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Autore: ScarlettIvyCH    09/09/2012    0 recensioni
“La vostra relazione è l’ennesima perdita.”
Quando decidi di smettere di fingere e soffrire per l’ennesima perdita, ma questa volta per poter ritrovare la libertà.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Ok, è l’ennesimo racconto deprimente (?) che scrivo,  ma spero possa piacere.

Si ringrazia infinitamente la mia beta preferita (Miss BloodyFangs)! E tutti quelli che riusciranno a leggere tutto il racconto.

Lasciate pure un commento se vi va, a me fa sempre piacere sapere cosa ne pensate! ;D

Buona lettura!

 

 

Sei stata stupida e presuntuosa nel credere che saresti riuscita a capire cosa stava provando.

Avresti dovuto sapere che tu non gli saresti bastata.

I tuoi baci e le tue parole non facevano altro che peggiorare tutto, costringendo entrambi a fingere.

Lui non era più lo stesso e tu sentivi solo freddo, ma dopotutto non era te quella che voleva.

Ti sei imposta, volevi lui e l’hai avuto, pensavi fosse la cosa giusta dopo che avevate condiviso un simile dolore, dopo che lei era morta. Stare insieme ti era sembrata una buona idea, l’avresti aiutato, avreste superato la sua tragica perdita insieme e tutto sarebbe cambiato in meglio.

Ti sbagliavi ed ora ti rendi conto di quanto questo sia costato ad entrambi.

La vostra relazione è l’ennesima perdita.

Provi un disagio diffuso, la sensazione che qualcosa si è  rotto per sempre e senza nemmeno sapere come.

Non c’era nessuna possibilità per voi due, nessun futuro insieme e questo lo sapevi da tempo, forse l’avevi sempre saputo.

L’hai trasformato in qualcosa d’opprimente ed ogni volta che incroci il suo sguardo senti una morsa che ti toglie il respiro. Il  suo viso ti rende nervosa, in qualche modo ti indispettisce e non puoi fare a meno di ricoprirlo di insulti nella tua testa. Sai bene che lui non ha colpe e che certi pensieri è meglio che rimangano tali quindi ti limiti a startene lì seduta, in silenzio, mentre lui cerca disperatamente, quasi in un modo che ha del patetico, di fingere che tutto vada bene, d’altra parte è ciò che ha sempre fatto.

Senti la testa pesante e pensi che forse questo è il momento più giusto per dirglielo. Speri vivamente che non ci saranno scenate e piagnistei, che in qualche modo voi possiate farla finita e basta, ma lo conosci e sai che non sarà così perché lui deve fingere, recitare fino in fondo la parte del bravo ragazzo innamorato. Lui deve fingere per lei che non c’è più e per voi che dovreste essere il simbolo di una vita che invece continua felicemente, nonostante tutto.

 “Credo che sia ora di finirla, John.” È appena un sospiro, ma sei certa che lui ti abbia sentita, anzi dall’espressione sul suo volto sembra che tu l’abbia appena urlato.

Ed ecco che lui inizia a balbettare qualche parola confusa, una dietro l’altra, e le lacrime iniziano a rigare il suo viso.

Oh, ti senti decisamente in colpa, ma sai anche che dovevi farlo, glielo dovevi.

“Addio,  John.” Lui è ancora sconvolto, ti guarda con  gli occhi arrossati e spalancati fissi come se davanti a sé stesse vedendo qualcosa di mostruoso, il suo peggior incubo.

Sul suo volto è dipinta la stessa espressione che aveva quel giorno, quando un poliziotto aveva suonato alla sua porta e gliel’aveva detto: Elise, la sua Elise, non sarebbe tornata a casa. Ora tu te ne andrai per sempre e con te scomparirà nel nulla parte del ricordo di Elise.

Una perdita, un’altra ancora e ancora. Questa volta però sai che la colpa è unicamente tua e non puoi far altro che abbassare lo sguardo, voltarti e andartene via per sempre.

Ora ti senti più libera, finalmente lontana da finzioni e rimpianti. Decidi di prendere un taxi per tornare a casa.  Fortunatamente ne trovi uno subito, ma quando il taxista ti chiede dove deve portarti dalla tua bocca, con una voce che quasi non ti sembra tua, ti esce un altro indirizzo. Sono sei mesi esatti che non vai da lei, sei mesi in cui ti sei sentita intrappolata.

“Road Cemetery , please.”

  
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