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Autore: ShadowSun    10/09/2012    1 recensioni
[DA CORREGGERE E RIVEDERE.]
Non merito di essere qui.
Non merito di starti vicino.
Se mai dovessi svegliarti, dimenticami.
Ma io starò qui fino a che non aprirai gli occhi, perché sono un fottutissimo egoista.
Un egoista dannatamente e disperatamente innamorato di te.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Zelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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everybody have their own god


Everybody have their own god.




Minuti?

Ore?

Giorni?

Non ne aveva idea.

Ormai il tempo scorreva silenzioso, senza curarsi di niente e nessuno.

Tantomeno del ragazzo con la schiena appoggiata al muro di quella dannata sala d’attesa, con lo sguardo perso nel vuoto, immaginando un futuro che potrebbe essere giusto dietro quella porta.

Il suo Jun era lì dentro. Non sapeva cosa gli stessero facendo, se si sarebbe salvato, quanto gravi erano le sue condizioni.

Vedeva soltanto un gran viavai di persone in camice bianco dentro quella sala operatoria trasportare coltelli di ogni tipo, macchinari strambi e asciugamani pieni di sangue.

Jun stava soffrendo, ed era solo e soltanto colpa sua.

Ma lasciate che vi racconti com’è andata.


Una sera come tante. Un club come tante.

-Hyung, non pensi di aver bevuto un po’ troppo?- chiese a Yongguk il piccolo Junhong.

-S-stai tranquillo, sono luuuucidissimo, guard-hic-ami! Ora uscia-hic-mo altrimenti… dove sono?-

Una voce indistinta lo stava chiamando.

-Hyung!..mezzo..strada…macchina!-

Era Junhong. Ma cosa gli stava dicendo?

-CORRI!- Ma dove doveva correre? Che stava succedendo? –Maledizione, hyung!-

Qualcuno lo stava spingendo verso l’altro lato di .. una strada?

Altri urli.

Poi un dolore lancinante alla testa.

Ma Bang Yong Guk fece in tempo a vedere il suo Jun travolto da una macchina, che avrebbe dovuto prendere lui.

Poi tutto fu buio.



Si svegliò su una sedia di una sala d’attesa in un’ospedale.

La prima cosa che vide furono gli altri 4 membri del gruppo con una faccia preoccupata.

Un momento.

4?

-Cosa succede? D-dov’è Junhong?- chiese con voce roca, non sapendo nemmeno a chi indirizzare la domanda.

Fu Himchan a parlare.

-E’ dentro quella sala operatoria. E’ stato investito per spingere via te, e ha riportato gravi lesioni alla testa e varie cose che non so nemmeno cosa diamine siano, ma dalla faccia del medico non dovevano essere trascurabili.-

-Lui..io..cosa? COSA? COME?- Bang iniziava a capire quello che era successo, ma era troppo sconvolto per formulare frasi di senso compiuto.

-Eri ubriaco.-

-Non..non ci credo. E’ tutta colpa mia. E’ TUTTA COLPA MIA, CAPISCI? SE NON FOSSI COSI’ IDIOTA QUALE SONO, JUNHONG NON SAREBBE LA’ DENTRO! CI DOVREI ESSERE IO LI’ DENTRO! IO..Io..Cosa devo fare..?- senza rendersene conto calde lacrime avevano inizato a scendergli dagli occhi e a rigargli il viso.

-Vedrai che si rimetterà, non fare così, Yongguk…- Himchan cercava di mantenere la calma, ma era sull’orlo del crollo. Di solito era Bang a tenere a bada il gruppo..

-E se non si rimette? Meriterei di morire, non potrei vivere con questo rimorso nel cuore!- urlò, prima di cadere a terra svenuto.


Dopo qualche ora si svegliò in un letto.

-Salve.- era un’infermiera a parlare.- Ha avuto un calo di pressione. I suoi amici sono dovuti andari via, ma qui starà bene.-

-L-la ringrazio.. Mi scusi, sà per caso le condizioni di Choi Junhong? Era qui ieri sera.-

Bang era certo di aver sentito un ‘oddio’ bisbigliato dalla signora davanti a lui.

-Beh, è ancora in sala operat- ehi! Dove va? Non si è ancora rimesso!-


Bang correva.

Scontrava tutto quello che trovava, per provare almeno un po’ del dolore che stava provando il suo Jun.

Il senso di colpa lo stava divorando.

Arrivato davanti alla sala operatoria, cercò in tutti i modi di aprire la porta.

Era chiusa, come il suo cuore in quel momento.

Quindi si sedette lì vicino, nella sala di attesa.

Quella sala che gli sembrava l’inferno.

E l’attesa era il diavolo che lo scuoiava.


Siamo dunque giunti all’inizio della storia.

Ma nulla è cambiato. Nulla cambiò per le 12 ore seguenti.

Finchè un medico uscì con aria solenne dalla sala e si presentò davanti a Yongguk.

Spaventandosi.

Erano 2 o 3 giorni che non mangiava e dormiva, aveva bevuto solamente una bottiglietta d’acqua, e il dolore e il rimorso gli stavano logorando il cervello.

-B-bang Yongguk?- chiese il medico.

-S-sono i-io..- rispose il ragazzo con voce appena percettibile.

-Ho una bella notizia, una brutta e un’orrenda notizia. Quale vuole sentire prima?-

-Quella bella. E faccia a meno di d-dirmi le altre due, sono sul p-punto del suicidio.-

-La bella comporta che le dica anche le altre due, perché-

-DIAVOLO, SI SBRIGHI A DIRE QUESTA NOTIZIA!- ormai era fuori di sé.

-A-allora, Choi Junhong si è salvato- il cervello di Bang iniziò a ridare segni di vita –ma è andato in coma. E quella orrenda è che è difficilmente reversibile.-

La speranza di Bang affievolì ad ogni parola che il medico diceva.

In breve, era come morto.

Il medico continuò a parlare, ma Bang si era fermato a difficilmente reversibile. Che nel linguaggio medico vuol dire metti le speranze da parte e inizia a scavare la fossa.

-Almeno posso vederlo?- chiese il ragazzo.

-Non mi sembra in grado di..-

-Mi dica solo se posso.-

-Sì, certo, ma-

E Bang sparì di corsa.



Davanti alla camera dove giaceva il suo Jun, iniziò ad avere qualche esitazione.

Davvero posso resistere a tutto questo?

Sono davvero così forte?

..

No, non lo sono.

Ma devo entrare ugualmente.

E senza più pensare spalancò la porta.




Sul letto era sdraiato Junhong, pieno di bende e attaccato a macchinari in tutto il corpo.

Allora sono questi fili che ti tengono in vita…

Iniziò ad avvicinarsi, lentamente.

Sembra un neonato che dorme. Diamine,quanto è bello.

Gli occhi iniziavano a pizzicargli.

Davvero non potrò più sentire la tua voce? La tua risata?

Gli prese la mano.

Non potremo mai camminare mano nella mano?

Gli toccò delicatamente le labbra con le dita.

Non potrò mai sentire il tuo sapore unito al mio?

Le lacrime scendevano copiose.

Non è giusto.

Bang iniziò a tirare pugni contro il muro.

Non è giusto.

Un pugno dopo l’altro.

Non è giusto.

Il sangue scendeva dalle nocche e sporcava il muro.

-NON E’ GIUSTO!-

Si accovacciò a terra, strisciando le mani sulla parete e creando una scia rosso scarlatto.

Non merito di essere qui.

Non merito di starti vicino.

Se mai dovessi svegliarti, dimenticami.

Ma io starò qui fino a che non aprirai gli occhi, perché sono un fottutissimo egoista.

Un egoista dannatamente e disperatamente innamorato di te.





I giorni passarono, monotoni ed uguali, poi passarono i mesi.

Ma Yongguk era sempre lì.

A fianco del suo Junhong.

Parlava con lui, gli raccontava cosa succedeva al di fuori di quella stanza angusta, gli cantava alcune canzoni.


E mese dopo mese, giorno dopo giorno, arrivò il compleanno di Bang.

31 marzo.


-Ehi Jun, sai che oggi è il mio compleanno? Gli altri mi hanno regalato alcune cose che mi sono piaciute molto, ma sai anche tu quale sarebbe il regalo più bello.-

Tu.

Rivedere i tuoi occhi.

Sentire la tua voce.

-Non te l’ho mai detto in questi mesi, perché non so che senso possa avere.. Non so nemmeno se mi senti quando ti parlo. Ma.. è un peso troppo grande. E’ quasi un anno che me lo porto dentro. Ormai è quasi scontato che te lo dica, ma..io ti amo, Choi Junhong. Sei l’unica persona che mai vorrò al mio fianco in questa vita, anche se questo vuol dire stare accanto a questo letto per sempre. Ti prego, ti scongiuro, dammi un motivo per andare avanti… se mi senti, stringimi la mano. Io non lascerò mai la tua, tu prova a prendere la mia..-

Nessuna risposta.

Sei davvero irrecuperabile?

In fondo al mio cuore lo sapevo…

Ma non voglio ammetterlo.

Sei tutto ciò che mi rimane.


Un movimento impercettibile della mano.

Solo Bang avrebbe potuto sentirlo.

-Un’allucinazione..?-

Una flebile stretta.

Sto sognando.

La stretta si fa più forte.

O forse no…

Forse Dio mi ha perdonato.

Forse Junhong mi ha perdonato.

Dopotutto, è lui il mio Dio. La mia luce.

-H-hyun-g…?-

La sua voce, è davvero la sua voce?

-Junhong?-

Non ho il coraggio di guardarlo in faccia.

-Hyung.. sei tu?-

Oh mio dio, oh mio dio.

Bang venne scosso da singhiozzi, dapprima leggeri, poi sempre più forti.

-Junhong, perdonami, è tutta colpa mia, è solo colpa mia, sono un idiota e ti ho fatto soffrire..-

-Bang-hyung. Guardami negli occhi.-

Non posso. Non me lo merito.

-Guardami, per favore.-

-N-no.. no.-

-Se non vuoi tu, allora..-

Junhong iniziò a fatica a mettersi seduto, e quando ci riuscì, prese tra le sue mani quelle di Yongguk.

-Ora guardami.-

L’altro si girò, molto lentamente.

E’ davvero questo un miracolo?

-Dimmi che non sto sognando.- implorò Bang.

-E tu baciami.-

-…Cosa?-

-H-hai sentito benissimo. Non riuscirò ancora per molto a stare seduto, quindi per favore..-

Ma perché?

Come può un dio essere misericordioso sino a questo punto?

-Ho sentito ogni parola che mi hai detto, sin dal primo momento che sei entrato in questa stanza, ma il mio cervello era spento. A tenermi vivo c’eri solo tu, e la tua voce.-

Dopo queste parole Bang non resistette più e si avventò sulle labbra dell’altro.

Sono mesi che sogno questo momento.

Dopo quel bacio pieno di desideri ed emozioni represse per mesi che ormai sembravano millenni, i due si guardarono negli occhi per un lungo, interminabile minuto.

E alla fine Junhong disse:


La prossima volta, se devi attraversare la strada, prendimi la mano.

Io non lascerò mai la tua.


Tu ed io siamo come il metallo e una calamita.

Puoi rompere la calamita, puoi fondere il ferro.

Ma la calamita attrarrà sempre il metallo,

come il metallo sarà attratto dalla calamita.



LE NOOOTE DELL’AUTRICE!

HEEEEELLO EVERYONE!

E’ mezzanotte è mezza, ma dovevo scrivere il finale. Sono su questa storia dalle 8 :oo

Adoro le angst, awh~ ma questa l’ho fatta finire bene, v.v

E C’E’ DA DIRE QUANTO AMO QUESTI DUE INSIEME.

SONO LA PERFEZIONE.

MI HANNO RIDATO L’ISPIRAZIONE! #thankstobanglo.

Non ho riletto, quindi perdonate gli errori

E’ tardi, suvvia.

Gamsamnidaaa a chi ha letto e a chi recensirà uu Haha~


PS, La storia doveva finire in un altro modo, ma stavo piangendo come una fontana quindi l’ho cambiata D;;

era così:


E alla fine Junhong disse:



Ehi, hyung, è ora di svegliarsi.


MA NON POTEVO FARGLI QUESSSTTTOOOO! D:

Povero piccolo Bang :’’c


ora mi dileguo davvero.

Bye bye ~


Shadowsun ^^

   
 
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