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Autore: AstridxAndros    09/09/2012    0 recensioni
due ragazzi. un passato non troppo diverso.
lui figlio di un ricco. lei figlia di un "finto" matrimonio.
lui vuole liberarsi dalla gente falsa.
lei vorrebbe un amico leale.
una storia non troppo sdolcinata, un amicizia che nasce in un modo alquanto singolare.
Leggete e recensite! mi raccomando! baci!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I giorni passavano ed io e il mio compagno di banco non ci rivolgevamo la parola.
-posso parlarti un secondo?- chiesi dopo una settimana, lui mi guardò annoiato, era strano, ma sapevo cosa stava pensando, i suoi occhi mi dicevano tutto.
-non voglio fare né una dichiarazione d’amore, né cose del genere sta’ tranquillo- lo vidi incuriosirsi, anche se leggermente, poi seguirmi.
lo portai sul terrazzo, avevo scoperto quel posto un paio di giorni prima, nessuno ci andava mai, neanche i professori, era perfetto.
-coprirti non mi costa niente, ma posso sapere per quale assurdo motivo l’hai fatto?- chiesi diretta, lui tentò di nascondere la sua sorpresa,
-di che parli? L’hai detto tu stessa che il borsellino lì lo potrebbe aver lasciato chiunque- era la prima volta che sentivo la sua voce, era come me la immaginavo.
Edoardo aveva i capelli corvini che perennemente gli ricadevano sugli occhi. Occhi smeraldo, e fisico a dir poco perfetto.
-ripeto. Posso continuare a coprirti, ma almeno dimmi il motivo… ti ho visto quel giorno mentre uscivi dalla finestra dietro gli armadietti…- ora era palesemente sorpreso,
-perché non hai detto niente?- sussurrò abbassando il capo, io mi avvicinai alla ringhiera,
-perché mi hai fatto un favore! Mi hai risparmiato due interi giorni di scuola!- sorrisi.
****
Aprii la porta di casa stanca e annoiata.
-oh Lidia… non pensavo tornassi a casa così presto!- mia madre si era alzata scansando malamente un uomo,
-io… pensavo che non ci fosse nessuno…- ammisi,
-oh cara… tieni, ci dovrebbe essere ancora qualcosa… ecco… vai a mangiare qualcosa fuori va bene?- mi spinse fuori di casa  con un piccolo portamonete tra le mani senza che io potessi replicare.
-e dove vado a quest’ora con solo sette euro?- sospirai, poi iniziai a camminare.
Non era una cosa nuova che i miei genitori portassero “amici” dentro casa, quando succedeva io ero costretta a mangiare fuori. Ma erano già le tre, con meno di dieci euro non potevo andare al ristorante. Tutti i bar e i panifici erano chiusi a quell’ora.
Presi un autobus ed andai in città. Potevo usare solo un euro, gli  altri mi dovevano rimanere per il viaggio di ritorno. Comprai un panino con le patatine in una bancarella, distesa sull’erba di un parco iniziai a mangiare.
****
-dovrebbe essere quello il tuo pranzo?- chiese sarcasticamente un ragazzo. Solo dalla voce lo riconobbi, mi alzai. Lucas.
-mi piacerebbe poter dire di no- sorrisi, lui ghignò,
-poveraccia!- esclamò spingendomi di nuovo a terra, poi andò via.
Il panino era ormai finito per terra dando da mangiare a delle formiche, io sospirai. Perché doveva essere tutto così difficile? Perché non potevo avere una famiglia come quella di Eleonora? Che ti fa’ trovare il cibo caldo a pranzo e a cena, che ti aiuta con i compiti… dei genitori che stanno insieme veramente…
Iniziai a fare i compiti.
Dopo qualche ora qualcosa mi colpii in testa.
-scusa, ma non ho potuto fare prima…- un sacchetto con del pane e dei salumi, alzai lo sguardo,
-io non ho mangiato, e neanche tu! Posa quei libri e inizia a fare i panini!- vidi il mio compagno di banco sorridere per la prima volta.
-tu come lo sai?- chiesi stupita,
-ho visto quel ragazzo che ti ha fatto cadere il panino, ma ero occupato in quel momento- poi prese posto accanto a me.
****
-posso sapere cosa ci fai qui?- chiese, aveva deciso di studiare insieme a me. Era un tipo abbastanza strano. Prima è taciturno e non da’ confidenza a nessuno. Poi, d’un tratto, diventa intraprendente inizia discorsi e continua a scherzare… forese era questo ciò che nascondeva, ma ero sicura, c’era dell’altro.
-dovrebbero essere le sei…- finsi di non aver sentito la domanda, ma sapevo che non sarebbe servito a molto,
-una volta ho mangiato una rana- mi sfuggì un sorriso,
-poveretta…- sussurrai.
-allora mi ascolti!- ghignai colpevole,
-beccata- .
-hai almeno i soldi per tornare a casa?- chiese questa volta serio,
-non farti un idea sbagliata di me, ho pochi soldi solo perché sono uscita in fretta da casa, ma mi rimangono i soldi per l’autobus…- misi le mani in tasca, niente, i soldi erano spariti.
Mi guardai intorno mi dovevano essere caduti quando Lucas mi aveva buttato a terra.
-ehm… ritiro tutto…- dissi imbarazzata, lui mi guardò torvo,
-se non ci fossi stato io cosa avresti fatto?!- mi canzonò,
-non so cosa fare eppure tu sei qui!- replicai, dove avrei potuto guadagnare quei pochi spiccioli?
-tieni…- Edoardo mi lanciò i soldi, poi mise i suoi libri nello zaino,
-no, non voglio debiti, troverò un modo!- esclamai, lui sospirò,
-io ho un debito con te grande trenta volte il biglietto dell’autobus… prendi quei soldi e torna a casa…- era tornato il ragazzo freddo. Erano forse per ripagare il suo debito quelle attenzioni? Mi ero forse illusa che ci fosse qualcosa dietro a quel ragazzo?
****

  
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