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Autore: habanerossosangue    09/09/2012    1 recensioni
La sua mente non pensava lucidamente. La sua vista stava diventando sempre più offuscata. Le gambe non riuscivano più a sostenere il suo peso. Il suo cuore batteva così velocemente che sembrava quasi non si sentisse al suo posto. Si sentiva stordita. Ogni rumore -urla, bombe, tecniche appena lanciate- era attutito, come se fosse chiusa in una stanza metallizzata. Era sempre stata testarda, fin da bambina, per questo, continuava a correre. Sapeva che non stava affatto bene. Sapeva che avrebbe perso i sensi da un momento all'altro -era un ninja-medico in fin dei conti. Ma in quel momento, per lei, non era un problema esistenziale. in fondo la sua fine stava già arrivando.
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Quarta Guerra Ninja
Giorno sesto
Ore 18.56
Terza Divisione
 
La sua mente non pensava lucidamente. La sua vista stava diventando sempre più offuscata. Le gambe non riuscivano più a sostenere il suo peso. Il suo cuore batteva così velocemente che sembrava quasi non si sentisse al suo posto. Si sentiva  stordita. Ogni rumore -urla, bombe, tecniche appena lanciate- era attutito, come se fosse chiusa in una stanza metallizzata. Era sempre stata testarda, fin da bambina, per questo, continuava a correre. Sapeva che non stava affatto bene. Sapeva che avrebbe perso i sensi da un momento all'altro -era un ninja-medico in fin dei conti. Ma in quel momento,  per lei, non era un problema esistenziale. in fondo la sua fine stava già arrivando.
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno sesto
Ore 18.49
Quarta Divisione
 
Perchè?! Perchè non doveva andare tutto secondo i piani?! Se avrebbero seguito il piano che aveva progettato suo padre a quest'ora questa guerra sarebbe già finita! Che cosa?! Che cosa era andato storto?! La sua acuta mente, che anche nella situazioni più critiche aveva funzionato alla perfezione, in quel momento, non riusciva a trovare via di scampo da morte certa. Ma, forse, in suo compito non era di inventare nuove strategie per mandare  il proprio esercito verso la vittoria -per quello c'era suo padre. Forse il suo compito era proprio quello. Morire per proteggere qualcuno. Per proteggere un alleato, un compagno, un amico [ o più di un amico].

Lui non aveva mai creduto in un Dio superiore. Un Dio al di sopra, addirittura, degli Hokage. Nemmeno a quei dei di cui tanto si spacciava di essere quel famoso Pein. Lui si era sempre affidato alla logica, alla realtà delle cose. Ma se veramente esistesse. Se veramente è Lui quello che decide cosa deve succedere,  allora perchè non li aiutava?! Loro erano i buoni. Loro erano coloro che cercavano la pace nel mondo ninja. O forse quel Dio aveva deciso di non essere dalla loro parte? Per quale scopo, allora, voleva far tabula rasa nel loro mondo?

Ma quelle erano tutte scuse che il suo cervello elaborava in quel momento. La verità era che lui aveva avuto sfortuna. Lui  era quello sfigato di turno che doveva sacrificarsi per salvarla, o almeno proteggerla da quegli 'zombie'. E non poteva mica tirarsi indietro. Non poteva mica stare li a guardare mentre l'avrebbero uccisa.

In fin dei conti se lo sarebbe aspettato da un come lui. Quella non era la sua 'Volontà del Fuoco'?!

«No! Non ti avvicinare!»
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno terzo
Ore 02.32
Terza Divisione
 
«Kakashi-sensei! Dietro di lei!»

Non avrebbe mai immaginato che lo Sharingan lo avrebbe consumato così tanto. Erano due giorni interi che lottava senza sosta. Il nemico non voleva fermarsi. Ma erano dei morti, non avevano bisogno nè di mangiare nè di dormire. E poi era nel bel mezzo di una guerra e lui non poteva fermasi per riposarsi. Che figura ci avrebbe fatto con tutto il suo gruppo?!  D'altronde l'avevano scelto leader di una delle Divisioni per un motivo sensato.

Aveva già visto la morte. Allo scontro con Pain lui era letteralmente morto, ma rivivere quella sensazione era  sempre un tuffo al cuore. Ecco il tempo che rallenta. I suoni intorno a lui si fanno più lievi. Comincia a sudare freddo. Il sangue che gli fluisce [troppo] veloce nelle vene. I suoi movimenti sembrano impacciati davanti a quella palla di fuoco. Un chakra perfettamente modellato a forma sferica, con le fiamme che danzano secondo la direzione del vento. E intanto lo Sharingan prevede il suo futuro. La sfera si schianterà esattamente all'altezza del collo. Gli brucerà prima la pelle, poi le vie respiratorie. La sua morte sarà leggermente lunga e dolorosa. Molto simile alla prima volta.

Un sorriso comparve sulle labbra perfettamente coperte dalla maschera lacerata. Quello stupido del suo allievo ovviamente si era messo in mezzo a lui e alla palla di fuoco. Era una sua abitudine fare l’eroe che arrivava all’ultimo secondo. Non meravigliandosi del fatto che non si fece nemmeno un graffio, gli mise una mano sulla spalla.

«Lo sapevo che saresti arrivato.»

Lo guardò compiaciuto in quelle iridi azzurre. Avrebbe scommesso la sua stessa vita che Naruto avrebbe fatto qualsiasi cosa per dare una mano in guerra. Quanto poteva essere uguale a suo padre? [al suo caro  vecchio maestro?]. Il ragazzo ricambiò lo sguardo con un sorriso vincente sul volto, per poi informasi su tutti gli accaduti dei giorni precedenti.

«Naruto!» Un forte pugno gli arrivò in piena nuca scaraventandolo a terra.
«Sakura-chan ti sembra il momento di picchiarmi?!»
«Che diamine ci fai qui? Stiamo combattendo per proteggere te baka!»
«Ho saputo che c’era in corso una guerra contro l’Organizzazione Alba. Non potevo starmene con le mani in mano!»
«Tks! Sei solo una testa quadra!»

Naruto guardò con sguardo serio sia Sakura che Kakashi. Dove si trovava?! Se c’era l’Organizzazione Alba c’era pure lui. Si era alleato con loro prima che partisse per “l’importante missione” quindi dovrebbe essere anche lui li a combattere. Lui ci doveva essere .  Dove sei Sas’ke?

«Luidov’è?»
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno primo
Ore 09.12
Quarta Divisione
 
«Choji smettila di mangiare! Siamo in procinto di una guerra e ti ingozzi a patatine?!»
«Ino smettila! Piuttosto di preoccuparti per lui cerca di rimanere calma.»

Fulminò con gli occhi Shikamaru per poi, stizzita, sedersi in una delle sedie di plastica poste nella tenda. Come poteva dirgli si stare tranquilla?! Stava per partecipare a una delle più importanti guerre ninja e lei doveva stare calma?!

Sospirò rumorosamente, mentre nascondeva il viso tra le mani. Stavano per affrontare l’Organizzazione Alba e lei si sentiva completamente inutile. A che cosa poteva servire durante uno scontro?! La sua tecnica era come una barzelletta in confronto a quelle dei ninja degli altri villaggi. Il massimo dei nemici che poteva uccidere erano minime, quindi di conseguenza era anche minima la possibilità di salvarsi la pelle. Ma, come gli aveva detto [urlato] l’Hokage, ogni aiuto è indispensabile anche se banale.

La verità era –questo lo scoprì in seguito- che non era nervosa per la guerra imminente. Ma era per quella orripilante sensazione che la  fine di tutto il suo mondo stava per arrivare.  Non se lo sentivano anche gli altri?! Tutti sanno che in guerra poteva accadere la qualunque. Doveva solo stare tranquilla, era solo stress pre-battaglia.

Allora perché, anche quando Shikamaru gli comunicò che dovevo dirigersi nelle proprie postazioni, i suoi occhi si inumidirono e cominciò a tremare come un foglia?! Era solo paura per il potente nemico, si rispondeva.  Ma non era così ed era completamente cosciente di questo.

Li guardò entrambi –Choji e Shikamaru- per assemblare ogni loro dettaglio. Li guardò e rivide i bambini di un tempo, con il sorriso beato sul volto  -o con uno sbuffo sempre pronto- ancora ignari di quello che il futuro li aspettava. Li guardò e rivide i due adolescenti diventare junin in compagnia del loro maestro Asuma con la solita sigaretta tra le labbra. Li guardò come se fosse l’ultima volta che aveva il piacere di stare con loro. Perché se lo sentiva fin dentro le ossa. Stava per arrivare la sua fine.
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno sesto
Ore 18.50
Terza Divisione
 
Per suo grande sollievo stavano finendo in quella zona vicino all’accampamento del loro esercito. I nemici stavano diminuendo. Erano rimasti in pochi ormai. Naruto era completamente stremato. Aveva mandato più di cento copie per aiutare in tutti gli altri settori e quello che vedeva non era affatto un buon segno. Solo loro, il team di Kakashi-sensei, stavano avendo qualche risultato, ma per gli altri stava andando molto [troppo] male. Troppi Zetsu bianchi –e morti viventi- ancora da uccidere. Troppi ninja feriti. Troppi morti da entrambi gli schieramenti. Quanto odio sentiva aleggiare nell’aria. No, non stavano raggiungendo la pace. Stavano raggiungendo la fine di tutto il loro mondo.

Le sue copie stavano scomparendo più velocemente con il passare del tempo. Più lui combatteva, più le copie diminuivano. Persino con il chakra del Kyuubi stava avendo delle difficoltà. Ma era sicuro che non avrebbe sentito quella stanchezza addosso appena l’avrebbe trovato. Non si era ancora dimenticato di lui  per niente. Da quando aveva raggiunto i suoi compagni, ogni minuto in quella lotta lo cercava. Se lo sentiva. Era vicino a trovarlo. E Naruto non sbagliava mai quando si trattava del suo migliore amico. Dove ti sei nascosto eh!?

Vide le sue copie che avevano aiutato il suo maestro scomparire ad una ad una appena sterminarono tutti i nemici. Fece un grosso sospiro di sollievo temporaneo per poi avvicinarsi ai suoi [ex] compagni del team 7, intenti a organizzare il prossimo attacco. Improvvisamente eccolo li. Un’immagine sfuggente di Sasuke Uchiha gli comparve davanti agli occhi. Lo sapeva, lo sapeva che lo avrebbe trovato.

Mise una mano sulla spalla di Kakashi e l’altra sulla schiena di [della sua] Sakura per attirare loro l’attenzione. Si girarono a guardarlo incuriositi, mentre un sorriso limpido si facevano largo sul volto sudato e mentre gli occhi si erano colmati di quella serenità di chi finalmente aveva trovato il suo posto. Li guardò attentamente entrambi ricordandosi gli anni passati trascorsi insieme. Si, finalmente aveva trovato il suo posto. Aveva trovato la vera causa della sua presenza in quella guerra. Adesso poteva tornare al suo legittimo proprietario –al vero lui che correva disperatamente incontro a Sasuke. Non sarebbero riusciti a raggiungerlo lui era troppo lontano. E li lasciò lì, immobili, stravolti per lo stupore, con una fitta al cuore. Forse [sicuramente] non li avrebbe più rivisti.

«Era una copia!»
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno Sesto
Ore 18.45
Squadra Ino-Shika-Cho senza Cho
 
«Ragazzi non posso venire con voi. Mio padre ha bisogno di me.»
«Non ti preoccupare Choji va!»
«Mi raccomando, state attenti!»

Choji cambia strada mentre Ino e Shikamaru continuano a correre verso la Seconda Divisione. Kitsuchi aveva perso il controllo della situazione. Gli avevano comunicato che molti ninja erano entrati in panico e che attaccavano senza riflettere, molti morti e feriti e ancora arrivavano aiuti per il nemico. Avevano subito mandato la squadra Ino-Shika-Cho ma per quella volta si doveva accontentare solo di loro due.

Shikamaru stava sudando freddo. Non si sentiva così dal giorno della morte del suo maestro. Erano non in difficoltà, ma praticamente erano spiaccicati [anche letteralmente] al suolo dall’Organizzazione Alba. Più passavano i minuti, più morti si accumulavano in tutte le Divisioni. Che poteva fare, che poteva fare?! Suo padre sicuramente si stava scervellando per una strategia, ma se non si sbrigava in meno di un quarto d’ora potevano dire addio ad anche una sola minima di speranza di vittoria.

Poi non era preoccupato solo per la sconfitta definitiva dell’Alleanza Shinobi, ma era preoccupato anche per Ino, Più la guardava e più era convinto che da un momento all’altro sarebbe svenuta. Erano giorni che non riposava decentemente –se erano quattro ore di dormita erano per lei un record. Le ferite sul suo corpo erano sempre più numerose anche se la maggior parte superficiali. Il colorito diventava sempre più pallido. Non correva al massimo della sua velocità non solo per la mancanza di forze, ma anche perché si era slogata un caviglia che inutilmente cercava di nascondergli. Era un ninja-medico perché non si curava?! Ah, giusto! Come posso curare le mie ferite superficiali, mentre, ogni volta che giro lo sguardo, ci sono ninja in bilico tra la vita e la morte?! Il problema era che Ino non si curava nemmeno quelle più gravi di ferite. Maledetto orgoglio femminile e quel suo ‘aiuto il prossimo’, si ritrovò a pensare.

Si vociferava tra le strade della Foglia che chi aveva partecipato alla Terza Guerra Ninja -e che era sopravvissuto- gli era sembrato che i minuti fossero ore e le ore giorni interi. Da una parte Shikamaru non poteva che dare conferma a questa storia.  Ma l’altra parte di sè voleva urlagli in faccia a quelle vecchie pettegole che se si era in mezzo ad una battaglia le cose accadono ad un ritmo così veloce che non ti rendi nemmeno conto se il cuore aveva fatto un solo battito.

 Un gruppo di Zetsu bianchi li circondò. Istintivamente Shikamaru fece scorrere la propria ombra nel suolo riuscendo a raggiungere tre Zetsu. Ancora liberi ce ne erano sei e non sapeva quanto poteva ancora concentrare il suo chakra. Sentì Ino alle sue spalle urlare per poi vedere di sottecchi che tirava numerosi kunai a un nemico che lo stava per colpire. Si piegò accanto a lui, serrò gli occhi e congiunse le dita.

«No! Non posso protteg…»
«Tecnica del Capovolgimento Spirituale!»

Era troppo tardi. Aveva già preso il controllo di due Zetsu. Numero minimo in confronto ai dieci che era riuscita a controllare nemmeno un’ora prima. Era davvero a pezzi. Non si era mai data così tanto da fare prima di quella guerra. Perché?! Perché doveva portarsi [superare] al [il] limite delle sue capacità?! Li vide attaccare immediatamente le proprie copie.  Shikamaru era troppo intento a cercare di trattenere quei tre nemici, che non si accorse che un ninja –forse un defunto- comparve da dietro gli alberi, afferrò il corpo di Ino e lo scaraventò contro un albero.  Distraendosi da quello che era appena successo fece riacquistare la forma normale della sua ombra.

«Ino ritorna nel tuo corpo! Ti stanno colpendo!»
«Non adesso! Mancano solo questi tre!»

Loro non erano ninja a combattimento ravvicinato. Riuscivano benissimo a cavarsela con dieci metri di distanza che li separava dal nemico. Era Choji quello che si avvicinava di più per il colpo finale. No Ino. No  -soprattutto- Shikamaru che per lui anche solo sedersi a terra e concentrare il massimo di chakra era una scocciatura. Ma in quel momento non poteva perdere tempo a cercare di fermarlo con la sua tecnica dell’ombra. Era il corpo di Ino quello che quel ninja sconosciuto stava sollevando malamente da terra.  Era il corpo di Ino quello che sarebbe stato trafitto da quella lama di chakra che puntava dritto nel petto.

«Ritorna in te Ino ADESSO!»

Il cuore bettè almeno un volta dall’istante in cui aveva pronunciato il suo nome? Forse. Shikamaru non seppe dirlo.  Ma poteva affermare con certezza –a chi poi?- che aveva perso minimo tre battiti quando sentì quel freddo chakra trapassargli il torace, mentre la Morte lo cercava beata rallentando gradualmente, come se godesse, il pulsare del suo cuore innamorato.
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno sesto
Ore 18.58
Team 7
 
Luigli aveva promesso a lei che lo avrebbe riportato a Konoha con tutte le sue forze, a costo della vita. Lei gli aveva risposto cento volte che avrebbero trovato un altro modo per riportarlo a casa. Gli aveva risposto che avrebbero affrontato il problema insieme. Poi gli chiedeva in continuazione perché lo pestava. Come poteva non picchiarlo quando faceva certi ragionamenti del tutto idioti! Ma era Naruto Uzumaki di chi stavano parlando e lo sapevano tutti che non si sarebbe mai arreso, anche se si sarebbe messo contro tutta l’Alleanza Shinobi.

Ma perché ingannarla?! Perché non voleva che andava con lui?! Se non lei, Kakashi-sensei, Iruka-sensei, qualcuno che potesse stare con lui. Perché Sakura aveva capito solo in quei giorni che non ci sarebbe stato nessun lieto fine. Non ci sarebbe stato nessun Sasuke di ritorno al villaggio che l’abbracciava appena la vedeva –troppo irreale soprattutto. Non ci sarebbe stato nessun Naruto che gli rivolgeva uno di quei sorrisi dolci che amava. Non ci sarebbe stata nessuna casa di ritorno. Perché questa guerra non stava per niente andando a loro favore.

E poi tormentava il suo cervello per avere un risposta il più presto possibile, prima che li raggiungevano. Doveva trovare una risposta a quella domanda che gli tormentava l’anima da anni ormai. A quella domanda che tutti gli avevano rivolto –Kakashi-sensei, l’Hokage, Ino, Rock Lee ecc.- e che lei non seppe mai che rispondere.

«Quando sarà giunta la fine, chi dei due salverai?»

Ogni volta faceva scena muta o balbettava un piccolo “non lo so”. E, subito dopo, si chiedeva: perché doveva arrivare una fine? Lo scontro che ci sarebbe stato tra Naruto e Sasuke era solo l’inizio di un’altra storia, si rispondeva. Ma tutti lo sapevano che non poteva finire rose e fiori e solo lei ancora non ci era arrivata. Troppo accecata di quell’amore infantile verso Sasuke da non accorgesi di quanto odio poteva covare. Troppo accecata dall’affetto fraterno, d’amicizia [ ma molto di più di una semplice amicizia] che provava verso Naruto da non accorgersi quanto ha dovuto patire per il suo migliore amico.

Tempo fa, ad occhi chiusi, avrebbe scelto Sasuke. Ma in quel momento, stava vivendo la patetica battaglia di una adolescente. Stava assaporando la lotta tra il suo cuore e il suo cervello. Uno gli diceva di salvare Sasuke. L’aveva sempre amato fin da bambina, aveva ‘chiuso’ l’amicizia con Ino per lui; era diventata più forte solo per farsi notare da lui -anche se li separavano km di distanza; l’avrebbe aiutato col suo profondo odio verso il Villaggio della Foglia -anche se avrebbe comportato distruggere tutto. Lei lo amava non poteva lasciarlo morire.  Ma l’altro gli urlava di salvare Naruto. Era la cosa più giusta da fare; era lui che conteneva il Kyuubi  e ha resistito al suo odio; era lui l’eroe che aveva salvato Konoha; era lui il futuro Hokage. Ma soprattutto era Naruto l’unico che l’ha sempre incoraggiata, sostenuta, aiutata, confortata e ben altre cose –pure più importanti- aveva fatto nei suoi confronti. Perché lui era follemente innamorato di lei e sarebbe persino morto solo per salvarla. Come una stupida, Sakura non diede minimamente peso e considerazione ai sentimenti di Naruto. Pensava solo al suo Sasuke. Si, certo.  Il suo Sasuke.

Quanto tempo è passato  da quando non era più suo? Era veramente innamorata del traditore del proprio villaggio? Era veramente innamorata di colui che ha cercato di ucciderla persino dopo tutto quello che avevano passato? Lei non era veramente innamorata di Sasuke. Era un bel ragazzo, ma gli piaceva così tanto?! Sarebbe veramente morta solo per salvarlo anche se lui il secondo dopo si sarebbe alzato e rivolto le spalle al suo corpo sanguinante? No, Sakura non scenderebbe mai a questi ‘finali drammatici’ per uno come Sasuke.

Kakashi-sensei la bloccò improvvisamente. Era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse che Pakkun riuscì a portarli a destinazione. Quanto si erano allontanati del resto della guerra? Si trovavano in un posto isolato da tutti, circondati di rocce e qualche pianta bruciata. Come si era aspettata da tipi come loro, avevano trovato un bel posto per non avere nessuna interruzione. Volevano proprio finire col morire entrambi.

Eccoli li a pochi metri lontano da loro. Già entrambi ridotti in brandelli, ricoperti di sangue ancora fresco, con le tute strappate in diversi punti. Chi stava vincendo? Chi era vicino alla morte? Erano già giunto verso la fine? Si guardavano a pochi passi di distanza senza muovere un muscolo mentre la voce tagliente [tremante] di Sasuke rimbombava nelle orecchie.

«Ne ho abbastanza di questa storia ‘sono il tuo migliore amico’ TACI!»
«Ma è la verità. Te lo ripeterò fino alla nausea. Io ti riporterò a casa!»

Sasuke si avventò su Naruto e gli tirò un pugno nella mascella che lo fece scaraventare a terra. Cominciò a imprecare, mentre lo riempiva di calci dove capitava –nelle gambe, nello stomaco, nella schiena. Gli occhi si riempirono di sangue – o lacrime- per lo sforzo eccessivo che gli procurava lo Sharingan. Continuava senza tregua a pestare il suo ex compagno di team e notava con un certo nervosismo che Naruto non tentava minimamente di fermarlo.

«PERCHE’ FAI COSI’?! REAGISCI!»
«ti avevo detto che, a costo di morire, ti avrei salvato dal caos della vendetta. Mi prenderò il fardello di tutto il tuo odio Sasuke.»

Con un urlo frustato l’Uchiha prese la spada che teneva accuratamente nella custodia dietro la schiena e gliel’ha puntò all’altezza del petto.

Intanto Sakura, mentre guardava famelica quella scena, faceva scendere silenziosamente quelle lacrime a lungo trattenute. Perché quel ragazzo era così dannatamente gentile?! Perché non contrattaccava ?! Perché non cercava almeno di difendersi?! Era come se Sasuke stesse picchiando lei. E lui poi, come aveva il coraggio di trattarlo in quel modo dopo tutto quello che aveva fatto e che stava facendo per lui? Non avevano mai avuto un buon rapporto ma arrivare persino a puntargli una lama nel cuore.

Sakura non era stata mai capace di stare a guardare in un angolo i loro litigi. Non era mai stata capace di farsi i fatti suoi e di lasciare a loro la possibilità di risolvere i problemi. Si era sempre messa in mezzo, sia nelle discussioni sia nelle buffe che facevano quasi sempre. Che motivo aveva, allora, di rimanere al suo posto, immobile come una statua, mentre quel baka di Naruto stava per essere ucciso?!

«NON TOCCARLO!»

Si scaraventò letteralmente su Sasuke, con un pugno alzato pronto per prenderlo in pieno volto. Ovviamente L’Uchiha si era scansato prima del colpo. Il suo pugno colpì a terra così potentemente che fece alzare il sottosuolo di minimo cinque metri. Aveva veramente tutta questa rabbia repressa verso il suo eterno amore? Si, e ancora non era soddisfatta. Non ebbe il tempo di alzare lo sguardo che una mano la prese per la gola e la sbattè violentemente a terra. Un dolore lancinante alla colonna vertebrale gli fece sbarrare gli occhi e si ritrovò a guardare il volto furibondo di Sasuke che la guardava con lo Sharingan che cominciò ad odiare con tutta se stessa.

«Sei diventata piuttosto forte Sakura. Ma non sarai mai al mio livello.»

Un luccichio proveniente dalla mano destra del suo avversario gli fece socchiudere gli occhi. Aveva già tentato una volta a ucciderla perché questa volta avrebbe dovuto fallire? La spada puntava minacciosa verso il suo petto. Questa volta era il suo sangue destinato a macchiare quella lama. Con un calma sconvolgente accettò l’arrivo sella sua lenta morte. Preferiva perdere la vita piuttosto che continuare a guardali uccidersi a vicenda.

Finalmente arrivò la fine delle sue sorreferenze. Sentì il freddo della lama trapassargli lo stomaco. Che cosa significava? Fino a un attimo fa la stava colpendo al cuore, cos’era cambiato? Ah, giusto. Dopo tutti quegli anni a urlare al mondo intero di ucciderlo, ancora non aveva trovato il coraggio di farlo veramente. Mai avrebbe trovato il coraggio di uccidere il suo migliore amico.

Non riuscì a trattenere un vomito di sangue che sputò alla tuta arancione che si trovava davanti al viso. Che gli era saltato in mente a quel baka?! Perché doveva sempre salvarla?! Aveva accettato la morte perché è intervenuto?! Naruto perché devi sempre pensare a salvare me piuttosto che te stesso? Il sangue gli colò agli angoli della bocca e il suo sapore gli fece venire un altro conato di vomito. Vide alzarsi leggermente per guardarla in viso con rivolgendogli quel sorriso dolce di cui si era innamorata.

«Stai bene Sakura-chan?»

Questa volta non riuscì a trattenere il sangue che insisteva di uscirgli dalla gola e tossì di nuovo più rumorosamente di prima, mentre un senso di rabbia e preoccupazione invase Naruto. E Sakura più lo guardava e più capiva che dentro di se stava lottando contro l’istinto della Volpe. Cominciò a tremare leggermente, serrava i pugni sempre più forte,i magnifici occhi azzurri cominciavano ad avere sempre più chiazze rosse, serrava i denti così tanto che forse gli sarebbe saltato qualche morale. Le lacrime ormai gli scendevano ininterrotte mentre cercava di far uscire qualche parola dalla sua bocca per tranquillizzarlo. Ma era come se le sue corde vocali non volessero collaborare. Ti prego Naruto, non ti abbandonare all’odio pure tu. L’unica cosa che riuscì a fare era allungare la mano verso la ferita appena sotto le costole e cominciare a curargliela. Per fortuna la signorina Tsunade gli aveva insegnato a curare una ferita anche se era ancora presente la lama. Il suo chakra era praticamente minimo, ma l’avrebbe usato tutto solo per non vederlo così sofferente.

«No … fermati. Cura la tua ferita, ti prego Sakura-chan»

La sua voce tremava più per la tristezza di non essere riuscito a salvarla che per la rabbia. Così gli prese delicatamente la mano e la spostò verso la sua di ferita. Poi cominciò ad alzarsi lentamente fino a che la sua schiena non toccò l’elsa della spada. Serrò la bocca e con una leggera spinta fece uscire la lama dallo stomaco di Sakura. Lei sputò altro sangue mentre Naruto si accasciava sulle ginocchia. Una fredda risata gli rimbombò nelle orecchie. Come poteva ridere?!Guarda cosa aveva fatto alla sua Sakura-chan! Con un colpo seccò afferrò l’elsa e tirò fuori la spada. Portò istintivamente una mano sulla ferita, mentre cominciava a vomitare sangue anche lui. Lui sarebbe guarito tra qualche minuto grazie al chakra del Kyuubi. ma Sakura?!

«Kakashi-sensei la prego porta via Sakura, ha bisogno di cure. Devo terminare questa faccenda adesso!»
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno Sesto
Ore 19.00
Ino e Shikamaru
 
Persino quando era in punto di morte Ino non la smetteva di essere una seccatura bella e buona. Più insisteva di fermarsi a curarlo più lei gli rispondeva a tono. Ma era inutile continuare a trasmettergli chakra e questo lo sapevano entrambi. La sua vita era giunta al termine. Allora con una piccola smorfia di contraddizione la guardò. Guardò come, inginocchiata in mezzo alla sue gambe, pronunciava fra i denti formule curative che persino a Shikamaru erano incomprensibili. Sentiva pronunciare polmoni squarciati, cuore ancora in funzione, far passare il chakra nella seconda vena principale. Cose che non riusciva a trovare un senso logico visto che ormai non servivano più a niente. Gli guardò la spalla coperta di sangue ancora intenzionato ad uscire dalla profonda ferita procurata da quella maledetta lama di chakra. Non era riuscito a non farla ferire, ma almeno non stava morendo. Vide le lacrime che scendevano velocemente e che si confondevano con le gocce di sudore lungo la sua gote perfetta.  Tremava senza tregua in preda ai singhiozzi e teneva gli occhi puntati sul suo petto.  Perché insisteva così tanto?!

«Ino … lascia stare …»
«No! Non ti lascerò morire! Tu non mi abbandonerai capito?! Devi mantenere il chakra a un livello …»

E continuava con la sua solfa medica. Ma così non faceva altro che temporeggiare. Che seccatura!

«Basta Ino … fermati»
«Zitto Shikamaru! Così mi distrai! Così … non posso salvarti … »
«Ino … baciami.»

Non se lo fece ripetere due volte. Lo guardò negli occhi per un secondo e poi gli catturò le labbra. Il loro primo bacio. Quanto aveva sognato Shikamaru questo momento? Dentro di se sembrava un ragazzina in piena crisi ormonale ogni volta che era in presenza di Ino. Si doveva preoccupare? Non più. Finalmente assaporava quelle labbra tanto desiderate. Il sapore ferroso del suo sangue che aveva in bocca e quello salato delle lacrime di Ino non facevano un gran accoppiamento, ma non gliene importava minimamente. Quelle erano le labbra della sua compagna di teamche si scontravano con le sue.  Si staccarono solo per mancanza di fiato e mentre Ino appoggiava la fronte sulla sua spalla, Shikamaru alzò lo sguardo verso il cielo per osservare le poche nuvole che si potevano scorgere attraverso i rami degli alberi.

Gli era sempre piaciuto osservare le nuvole. Stranamente lo facevano rilassare. Non cercava mai nuvole che potevano somigliare a qualcosa che conosceva, osservava solo il loro leggero spostarsi nell’aria e dopo qualche minuto riusciva persino ad addormentasi. Ma le nuvole che guardava in quel momento non facevano altro che fargli provare altro ribrezzo verso quello che era successo. Erano di un colore grigio cenere che andava oscurandosi sempre di più fino ad arrivare ad una tonalità chiara di rosso. Stava tramontando.

Quante volte, verso quell’orario, Ino andava a trovarlo giusto per passarsi il tempo a tormentarlo? Un semi sorriso comparve sul suo volto pensando alle scherzose spinte che gli dava ogni volta che lo incontrava per strada con un gran sorriso stampato sul volto.  Sorrise pensando a quante volte, aprendo gli occhi dopo una lunga dormita, si era visto a pochi centimetri di distanza dalla sua visuale quelle iridi celesti. E sorrise anche per tutte le volte che l’aveva insultato chiamandolo ‘pigrone’ o ogni volta che rispondeva a tono quando lui la chiamava ‘scocciatura’.

Dolorante, avvolse le braccia alla sua vita, la strinse a se e cominciò ad accarezzargli i [troppo] lunghi capelli biondi. Quello era proprio un bel modo per morire, si ritrovò a pensare. Non aveva più paura di lasciare quel mondo. Aveva paura del futuro del mondo dei Ninja, del futuro di Konoha, del futuro di Ino, del futuro del figlio del maestro Asuma che ancora doveva vedere la luce del sole. Chi gli dava la certezza che tutto il resto dei suoi amici non lo avrebbero raggiunto nell’aldilà? Chi proteggerà il Re se tutti i ninja esperti verranno uccisi? Poi quale Re ci sarà se l’Organizzazione Alba ha intenzione di sterminare ogni, ninja, uomo donna e bambino che incontrerà?! Suo padre ancora non aveva elaborato un strategia vincente? Lui non poteva mica morire prima di aver trovato la soluzione per concludere quella guerra a loro favore. Calma Shikamaru, pensa velocemente, ma mantieni la calma.

Un lampo di genio gli fece sgranare leggermente gli occhi, mentre stavano scadendo i secondi della sua vita. Aveva trovato la soluzione! Aveva finalmente capito come potevano uscire vincenti. Grazie cervello, nemmeno pochi secondi prima della morte mi deludi! Cominciò a sussurrargli nell’orecchio di Ino il suo piano. Come sconfiggere Zetsu, come potevano forse eliminare –olmeno rallentare- quel ‘presunto’ Madara Uchiha, come affrontare quel mostro con la potenza di otto demoni. Gli disse tutto velocemente, prengando Dei, ogni Hokage morto e vivo, ogni essere vivente in quella terra di far funzionare quel folle piano, che Ino non trascurasse nessun dettaglio e che quella guerra sarebbe finalmente finita.

 «Riferisci il piano a mio padre o a qualcuno di cui ti fidi che possa comunicarglielo. Mi raccomando Ino … potete ancora vincere.»

L’ossigeno gli stava per mancare. Sentiva i battiti del cuore rallentare ancora di più. E mentre Ino gli prometteva, con il viso nascosto nell’incavo del suo collo, che avrebbe detto tutto personalmente al signor Nara, continuò ad accarezzargli i capelli, lentamente. E quella carezza, che Ino sognava persino la notte di averla, si fece a mano a mano sempre più lenta e leggera fino a quando non sentì le sue braccia scivolargli lungo la gambe e il cuore di Shikamaru smettere di battere.

La Yamanaka se lo sentiva nelle vene. Se lo sentiva da quando aveva messo quel copri fronte dell’Alleanza Shinobi. Se lo sentiva da quando era iniziata la Quarta Guerra Ninja. Lo sapeva. Lei l’aveva sempre saputo e non ha potuto fare niente per impedirlo. La sua fine era arrivata con la morte di lui.
 
Quarta Guerra Ninja
Giorno Sesto
Ore 19.00
Naruto e Sasuke

Gli si era avventato addosso come una furia con quegli occhi rossi pieni di rabbia che per un secondo lo fecero paralizzare. Gli saltò addosso con tutto il suo peso facendolo sbattere a terra. Lo guardò rabbiosamente e vide il volto di Naruto in preda alla crisi interiore che stava avendo a causa della Volpe a Nove Code. Dai Naruto fai uscire l’odio che provi! E intanto gli occhi della Forza Portante ritornavano azzurri, poi di nuovo rossi , poi di nuovo azzurri. E lo vedeva che stava impazzendo sia per lui che per il Kyuubi. Una forte testata in fronte lo fece gemere dal dolore.

«Come puoi aver fatto una cosa del genere? » testata  «Non capisci quanto Sakura ti ama…» un altra «anche se non gli hai portato altro che dolore?!»  ed un’altra testata ancora.

Sentì le goccie di sangue colargli lungo le tempie e quello di Naruto cadergli in mezzo agli occhi. Sasuke invertì le posizioni e adesso lui l’aveva in pugno.

«Allora non capisci! Non mi interessa più niente né di Sakura e né tanto meno di te! Ho tagliato i legami tempo fa! Non ti ricordi più?»
«Non mentire Sas’ke! Se non ti importava niente … se avevi tagliato il nostro legame … allora perché hai cambiato direzione della lama appena mi sono messo in mezzo?»

Infuriato l’Uchiha gli tirò un pugno sul naso sentendo l’osso rompersi dal colpo. Un fiottò di sangue uscì dal naso, mentre con una potente spinta lo fece alzare. Si cacciò il sangue con la manica della tutta e cominciò a guardarlo attentamente con quegli occhi pieni di odio represso e delusione allo stesso tempo. Una morsa allo stomaco fece vacillare il traditore della Foglia. Perché aveva cambiati direzione all’ultimo secondo?  Naruto continuava a lottare con la Volpe a Nove code, mentre i suoi occhi cambiavano tonalità di colore ad un intervallo di pochi secondi. Appena si posizionò davanti a lui di diversi passi vide che riuscì a riprendere il controllo di sé.

Il suo sguardo non era più come quello di prima. Adesso lo guardava con quegli occhi sereni con quel sorriso limpido che lo aveva sempre caratterizzato fin dai tempi dell’Accademia. Ed ad un tratto si ritrovò a guardare il bambino spensierato di un tempo. Il piccolo Naruto Uzumaki che lo stuzzicava fin dal primo giorno che erano entrati a far parte dello stesso team. La sua vista si offuscò diventando rossa. Era solo sangue quello che stava versando? La tensione che aleggiava nell’aria all’improvviso scomparve e si sentì stranamente in pace con se stesso. Era come se aveva trovato finalmente il suo posto. Con voce tranquilla il suo avversario interruppe il silenzio.

«Allora Sas’ke sei pronto per morire?» gli disse con aria troppo tranquilla per i suoi gusti
«Te l’ho già detto una volta. Morirai tu non io.» gli rispose mentre nella mano destra faceva passare una gran quantità di chakra. Il Mille Falchi era pronto per colpire.
«E io te l’ho già detto una volta: se muoio io, muori anche tu.» disse formando il Rasengan nella mano destra.
«Bene. Allora mettiamola così: morirai per primo.»

E per la prima volta, dopo tanto [tantissimo] tempo, le sue labbra si curvarono in un sorriso per niente di scherno o strafottente o malvagio, aggettivi che fino a quel momento aveva accompagnato la sua risata. Ma si curvarono in un sorriso quasi lieto, molto simile a quello di Naruto. A quest’ultimo non sfuggì il cambiamento repentino di umore dell’[amico]avversario. Gli si illuminarono gli occhi e il sorriso si fece più largo mostrando i denti mentre un piccola risata gli sfuggiva dalle labbra. Finalmente era tornato il Sasuke di un tempo.

Cominciarono a correre, uno vero l’altro, pronti a scagliare il colpo finale, mentre gli occhi si Sasuke tornavano del colore nero come la pece. Che gli aveva detto Naruto l’ultima volta che si erano scontrati?!

«te lo ricordi quello che mi avevi detto alla Valle dell’Epilogo? Ci siamo scontrati faccia a faccia e abbiamo appreso diverse cose combattendo. Significa che siamo diventato shinobi d’elite.»

Era veramente vero? Erano veramente diventati shinobi d’elite? Sasuke poteva vedere quello che aveva nel cuore Naruto quando lo colpisce con un tecnica? Ma lui lo sapeva anche solo a guardarlo, in fin dei conti erano migliori amici.

«Sei riuscito a leggere quello che c’è nel mio cuore? L’hai visto vero? Che se io e te combatteremo moriremo entrambi.»

In realtà quello lo aveva capito sin da quando aveva notato che lui stava raggiungendo il suo stesso livello di forza. E tutti sapevano che due forze uguali e contrarie si annullavano. Quindi lui e Naruto si sarebbero ‘annullati’ al colpo decisivo.

«Se finiremo col morire entrambi, tu non sarai più un Uchiha e io non sarò più la Forza Portante del Kyuubi. Saremo liberi dai nostri fardelli e saremo finalmente in grado di comprenderci nell’aldilà»

Niente fardello di essere un Uchiha?! Potrebbe succedere veramente Naruto o lo stavi prendendo in giro solo per scontrarvi?! E poi quale aldilà ci sarebbe per uno come Sasuke, dopo quello che aveva combinato nemmeno l’inferno era il suo posto.  Ricordarsi di quelle parole era come accendere una candela nell’anima fredda dell’Uchiha. Esiste veramente questa minima speranza di non essere un Uchiha? Sul serio saremo solo Sasuke e Naruto? Perché improvvisamente si sentiva felice all’idea di morire insieme a lui?! Stava per arrivare la sua fine … anzi no, stava arrivando la loro fine, ma non aveva paura di affrontarla.

Con un sorriso sul volto, con quella serenità che stava cercando da quando era ragazzino, corse ancora più veloce verso Naruto. Gli vide il sorriso allargarsi sempre di più e gli occhi chiudersi come faceva ogni volta quando era troppo emozionato. In fondo al loro cuore entrambi erano a conoscenza di quanto tempo avevano desiderato quel momento. Forse nel momento stesso in cui si erano conosciuti. Stai vedendo Itachi che razza di migliore amico che ho trovato?! La risata limpida di Naruto gli rimbombò nella testa un attimo prima che Il Mille Falchi e il Rasengan si scontrassero, mentre una voce rotta dal pianto gridava un solo nome.

«NARUTOO!»

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Tutti noi ci siamo domandati almeno una volta nella vita se esistesse veramente un Dio al di sopra di ogni cosa. C’è chi ci crede e c’è chi no. Ma se Lui esistesse veramente perché fa si che ci siano guerre tra fratelli, tra amici, tra cittadini, tra villaggi e tra Ninja? Perché non fa vivere gli uomini nella pace? E se in realtà questo è il suo scopo? Creare conflitti per raggiungere quella pace tanto bramata da quelli con animo gentile. Ma non ci sarebbero morti da entrambi le parti in queste guerre? E, come aveva insegnato Pain a Naruto, le morti non creavano solamente altro odio? Che senso aveva allora?! Sasuke e Naruto avevano capito. Sakura, Kakashi, Ino, Shikamaru  tutti i ninja presenti nella Quarta Guerra avevano capito. C’è che, in un preciso momento, in un orario ben stabilito o forse solo per coincidenza, Lui –sempre nel dubbio della sua esistenza- decide la fine di ognuno di loro. C’è chi la raggiunge vedendo litigare le persone che ama. C’è chi la raggiunge dopo la morte della persona amata. C’è, invece, chi la raggiunge dopo aver scoppiato la guerra per una vendetta personale. Ma la fine arrivava per tutti, nello stesso, medesimo istante. E nel momento stesso in cui capisci che la fine stava arrivando capisci anche che hai raggiunto finalmente la vera pace.
 
 

  
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