La luce mi investe. Mio fratello accende la radio. La musica mi accarezza dolcemente.. “Tutto incominciò sotto il sole, il mare osservava il nostro amore, amore che non passava mai, amore che non finiva mai. Ti presi la mano e ti portai nel castello , ti dissi ti amo amore mio immenso bello, poi mi ritrovai tutt’ un tratto con te 3m sopra il cielo e con una gran voglia di te...” Le note si dissolvono nell’ aria. La voce di Ale si impossessa del microfono: - Abbiamo appena sentito Mattia Cerrito con 3m sopra il cielo. Siamo appena entrati i in diretta con “ Sto ancora in piedi” la radio di ogni giorno. Vorrei anche approfittarne per salutare una ragazza che ammiro con tutto il cuore .L’ ammiro perché dopo tutto quello che ha passato è ancora in piedi. Anche se forse non ha un motivo per continuare a sorridere. Ti auguro di trovarlo un motivo .Perché ,come la canzone che ci sarà tra pochi attimi ,tu sei un essere speciale e non meriti di soffrire. Emma. – Mi rispecchio nel vetro appannato della doccia. Una ragazza dai tratti delicati, con i grandi occhi pepita, con i capelli chiari perennemente mossi, ricambia il mio sguardo. Sono io quella ragazza che sorride? Può essere mai? Io, quella ragazza con il perenne broncio sulle labbra che non ricordo abbiano mai visto un sorriso, sono capace di sorridere? Esco nella mattinata calda. Intravedo le prime margherite che presto fioriranno. Il leggero venticello si diverte a stuzzicarmi i piccoli fili dorati. I raggi illuminano il mio volto. Inizio a saltellare nel verde smeraldo del prato. Sorrido a tutto ciò che intravedo e a tutti i visi familiari che mi salutano in risposta. Per la seconda volta non sto fingendo. -Cazzo quanto mi sei mancata…- Guardo la mia amica. Scavo affondo in quei occhi da cerbiatto dove mi so orientare. Nel nocciola profondo dei suo occhi intravedo tutto l’ affetto che quella fantastica ragazza ha per me. Tutta l’ allegria che mi sa trasmettere. L’ abbraccio. Mi sono mancate quelle braccia morbide. Quei lunghissimi capelli neri. Quelle fossette che si formano sul suo viso quando mi regala un sorriso. Ma non penso a tutto quello che ho passato. Ora qui con me c’ è Miky. Se non lascio la sua mano andrà tutto bene. -Dobbiamo assolutamente festeggiare- annuncio con tono che non ammette repliche. -Assolutamente- ribatte sorridendo. Sprofondiamo nel divano del soggiorno. Il nostro divano. Quello dove abbiamo passato i nostri pomeriggi invernali sotterrate da una coperta abbastanza grande da riscaldarci. -Raccontami tutto- le dico. Mi piace ascoltarla mentre racconta le sue giornate pazze. Ha una bella voce da sentire, spiccia. Inizia a raccontare della maglia che suo padre gli ha comprato con la scritta “ mio padre è il mio uomo” , il tizio con l’ anguria che la invita fuori a cena, la faccia di suo nonno quando Miky per farsi prestare un po’ d’ attenzione gli ha detto che aveva fatto sesso con un’ estraneo in un pub ( da notare il fatto che a 16 non puoi entrare nei pub). Mi racconta tutto nei minimi dettagli, gesticolando e facendo facce ridicole per imitare il nonnino attaccato alla tv. Non si può non sorridere a una ragazza del genere.