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Autore: Ale666ia    10/09/2012    3 recensioni
Da Gesù Cristo a Nelson Mandela, da Rosa Parks a Martin Luther King, la legge é sempre stata infranta per permettere cambiamenti sostanziali.
(Gary Yourofsky, vegano, attivista per i diritti animali)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È stato fantastico vedere come gli occhi di quel simpatico individuo che risponde al nome di Shannon Leto si sono allargati con un espressione di disgusto profondo alla vista dell'insipido tofu languidamente sdraiato sul suo piatto... mentre io, Cole e Tomo ci gustavamo una splendida insalata con rucola, pomodori, olive, carote, cipolla e sedano. Seguita dalla dissetante e cornucopiosa macedonia di pesche, fragole, anguria e melone.
Sì, ok, questi aggettivi sono inutili, ma rendono meglio l'idea dello scazzo di mio fratello.
Naturalmente questo scherzo è durato tipo cinque minuti perché sono stato preso dalla compassione ed ho sminuzzato il suddetto formaggio vegetale nell'insalata.
Il mio altruistico gesto non è affatto servito a placargli l'animo adirato.
Mi ha spedito in camera, ha chiuso la porta a chiave
(“Shannon, ma se c'è un terremoto? Un incendio? Io morirei qua dentro!”
“Non fare il fatalista che stasera non succede proprio un cazzo, chiudi il becco e dormi.”)
e mi ha lasciato nella completa solitudine.
Dopo svariate ore di contemplazione del soffitto mi stavo per addormentare quando ho sentito la chiave nella toppa girare con lentezza esasperante, e -indovina un po'!- quel simpatico ragazzo irlandese chiamato Colin Farrell mi ha letteralmente spinto sul letto reclamando il possesso delle mie labbra.
A quanto pare l'ultimo trend del giorno era 'spingere Jared Leto qua e là'.
“Cole, Cole, ma ci sono Shannon e Tomo da qualche parte, e se ci scoprono?” gli ho sussurrato tra un bacio e l'altro.
“Non ti preoccupare che non arriva nessuno.” ha replicato lui a occhi chiusi, possedendo le mie labbra con foga.
Tra i trend del giorno c'era anche 'essere completamente sicuri che non succederà qualcosa di preoccupante', così Colin ha continuato a strusciare il suo viso contro il mio.
 
È per questo che il letto di Jared Joseph Leto questa mattina non deve sopportare il peso di un solo corpo.
Mi giro verso di Colin, con un sorriso da ebete sulle labbra, e quando incontro le sue iridi scure mi prodigo in uno squillante “Buongiorno!”
Mi sorride, felice “Ciao Jay” poi mi da una pacca sulla schiena “Gran bella notte di sesso.”
Lo fisso scandalizzato.
“LEI E' UN PERVERTITO! Si allontani subito da me!” esclamo prima di scoppiare a ridere, la voce distorta in un tono femmineo.
“Non era quello che dicevi fino a poche ore fa, ragazzo, quando la luna si affacciava sul... sul...” si blocca con la bocca aperta, cercando parole che non trova “Ok, non so dove si affacciava la luna. Non mi viene in mente nulla.”
Mi appoggio su un gomito, ignorandolo. “Faresti meglio a dire qualcosa tipo 'gran bella notte di pomiciamento'. Bleah, non ti fa schifo questa parola? P O M I C I A R E... io trovo che abbia un suono terribile.” blatero, lo sguardo rivolto al soffitto.
Perché no, noi non abbiamo fatto sesso... o l'amore... o quello che è.
Ci siamo baciati fino a sentire un dolore lancinante ai muscoli facciali, ma non abbiamo esplorato l'uno il corpo dell'altro. Maledizione, c'era un sacco di tensione sessuale nell'aria, ma nessuno dei due ha fatto nulla. Credo che abbiamo entrambi il timore di un rifiuto, oppure è la semplice paura del sesso che non abbiamo idea di come fare, o di tutti i tabù che la nostra società omofoba ci impone fin da piccoli...
In ogni caso, non è stato affatto male.
Tutt'altro.
Mi riscuoto da queste riflessioni e salto giù dal letto.
“Quanta energia, signor Leto” mi schernisce lui.
“E' che oggi c'è il concerto! Voglio dire... non aspetto altro da giorni e giorni e giorni. Sono euforico, credo morirò prima di questa sera!”
Apro la porta e la richiudo di scatto con uno sguardo di terrore puro negli occhi.
“Cazzo, scendi subito da quel letto e fai finta di soffocarmi con un cuscino perché c'è Shannon in sala e sta venendo da questa parte e si incazzerà come una bestia per via della porta che non è chiusa a chiave e porcoddinci fallo e bast-”
Mi ritrovo con un cuscino in bocca nello stesso istante in cui mio fratello entra in camera.
La sua espressione prevedibilmente incazzata lascia spazio ad un prevedibile urlo di gioia prima di gettarsi nella mischia:
“TOMO, CORRI, C'E' UN PARTY NELLA CAMERA DI LETO JUNIOR!”
 
L'Out of Time lo hanno organizzato nella spiaggia del lato ovest di San Francisco, vicino ad uno chalet per ricchi sfondati: stasera faranno un sacco di soldi tra cibo e cocktail, ci sono già svariate persone (per lo più giovani) che gironzolano nelle vicinanze aspettando l'ora fatidica in cui si aprirà il concerto.
Siamo arrivati con un'ora d'anticipo perché dovevamo fare il sound check, che, tra parentesi, è una cosa che odio. Quando arriva il momento di testare il microfono non so mai cosa dire e mi ritrovo a snocciolare filastrocche e scioglilingua, sono proprio un simpaticone. Comunque è una cosa obbligatoria se si vuole dare il massimo nella performance, quindi non ho neanche tanto motivo di lamentarmi. Anche perché dura solo dieci minuti... che sono già passati.
Adesso, infatti, me ne sto con Tomo e Shannon a camminare sulla sabbia.
“Dio, che fastidio...” ringhia Shannon “Sabbia di merda...”
“Perché?” chiede Tomo, i capelli vagamente scompigliati dal vento leggero.
“E' faticoso camminare su questi merdosi sassi sgretolati” si lamenta “mi fanno male i polpacci, e dopo devo suonare... Sono sicuro che mi prenderà un crampo nel mezzo di Capricorn!”
“Esagerato.”
“Cazzo, è come se a te facessero muovere le dita in continuazione prima di dover suonare, scommetto ti metteresti a piangere per il dolore che proveresti alle articolazioni!”
“Vuoi che ci fermiamo, principesso, così riposi i tuoi regali polpacci?” lo schernisce Tomo, prendendogli la mano in un gesto galante, e a me viene da ridere.
“Questo giullare di corte mi ha letto nel pensiero!” cinguetta mio fratello stando al gioco, prima di tornare con la sua faccia incazzata “Tomo, mi prendi per il culo? E se poi sbaglio le battute? E' una cosa seria, cazzo! C'è un contratto discografico in palio!”
“Calmati, cocco. Andrà tutto bene.” Tomo gli da una pacca sulla schiena, serafico come sempre, solo per sentirsi nuovamente abbaiare contro qualche insulto: mio fratello è proprio una rottura di coglioni quando si agita.
La mia attenzione si focalizza su una sagoma familiare che si avvicina a noi, e quando riesco a distinguere i lineamenti del viso riconosco che è Natalie. In una delle rare occasioni in cui si mette qualche vestito da party.
Mi rivolge un gran sorriso correndomi incontro e noto che ha dei fogli tra le mani.
Quando mi raggiunge mi salta letteralmente addosso.
“Jay! Cavolo Jay, tra poco suonerai! Non vedo l'ora di sentirti... sono più euforica di te!”
“Tranquilla, è che la mia euforia va a scatti. Stamattina credevo di rimanerci secco da quanta ne avevo.”
“Cazzo Jared, hai la ragazza e non me la presenti?” Shannon si è intrufolato fra me e lei ed ora la sta guardando con tanto d'occhi perché sì, Natalie è proprio bella. Soprattutto quando ride, cosa che sta facendo ora.
“Ah, ma io sono solo un'amica di Jay!”
“Ma che cazzo dici, non può essere. Ci sono due ipotesi: o Jared ha inclinazioni omosessuali... o ha inclinazioni omosessuali, ed entrambe spiegano il perché sei sua amica e non la sua ragazza o qualcosa del genere. A proposito, mi chiamo Shannon, sono il batterista del gruppo nonché il fratello di questo gay, faccio un uso spropositato di parole come 'cazzo' e 'merda' e se la mia allusione alla tua bellezza ti ha infastidita chiedo venia.”
“Non ti preoccupare, non mi hai affatto messa a disagio.” sorride lei, stringendogli la mano “E comunque mi chiamo Natalie.”
“Ah, e questo tizio taciturno è Tomo, il chitarrista. Avanti Tomo, dì qualcosa alla signorina.” Shan lo porta accanto a sé con un gesto brusco e gli stringe le guance in una morsa, mimando una parlata inesistente.
“Ehm, shao...?” farfuglia lui, impossibilitato dal proferire parola grazie a quel rompicoglioni di mio fratello.
“Dì qualcosa di più profondo, Tomino!”
“She 'on mi laschi--- CASSHO, Shannon! Oh, finalmente. Boh, non mi viene in mente nulla di più profondo, e non credo le interessi la storia della mia vita, quindi lasciami stare.”
“Sei proprio indisponente.”
“E tu sei una rottura di coglioni quando sei in ansia per qualcosa!”
Aver fatto alterare Tomo è una cosa da Oscar, quindi mi metto in mezzo per sedare i bollenti spiriti.
“Ok, gente... calmatevi, sennò al concerto faremo schifo. Shannon, se vuoi andiamo allo chalet qui vicino e ti pago una camomilla, così magari ti calmi. Tomo, lascialo perdere che è meglio, sennò non finisce più di rompere. Adesso io e Natalie ce ne andiamo un attimo più in là perché le devo chiedere una cosa personale, voi rimanete qui e fate la pace.”
Per tutta la durata del mio discorso Shannon si è comportato infantilmente, roteando gli occhi e battendo ritmicamente un piede per terra, a braccia incrociate.
Quant'è cretino quando fa così... ed è anche più grande di me! Uno si aspetta la maturità da un tizio che dovrebbe essere maturo, e invece...! Bah.
“Sono simpatici.” commenta Natalie, sorridendo.
“A dir la verità Shannon è una molletta nello scroto quando fa così, se ci parli dopo il concerto è meglio. Comunque... cosa sono quei fogli?”
“E se non fossero per te?” chiede, col tono di chi la sa lunga.
“Beh, sarei solo un emerito ficcanaso. Un impiccione. Una persona orribile, insomma.”
“Non martirizzarti.”
Me ne porge uno. È la stampa di una pagina internet, più precisamente il sito dell'ALF, dove vengono pubblicate tutte le imprese di liberazione (ma anche le azioni simboliche e i singoli danni economici) che vengono messe in atto in giro per il mondo.
Eh, beh, in questo pezzo di carta c'è scritto:
 
San Francisco, 15 agosto.
Blitz dell ALF in un allevamento di ovaiole.
Liberate circa 100 galline da una vita di sfruttamento. Al luogo di tortura
sono stati arrecati considerevoli danni economici, come si può vedere
dalle foto allegate.
 
E proprio sotto il breve articolo ci sono le foto che Anne ha scattato quando ci eravamo infiltrati in quel postaccio di merda. Ha recapitato le informazioni al 'quartier generale virtuale' tramite una mail anonima. Fa un certo effetto vedere gli effetti del nostro passaggio in un modo così immediato.
Mi soffermo sulla foto post-liberazione.
L'illuminazione è scarsa visto che il neon è andato a finire in paradiso, e lo si può notare da qualche cavo che penzola dal soffitto. Le gabbie arrugginite sono ora totalmente accartocciate ed il pulviscolo sollevato dalla nostra furia è impresso nell'immagine grazie alla luce del flash. Sul muro in fondo al corto corridoio si può leggere una scritta.
 
Se ci riprovi, torneremo.
Vogliamo gabbie vuote, e le vogliamo subito.
-per la liberazione animale,
GO VEG
GO ALF
 
“Ne hanno anche parlato sul giornale locale, guarda.”
Mi porge un altro foglio, questa volta la pagina di un quotidiano, e leggo il trafiletto striminzito che hanno dedicato alla notizia.
Sollevo lo sguardo dai fogli e le rivolgo un gran sorriso “Beh... abbiamo fatto un lavoro coi fiocchi, direi.”
“Già” replica lei, felice “Ora però basta. Non parliamone mai più: è accaduto, abbiamo fatto la cosa giusta e porteremo questo segreto con noi nella tomba.”
“Sì...” rispondo, un po' a disagio. Non sa che io il segreto non lo porterò nella tomba da solo, e probabilmente lei non saprà mai che io ho rischiato grosso dicendo una cosa del genere a Colin.
A proposito, prima di andare al concerto mi aveva detto che sarebbe venuto a vederci più tardi con un gruppo di amici. Spero non ci sarà il tipo dell'altra volta, quel certo Daniel-il-Rompicoglioni. Poco male, sfoggerò con orgoglio i miei braccialetti di gomma con su scritto 'Go vegan'.
Ogni occasione è buona per fare pubblicità al veganismo!
Sì, lo so che pensare continuamente in questo modo è triste, ma non posso più evitarlo.
Ergo, amen.
 
L'ora fatidica sta arrivando, e l'ansia comincia a farsi sentire anche su di me.
“E se mi dimentico le parole?”
“Non lo farai.” cavolo, Tomo è così tranquillo.
“E se... e se cominciano a tremarmi le gambe?”
“Ti prendi cinque minuti di pausa e cominciamo a suonare un po' più tardi. Non è un problema.”
“E se... ommioddio! E se stono??” sono inorridito da questa eventualità, maledizione!
“Jared, non siamo dei cazzoni che scrivono canzoni non adatte alla voce del cantante. Sei sempre stato perfetto e non vedo perché dovresti steccare proprio oggi.”
“Chi è il rompicoglioni adesso?” sghignazza Shannon, interrompendo la conversazione che stava avendo con Natalie.
Lo ignoro: un fratello cazzone è l'ultima cosa di cui ho bisogno, in questo momento.
Mi torturo le mani. “Era da un sacco di tempo che non avevo tutta questa ansia addosso.” dico, poi ci rifletto un attimo e penso che no, non è vero. Ho provato un malessere molto più terribile quando sono andato a liberare le galline, e solo il bacio con Colin mi è stato d'aiuto.
 
Guardo l'orologio e scoprire che manca solo un quarto d'ora all'inizio del concerto mi fa perdere quattro anni di vita. Credo di essere sempre più pallido e devo sedermi per porre fine al tremore delle mie gambe.
La spiaggia si sta riempendo di gente.
Cazzo, ma sono troppi, troppi spettatori.
Io non voglio, io mi vergogno.
Se Colin non arriva presto giuro che canterò di merda, e per di più incazzato nero.
Dov'è quell'irlandese ubriacone, cazzo?
Ommioddio, basta, mi sto comportando come un ragazzino capriccioso. Che cazzo pretendo da Colin? Bho. Il cervello sta andando in tilt e sto pensando ad un sacco di stronzate.
Prendo un respiro profondo e riordino le idee.
Ok, penso, Colin non ha ufficialmente dichiarato di stare con me, ma me lo ha lasciato intendere, e poi-
“Ciao gente.”
Ommioddio, sono sicuro che mi siano venuti gli occhi a cuore non appena i miei padiglioni auricolari hanno captato questo meraviglioso e marcato accento irlandese, oh, come sono felice, che gioia!
Mi alzo di scatto, probabilmente un'espressione da ebete ha rimpiazzato quella tormentata che avevo prima e credo anche di avere due splendide guance rosse.
“Ciao” esalo io, sentendo le mie ciglia fendere il vento alla grande. Saranno diventate grandi più o meno come quelle del cerbiatto Bambi. E probabilmente sto emanando un sacco di feromoni (sì, non testosterone): mi sento proprio come una di quelle ragazze innamorate che fanno vedere nei cartoni giapponesi.
Ma che cavolo mi sta succedendo? Sono passato dal nervosismo totale alla pace dei sensi... totale.
Inutile ripetizione, ma il mio cervello si è liquefatto non appena ho posato gli occhi sul Colin. Poi mi rendo conto che devo riprendere un po' di contegno, soprattutto dallo sguardo di sfottimento che mi rivolge il suddetto.
“Ehm, sì, ciao.” dico, guardando ovunque tranne che nei suoi occhi.
Sono proprio un pirla.
 
Passa qualche minuto e sento un rumore di microfono importunato provenire dalle casse.
Merda.
Sul palco c'è una donna vestita in modo semplice (niente fronzoli tipo abito da sera o tacchi) che sta blaterando qualcosa su questo Out of Time, un evento organizzato per far emergere i giovani gruppi, per stimolare la creatività, scoprire talenti sconosciuti e altre cazzate che interessano solo a chi le ha scritto il discorso.
Spero non smetta mai più di parlare così potrò crogiolarmi nella sicurezza che nessuno dovrà mai sentire la mia voce.
Letteralmente, sto gelando. Sto gelando dal terrore, ho una paura fottuta che aumenta ancora di più quando la gente sotto il palco applaude perché la tipa sta elencando i nomi di questi fantomatici giudici che stasera si atteggeranno a dio, dispensando permessi per oltrepassare i cancelli del paradiso o condanne all'inferno.
Ogni nome me lo dimentico nel giro di mezzo secondo, forse anche meno.
“Shannon, quando dobbiamo suonare?” piagnucolo.
“Stasera.”
“Sei un coglione, sai cosa intendevo chiederti!”
“Siamo i terzultimi, fratellino.” mi sorride pieno di compassione, pizzicandomi una guancia come si fa ai bambini piccoli.
“Ah, ok.” mi allontano apaticamente, le sue parole mi hanno appena distrutto. Dovrò passare non so quanto tempo con questa cazzo di sensazione oscena nel corpo. Guardo in faccia tutti quelli che mi circondano -fortunatamente mi ignorano, farei preoccupare qualcuno con la cera che ho.
Mi avvicino al bagnasciuga, cercando conforto nel rumore della risacca.
Come sono poetico!, penso. Forse dovrei condividere questi pensieri con qualcuno.
Oh, gesù, adesso stanno presentando il nome della prima band (qualcosa tipo eaaybkrflash, non ho sentito bene) e stanno dicendo che i tizi sconosciuti suonano rockabilly. Fanno un paio di domande al frontman e lui comincia a snocciolare la storia della sua vita, così, fuori di me, torno dal gruppo di gente da cui mi ero staccato e mi metto a cercare Colin.
Non appena lo vedo lo afferro per un braccio, trascinandolo via e fregandomene del fatto che fosse o meno immerso in una conversazione con qualcuno.
Lo porto nel punto in cui mi trovavo prima e la mia voce isterica dice: “cerco conforto nel rumore della risacca, fammi compagnia!”
Mi fissa vagamente preoccupato prima di darmi una incerta risposta affermativa.
“Ok.”
“Bene.”
Ce ne stiamo a guardare le onde, immobili come due salami vegetali.
Poi sbuffo rumorosamente, gli arpiono il viso con le mani e mi incollo alle sue labbra, in un lungo bacio che da isterico diventa rilassato.
Non me ne frega niente se qualcuno ci vede... Stupidi omofobi, penso, e subito dopo torno in me, interrompendo violentemente il contatto fisico.
“Scusa.” gemo, le mani sulle labbra “Scusa, scusa, scusa, scusa. Io... io non so che mi prende. Scusa.”
“Non ti devi scusare... e poi lo sai cosa ti prende.” lui mi da un leggero pugno sulla spalla sinistra.
“Sì, lo so, è per il concerto” adesso devo alzare la voce perché hanno cominciato a suonare una roba che ti fa venir voglia di ballare -e infatti la gente sotto il palco si agita, tutta felice “ma baciarti mi fa star meglio.”
“Allora continua, no?”
E ci baciamo di nuovo, a lungo. Benedetto sia questo ragazzo con cui condivido l'appartamento. Quando ci stacchiamo avvicino la bocca alle sue orecchie e sovrastando la musica gli dico che lui è il mio antistress personale. Sto decisamente meglio.
Mi sorride felice e sento un urlo decisamente familiare... praticamente, il dolce vocino di Shannon.
“JARED, MA CHE CAZZO FAI LI' DA SOLO CON IRLANDA? VIENI QUA! E PORTA PURE QUEL BARILE DI GUINNESS AMBULANTE!”
Si allontana farneticando qualcosa a proposito del fatto che io sia un castrasballo.
“A proposito Cole, niente più Guinness per te!” gli urlo.
“Perché??”
“Perché la Guinness non è vegana!”
Lo prendo per mano mentre mi infilo nella folla, senza notare la sua espressione shockata.
 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Mi dispiace se ci sono eventuali errori, ma non avevo proprio voglia di rileggerla per l'ennesima volta. Alla prossima :)
  
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