-Allora? Che dici? Non dirmi di no! L’ho fatto anche per te! Ho visto come squadravi Kat alla festa!- esclamò Mikey accennando un sorrisetto.
-Non squadravo nessuno- rispose secco il fratello maggiore.
-Non mentire! Conosco quello sguardo vispo e furbetto nei tuoi occhi!- fece Mikey.
-Ma quale sguardo vispo e furbetto?!- esclamò Gerard scoppiando a ridere. Sperava di non essere arrossito.
-Lo sguardo che ti viene quando ti piace davvero una ragazza e non quando te la vuoi solo scopare!- rispose Mikey con il tono da vero intenditore.
-Uno: non gridare perché mamma potrebbe sentirci. Due: ma l’argomento di questa conversazione non eri tu? Perché tra i due, non sono di certo io quello che deve rivendicare la propria maschilità!- disse il fratellone per cambiare discorso. Quella conversazione rischiava di diventare molto pericolosa.
Qualche secondo dopo i ragazzi sentirono la voce della propria mamma e accorsero in salotto.
Nel soggiorno di casa Way ad aspettarli c’era, oltre che Frank e Ray, anche la piccola ragazzetta che li accompagnava nelle loro usuali scorribande: Tess.
Dopo aver fatto i convenevoli di casa, la signora Way fece salire tutti al piano di sopra solo dopo aver messo in tavola le sue solite torte al limone, di cui Ray era praticamente ghiotto.
Il gruppetto di ragazzi salì su per le scale e si rintanò nella stanza di Gerard, decisamente più grande rispetto a quella di Mikey, e iniziarono a consultarsi.
Gerard sentì per l’ennesima volta la storia di Mikey e di tutte le paranoie che si faceva su Bianca, così nel frattempo si avvicinò alla finestra da cui si era sporta anche Tess.
-Povero Mikey…- commentò la ragazza sorridendo appena. –Non ci credo che quella è la sorella di Kat!- aggiunse.
-Ho detto la stessa cosa anche io…- rispose il moro a voce bassa.
–Mmm…non che non mi faccia piacere che tu sia qui…- aggiunse qualche secondo dopo –ma…perché sei qui? Cioè come fai a sapere di questa storia?- domandò Gerard scrutando Tess.
La ragazza sembrò intimidirsi. –Ehm…quando parlavate al telefono ero con Frank…- rispose vaga.
Gerard corrucciò lo sguardo. C’era qualcosa che non andava…
-Devo sapere qualcosa?- chiese sorridendo leggermente. Lui e Tess erano un po’ come il diavolo e l’acqua santa. A Gerard la ragazza stava simpatica, sapeva che era una brava amica, e poi era una persona anticonformista rispetto alle altre sue coetanee: un grande punto a suo favore.
Tess abbassò lo sguardo e accennò un sorriso. –Non credo sia il luogo adatto…- disse lanciando uno sguardo ai tre ragazzi seduti a terra e sul letto, che discutevano animatamente come poter risollevare lo stato sociale di Mikey.
Gerard le si mise davanti per coprirla e poi disse –Non baderanno a noi-
Le fece l’occhiolino e poi accennò un sorrisetto malizioso.
-Ok- fece sospirando lei. –Niente, diciamo che io gli ho…come dire, mostrato interesse e…lui sembra ricambiare, almeno da quando gli ho fatto presente che non sono il maschiaccio che crede…- rispose guardando fuori dalla finestra e scorgendo in lontananza un cane.
Gerard sorrise. Ecco che il suo lato bastardello che dava tanto sui nervi a Kat riaffiorava.
-E come gli hai fatto capire che non sei un maschiaccio?- chiese a bassa voce il ragazzo.
Tess chiuse gli occhi a due fessure. I suoi occhi color nocciola scrutarono Gerard.
-Non credo siano affari tuoi!- fece con voce stridula la ragazza.
-Eddai!- disse Gerard sempre a bassa voce mentre dava a Tess delle gomitatine nello stomaco.
La piccoletta alzò gli occhi al cielo. –E va bene…noi…cioè io…l’ho baciato…appassionatamente aggiungerei- commentò con un po’ di imbarazzo.
-Solo?!- chiese lui che già si stava facendo film mentali.
-Certo che sì!- esclamò Tess. –Che avrei dovuto fargli? Uno streep tease?-
-Beh, sarebbe stata una buona idea!- esclamò ridendo lui, prima che la ragazza gli desse un pugnetto nello stomaco.
-Ok, ok. Stavo scherzando!- disse arreso di fronte al suo animo combattivo.
Tutto sommato non era poi così male per Frank, anzi era perfetta per Frank, piccoletta il tanto che bastava per non far sembrare lui uno gnomo da giardino, tatuata e con i capelli tinti: la sua anima gemella!
-Ma adesso parliamo di te…- fece improvvisamente Tess girandosi verso il suo interlocutore. –So che stasera hai un appuntamento…- concluse strabuzzando gli occhi.
Gerard divenne improvvisamente timido e impacciato.
-Così sembrerebbe- commentò –Tu come lo sai?- aggiunse ingenuo. Come poteva saperlo? Gliel’aveva detto Kat, che domande…
Tess fece un sorriso e notò che il ragazzo stava facendo finta di essere impassibile, come se quasi non gli importasse del fatto che lui e Kat sarebbero usciti assieme.
-E ti ha detto solo questo?- chiese, accendendosi l’ennesima sigaretta.
-Avrebbe dovuto dirmi altro?- domandò lei con occhietti allegri.
-Non credo…- fece lui guardandola e cercando di capire se sapeva del bacio.
-Che cosa avete da confabulare voi due?- disse improvvisamente alle loro spalle Frank, che procedeva dritto verso di loro.
-Rimedi alternativi ai vostri per l’omosessualità mancata di Mikey…- rispose Gerard sorridendo.
Frank lo guardò allegro –E sentiamo cosa avete da proporci?- fece.
-Prima voi!- esclamò Tess muovendosi e facendo quasi una piroetta. Si gettò sul letto di Gerard e affondò al fianco di Mikey.
-Io ho proposto di cercare a Mikey una ragazza…- disse Gerard –Naturalmente che non sia quella bionda…- aggiunse con ovvietà.
Mikey sbuffò.
-Io ho proposto di rovinare la reputazione di Bianca, così Mikey rimane il suo unico amichetto e magari riesce a fare qualcosa!- fece Ray, mangiando delle patatine.
-Te l’appoggio!- esclamò Gerard indicando l’amico con il dito. -Questa mi piace!- aggiunse.
-No! Non posso fare una cosa del genere!- esclamò Mikey quasi indignato. –E poi che mi invento su di lei? La conosco appena!-
-Beh, un modo per conoscerla meglio ce l’abbiamo…- disse Frank a bassa voce, volgendo lo sguardo verso Tess.
-Ehi perché mi state tutti fissando?- chiese la ragazza destandosi da sul letto.
-Tu conosci Kat, vero? Insomma siete amiche…- accennò Frank.
-E quindi? Non vorrete usarmi per i vostri complotti? E poi Kat che centra?- domandò isterica Tess.
-E’ la sorella da quanto abbiamo capito…fatti dire qualcosa su di lei!- fece Ray.
-No! No e no! Gerard, diglielo tu che non è una buona idea usare Kat!- disse la ragazza, cercando con gli occhi quelli verdi del ragazzo.
Gerard la guardò. La cosa aveva preso una piega inaspettata.
-Non mi sembra sia il caso, ragazzi…Kat tende alla schizofrenia il più delle volte…- disse lui per sembrare meno compromesso di quanto già non lo era.
Ray lo guardò storto: che grande bugiardo! La sera prima non le levava gli occhi di dosso, e quel giorno tendeva alla schizofrenia!
–Insomma ci sono tanti metodi per scoprire gli scandali delle persone, non coinvolgiamo estranei!- cercò di menarla giù di lì Gerard, accortosi tra l’altro degli sguardi confusi dell’amico.
-Infatti!- esclamò Tess.
-Ok, come volete: da domani indaghiamo e inizia l’operazione “D.B.S.”. Voglio tutto su di lei: cartelle scolastiche, stampe del profilo Facebook, di quello Twitter e qualsiasi altra cosa che riusciamo a trovare. Anche i suoi tabulati telefonici!- fece Frank euforico, che già si pregustava i momenti salienti di quella “caccia allo scandalo”
-D.B.S.?!- ripeterono all’unisono i ragazzi, solo dopo aver guardato male Frank per cinque minuti di fila. Era impazzito per caso?
-Sì: distruggiamo Bianca Stratford!- esclamò tutto contento.
-Ma io non voglio distruggerla! Voglio solo che non pensi che io sia gay!- fece Mikey titubante e con voce stridula. Era convinto che tutta quella situazione gli sarebbe sfuggita di mano e che  alla fine avrebbe combinato un bel casino.
-Secondo me è colpa dei vestiti- fece Ray all’improvviso. –Sei ritornato a vestirti come una checca, Mikey, con quei golfini con lo scollo a V color prugna…- concluse con molto disappunto, storcendo le labbra.
-Ma smettetela!- intervenne Tess a difendere l’amico. Non e’ di certo per un chiodo o per un golfino che la situazione cambia!-
 
Quella che stava facendo era una cosa idiota: guardare da più di mezz’ora il contenuto del suo armadio e non riuscire a scegliere che vestiti mettersi. Quella era una cosa tipica di Bianca.
Di solito apriva le ante dell’armadio, metteva dentro la mano a caso e la prima cosa che prendeva era il suo outfit: ma quella sera era diverso. Si sentiva agitata ed euforica allo stesso tempo.
Diavolo, non poteva pensare a lui solo perché aveva fatto il tenero nei corridoi e solo perché l’aveva zittita con un bacio, un bel bacio.
-Esci?- chiese suo padre improvvisamente.
Kat si girò e guardò il padre in attesa di una risposta.
-Sì, perché?- chiese tranquillamente. Di solito suo padre non faceva storie quando era lei a dover uscire.
-Così, chiedevo!- fece il Signor Stratford –E dove vai? Ai tuoi soliti circoli di lettura femminista?- aggiunse con una vena di ironia.
-No, papà- rispose la ragazza deglutendo. Stava per fare una cosa un po’ scorretta.
–Festival del Film europeo! E indovina? Per fortuna non ci sono scene di nudo e i bambini di tutte le età possono assistere!- disse un po’ isterica. –Proprio come piace a te!- si preoccupò di aggiungere.
Se solo avesse scoperto che se ne stava per andare fuori città, con un ragazzo che sicuramente lui avrebbe definito “alquanto discutibile”, l’avrebbe ammazzata, fatta a pezzetti e nascosta dentro i muri di quella casa.
-Bravo il mio cactus!- esclamò soddisfatto il dottore.
Kat alzò gli occhi al cielo. Odiava quello stupidissimo nomignolo.
-Al plurale ci chiamiamo cacti- mugolò lei, abbattuta per il fatto che di lì a poco avrebbe tradito la sua fiducia.
Walter Stratford uscì dalla stanza della figlia e si diresse a preparare la cena. Passando dal soggiorno, vide Bianca fare i compiti e perciò non proferì parola, cercando di ricordare la ricetta del timballo di carne e verdure.
Kat decise di mettersi una maglia larga delle sue e di indossare un paio di jeans aderenti con degli stivali neri.
Farsi bella per Gerard andava contro ogni suo principio, quindi decise semplicemente di comportarsi normalmente, e di vedere quella situazione come un’occasione per aver un passaggio da un amico e come un’occasione per andare a vedere una delle sue band locali preferite.
Alle nove meno cinque uscì di casa, preoccupandosi di mandare al ragazzo un messaggio in cui gli diceva di non venire a prenderla sotto casa, ma dall’inizio del viale. Suo padre era solito appostarsi dietro la porta e  rimanere a guardarla mentre si allontanava fino a quando non girava l’angolo.
Gerard arrivò alle nove e venti: un motivo in più per trattarlo male. Lei faceva sempre così, quando un ragazzo le mostrava interesse appariva impaurita e allo stesso tempo la innervosiva.
-Scusa il ritardo!- esclamò Gerard appena la vide. –Mi sono fermato a fare benzina prima di uscire fuori paese!-
Kat sgranò leggermente gli occhi. Sperava che suo padre non l’avesse seguita.
-Fortuna che non fa freddo…- disse solo lei, aprendo lo sportello ed entrando in macchina.
Improvvisamente una nuvola di profumo si espanse per tutta la vecchia Mustang che Donald Way aveva ceduto a malincuore a suo figlio.
Gerard inspirò piano e si girò a guardarla. Avrebbe dovuto salutarla?
Kat lo sembrò anticipare, ma risultò alquanto fredda e suscettibile.
-Di solito sono le ragazze che si fanno aspettare.- borbottò –Comunque…ciao-
-Ciao…- fece lui un po’ interdetto accendendo il motore. Ok, non si aspettava di certo un bacio in bocca, ma almeno un sorriso gliel’avrebbe potuto fare.
-Passato il malumore?- chiese. Oramai aveva capito come trattarla: bastava fare il gentile e lei si rilassava.
Kat lo guardò e accennò un sorriso: quel ragazzo aveva qualcosa di disarmante e di fastidioso allo stesso tempo.
-Questo è un modo per chiedermi se me la sono presa per il ritardo?- chiese lei sorridendo, guardando le luci della città allontanarsi.
Gerard rise di cuore: in parte era vero.
-Non lo so! Dimmelo tu- rispose, rimanendo concentrato al volante.
Kat lo guardò: avrebbe dovuto ammettere che mentre guidava aveva un certo sex appeal.
-Può darsi, o può darsi di no…-
-Mmm, siamo criptiche stasera?-
-Non più delle altre volte- rispose lei ritornando a guardare la strada. –Allora, dov’è che andiamo a vederli?- aggiunse rivolta al concerto.
-Beh, è un posto alternativo. Diciamo che ho rimediato al fatto che bisogna essere ventunenni per entrare…- fece lui, accennando un sorriso e accendendosi una Malboro.
-E questo che significa? Puoi evitare di fumare? Sei quasi bello non attorniato dalla tua solita nuvola di fumo- disse Kat spontanea.
Gerard deglutì. Aveva sentito bene? Decisamente sì.
-Io sono sempre bello…- commentò malizioso, spegnendo la sigaretta.
La ragazza spalancò leggermente gli occhi.
-Ho sbagliato termine…- rispose girandosi per non farsi vedere in difficoltà. –Non ti montare-
-Non mi monto affatto!- fece lui soffocando una risata. –E comunque, tranquilla…Non sei la prima ragazza che me lo dice…- aggiunse un po’ spavaldo.
-“Non sei la prima ragazza che me lo dice”- ripetè lei imitando la sua voce –Pff!- aggiunse alzando gli occhi al cielo.
-Ahaha! Sei incredibile- esclamò lui, sterzando e prendendo una stradina di campagna. Kat si guardò attorno. Dove diavolo la stava portando?
-Tranquilla. E’ una strada secondaria. Te l’ho detto che ho trovato un modo alternativo…- disse.
-L’ultima volta che è successa una cosa del genere, della ragazza che si trovava in macchina si perse ogni traccia…- scherzò lei sorridendo.
Gerard sorrise.
-Mi fai davvero tanto maniaco? Se avessi voluto approfittare di te, l’avrei fatto cercando un posto più comodo!- rispose malizioso.
Kat rimase a bocca aperta.
-Faccio finta di non aver colto il doppio senso di questa frase!- esclamò.
-Ma quale doppio senso!- disse lui sorridendo e iniziandola a stuzzicare. –Vedi che sei sempre tu che pensi a male?- disse.
-Ah, sì. Ora la maniaca sarei io!- commentò lei.
-Non sei maniaca. Sei solo perversamente attratta da me…- fece Gerard simulando uno sguardo da figo.
-Attratta da te?! “Perversamente”?- ripetè Kat scettica. –E sulla base di cosa hai capito ciò?- chiese, stando al gioco.
-Perché fai la scontrosa con me, non ammettendo a te stessa che in fondo ti piaccio…- rispose con ovvietà lui.
Kat si prese qualche secondo...in fondo non aveva tutti i torti.
-Ok, ok- disse lei –Quindi adesso sei diventato il mio psicologo, oltre che il mio amore segreto…Vuoi sapere anche se ti sogno la notte?- chiese sarcastica lei.
-Perché…mi sogni anche? Se vuoi un altro bacio, devi solo chiedermelo…- disse lui, azzardando quella risposta.
La verità di tutta quella conversazione demenziale era che Gerard voleva solo sapere cosa lei pensasse di lui.
Kat sembrò irrigidirsi e non rispose subito.
-Stavo scherzando…- fece il ragazzo quasi scusandosi qualche secondo dopo.
-Ehm…- iniziò Kat –No è che…- fece, cercando di organizzare le idee. Se si fosse trovata in un’altra situazione avrebbe preso Gerard a parolacce, ma lui sapeva essere dannatamente tenero anche quando si spingeva più in là del dovuto. -Diciamo che non me l’aspettavo…del bacio intendo- disse sincera, non cedendo per una volta all’ira. -Insomma, nel corridoio, così davannti a tutti...fa tanto Beverly Hills...- aggiunse accennando un debole sorriso.
Improvvisamente i toni si fecero seri. Lei non era pronta per una nuova relazione, ma l’idea di avvicinarsi a Gerard in quel modo la eccitava positivamente. Insomma, non era poi così male, e benché lei avesse fatto di tutto per allontanarlo lui non aveva demorso.
-Beh…nemmeno io- commentò lui ripensando alla mattina. Era stato un gesto un po’ avventato, ma gli era piaciuto fino in fondo.
–Però, già il fatto che tu non mi abbia dato un calcio in mezzo alle gambe e che non sia scappata, mi da qualche speranza…- aggiunse sorridendo.
Kat rise.
-La prima volta te lo meritavi!- disse sorridendo.
-Toh, siamo arrivati!- Fece lui per risposta, parcheggiando la macchina  in uno spiazzale.
-Aspetta…dove siamo?- chiese Kat guardandosi attorno. Sbagliava, o si trovavano in una specie di parco?
-Te l’ho detto- fece Gerard, scendendo dalla macchina. –Dato che sicuramente non hai un documento falso per entrare, ho dovuto rimediare…-
-Perché tu ce l’hai?- domandò scettica lei.
-Certo. Che domande.- mugolò lui.
Kat lo seguì, cercando disperatamente di non fissargli i pantaloni aderenti che indossava.
-Vieni- disse, prendendola per mano e non curandosi della reazione di Kat. –Senti la musica?- aggiunse.
-Sì…- rispose Kat confusa –Da dove viene?-
Il ragazzo si sedette sul prato e aprì dei rami che ostacolavano la vista.
-Da qui- fece.
Improvvisamente Kat potè intravedere la band da un lungo finestrone che dava sul retro del locale.
-No, non ci credo!- esclamò contenta ed eccitata.
-E non hai visto questo…- disse Gerard, indicandole con la mano il panorama di fronte.
Kat rimase a bocca aperta.
New York brillava di fronte ai suoi occhi.
-Oddio…è…- iniziò a dire.
-Bellissimo?- terminò lui. –Sì. Lo so, soprattutto perché è gratis…- disse scherzando.
-Quante ragazze ci hai già portato?- chiese lei sorridendo, giusto per farlo smontare un po’.
-Avrei voluto portarne tante…- rispose lui vago, non dandogliela vinta.
-Beh, stasera te lo devo concedere…- fece Kat qualche istante dopo.
-Cosa?- chiese lui girandosi a guardarla.
-Sei stato bravo…- disse lei deglutendo, mentre Gerard si stava avvicinando pericolosamente a lei.
-Io sono sempre bravo…- rispose lui, accennando un sorriso e penetrandola con i suoi occhi verdi.
Kat non rispose e per una volta tanto fu lei a sorprenderlo.
Gli portò una mano dietro la nuca, intrecciando le dita tra i suoi capelli neri.
Gerard si irrigidì per qualche secondo, incredulo che Kat stesse per fare una cosa del genere. I loro nasi si sfiorarono leggermente e poi,  quando le loro labbra si toccarono, fu come trovarsi in un altro mondo.

To be continued

***
Ok. Se questo aggiornamento è arrivato è solo grazie a POPstitute che mi ha convinta ad aggiornare dopo tre mesi.
Perdonatemi per il lungo silenzio, ma sto preparando un esame tostissimo e non ho davvero avuto tempo di scrivere nè di leggere (tra l'altro, colgo l'occasione per scusarmi per tutte le storie che stavo leggendo e che in questo periodo ho abbandonato: le recupererò tutte)
Spero che questo capitolo vi piaccia! Devo riprendere un po' la mano a scrivere, ma vi posso assicurare che per questa ff in particolare ho un mare di idee, quindi tornerò alla ribalta (?!) il prima possibile, anzi precisamente dopo il 19 che darò l'esame!
Ringrazio tutte le nuove ragazze che hanno recensito e che si sono aggiunte ai miei deliri! 
Vi ricordo qui di sotto il link della mia pagina fb!
Se non avete ancora messo mi piace...fatelo!
 

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