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Autore: Nori Namow    09/09/2012    15 recensioni
«Lo sai che ti dico, Louis? Vorrei che fossi un ragazzo, perchè saresti l' unico che amerei, lo sai?» lo attirai a me, mentre lu miagolava felice.
Mi diressi in cucina, lasciandolo sulla poltrona, per potergli prendere del latte. Sentii degli strani rumori, probabilmente aveva fatto cadere qualcosa.
«Cosa hai fatto al mio gatto? L' hai ucciso? Dov' è, razza di bastardo?»
Il ragazzo alzò una mano in segno di resa. Sembrava innoquo, in fondo.
«Sophie, non mi riconosci?» chiese in un sussurro.
«Sei idiota? Mi ricorderei di un figo come te! Per chi mi hai preso?» urlai, pentendomi subito dopo delle parole dette.
Genere: Comico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It needs to be true.



«Kevin, non puoi pensarlo davvero!» urlai al ragazzo che mi squadrava a braccia conserte. 
«E invece sì, Sophie, ok? Non ti amo più, smettila di insistere.» sbottò, allontanandosi a grandi passi.
«Sei uno stronzo manipolatore!» gli urlai dietro, le lacrime che cominciarono a scorrere. Lui non si girò nemmeno a guardarmi, tanto era indifferente a ciò che provavo in quell' istante.
Rabbia. Dolore. Rassegnazione. Amore.
Perchè nonostante Kevin mi avesse lasciata alla sua festa di compleanno dopo tre anni di fidanzamento, non riuscivo a non sperare in un ritorno. Speravo che tornasse da me, gridandomi che era uno scherzo.
Ma non lo era affatto, e lo sapevo.
Erano mesi che Kevin si comportava in modo strano. Sempre più assente, sempre più infastidito dalla mia presenza.
Mi accasciai vicino ad un albero, la testa fra le mani. Cominciai a giocherellare con i miei capelli corti, sperando di calmarmi. Era il 10 Agosto, la notte delle stelle cadenti. Guardai in cielo, sperando di trovarne una, ma nulla.
Tornai a casa sconfitta e con il desiderio di morire.
 
Quando arrivai a casa mia, trovai il mio migliore amico, l' unico probabilmente. Riusciva a capirmi, a consolarmi, a rendermi più felice.
Lui era Louis, ed era il mio gatto, il più bello di tutti. Aveva il pelo marrone scuro e gli occhi di un azzurro cielo, impressionanti. Lo presi in braccio e mi sedetti sul divano, accarezzandolo dolcemente.
Dicono che accarezzare i gatti renda le persone più tranquille, e in effetti, era vero. Quegli occhioni azzurri che capivano, in qualche modo, come mi sentissi, mi regalavano tranquillità.
«Louis, Kevin mi ha lasciata, quel pezzo di merda.» cominciai piangendo.
Forse sembravo una pazza, ma mi piaceva parlare con il mio gatto. Forse perchè non mi interrompeva, forse perchè, quando notava le mie lacrime, cominciava a fare le fusa e a fare il pazzo, strappandomi un sorriso.
Si avvicinò al mio viso, poggiando il suo nasino sul mio. A volte non sembrava neanche un gatto, tanto era bravo a capirmi.
Gli feci un grattino dietro l' orecchio, cullandomi con il suono delle fusa.
«Hai solo un anno, gatto, quindi dovresti avere diciotto anni umani. Ora, mi spieghi perchè voi maschi siete così idioti e cazzoni?» chiesi sorridendo alla palla di pelo.
«Lo sai che ti dico, Louis? Vorrei che fossi un ragazzo, perchè saresti l' unico che amerei.» lo attirai a me, mentre lui miagolava felice.
Mi diressi in cucina, lasciandolo sulla poltrona per potergli prendere del latte. Sentii degli strani rumori, probabilmente aveva fatto cadere qualcosa.
«Arrivo, palla di pelo, non fare cas....» urlai, facendo cadere la ciotola di latte a terra, quando vidi un ragazzo sconosciuto e  nudo nel mio soggiorno.
Corsi a prendere la scopa e gli puntai il manico contro. Aveva un cuscino per coprirsi le parti intime. Sarebbe stato carino, con quei capelli castani e gli occhi azzurri, se non fosse stato per il fatto che era un maniaco.
«Dimmi chi cazzo sei e cosa cazzo vuoi da me. Anzi no, vattene o ti uccido!» urlai agitando il manico, impaurita. Lui indietreggiò con gli occhi sbarrati, e solo allora notai che Louis non c' era più.
«Cosa hai fatto al mio gatto? L' hai ucciso? Dov' è, razza di bastardo?»
Il ragazzo alzò una mano in segno di resa. Sembrava innoquo, in fondo.
«Sophie, non mi riconosci?» chiese in un sussurro.
«Sei idiota? Mi ricorderei di un figo come te! Per chi mi hai preso?» urlai, pentendomi subito dopo delle parole dette.
Lui scoppiò a ridere, una risata bellissima, anche se apparteneva ad un maniaco nudo nel mio soggiorno. Lo minacciai con il manico, scappando al piano di sopra e porgendogli dei vestiti di Niall, mio fratello. Quando li indossò, sembrò sentirsi più a suo agio.
«Sono Louis, Sophie.» disse serio. Scoppiai a ridere, incapace di trattenermi. Lui si scaldò appena, stringendo i pugni.
«Smettila di ridere! Ricordi quando scoppiasti a piangere perchè avevi litigato con Beth? Io ti portai un piccione morto per tirarti su il morale, ma tu cominciasti a urlare e rimanesti in piedi sul letto fino a notte fonda, quando lo riportai fuori. E, tanto per dirlo, quel piccione lo chiamai Kevin, perchè somigliava al tuo brutto fidanzato! E poi ti ricordi quando mangiucchiai il braccialetto che ti aveva regalato Kevin? Ti arrabbiasti, ma io l' avevo fatto perchè era un regalo di merda ed era orrendo!» mi bloccai, in quanto aveva indovinato. Come poteva quel ragazzo sapere quelle cose del mio gatto? Lui non poteva essere il mio amato gatto, non era possibile che i gatti si trasformassero in umani.
«E sentiamo, Louis, perchè sei diventato umano?» gli puntai di nuovo il manico di scopa contro, ma lui rimase impassibile. Era un pazzo maniaco, ovvio.
«Perchè tu hai detto che desideravi che fossi un ragazzo così sarei stato l' unico che avresti amato.» disse con un tono che voleva dire 'sembra ovvio, no?'
«E quindi?» sbuffai, pronta a colpirlo al primo passo falso.
«Quindi non ti sei mai chiesta perchè mi mettessi sulla tua scrivania quando ti vestivi? O perchè mi divertissi a farti le fusa, o perchè volevo venire a dormire con te a tutti i costi? Non ti sei mai chiesta come mai, ogni volta che Kevin veniva qui, io lo graffiavo o correvo fra i suoi piedi per farlo inciampare?» rise, probabilmente osservando la mia faccia sconvolta e la mascella che a breve sarebbe arrivata al pavimento.
«Ridammi il mio gatto, maniaco!» dissi punzecchiandogli il petto con il manico.
Lui lo allontanò infastidito, con un gesto secco della mano. «Hey, lo sai che mi da fastidio quando mi tocchi la pancia.» si stropicciò gli occhi, un pò assonnato.
«Non me ne importa una peppa di cosa ti da fastidio! Ridammi il mio adorabile gattino, o ti ficco questa mazza nel naso!»
Mi avvicinai pericolosamente a lui, che con un' agilità innata riuscì a schivare il mio colpo e a togliermi la scopa dalle mani, buttandola dall' altro lato del salotto. Poggiò la fronte sul mio collo, facendo delle fusa in modalità silenziosa. Urlai, allontanandomi di scatto. Non si arrese, con uno sguardo divertito, continuava ad avvicinarsi. Quello sguardo eccitato somigliava molto a quello che aveva Louis quando gli lanciavo un gomitolo di lana, o quando vedeva un uccellino sul nostro davanzale. Quella era l' eccitazione.. della caccia. Oh Dio, pensa che sia una preda da cacciare! Sono morta.
Cominciai a correre intorno al tavolo, mentre lui continuava a seguirmi, tentando di acchiapparmi e ridendo come un pazzo.
Inciampai, e lui riuscì ad acchiapparmi. Mi diede un bacio a fior di labbra, e sentii odore di cioccolata.
In risposta, gli mollai un ceffone in faccia. Si allontanò impercettibilmente, poi mi strinse i polsi e mi diede un altro bacio, divertendosi come se stesse giocando.
«Quindi è questo che facevi con Kevin? È divertente.» trillò continuando a lasciarmi baci a stampo.
«Togliti di mezzo o ti spezzo!» strillai. Ok che era un ragazzo bellissimo, e sapeva baciare pure bene, ma io non lo conoscevo ed era piombato in casa mia all' improvviso. Il tipo aprì un cassetto della cucina, tirandone fuori il gourmet per Louis. Glielo strappai dalle mani, mentre lui offeso, incrociava le braccia.
«Non vuoi che ti bacio, non vuoi che mangio, non vuoi vedermi. Sei una bastarda, lo sai?» sbuffò con la fronte corrucciata. Aprii la bocca, non riuscendo a credere a quelle parole. Lo presi per i capelli, tirandoglieli.
«Ora chiamo la polizia e ti faccio arrestare, maledetto maniaco! Hai ucciso il mio gatto!» urlai cominciando a piangere.  
Lui si alzò, tentando di togliere la mia mano dai suoi capelli perfetti. Poi un lampo improvviso, e trovai la testolina di Louis nelle mie mani e lui che con le zampe cercava di farmi mollare la presa. I vestiti di Niall erano a terra. Abbracciai il mio gatto, sconvolta. Poi lo tenni a qualche centimetro di distanza, notando i suoi occhi azzurri che sprizzavano felicità.
«Oh mio santissimo Cristo!» sussurrai incredula. Cominciai a piangere senza un motivo preciso, poi diedi dei bacini sul naso del mio amato gatto e andai a dormire, sconfitta.
Dovevo aver avuto le allucinazioni, perchè proprio non riuscivo a spiegarmi l' accaduto. Portai Louis a dormire con me, promettendo a me stessa che non l' avrei più perso di vista.
 
Aprii piano gli occhi, i raggi del sole che mi accarezzavano il viso. Louis non c'era, probabilmente era uscito a fare una passeggiata, data la bella giornata.
Andai a lavarmi e scesi in cucina in intimo, fregandomene altamente in quanto abitavo felicemente da sola con mio fratello, che era via per un mese. Quando aprii il frigorifero, sentii un paio di braccia cingermi i fianchi.
Mi voltai di scatto, ritrovandomi di fronte lo sconosciuto della sera prima. Tentai di urlare, ma lui me lo impedì baciandomi dolcemente e mordendo appena il labbro. Aveva un odore familiare, però.
Poi ricordai di aver lavato Louis con il bagnoschiuma di Niall, e ricordai la sera prima, quando, mentre tenevo i capelli del ragazzo, mi ritrovai la testolina del mio gatto.
Deglutii rumorosamente, mentre il suo sguardo trasmetteva elettricità.
«Dove sta il mio gatto?» mi azzardai a chiedere. Lui sbuffò, allontanandosi.
«Sono io il tuo gatto. Sono io. Sono io. Sono io. Sono io. Sono io.» disse con tono computerizzato mentre sbatteva piano la fronte sul frigorifero. Non mi trattenni, e risi divertita. Mi guardò con un sorriso anche lui, in fondo era simpatico, oltre che super bello.
Qualcuno bussò alla porta, e dalla finestra della cucina vidi il volto disgustosamente familiare di Kevin. Il ragazzo lo vide, poi andò ad aprire la porta, sorridente come se avesse vinto al Lotto.
«Ciao, sono Louis e questo è il mio territorio. Sophie è la mia ragazza quindi o te ne vai o ti giuro che ti graffio la faccia e ti stacco le palle. Addio.» disse co tono neutro e il fottuto sorriso perfetto sulle labbra.
Gliene fui eternamente grata, in quell' istante. 
«Troppo diretto, dici?» chiese con la testa che pendeva su un lato.  Mi ricordò Louis, che mi osservava sempre in quel modo. Era impossibile che quel tipo fosse davvero il mio gatto. Si leccò le labbra maliziosamente, e ricordai anche che avevo ancora l' intimo addosso. Imbarazzata, corsi in camera a vestirmi, accorgendomi che lui stava correndo dietro di me. Chiusi la porta a chiave, tirando un sospiro di sollievo. Mi vestii in fretta e poi vidi Louis grattare con la zampa sulla finestra. Quando la aprii, notai che aveva dei boxer in bocca. Corse sotto le lenzuola, e due secondi dopo, il ragazzo fu di fronte a me, mentre si rimetteva i boxer sotto le coperte.
«Però non puoi costringermi ogni volta a tornare un felino.» sospirò aprendo la porta e raccogliendo i vestiti. Stavo per svenire, me lo sentivo. Il fattaccio era avvenuto sotto i miei occhi, non potevo negare. Il mio Louis era diventato un ragazzo stupendo. Era un felino stupendo, ma non pensavo che fosse un figo anche da umano.
«Come è successo?» chiesi debolmente, barcollando.
«Hai espresso un desiderio ieri sera, e si è avverato. Lo sai? Credo che potrei abituarmi al corpo di un umano. Per non parlare delle effusioni che gli umani si scambiano.» ammiccò verso di me, e risi mettendomi le mani fra i capelli.
«Oh, abbracciami!» urlai con tono dolce verso Louis. Alzai le braccia, poi lo strinsi forte a me. Non sapevo da dove veniva quella dolcezza, ma sapevo che volevo un abbraccio, e che l' unico che poteva consolarmi era il mio gatto, che era magicamente diventato un essere umano a dir poco arrapante. Ricambiò l' abbraccio, stritolandomi. Poi posò il suo sguardo vivace sulle mie labbra, baciandomi.
«Miao.» sussurrò al mio orecchio mentre mi trascinava sorridendo verso il letto.



Ok, questa oneshot è psichedelica, vero? Vero hahaha.
Vabbè, io voglio un gatto come Louis çç
Credo di averla scritta perchè mi manca la mia Caren :( mia madre l' ha portata in campagna da nonno
che stronza èwé recensite? Tanto love!
Ah e se volete leggete le mie due ff **

 
   
 
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