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Autore: xthanksharry    09/09/2012    4 recensioni
"C'erano Romeo e Giulietta, Jack e Rose, Angelina e Brad, Bella e Edward, Ron ed Hermione.. ed infine c'erano loro: Harry e Sarah."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I have died everyday,
waiting for you..
Darling, don’t be afraid,
I have loved you for a thousand years,
I’ll love you for a thousand more."


(Clicca qui, per ascoltare la "colonna sonora" di questa OS.)



C'erano Romeo e Giulietta, Jack e Rose, Angelina e Brad, Bella e Edward, Ron ed Hermione.. ed infine c'erano loro: Harry e Sarah.
Non erano la coppia perfetta, litigavano spesso, si prendevano in giro, si facevano scherzi in continuazione, non erano la solita coppia che si scambiava solo effusioni ventiquattro ore su ventiquattro.
Eppure, loro due, così piccoli e soli, insieme si completavano, erano forti, nessuno li avrebbe mai divisi, di questo Harry ne era sicuro.
Era solito scavare nei ricordi più remoti, fino ad arrivare al loro primo incontro, all'età di cinque anni.


14 Marzo 1999:


«Hey, quella è la mia palla.» aveva protestato una bambina dai capelli molto lunghi e castani e gli occhi nocciola, indicando un bimbo dai capelli biondi scuri e gli occhi verdi.
«Adesso cel'ho io.» le aveva risposto Harry, incrociando le braccine sul petto.
«Mamma, questo bambino non vuole ridarmi la palla!» stava iniziando a lagnarsi lei, tirando la gonna di sua madre, che scoppiò in una fragorosa risata.
«Tesoro, prova a chiedergliela con più gentilezza, suvvia.» aveva consigliato sua mamma, carezzandole i capelli lisci.
Allora la bimba si mise in ginocchio accanto ad Harry, e tese la manina paffutella verso di lui, tentando di presentarsi.
«Io sono Sarah, possiamo giocare insieme.. se ti va.» aveva detto tutto d'un fiato, quasi per essere più convincente.
«Io mi chiamo Harry. A cosa vuoi giocare?» aveva risposto il piccolino, stringendole goffamente la manina.
«Passiamoci la palla.» la bimba si era alzata, e si era posizionata davanti ad un albero.
Harry la guardava immobile, finchè non decise di alzarsi e posizionarsi poco distante da lei.
Così, si passavano la palla, utilizzando i piedi e le mani, ridendo e divertendosi come non avevano mai fatto.
«Mamma dice che è tardi e devo tornare a casa, ciao Harry.»
«Aspetta, tu.. vuoi essere la mia migliore amica?» aveva chiesto timidamente il piccolino, guardandosi la punta delle scarpine blu.
«E che cos'è una migliore amica?» aveva domandato la piccola, guardandolo confusa.
Allora Harry aveva alzato lo sguardo, e le aveva sorriso.
«Beh, la migliore amica è un'amica un po' speciale che gioca con te e non ti lascia mai. Mel'ha detto mamma.»
«Va bene, sarò la tua migliore amica, solo se tu sarai il mio migliore amico.» aveva detto, allungando il mignolo verso la manina di Harry.
«Va bene. Giuri?» si erano stretti il mignolino, guardandosi in faccia.
«Giuro.» aveva annuito Sarah, facendo dondolare i loro mignoli per qualche secondo, per poi ritrarre la mano.
«Adesso devo andare sul serio o mamma si arrabbia, ciao!»
«Ciao Sarah!»


E da quel giorno, divennero inseparabili, si ricordavano persino di quando, a sette anni, passarono il loro primo Natale insieme. Fu una giornata indimenticabile per entrambi.


24 Dicembre 2001:


«Buon Natale!» aveva esclamato il signor Martin, il papà di Sarah, un signore grasso e paffutello, alto più o meno quanto un elfo.
Non per questo, il signor Martin, che ogni volta chiedeva al piccolo Harry di chiamarlo col suo nome, ovvero Adam, era vestito proprio da elfo, e un loro amico faceva Babbo Natale.
L'aveva capito subito Harry, che quello non era Babbo Natale, e che il soggetto in questione non esistesse, ma dato che Sarah era rimasta incantata da quella visione, e non faceva altro che ripetergli "Guarda Harry, è Babbo Natale!", aveva preferito tacere e non infrangere i sogni della propria migliore amica.
Era arrivato il momento dei regali, erano tutti seduti attorno al tavolino nel salone, e riscaldati dal fuoco del camino chiacchieravano animatamente.
Sarah si era alzata in piedi, e agitava le braccia in aria, in modo da farsi notare da quegli adulti chiacchieroni.
«Voglio aprire i miei regali!» ed ecco che, tutti improvvisamente si voltarono verso di lei, e annuirono.
«Va bene, allora iniziamo a dividere questi bei regaloni.» aveva detto la signora Abby, la madre di Sarah.
Avevamo già scartato tutti i regali, mancavano quelli che ci eravamo fatti a vicenda.
«Buon Natale Sarah.» aveva letto ad alta voce lei, alzandosi in piedi, sorridendo e stringendo il pacchetto morbido tra le braccia. «Questo mel'hai fatto tu!» aveva continuato.
Si era limitato ad annuire, e a sorridere, guardandola mentre cercava qualcosa in mezzo a tutta quella carta regalo.
Finalmente aveva trovato ciò ce cercava, così si era avvicinata e gli aveva lasciato sulle gambe incrociate un pacchetto, incartato per bene, con un enorme fiocco rosso sopra.
"Auguri Harold." diceva un bigliettino attaccato su un lato.
Aveva sorriso notando l'espressione stupita di Harry, e mentre apriva il suo, il ricciolino si era affrettato ad aprire quel pacchetto.
Da quella carta blu, uscì un orsetto bellissimo, uno dei più belli che avesse mai visto.. ma la cosa strana era che anche lui le aveva regalato un orso, leggermente più grande, con attaccata al collo una taghetta che diceva "Harold". Gli aveva dato il suo nome, in modo che non si scordasse di lui.
Si era alzato in piedi, ed era corso ad abbracciarla forte forte, sperando che quei momenti non finissero mai. Quanto le voleva bene.. era quasi infinita la quantità di affetto che provava per la sua Sarah.
«Ti voglio bene.» le avevaa sussurrato in un orecchio, tenendola stretta tra le sue braccine, temendo che qualche altro bambino potesse portargliela via.
«Te ne voglio anch'io, Harry.»


Harry ricordava anche quando cadendo dalla bicicletta, Sarah, a soli otto anni si era fatta male, o quando a tredici anni avevano litigato per colpa della ragazza del riccio.


18 Aprile 2007:


«Eddai Sarah, dimmi cos'hai.» aveva insistito ancora Harry, prendendole una mano.
«Harry, va tutto bene. Non insistere.» ed ecco l'ennesima risposta secca dell'amica, evidentemente infastidita da qualcosa che Harry proprio non riusciva a spiegarsi.
«Non me ne vado da qui finchè non mi dici che ti prende, perchè giuro, io proprio non riesco a capirti.» aveva concluso lui, sedendosi sul letto di Sarah, e incrociando le braccia.
«Va bene, vuoi sapere che mi prende, sul serio Harry? Mi prende che sono gelosa di Emily, tutte le attenzioni che prima davi solamente a me, ora vanno tutte a lei. Davvero, mi sento rimpiazzata, ma se vuoi lei come migliore amica.. a me sta bene, non preoccuparti, ma basta dirmelo. Parlarmi in faccia, affrontare la questione. Lei è migliore di me? Ottimo. Se vuoi che sia lei la tua migliore amica devi dirmelo ora.» aveva esclamato lei, esasperata da quella situazione, desiderando che tutto fosse come prima e che Emily sparisse improvvisamente.
Harry, invece, aveva riso nervosamente, scuotendo la testa da destra verso sinistra e viceversa.
«Sciocca di una migliore amica. Tu davvero pensi che io preferisca Emily a te? Guardami Sarah, guardami negli occhi.- aveva fatto una breve pausa per avvicinarsi all'amica che lo guardava in piedi, prenderle il viso tra le mani e guardarla negli occhi così intensamente da farle torcere lo stomaco.- Chi c'era con me quando ho perso il primo dente? E quando ho imparato ad andare in bicicletta senza le rotelle? Oppure.. quando per sbaglio mi è caduto il gelato a cinque anni, chi mi ha regalato il suo? Tu. Chi c'era con me quando ho avuto quell'attacco d'asma e mi hanno portato all'ospedale? Chi c'era il primo giorno di scuola, accanto a me, con quel grembiulino rosa e il sorriso sempre sulle labbra? O quando mi ha punto la vespa, quando mi sono sbucciato entrambe le ginocchia cadendo dallo skateboard e mi hai detto che sarebbe andato tutto bene perchè li con me c'era la mia migliore amica.. o quando mi hanno regalato il mio primo computer tanto desiderato, o quando sono entrato alle medie? E ora, tutt'ora, dopo tutto questo tempo, chi c'è con me? Sempre al mio fianco, pronta a sostenermi davanti agli altri e a rimproverarmi se sbaglio in privato? Chi è la mia compagna di cavolate e scherzi preferita? Chi, se non tu?» Harry aveva aperto il suo cuore alla sua amica, le aveva dichiarato quanto bene le volesse soltanto pronunciando quelle parole. Lei sapeva che Harry le voleva bene, e questo le bastava per essere felice.
Sarah era rimasta senza parole, teneva lo sguardo alto per paura di piangere, e stava in silenzio, tirando su col naso. Harry, capendo che l'amica era in difficoltà, con un gesto abile le prese le mani e la tirò a se, stringendola forte.
E in quel momento, Sarah scoppiò a piangere. Stringeva forte le maglia di Harry tra i pugni, e teneva il volto attaccato al suo petto. Era sempre stata fragile, e il suo migliore amico si prendeva cura di lei come meglio poteva.
«Sarai sempre la mia principessa» aveva sussurrato poi lui, stringendola a se, accarezzandole i capelli che era certo profumassero del solito shampoo alla fragola, e, tanto per esserne certo, le aveva posato un bacio tra i capelli morbidi, e ovviamente non si sbagliava.
E Harry amava le fragole.


Vogliamo parlare di quando Harry si era accorto di amarla, e l'aveva baciata improvvisamente, all'età di quindici anni?


8 Ottobre 2009:


«Harry, che ci fai qui?» aveva domandato Sarah, aprendo maggiormente la porta di casa, per farlo entrare in casa.
«Noi.. dobbiamo parlare.» aveva risposto serio Harry, deglutendo rumorosamente.
Il sorriso che era comparso sul viso di Sarah, era scomparso in un secondo, era preoccupata, conosceva Harry, e sapeva che quando era così serio.. c'era qualcosa che non andava.
«Che succede?» era riuscita a mormorare, prima di tornare a guardarlo, notando che faceva avanti e indietro davanti al divano in salone.
Erano soli, Harry lo sapeva, perciò si era preso tutto il tempo possibile per pensare bene alle parole, e per calmarsi.. anche se la seconda cosa gli riusciva a stento.
«E' complicato, ma cercherò di essere il più chiaro possibile. Non so se vorrai essere ancora mia amica dopo quello che sto per dirti, ma io devo farlo. Non credevo potesse accadere, ma, da qualche mese ti vedo diversa.. sotto un'altra luce. Quando quel pomeriggio eravamo sul mio letto, come sempre, e mi hai confessato la tua paura di perdermi, ho capito quanto fossi importante per me.. e quando mi hai abbracciato forte, ho sentito dei brividi.. non brividi di freddo, ne quelli che provo quando mi abbraccia mia madre, o mia zia. Erano brividi diversi, speciali.. quasi come farfalle. Da quel momento non ho fatto altro che pensarti, non mi interessavano più le altre, non vedevo l'ora di vederti.. questo perchè io.. ti amo, Sarah. Ti amo dal primo giorno in cui ti ho rubato la palla, a cinque anni.. ma ancora non lo sapevo. Ti amo da sempre, e l'ho capito solo adesso.» aveva detto tutto d'un fiato, distogliendo lo sguardo dagli occhi scuri e commossi di lei, che continuavano a fissarlo attentamente.
«Harry..» aveva mormorato lei, timidamente, con la voce rotta dal pianto.
«Ecco, lo sapevo, non vuoi più essere mia amica, lo sapevo.» pensava al peggio Harry, era così nervoso e teso.
«Hai ragione, non voglio essere più tua amica.- aveva sussurrato, avvicinandosi piano a Harry, visibilmente malinconico.- non voglio più esserlo, voglio essere semplicemente qualcosa in più, perchè ti amo anch'io.» l'aveva spiazzato, totalmente.
Harry si aspettava di tutto, tranne questo. Credeva di non piacerle, di non essere abbastanza per lei, e invece si sbagliava.
La sua espressione contratta si trasformò in uno splendido sorriso, aprì le braccia e tirò a se la ragazza, stringendola forte, accarezzandole la schiena, dimostrandole tutto l'amore che provava per lei.
La verità era che Harry sarebbe andato dall'Inghilterra in Africa, a piedi, scalzo solo se lei glielo avesse chiesto. Avrebbe scalato una montagna senza imbracatura, avrebbe fatto di tutto per lei, per vederla sorridere.
Che poi, quant'è bello l'amore? L'aveva capito tardi, ma tutte quelle sensazioni che prima lo terrorizzavano, ora lo facevano sentire vivo.
Harry amava sentire il cuore scoppiare quasi, quando lei gli era vicina.
L'amore che provava verso quella ragazza lo faceva morire quasi.
A volte si sentiva inutile, inutile per qualsiasi cosa, ma poi la vedeva, gli sorrideva.. e tutto si risolveva in meno di un minuto. Era come una droga per lui, la migliore qualità di droga che avesse mai provato.
Continuava ad accarezzarle la schiena, per poi passare ai capelli, e al viso. Non si era mai soffermato a guardare i suoi occhi da vicino. Erano così brillanti, pieni di vita. Di quel color nocciola intenso, con le sfumature verdi scure e grigie.
Improvvisamente aveva sentito l'impulso di baciarla, e questa volta non voleva fermarsi, non un'altra volta. Adesso avrebbe fatto l'uomo, e l'avrebbe baciata. Uno di quei baci che non puoi scordare nemmeno da vecchio, uno di quelli veri.
Si era avvicinato piano al viso di lei, aveva fatto scontrare le loro fronti delicatamente, le aveva preso il viso tra le mani e accarezzandole una guancia con un dito, l'aveva baciata.
Era stato un bacio dolce, pieno d'amore, ma anche di malinconia.. per quanto avevano desiderato che le loro labbra si unissero un giorno? Decisamente troppo tempo, ma erano entrambi timidi e orgogliosi l'una verso l'altra, quindi non si erano mai fatti avanti.
Terminato il bacio, lei era ancora avvinghiata al collo di Harry, lo teneva stretto, temendo che potesse scomparire da un momento all'altro. Ma Harry era suo ormai, glielo aveva giurato, non sarebbe andato da nessuna parte senza di lei, ormai.
«Ti ho aspettata per così tanto tempo, e ora che ti ho tra le mie braccia non mi sembra possibile.» aveva sussurrato lui, dolcissimo, all'orecchio di lei.
«Dovresti crederci, perchè questa è la realtà. Sono qui, tra le tue braccia e non me ne andrò.» la risposta di lei, altrettanto dolce, non tardò ad arrivare.
Poi, una serie di baci avevano successo quel momento tremendamente romantico.


Il ballo di fine anno a diciassette anni, quello si che era stato grandioso.
Vogliamo parlare del compleanno dei diciotto anni di Sarah? Magnifico.
E a diciotto anni compiuti, vivevano insieme, e sognavano una famiglia tutta loro.
Quante volte era capitato a Harry di guardare le stelle, e immaginarsi a venticinque anni, con una figlia in braccio, che faceva i capricci perchè voleva andare al parco, e Sarah, indaffarata in cucina.
Pensava spesso a come potrebbe essere bello diventare padre, o a quanto desiderasse di sposarla e renderla sua per l'eternità.
Questo si erano promessi la notte in cui fecero per la prima volta l'amore insieme: Il per sempre.
Desideravano di amarsi per l'eternità, ma una notte, un camionista ubriaco, gliel'aveva portata via.
Gli aveva strappato dalle braccia l'unica persona che avesse mai amato veramente, l'unica che avrebbe voluto sposare, un giorno.
Aveva infranto tutti i loro sogni e progetti, aveva distrutto la loro unione, il loro per sempre.
Aveva distrutto Sarah, lasciandola morire, e Harry, togliendogli la sua unica ragione di vita.
Aveva ucciso una ragazza innocente, una ragazza gioiosa, piena di vita.
E Harry, da quel dannato 21 Novembre 2012, si era lasciato totalmente marcire, sia all'interno che all'esterno.
Quante volte i suoi amici Louis, Liam, Zayn e Niall, che tral'altro erano amici anche di Sarah, l'avevano scosso, gli avevano proposto di uscire.. ma niente da fare.
Neanche per i ragazzi era stato facile dimenticare l'accaduto, erano stati male tutti, ma si erano rialzati più forti di prima, perchè era così che Sarah li avrebbe voluti.
Come tutte le domeniche, Harry si era alzato presto, si era lavato e sistemato, ed era andato al cimitero a trovarla.
Le aveva portato le rose bianche, le sue preferite.
«Ciao amore mio, hai visto cosa ho qui? Rose bianche, le tue preferite. Non me lo sono scordato, hai visto? Mi manchi da morire, la mia vita è piatta, grigia, sempre uguale, senza te. E' difficile andare avanti, è complicato alzarsi la mattina e non trovarti al mio fianco, ancora addormentata. E' terribile sapere che quando torno a casa stanco, non ci sei più tu a coccolarmi e a dirmi cose sdolcinate all'orecchio. Mi manca tutto di te, vorrei tanto che le cose fossero andate diversamente.. avrei preferito andarmene io al tuo posto, o almeno venire con te. Non riesco a stare senza te.. Dimmi, come devo fare per superare tutto questo? Ti prego, mandami un segnale.. non ce la faccio più.» aveva mormorato, piegato sulla tomba della sua Sarah, scoppiando a piangere.
Improvvisamente Harry aveva un leggero vento proveniente dalle sue spalle, scompigliargli i capelli.
Si era voltato, e pur non avendo visto nessuno, aveva sorriso amareggiato, sapendo che Sarah era li con lui, al suo fianco, che non l'avrebbe mai abbandonato.
L'avrebbe protetto da lassù, sempre, in ogni situazione.
Fu così che Harry trovò la forza di andare avanti, pensando che prima o poi l'avrebbe raggiunta, e quel giorno sì che sarebbero stati insieme per sempre.



VAS HAPPENIN'!?


Okay, avete il permesso di odiarmi per la fine di questa storia, ndjdfdhefj.
Sto piangendo anch'io, e piangevo anche mentre lo scrivevo.
Madò dvhweifdjv.
Sono depressa, ora. D:
Ci ho messo un giorno intero per scriverlo, quindi, recensite please. :c
Bacioni, Sarah.
  
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