Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Moon9292    10/09/2012    6 recensioni
Una professoressa colpita duramente dalla vita. Un ragazzo che piano piano sta diventando un teppista perchè non ha il coraggio di affrontare i suoi demoni. Un giovane con dubbi sul suo orientamento sessuale. E un altro con problemi economici costretto a sacrificare tutto e tutti, anche chi ama. Ed un'intera classe con le sue difficoltà da sistemare. Tutto da risolvere entro un anno. Perchè? Come mai un solo anno? E chi aiuterà tutti loro? Questa è la storia di chi in un'istante perde tutto, e in quello successivo guadagna qualcosa di prezioso. Perchè la vita non è mai come te l'aspetti, e solo il tempo aiuta a guarire. Il tempo, l'amore, e un bicchiere di caffè...
Spero di avervi incuriosito con questa storia. Lasciate un commentino, anche per farmi sapere com'è...un bacio
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Live and Love...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  Image and video hosting by TinyPic


 

Capitolo 2 - Linizio dell'avventura


4 anni dopo…
<< Prego si accomodi, signorina Cristillo >>, disse affabile l’uomo.
<< Grazie, preside Martino >>. Mi accomodai sulla sedia di fronte alla scrivania.
<< Allora, il dottor Gallo mi ha raccomandato di assumerla senza riserve. Come mai, se posso chiederle, gode di questa ottima reputazione con uno dei più stimati ricercatori d’Italia? >>, mi domandò scettico.
<< Perché sono la migliore >>, sorrisi senza pudore. << La mia non è presunzione. Io sono davvero la migliore. Mi sono laureata con il massimo dei voti nel minor tempo possibile. Alla specialistica ho fatto altrettanto. E il mio progetto sulle anomalie genetiche ancora viene discusso nella mia facoltà. I migliori scienziati hanno tentato in tutti i modi di poter disporre del mio progetto come meglio potevano. Ma solo il dottor Gallo è riuscito a guadagnarsi la mia stima >>. Come sempre, quando cominciavo un’arringa, partivo in quarta. Ma questa volta era per un motivo diverso. Stavo proteggendo la mia reputazione. Da che avevo visto il preside Martino, avevo sospettato che non credesse nelle mie abilità. Specie perché ero dotata di un certo fascino, e il dottor Gallo godeva di una famosa reputazione come latin lover. Ma io non avevo mai avuto quel genere di rapporto con il dottore. La nostra era una semplice relazione di lavoro. Un’ottima relazione di lavoro, a dire il vero. E odiavo la gente che credeva che fossi arrivata in cima solo per il mio bel visetto, e non per il mio cervello. Perciò ogni volta che si toccava l’argomento, m’infervoravo. << Mi ha assunto nel suo laboratorio di ricerca tre anni fa, e da allora abbiamo fatto passi da gigante nella ricerca genetica. E io ho dimostrato tutta la mia conoscenza e la mia bravura. È per questo che la mia affermazione di pocanzi era del tutto priva di presunzione. Sono una serie di dati di fatto che accreditano la mia versione. Ma se lei dubita ancora delle mie capacità… >>, presi la mia ventiquattr’ore e tirai fuori un plico di documenti che porsi al preside Martino. << …le ho portato una statistica dei lavori a cui ho preso parte, i loro risultati e le vittorie ottenute con progetti personali sempre svolti nel laboratorio del dottor Gallo >>.
<< Sono un bel po’ di fogli >>, constatò con un sorriso il preside, una volta presi i documenti in mano.
<< Si, signore. Sono un bel po’ di fogli >>
Li sfogliò con disinvoltura, senza realmente leggere cosa c’era scritto sopra. Tipico di chi risiede su una posizione di rilievo rispetto agli altri. Il suo atteggiamento di sufficienza nei confronti del resto della popolazione era una cosa offensiva e anche snervante. Ma rimasi composta sulla mia sedia, aspettando un prossimo commento acido di quell’uomo. Era senza dubbio affascinante. 50 anni portati bene, capelli brizzolati, nessun segno di calvizie ne stempiatura, naso molto fine ed elegante, mascella definita. Snello ed elegante nel suo completo in giacca e cravatta. Occhio verde scuro, e un principio di barbetta incolta bianca. Da giovane doveva essere stato veramente bello, e con la vecchiaia aveva acquisito quel fascino che caratterizza le persone mature di bell’aspetto. Ma a me non importava minimamente del suo aspetto. Anzi, non m’importava minimamente dell’aspetto di nessun uomo in generale. Per me c’era sempre e solo una persona nel mio cuore, e ci sarebbe stata sempre.
<< Sa, lei è davvero qualificata per questo impiego. Certo, non è mai stata un’insegnante. Ma mi fido di Umberto… >>
<< Lei è amico del dottor Gallo? >>, domandai scettica. Quell’uomo aveva la fama di essere un latin lover, certo, ma anche di essere un gran rompi balle. Nessuno riusciva a stare nella stessa stanza con lui per più di dieci minuti. Tutti eccetto me. Io e il dottore avevamo stretto anche una buona amicizia, una volta messo in chiaro che con me non avrebbe mai potuto avere nessun rapporto amoroso, o sessuale.
<< Secondo lei come potrei aver avuto il suo nominativo dal dottor Gallo? Non penserà che l’ho contattato di mia spontanea volontà per farmi mandare un suo ricercatore? >>, mi chiese divertito il preside.
<< No certo che no. Mi scusi. La mia è stata una domanda sciocca >>
<< Oh, niente affatto. Io ritengo che nessuna domanda sia sciocca, se fatta con interesse. Almeno è quello che sostengo >>, disse tornando a sfogliare i documenti. Quell’affermazione mi fece spuntare un sorriso. Forse, dopotutto, non era così male il preside. Mai giudicare un libro dalla copertina, mi diceva sempre mia madre.
<< Comunque le vorrei porgere una semplice domanda, alla quale se risponderà bene avrà il lavoro. Altrimenti per me sarà stato un piacere conoscerla, ma temo che la cosa finisca qui. È pronta per l’ultimo test? >>, domandò il preside. Il suo sguardo e la sua voce erano così seri, che un brivido percorse tutta la mia colonna vertebrale. Non sapevo che aspettarmi, ma ero preparata al peggio.
<< Sono pronta >>, inghiottì la saliva in preda all’ansia.
<< Bene. Quello che voglio sapere è… >>, abbassò lo sguardo e fissò per qualche secondo i documenti che avevo portato. Sapevo che stava creando un po’ di suspense per cercare di mettermi nel sacco, ma io ero preparata a ben altro. << …se le voci di corridoio, nel quale si dice che lei sia l’unico essere umano in grado di rispondere e prendere di petto Umberto, siano vere? Cioè, lei davvero risponde al mio amico con un ego smisurato, in modo sfrontato e senza remore? No perché sul serio, nessuno è mai stato in grado di farlo. È un uomo che incute terrore negli altri. Io sono veramente sgomento nell’apprendere una tale notizia. E ho necessità di sapere se effettivamente queste voci siano veritiere o è solo una montatura creata da chissà chi >>.
Ero veramente perplessa. Credevo che fosse una domanda seria, nel quale avrei dovuto dimostrare tutte le mie conoscenze. Invece era una questione talmente futile, da sembrare quasi finta. Come se in realtà stessi sognando. Sbattei le palpebre più volte cercando di capire se stavo dormendo, oppure ero sveglia e mi trovavo davvero in quell’ufficio con uno strano individuo. Quando capì che era tutto reale, mi schiarì la voce e poi risposi con una certa titubanza. << Ehm, direi che le voci siano veritiere, per quanto pompate possano essere. Il dottor Gallo ed io non abbiamo mai avuto problemi nel comunicare, e se una cosa non mi stava bene gliela dicevo senza remore. E non vedo perché avrei dovuto farmi scrupoli nell’affrontare di petto un uomo che, essenzialmente, è uguale a me o a lei signore. Un semplice essere umano >>. Cercai di essere il più onesta possibile.
<< Oh, mi creda. Lei è la prima persona che definisce Umberto Gallo un semplice essere umano. La maggior parte della gente tende a credere che sia un genio. Un essere fuori dal comune. Anzi, una categoria a parte del genere umano. E il fatto che lei non lo consideri tale, mi sorprende non poco. Questo denota un forte spirito e un carattere indomabile. Mi piace >>, sorrise il preside.
<< Temo di non capire, signore >>, risposi veramente sconcertata. Quella conversazione aveva dell’incredibile.
<< Sto dicendo che ha ottenuto il lavoro, e non solo. Avrà anche l’appartamento al di fuori della scuola. Può cominciare domani >>, disse pacatamente e con un sorriso gentile.
<< Davvero? >>, domandai felice.
<< Davvero >>
Mi alzai dalla sedia di scatto e corsi ad abbracciare l’uomo che di fatto era appena diventato il mio capo, dietro la scrivania.
<< Ehi, che entusiasmo. Si controlli, la prego. Non amo le effusioni >>, disse scherzoso il preside.
Quando mi resi conto di cosa avessi appena fatto, mi staccai di colpo dall’uomo. Lo fissai imbarazzata e rossa in viso e tronai al mio posto mormorando scuse appena udibili.
<< Ora, visto che siamo riusciti a frenare il suo entusiasmo, direi che dovremmo affrontare questioni che ritengo urgenti >>. Si appoggiò allo schienale della sedia girevole, e cominciò a scrutarmi. << Quanto sa di questo posto, signorina Cristillo? >>
<< Ehm, poco signore a dire il vero. Il dottor Gallo mi ha comunicato solo due giorni fa che ero stata scelta per questo impiego, perciò non ho avuto il tempo per documentarmi. Mi dispiace >>, risposi sinceramente.
<< Non si preoccupi. C’è di peggio per cui dispiacersi. Allora, dunque le spiego. Questo istituto è una scuola privata che parte dall’asilo per raggiungere l’università. I nostri studenti vengono iscritti da che sono ancora in fasce >>. Lo guardai confusa. Non credevo fosse così importante quella scuola.
<< Non faccia quell’espressione, signorina. È un istituto prestigioso. Chiunque, dopo essere uscito da qui, ha un posto assicurato nelle migliori imprese, aziende e incarichi di altro genere. comunque come avrà potuto notare, venendo qui, questo posto si può definire un quartiere a parte da Roma. E in effetti è anche distanziato dal centro della città. È circondato da alte mura che circoscrivono tutto il perimetro, case annesse. La scuola è posta giusto al centro >>. Sembrava di trovarsi fuori dal mondo. Non potevo credere che questo quarterie fosse talmente isolato, da non poter ammettere neanche un estraneo. << Ecco perché per lei faremo un’eccezione, come richiesto. La sua abitazione si trova al di fuori del perimetro circondato. Dieci minuti di macchina, che le verrà fornita dalla scuola, e potrà andare e venire da casa sua quando vuole >>
<< La ringrazio >>, dissi cortesemente.
<< Si figuri. Dicevamo? Ah, si. Le persone che vivono qui, sono le più altolocate di tutta Italia. E quindi sono le più ricche. Si potrebbe dire che il 70% dell’economia del paese gira grazie a queste persone. Sono famiglie antiche, con radici profonde e che godono ovviamente di particolari privilegi >>. Era talmente assurdo quello che stavo ascoltando che comincia quasi a crederci. Il preside aveva un’espressione troppo seria per poter scherzare. E, da quello che potevo conoscere di quell’uomo, non sembrava neanche che stesse fingendo. << Coloro che abitano qui, mandano i propri figli, nipoti, in questa scuola. La migliore d’Italia. La “Newton-high” >>
<< Newton-high? >>, non riuscì a trattenere quel commento. Era un nome veramente ridicolo.
<< Si lo so. Il nome lascia a desiderare. Fu cambiato due presidi fa. Era un americano convinto che il precedente nome non rendesse bene l’idea. E dato che cambiare nome alla scuola, comportava una serie di fastidi, decisero che non doveva essere cambiato. Però tutti conoscono l’importanza di questa scuola. E la rispettano, nonostante il nome bizzarro >>
<< Bizzarro è poco. Senza offesa >>, aggiunsi mortificata.
<< Non mi sono offeso. Lo trovo anche io poco elegante e di cattivo gusto, ma ormai temo non ci sia più niente da fare. Comunque dicevamo. Questi ragazzi vengono iscritti fin dalla nascita e appena compiuti cinque anni vengono mandati all’asilo. Poi elementari e via dicendo… Ogni anno le famiglie mandano un assegno per il mantenimento dei figli. E le posso garantire che le cifre che raggiungiamo a fine anno hanno dell’incredibile >>
<< Ah non ne dubito. Noto una certa follia nelle persone che vivono qui. Quasi mirassero a diventare i padroni del mondo >>, commentai ironicamente.
<< Alcune famiglie, le più ricche, mirano a quello. Perciò troverà nei suoi studenti, un passato un po’ difficile, per quanto la loro infanzia lo permetta. Proprio perché sappiamo a quale pressione i nostri studenti siano sottoposti, abbiamo dei dormitori per loro. Quindi una sala mensa e una sala attrezzature per chi volesse fare sport. Insomma, siamo dotati di tutti i comfort per i nostri ragazzi >>
<< Interessante. C’è anche una sala per i massaggi per caso? No, sa ho il collo bloccato da qualche giorno e mi piacerebbe metterlo a posto >>. Non riuscì a trattenere il mio sarcasmo. Ero stata cresciuta in una famiglia modesta, che faticava ad arrivare a fine mese. Perciò mi avevano insegnato il valore del denaro. Quei ragazzi, invece, ero convinta fossero ricchi figli di papà viziati all’inverosimile, che dello studio o del resto del mondo non gli interessasse minimamente.
<< No, signorina, siamo sprovvisti di tale sala. Come lei adesso sa, i nostri ragazzi sono talmente ricchi da potersi permettere un massaggiatore privato per ognuno di loro. Abbiamo pensato di spendere in modo più proficuo i soldi destinati a tale scopo >>, il preside sorrise divertito di quel commento. Non si era offeso, per fortuna. << Comunque questa è una scuola specialistica. Dalle medie in poi si studiano materie scientifiche, perché miriamo a produrre futuri medici e ricercatori, biologi e scienziati, fisici e matematici >>
<< Questo è molto bello. State producendo un esercito di persone che potrebbero migliorare il mondo. Vi faccio i miei complimenti >>, dissi ammirata.
<< Grazie. In questa scuola, però, è di stampo vecchio stile >>
<< Ovvero? >>, domandai curiosa.
<< Ovvero ogni classe ha un’insegnante unico >>, disse tranquillamente l’uomo.
<< Mi sta dicendo che vi è una sola figura in tutte le classi, per cinque ore, tutti i giorni che insegna tutte le materie? >>, domandai esterrefatta.
<< Proprio così. E le ore sono sei >>, mi sorrise il preside.
<< Ma è legale? E soprattutto è fattibile? Cioè, non si esce fuori di testa con tutto questo lavoro? >>
<< Si è legale, e si è fattibile. Tutti gli insegnanti che sono qui, insegnano da anni. Perciò è fattibilissimo. Sul punto uscire fuori di testa, beh, direi che si, se non si ha abbastanza forza, si esce fuori di testa >>
<< Fantastico >>, mormorai nervosa. << Proprio quello che mi serve >>
<< Penso di si >>, disse dolcemente l’uomo. Alzai lo sguardo e lo fissai nei suoi occhi. << Credo proprio che sia ciò di cui ha bisogno, signorina Cristillo >>.
Non risposi. Continuai a fissarlo senza distogliere lo sguardo. Ero turbata, nervosa, e preoccupata per ciò che mi aspettava. Non ero preparata a tutto questo, però forse mi avrebbe fatto bene assentarmi completamente dalla vita che mi stavo lasciando alle spalle.
<< Lei dice? >>, sussurrai.
<< Io dico >>, disse teneramente.
<< Ok >>
<< C’è un ultimo punto su cui vorrei metterla al corrente. Vede domani inizia la scuola e io sono sprovvisto di un insegnate, come lei ben sa. La vorrei delucidare sul motivo di tale situazione >>
<< Mi illumini >>, scherzai.
<< Vede il professor Elefante si è preso un anno sabatico per motivi personali >>, fissò per un attimo le proprie mani congiunte come se cercasse le parole. << E questi motivi personali sono un forte esaurimento dovuto al troppo stress, dovuto al lavoro che svolgeva qui >>
<< Come? È uscito fuori di testa perché troppo stressato? Non mi pare molto incitante >>, commentai sempre più nervosa.
<< Non è tutto. Il suo esaurimento non è stato dovuto alla mole di lavoro, quanto… >>, altra pausa in cerca di parole adatte. << …alla classe che gli era assegnata >>
<< Cioè? >>
<< Cioè, la classe in cui andrà ad insegnare è una classe problematica >>, disse con gravità. << Sono 20 alunni, e ognuno di loro ha dato il suo bel da farsi al povero professore Elefante. Li ha presi con se dal primo liceo, ma adesso che iniziano il quarto non ne poteva più. Ha chiesto un po’ di ferie, per cercare di recuperare le proprie forze >>. Quelle informazioni non facevano che aumentare il mio terrore. Non avevo mai sopportato gli adolescenti, figurarsi poi quelli con problemi. << Per quanto la riguarda, il suo mandato durerà solo un anno. Alla fine di giugno, quando ci saranno gli esami, il suo contratto scadrà e lei tornerà alla sua vita, giù a Napoli. Fino ad allora, dovrà avere a che fare con 20 ragazzi in preda agli ormoni, con problemi personali di ogni genere che le comporteranno, ne sono sicuro, vari incidenti e molte avventure. E non c’è bisogno di possedere capacità paranormali per prevedere tali avvenimenti. Conosco i miei ragazzi >>, concluse il preside.
Non riuscì a fiatare. Ero troppo impegnata ad assimilare le notizie appena ricevute per poter anche solo pensare di emettere un suono dalla mia bocca. Non ero preparata a tutto ciò. Io contavo solo di allontanarmi dalla mia casa, per sistemare le idee. Invece mi sarebbe toccato caricarmi sulle spalle pesi troppo grandi per me, e non credevo che ne sarei stata mai capace.
<< So che tutto ciò può sembrare spaventoso, ma mi creda se le dico che lei è qualificata per farlo >>, aggiunse il preside quasi come se mi avesse letto nei pensieri.
<< E lei che ne sa? >>, domandai acida.
<< Per il semplice fatto che lavora con Umberto. Questo la qualifica per qualsiasi inconveniente. E in più… >>, si fermò giusto un attimo per guardarmi accertandosi delle mie reazioni. << …conosco la sua storia. E so che la forza che possiede è talmente grande, da potercela fare senza difficoltà. Questo anno l’aiuterà, mi creda. Chiunque sia mai venuto qui, e poi se ne è andato, alla fine ha avuto degli insegnamenti tali da vedere la vita in modo diverso. Perciò quando le dico che lei è qualificata, deve credermi >>.
Guardai il preside con le lacrime agli occhi. Mi trattenni giusto per pudore. Non conoscevo quell’uomo se non da poche ore, ma già sentivo una forte amicizia ed una profonda stima. La mia idea iniziale era del tutto sbagliata. E come sempre, la mia mamma aveva ragione. Mai giudicare un libro dalla copertina, mi ridissi. Perché sapevo, senza neanche chiederglielo, che avrei sempre potuto contare su quell’uomo.
<< Allora che mi dice. È pronta per affrontare questa sfida? >>, domandò speranzoso.
Guardai lui, poi le miei mani, ed infine di nuovo lui. Quando il mio sguardo si posò nuovamente su quegli occhi verde scuri, quasi come la foresta, capì di aver preso la mia decisione. Inspirai. Poi dissi: << Va bene, facciamolo >>.
 La mia nuova vita era appena cominciata. 


Salve gente, sono sempre io, Moon9292.
Pirma di tutto volevo ringraziare chi ha letto il primo capitolo, e soprattutto _rain_ e 
Loreena Scrittrice  per aver messo nelle seguite la mia storia e Loreena Scrittrice per averla commentata. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.
Vi porto oggi il secondo capitolo della mia storia. Da quello che potete notare, fondamentalmente non succede nulla. Apprendiamo solo che sono passati 4 anni dall'episodio in treno con Ianto, e che Lisa è stata assunta in una scuola privata veramente particolare, di quelle che non esistono fondamentalmente XD Ha fatto conoscenza del preside che rivedremo presto, e nei capitoli futuri sapremo qualcosa su di lui. però questo molto più in la... e infatti, visto che sono molto cattiva, non vi svelerò assolutamente nulla... Dopo questo capitolo si entrerà nel vivo della storia. Vonosceremo i nuovi alunni della nostra giovane eroina, e comincerà da subito nel dover affrontare i problemi di un ragazzo problematico. Chissà che le accadrà? E che fine avrà fatto Ianto? lo scoprirete nella prosisma puntata... Per ora vi lascio con un piccolo anticipo... Giusto una frasetta... Un bacio a tutti
Moon9292


<< E tu, bambola, saresti? >>, domandò con sfacciataggine il ragazzo.
<< La tua nuova insegnante>>, risposi con sfida.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Moon9292