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Autore: ThereAngel22    27/03/2007    3 recensioni
La storia di un anniversario, e di una famiglia dolcissima.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Se devo essere sincera, non era questa la storia che avevo in mente di postare oggi, ma dal momento che recentemente la mia ispirazione ha deciso di prendersi una vacanza, ho dovuto correre ai ripari; visto che doveva essere una traduzione, ne ho scelta

Se devo essere sincera, non era questa la storia che avevo in mente di postare oggi, ma dal momento che recentemente la mia ispirazione ha deciso di prendersi una vacanza, ho dovuto correre ai ripari; visto che doveva essere una traduzione, ne ho scelta una che mi piace un sacco, e credo questa sia perfetta per il mio scopo.

Seventeenth” parla di un anniversario, e anch’io oggi ne festeggio uno.

Un anno fa ho postato il mio primo esperimento di storia e se penso a tutto quello che è venuto dopo quasi non riesco a credere di avere scritto così tanto.

 

Ultimo, e non da meno, sono giorni che faccio lavorare Sam come una matta perché potesse portare a termine entro oggi un altro mio piccolo esperimento.

Devo dire che il risultato è a dir poco fantastico.

Grazie, è bellissimooooooooooo!

 

www.nonnaminerva.altervista.org

 

E ora, dopo questa lunghissima introduzione che non potevo omettere, vi lascio finalmente alla vostra lettura.

 

 

 

http://www.fanfiction.net/s/3071769/1/Seventeenth

 

Seventeenth

 

L’ultimo giorno di agosto era, come era stato negli ultimi sette anni, il giorno più caotico dell’anno a Diagon Alley, grazie anche alla decisione del Ministro della Magia Arthur Weasley.

 

Famiglie di maghi e streghe, la maggior parte insieme ai figli, riempivano le strade, negozi e bar. Alcuni per fare le compere dell’ultimo minuto, altri per poter semplicemente trascorrere un po’ di tempo con le proprie famiglie, visto che era ufficialmente vacanza per chi lavorava al Ministero.

 

“Affollata,” commentò Ninfadora Lupin accarezzando delicatamente la testolina scura dolcemente appoggiata sulle sue gambe, “Come al solito.”

 

Sorridendo, Remus Lupin sbirciò di nascosto sua moglie. Gli anni non avevano portato poi tanti cambiamenti, perlomeno in lei. Dalla prima volta che l’aveva vista, fino a quel momento, dopo tanti anni di matrimonio, Ninfadora Tonks, ora Ninfadora Lupin, era sempre la stessa donna. Maldestra e vivace, con la stesso viso a forma di cuore e persino gli stessi capelli rosa.

 

Inevitabilmente appariva più vecchia. Gli anni avevano disegnato adorabili linee sul suo volto, cosa che non aveva mai cercato di nascondere, che non aveva mai pensato di negare. “Mi fanno apparire uguale a te,” gli diceva sempre, “E tu non potrai più dire di essere troppo vecchio.

 

Troppo vecchio. L’unico cavillo a cui avrebbe potuto ancora aggrapparsi se avesse voluto. Con il consumo costante della pozione Antilupo, aveva smesso di essere pericoloso per lei. E, con la prestigiosa, rispettata posizione di capo del Dipartimento per l’Educazione Magica al Ministero, non era più stato povero.

 

“Lo so che mi stai guardando,” disse lei improvvisamente, voltandosi per guardarlo, le labbra increspate in un lieve sorriso. “Scommetto che non vedi l’ora.

 

Remus inarcò le sopracciglia e fece un ampio sorriso.

 

“E’ così, lo ammetto,” ripose, scuotendo la testa. “Ma dobbiamo essere pazienti. Non sarebbe più speciale se te lo dessi adesso, di fronte alle bambine e a tutta questa gente che abbiamo intorno.

 

“Noe e Nate stanno dormendo,” obiettò Tonks, accennando alla bimba di sei anni la cui testa poggiava sulle sue gambe e alla piccola di venti mesi aggrappata teneramente a Remus. “E credo che a quelle persone non importi.

 

Di nuovo, Remus sorrise e scosse la testa. Dopo tanti lunghi, ma che a lui erano sembrati brevissimi, anni di matrimonio e la nascita dei loro bambini, lei era ancora la sua Ninfa.

 

“Ti prometto che è qualcosa di speciale,” la rassicurò, aggiustando un po’ la presa sulla piccola  Natalia ‘Nate’ Lupin, perché il clone di venti mesi di Tonks gli stava leggermente scivolando dalle mani, “e sarà più che semplicemente speciale, se riuscirai ad aspettare fino a stasera quando saremo per conto nostro.”

 

“Remus,” lo pregò con uno sguardo supplicante, “Perfavoreeee!”

 

Per la terza volta, Remus sorrise e scosse la testa.

 

“Fai la brava bambina, Dora,” scherzò, spostando una della mani che reggeva Nate cercando quella di Tonks, “Devi dare il buon esempio alle nostre ragazze.”

 

Tonks sospirò.

 

“D’accordo,” concesse lei, coprendo la mano di Remus con quella libera, “Stasera. Ma non te la perdonerò se ti addormenterai prima che io arrivi.

 

“Come potrei?” chiese allegro Remus, dando a Tonks il codice segreto di cui solo loro due conoscevano il significato.

 

Tonks fece lo stesso ed entrambi sorrisero, calandosi per un po’ nelle loro fantasticherie.

 

Mami... Papi...”

 

Tutti e due sussultarono, spostando velocemente lo sguardo su Nate che si stiracchiava mormorando piano. La conversazione dei genitori doveva averla svegliata; la bimba si raddrizzò e si guardò intorno, completamente vigile.

 

“Sì, Nate?” chiese Remus, voltando con delicatezza la piccola, in modo da potersela sedere in grembo.

 

“Fame...”

 

Tonks guardò il suo orologio.

“E’ ora di cena per lei,” osservò, guardando lungo la tavola alla ricerca di qualcosa da poterle dare. “E non avevamo programmato di venire qui dopo la festa di Molly, così non ho portato le pappe di Nate.”

 

Posò lo sguardo su un piatto di biscotti al cioccolato appoggiato fra le tazze da tè.

 

“Potremmo darle un paio di questi,” disse poi a Remus. “E darle da mangiare poi quando arriviamo a casa.

 

“Suppongo sia una buona idea,” concordò Remus, prendendo il suo tovagliolo e pulendo le manine di Nate e poi le sue, prima di darle un pezzetto di biscotto. “Anche se scommetto che Molly e tua madre ci citerebbero in giudizio se venissero a saperlo.”

 

Entrambi risero, e Nate abbandonò per un istante il suo biscotto guardandoli disorientata.

 

Il cespuglio di capelli castani addormentato sulle gambe di Tonks iniziò a muoversi. Noelani ‘Noe’ Lupin si era finalmente svegliata, e si sedette sulla panca accanto alla madre, guardandosi intorno con fare disorientato pari a quello della sorella.

 

“Buon pomeriggio, signorina,” la salutò Remus sorridendole, “Dormito bene?”

 

Noe si limitò ad annuire e si mise a osservare Nate, che nel frattempo aveva deciso che era ora di iniziare a mangiare il suo biscotto.

 

“Vuoi un biscotto?” le chiese sua madre, realizzando che l’ora di cena di Nate era anche l’ora della merenda per Noe.

 

Noe scosse la testa.

 

“Hai della cioccolata, mami?” chiese, guardando Tonks.

“Ho paura di no, Noey,” rispose la donna, cercando l’aiuto di Remus, “Forse ne ha papà.”

 

Noe si voltò verso di lui con gli occhi colmi di speranza.

 

“Beh,” mormorò Remus, infilandosi una mano in tasca, “Fammi vedere.”

 

Rivoltò la tasca fino in fondo, ma non trovò niente. Alla fine ricordò di avere dato l’ultimo cioccolatino ad uno dei ragazzi durante il pranzo di Molly e adesso non ne aveva da darne a sua figlia.

 

“Temo di averla finita, piccola,” si scusò infine, sentendosi un po’ in colpa per avere deluso la bimba. “Mi dispiace.”

 

Noe parve, inevitabilmente, delusa, ma poco dopo sorrise ed annuì.

 

“Non importa, papi,” lo rassicurò, pulendosi le mani con un tovagliolo, “Mangerò uno dei biscotti che sta mangiando Natey, allora.”

 

Tonks avvicinò il piatto a Noe, così che potesse arrivarci facilmente.

 

“Grazie, mami.”

 

Il modo in cui lo disse fece sciogliere un po’ il cuore dei suoi genitori. Noe era sempre stata gentile ed educata, anche quando era delusa.

 

Il campanello del bar suonò. Intuendo la presenza del figlio, Remus si voltò verso la porta e vide il figlio undicenne, David Lupin, futuro studente di Hogwarts, entrare nel bar con grosse borse fra le mani.

 

“Te l’ho detto prima,” sentì Tonks sussurrare, quasi in un sospiro, “Che non avresti dovuto dargli così tanti Galeoni. Non ha potuto fare a meno di fermarsi in libreria, nel negozio di dolci e quello dei gemelli Weasley.

 

Remus si girò verso la moglie, sorridendo divertito e concordando silenziosamente con la sua affermazione. David era una versione più giovane di Remus per aspetto e carattere. Tonks aveva persino iniziato a chiamarlo ‘Professore’, a causa della sua passione per i libri, la conoscenza e l’insegnamento.

 

Remus si spostò un po’ sulla panca facendogli posto.

“Siamo qui, David,” lo chiamò, indicando il posto libero, “Vieni, siediti.”

 

David sorrise e si sedette, guardando la sua famiglia.

 

“Abbiamo fatto spese, Professore?” chiese Tonks, aiutandolo a sistemare le borse sotto il tavolo.

 

“Un bel po’,” rispose il ragazzo, chinandosi per prendere qualcosa in una delle borse, “Ti  ho comprato questo, mamma.”

 

Posò un lupo di cioccolata sul palmo della mano di Tonks e sorrise, tuffando di nuovo la testa nella borse, estraendone due lupetti più piccoli.

“Questo è per Noe e questo per Nate,” continuò, dando la cioccolata alle sue sorelle. “E questo è per te, papà.”

 

Davanti a Remus, c’era un grosso lupo di cioccolata, che ricordava in qualche modo la sua forma di lupo.

 

Tonks e Remus erano senza parole, sorpresi e colpiti da un gesto così tenero. Nate ridacchiò e afferrò la sua cioccolata mentre Noe guardò il fratello con gli occhi colmi di gioia.

 

“Grazie, Davey.”

 

“E’ un bel gesto, Professore,” mormorò Tonks con la voce un po’ roca, “Grazie.”

 

“E’ vero, David,” disse Remus, scompigliandogli i capelli. “Grazie.”

 

“Non è niente,” rispose lui, sorridendo e rimettendo la borsa sotto la tavola. “E’ per festeggiare il mio primo anno a Hogwarts. Ne ho comprata un po’ anche per Ralph e Nikka.

 

Remus arruffò di nuovo i capelli del figlio, mentre col pensiero volava ai suoi gemelli sedicenni Ralph e FranikkaNikka’ Lupin, che non erano con loro quel pomeriggio.

 

Nate iniziò a sbadigliare, segno che era stanca ed annoiata a sufficienza dopo tre ore in quel posto.

 

“Bene,” disse Tonks, iniziando a raccogliere le loro cose. “Direi che è ora di andare.”

 

____________________________________________________________________

 

Come concordato, dovettero aspettare che Noe e Nate dormissero e di essere da soli, per poter festeggiare quel giorno speciale.

 

Da solo nella stanza da letto principale della loro grande casa, guardando il cielo terso fuori dalla finestra, Remus osservò, per qualcosa come la trilionesima volta negli ultimi diciassette anni, il suo anello nuziale. Era segnato e ammaccato per tutte le battaglie di cui era stato testimone durante la guerra, ma la sensazione di orgoglio e felicità che provava ogni volta che lo guardava, non era mai cambiato.

 

La porta si aprì scricchiolando. Stanca ma eccitata, Tonks entrò e chiuse la porta. Remus la sentì avvicinarsi e alla fine, abbracciarlo da dietro.

 

“Scusa, ho fatto tardi,” disse, la voce allegra come sempre, “Noe ha voluto la storia della buonanotte.”

 

“Non c’è problema,” la rassicurò Remus, voltandosi verso di lei e mettendo una mano in tasca.

 

“Avanti, che cos’è?”

 

Remus tirò fuori una scatola di gioielleria dalla tasca e la mise in mano a Tonks.

“Aprila,” la invitò, sorridendo. “Scommetto che ti piacerà. L’ho testato, ed è vero.”

 

Tonks aprì la scatola con impazienza. Dentro c’era un semplice anello d’oro, graffiato e rovinato.

 

Tremando, lo prese in mano e lesse l’iscrizione all’interno.

 

Remus J. Lupin  31 Agosto  1997

 

Non aveva mai pensato di piangere al suo diciassettesimo anniversario di matrimonio ma, alla fine, l’emozione le fece venire le lacrime agli occhi. Singhiozzando si gettò fra le sue braccia, nascondendo il volto nel petto di lui.

 

Era il suo anello nuziale, il gemello di quello di Remus, che aveva perso durante una tremenda battaglia contro i Mangiamorte in un villaggio in Bulgaria quando era incinta di sei mesi di Ralph e Nikka. Ricordava di aver pianto proprio come in quel momento quando se ne era accorta, bagnando di lacrime il cuscino della stanza sporca e male decorata che avevano affittato, le sue maniche e la camicia di Remus.

 

“Dove... dove l’hai...”

 

“Ricordi il viaggio di lavoro che ho fatto il mese scorso?”

 

“Mi sono sembrati secoli, per cui ricordo.” Rispose Tonks, ridendo.

 

“Ricordi che ho visitato Durmstrang?”

 

“Certo,” rispose di nuovo, richiamando alla memoria il racconto di Remus sulla sua visita piuttosto caotica. “Ce l’avevano a Durmstrang?”

 

Remus scosse la testa.

“Il marito di una delle insegnanti lavora nel Dipartimento degli Artefatti Bellici del Ministero della Magia bulgaro.

 

“E?”

 

“Mi disse che suo marito una volta aveva menzionato l’anello, così sono andato al Ministero a riprenderlo.

 

“Il loro Ministero l’aveva trovato? E non ce l’hanno mai detto?”

 

Remus sorrise.

“All’inizio hanno pensato che fosse un falso,” spiegò, scuotendo la testa, le labbra increspate in un sorriso. “Pensavano che una coppia di celebrità del mondo magico come noi dovesse avere molto meglio che questo.

 

Tonks guardò con affetto che aveva creduto di non rivedere più.

 

“Ho sposato qualcuno di gran lunga migliore di una celebrità,” sussurrò poi, “Ho sposato l’uomo che amo, e quell’uomo sei tu.”

 

Terminò la frase con un bacio, spingendo il suo corpo contro quello di lui, separandosi solo per riprendere fiato.

 

“Me lo rimetteresti al dito?”

 

Annuendo, Remus prese l’anello. Sollevò delicatamente la mano di Tonks, le baciò le dita e le infilò l’anello all’anulare, sopra il sostituto dell’anello nuziale, un diamante che le aveva comprato poco dopo la nascita dei gemelli. Il ricordo della loro piccola fuga romantica, poco prima di unirsi a Harry Potter e compagni nella caccia agli Horcrux, tornò loro alla mente, conquistandoli per un po’, mentre rinnovavano segretamente i loro voti.

 

“Che ne dici di ripetere la prima notte di nozze?” offrì Remus maliziosamente.

 

“Dico che ci sto,” rispose lei, guardandolo con tenerezza e malizia, “Ma dopo un incantesimo Imperturbabile.”

 

Remus si accigliò.

 

“Vuoi dire che i ragazzi non sono tutti a letto?”

 

Ralph adesso sta parlando con Alice Lovegood-Paciock,” spiegò Tonks con uno sguardo pentito, mentre le labbra però si increspavano in un sorriso, “E Nikka e al telefono con Sirius Potter. Non potevo rovinare la loro felicità proprio il giorno del nostro anniversario, così...

 

Non finì la frase. Chiudendole la bocca con la sua, Remus velocemente lanciò l’incantesimo sulla stanza, creando un piccolo mondo solo per loro.

 

FINE

 

Note dell’autrice: Volevo scrivere qualcosa su come Remus e Tonks avrebbero potuto festeggiare il loro diciassettesimo anniversario e su come passavano il tempo con i loro figli. Nella mia immaginazione, si sono uniti a Harry, Ginny, Ron e Hermione nella caccia agli Horcrux come loro guide. Ne sono usciti indenni ed hanno avuto cinque figli, rispettivamente i gemelli Ralph e Franikka ( 16 ), David ( 11 ), Noelani ( 6 ) e Natalia ( 20 mesi ). Tonks è rimasta incinta dei gemelli durante la guerra, e sono nati poco dopo di essa.

Per quanto riguarda i nomi dei figli, ho scelto Ralph, Franikka e Noelani, semplicemente perché mi piacevano. Diverso è il motivo per cui ho scelto David e Natalia, che sono i nomi degli attori che reciteranno la parte di Remus e Tonks nel quinto film.

 

Oh, e prima che me lo dimentichi. In questa storia Remus ha 54 anni e Tonks 41. mi dispiace di averli descritti così vecchi, ma... devo ammettere che mi solleticava l’idea di vederli sopravvivere, invecchiare insieme... ( Di nuovo, la mia fantasia... eheh... )

 

  
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