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Autore: snow nymph    09/09/2012    4 recensioni
Missing Moment Lily/Severus.
L'ultimo incontro tra Lily e Severus prima che le loro strade si dividano, alla fine del settimo anno.
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"Vedendomi, anche Potter muta espressione, e indietreggia lentamente alzando le mani, come si fa con le persone che stanno sul cipiglio di un tetto pronte a buttarsi. Non dico niente perché apprezzo avere un po' di privacy con Lily, che sembra sempre più agitata.
« Sev » dice, scandendo le parole. « Non lo fare. Qualunque cosa sia successa, non è il modo giusto per risolvere la faccenda »
Non ascolto una parola, sono troppo occupato a guardare le sue labbra gonfie. « State insieme, ora?» dico, accennando all'occhialuto poco lontano.
Lily gli getta uno sguardo, poi torna a guardare me. Probabilmente pensa che dalla sua risposta dipenderà la mia decisione di buttarmi o meno. Ma non è così."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Missing Moments Lily/Severus in aggiornamento. Questa è la mia versione del loro ultimo incontro prima della fine della scuola.
(Canzone: El Tango de Roxanne, Moulin Rouge. Dal minuto 1:42 http://www.youtube.com/watch?v=Z-gdmXVSgMI )



It's More Than I Can Stand





Una volpe, minuta e dal magnifico manto rosso, pestava silenziosamente il terreno dirigendosi senza fretta all'ombra di un grande albero. Giunta lì si sedette e iniziò a pulirsi garbatamente il pelo, quando un fruscio di foglie le fece alzare il muso verso i rami più alti, dove un corvo dalle piume nere e lucide stava appollaiato.
Una volta accertata l'identità del corvo gli occhi della volpe si accesero, e questa cominciò a grattare la corteccia dell'albero cercando di raggiungere il volatile. Ma prima che il corvo potesse aprire le sue ali di pece e raggiungere la volpa, un cervo dal pelo scuro e le corna importanti raggiunse l'albero. Si attardò attorno alla volpe, invitandolo a seguirla. Essa dapprima lo ignorò, poi cominciò a cedere. Azzardò uno sguardo verso il corvo, come a chiedergli il permesso. Per tutta risposta questo arruffò le penne e volò ancora più in alto. Indispettita, la volpe girò la bella testa e seguì il cervo, lontano dall'albero, sotto lo sguardo triste del corvo nero che, in realtà, sperava solo che lei rifiutasse l'invito del cervo per rimanere con lui.


Apro gli occhi, agitato, ma tutto quello che posso vedere sono le tende scarlatte del mio letto a baldacchino. Mi sale una risata alla gola perché, dopo la presenza costante e invadente del rosso dei suoi capelli nei miei sogni, è davvero troppo ritrovarselo davanti agli occhi appena sveglio.
Mi alzo e mi tolgo la maglietta sudata, per poi ributtarmi nel letto e cercare di riprendere sonno; non voglio pensare troppo a quello che ho appena visto. I sogni dopotutto non sono altro che rielaborazioni dei nostri pensieri e delle nostre esperienze da svegli. Ma so anche come il sonno sia il momento dove il cervello abbassa le sue difese e apre la porta a pensieri e possibilità che non prenderesti mai in considerazione da sveglio.
Ma io so benissimo che le probabilità che lei si allontanasse da me sono molto alte; troppo, a dir la verità. E io non posso permettermi di perderla. Non posso permettere a nessun... cervo di portarmela via. Il rosso della sua chioma, le fiamme fiere dei suoi occhi sono le uniche cose capaci di riscaldarmi, di evitare il congelamento del mio cuore.
Per questo non posso perderla.
La mia Lily.


Ah, dovevo saperlo. Dopotutto l'avevo sognato, e non posso certo dire di non essere stato avvertito. Anche se, in qualche modo, penso di aver sempre saputo che sarebbe successo. Eppure non è stato lui a portarmela via, no. Sono stato io ad allontanarla, con questo mio insopportabile modo di fare. Non volevo chiamarla in quel modo, certo che non volevo. Non penso minimamente che lei sia una... sporca sanguesporco. Lei è la persona più pura e gentile e divertente e intelligente che io abbia mai incontrato. Lei è tutto ciò che c'è di bello al mondo.


 « James, togliglielo, non è divertente »
 « Oh, si che lo è, dolcezza ». Potter se ne sta lì, tutto contento e felice, la bacchetta in mano mentre guarda Minus poco più in là nel prato litigare con una Puffola Pigmea particolarmente vivace e avere la peggio. La guarda in maniera raccapricciante, da far venire il voltastomaco. Sembra se la voglia mangiare con gli occhi. O forse il suo vuole essere uno sguardo innamorato. In tutti i casi, non ci riesce ed è disgustoso.

His eyes upon your face

Lily non vuole ammetterlo, ma fatica a trattenere le risate mentre Minus cerca di togliersi l'esserino rosa da dentro i pantaloni mentre strilla istericamente.
A un certo punto non ce la fa e scoppia a ridere. Cielo, la sua risata è così bella che fa quasi male ascoltarla, perché so di non essere io ad averla causata. Le sue labbra rosse sono talmente distese da sembrare sottilissime, i suoi denti bianchi creano un contrasto adorabile con il colore acceso delle sue guance. E quei capelli... cosa darei per poterli accarezzare ancora una volta. Un ciuffo sbarazzino le sfugge dall'orecchio e si scaglia contro il suo viso, rimanendoci attaccato a causa del vento.  Lei alza una mano per spostarlo, ma Potter l'ha preceduta e ha sistemato la ciocca. La sua mano indugia un attimo, poi afferra quella di Lily che era rimasta vicino al suo orecchio. Gliela abbassa, delicatamente, portandola all'altezza del fianco.

His hand upon your hand

E ora la sua disgustosa faccia è vicina a quella di porcellana della mia Lily. I loro nasi si toccano per un attimo, poi Potter scende fino ad arrivare al collo di Lily, che ride sommessamente.
 « James... »
Sentirla pronunciare il suo nome in quel modo è una tortura ancora maggiore. Lui sorride appena e continua a baciarle il collo. Lei inclina la testa e la alza verso l'alto, per facilitargli il compito.

His lips carees your skin

Quando cominciano a baciarsi, non resisto e crollo. Faccio un gran rumore, sono sicuro che si siano accorti della mia presenza. Non m'importa, davvero. Tutto quello di cui ho bisogno è allontanarmi da qui. In realtà non ho il diritto di essere geloso, dopotutto è colpa mia se lei se n'è andata. Eppure... lei non doveva. Mi sono scusato, tante volte. Mi ha rimproverato di frequentare la gente sbagliata, ma non ha capito che se solo avesse insistito io avrei mollato tutti pur di stare con lei. Quando le ho rimproverato di stare un po' troppo con Potter, doveva capire che lo facevo perché ero geloso, di lui, della sua popolarità, della sua sicurezza in se stesso, della sua disinvoltura che io non sono mai riuscito ad avere.
Doveva capire questo e tanto altro.
Ma io dovevo aiutarla a farlo.
E ora non c'è più modo di tornare indietro. Dovrei mettermi il cuore in pace e basta. Eppure, ripensando a quello che mi aspetta, non riesco a vedere un futuro che mi soddisfi. Davvero voglio unirmi al Signore Oscuro? No. Se avessi avuto qualcuno accanto a me, se avessi avuto Lily ad aspettarmi a casa, non avrei preso quella strada. Ma ora non ho più nessuno. E quindi, niente da perdere.
Lo so, ma pensarla così felice insieme a quell'arrogante era insopportabile. Per non parlare di vederla, spensierata e radiosa. Un raggio di sole, che mi ha scottato tanto da farmi diventare ancora più rinsecchito e scuro. Un pezzo di legno abbrustolito che non può competere con una fiamma viva.
Non ce la faccio. E' troppo.

It's more than I can stand.

Corro per il parco, a perdifiato, più veloce che posso per mettere quanta più distanza tra me e loro. Arrivo a un grande albero e mi ci appoggio con una mano, cercando di riprendere fiato. Questo albero è terribilmente familiare. I primi rami sono abbastanza bassi da permettermi di arrampicarmici, e pian piano comincio a salire. Mi metto a cavalcioni su un grosso ramo e guardo giù; sono davvero in alto. Chissà cosa si prova a buttarsi nel vuoto? Deve essere eccitante, sentire la brezza sul viso e le dita del vento tra i capelli. Mi piacerebbe poter volare.
Si può sempre imparare. Basta che io mi sporga un po' di più, e potrei provare quella magnifica sensazione. Una parte del mio cervello mi avverte che potrei farmi molto male, cadendo da quell'altezza, ma non mi interessa. Tanto, nessuno piangerebbe la mia scomparsa. A pensarci, mi fa male il cuore.

Why does my heart cry?

Potrei provare a riavvicinarmi a Lily. E' una possibilità. Ma sinceramente, non penso di valere ancora qualcosa per lei. Sono due anni che non ci frequentiamo, e da qualche mese non ci salutiamo neanche con un cenno. Dovrei dimenticarla, per stare bene. Oppure odiarla, per provare una qualche soddisfazione. Chiudo gli occhi e ci provo, cercando di concentrarmi, ma ancora prima di iniziare so che è una cosa stupida e inutile. Non riuscirò mai ad odiarla. Potter si, ma non lei. Se la amo, devo lasciarla andare. Ma perché è così difficile?

Feelings I can't fight

 « Sev! Merlino, Sev scendi! »
La sua voce. Sono sorpreso di sentirla. Abbasso lo sguardo e la vedo, la fiamma del mio cuore, lì in basso con il collo teso verso di me, un'espressione preoccupata sul bel volto. Un sorriso mi nasce spontaneamente sulle labbra, ma poi guardo le sue e le vedo arrossate per il gran lavoro probabilmente appena concluso con Potter, che è appena arrivato arrancando dietro di lei. Vedendomi, anche Potter muta espressione, e indietreggia lentamente alzando le mani, come si fa con le persone che stanno sul cipiglio di un tetto pronte a buttarsi. Non dico niente perché apprezzo avere un po' di privacy con Lily, che sembra sempre più agitata.
 « Sev » dice, scandendo le parole.  « Non lo fare. Qualunque cosa sia successa, non è il modo giusto per risolvere la faccenda »
Non ascolto una parola, sono troppo occupato a guardare le sue labbra gonfie.  « State insieme, ora?» dico, accennando all'occhialuto poco lontano.
Lily gli getta uno sguardo, poi torna a guardare me. Probabilmente pensa che dalla sua risposta dipenderà la mia decisione di buttarmi o meno. Ma non è così.
 « Sì » dice infine, continuando a guardarmi.
 « Beh, Lils, non posso dire che mi faccia piacere. Sai come la penso su quel tipo »
Ah, ho sbagliato. Lily è un'anima indomabile, non le piace che qualcuno rivendichi un qualsiasi diritto su di lei o biasimi le sue scelte. Posso vedere i suoi occhi fiammeggiare.
 «Beh, Severus, penso che tu non sia più in condizione di dirmi cosa devo fare, da quando ti sei unito a quella gentaglia che ti avevo espressamente pregato di evitare, preferendo loro a me »
 « Tu non sai quali sono le mie motivazioni »
 « Ma tu non hai mai voluto spiegarmele! Davvero Sev, basta. Ho impiegato un sacco di tempo per riprendermi dopo quello che è successo tra noi. Tu hai fatto la tua scelta, io la mia. Abbiamo preso strade diverse. Ma io ti stimo ancora, come persona, e non sopporto che proprio tu continui a criticare le mie scelte! Perché non puoi essere felice per me? »
La guardo. Ha un'espressione sofferente, ma non piange. Mi è sempre piaciuto questo suo aspetto; non si mette a frignare in continuazione.
Cosa faccio? E' la prima volta che ci parliamo da anni e stiamo già litigando. Ormai ho capito che non potremmo più avere lo stesso rapporto di prima -quindi figuriamoci qualcosa di più-, però questa è la mia possibilità di scusarmi.
Sorrido -o almeno, ci provo.
 « Okay, Lils. Se tu sei felice, lo sono anch'io. Davvero. Mi fai un sorriso? »
Posso vedere l'incredulità alternarsi alla contentezza nel volto di Lily. Chissà da quanto aspettava che queste parole uscissero dalla mia bocca. Mi sento un po' in colpa, visto che non sono affatto felice che lei stia con quel tipo invece che con me, ma non me la sento di intaccare il suo sorriso.

You're free to leave me
but just don't deceive me

 « Sev, possiamo ricominciare. Possiamo tornare ad essere amici. Tu eri il mio migliore amico, e puoi esserlo di nuovo. Solo... lascia quei tipi. Non pensare alle Arti Oscure e vieni con me »
Sono allettato. Molto. Per un attimo penso di tornare da lei, tornare a scherzare e giocare insieme, a sederci sul prato uno accanto all'altra. Potrei toccare di nuovo i suoi capelli, il suo viso.
Lo sguardo mi cade però su Potter, che è ancora lì dove l'avevo lasciato. E tornare da lei non sarà come prima; ora c'è Potter, ora è lui che la può toccare, baciare, assaggiare, amare. E io non riuscirei a sopportare quella vista. No. Meglio dare un taglio netto. Soffro una volta, non soffro più.
Questa è l'ultima bugia che le dirò. Non le mentirò mai più.
 « Va bene, Lils. Torniamo ai vecchi tempi »
Il viso di Lily si illumina, e lei è così bella, felice e radiosa. Non mi pento di averle mentito, perché quella bugia mi ha permesso di vederla di nuovo in tutta la sua sfolgorante bellezza.
 « Allora scendi, Sev, e vieni da me. »
 « Arrivo subito. »
 « Sev, non fare sciocchezze. Scendi piano. »
 «Tranquilla, non mi butto. Voi cominciate ad andare. Ho solo bisogno di un altro minuto ».
Lily annuisce incerta. Era contenta di aver chiarito, ma ora qualcosa la turba. Poi Potter la raggiunge e insieme si allontanano. Lei mi rivolge un'ultima occhiata, e in quell'occhiata posso capire che ha intuito le mie intenzioni, ma che spera ancora che io cambi idea. Speranza vana.
 « Lils! »
Lily si gira e alza la testa. E' un po' lontana, ma se urlo ce la dovrei fare.
 « Lo sai che ti voglio bene, vero? »

And please, believe me when I say:

Lei è sorpresa, ma poi torna a sorridermi.  « Certo, Sev. Mi hai detto tante bugie, ma in questo caso ti credo. »
Annuisco, un po' più sereno.
 « Ti voglio bene anch'io. Da morire. Ora scendi però, e muoviti a raggiungerci! »
Le faccio cenno che sto arrivando e lei continua ad allontanarsi. Potter mi rivolge un'occhiata, poi le cinge le spalle e l'attira a sé. Io distolgo lo sguardo.
Tutto ciò è davvero simile al mio sogno. Devo avere un qualche dono.
E' simile, ma c'è qualcosa di diverso.
Guardo in basso e pondero le scelte. Mi piacerebbe davvero provare l'ebrezza di volare. Sono in bilico, proteso in avanti, ma alla fine cambio idea.
Non mi butto.
Scendo con cautela dall'albero, un ramo dopo l'altro, e atterro sul terriccio duro.  Mi dispiace averla ingannata, ma è meglio così. Dopotutto, ha Potter e non soffrirà della mia mancanza.
 Perché non l'ho fatta finita prima, sull'albero? Probabilmente perché spero di rivederla ancora, un giorno. E' stato più forte di me, non sono riuscito a negarmi la possibilità di rivederla. Ma non succederà.
Getto un'ultima occhiata a Lily, che ora è davvero lontana. In quel momento lei si gira e mi fa di nuovo cenno di raggiungerli. Io scuoto la testa e le mimo tre parole con le labbra.
Lei sgrana gli occhi, poi un lampo di comprensione le attraversa il volto. Si libera dalla stretta di Potter e comincia a correre per raggiungermi, ma è troppo lontana e io mi affretto nella direzione opposta. Addio, Lils.

“I love you”



 La volpe dal pelo fulvo cerca di raggiungerlo, ma lei è a terra e non riuscirà mai ad arrivare in alto dal corvo. Questo si allontana ancora, via da lei, pronto a immergersi nelle tenebre di una vita sbagliata e malvagia, pregando che esse lo inghiottano e sperando di confondersi in esse.








Traduzione:
“I suoi occhi sul tuo viso
la sua mano sulla tua mano
le sue labbra accarezzano la tua pelle
è più di quanto io possa sopportare

Perché il mio cuore piange?
Sentimenti che non posso contrastare
Sei libera di lasciarmi
solo non ferirmi
e ti prego, credimi quanto dico che
“ti amo””

-El tango de Roxanne, Moulin Rouge


  
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