--Prologo
La prima volta che Gerard mise piede in
quella scuola come insegnate, fu il dodici settembre: si ricordava
ancora di quei tempi in cui studiava lì come un semplice alunno, e
non vedeva l'ora di andarsene.. e adesso? Adesso era tornato. E a
dire il vero, pianificava di rimanerci per un po'.
Faceva freddo, considerando il fatto
che erano passati poco più di dieci giorni da quando la gente ancora
andava a mare- la gente, non Gerard. C'erano poche cose che odiava
come il mare, l'odore di salsedine, la sabbia, le scottature.. e
tutte queste riguardavano il metter piedi fuori casa. Senza
fraintendersi, non erano tutte,
le situazioni che detestava, ma in generale covava un forte disagio
nei confronti delle persone che si affollavano intorno a lui, e molto
spesso, per questo motivo, perdeva l'interesse ad uscire e passava
settimane intere in casa, recandosi altrove solo quando (e se) era
strettamente necessario, come per bisogni di prima necessità.
Ad ogni modo, quella era una bella
giornata;
Non in senso meteorologico, proprio
perché in effetti nel cielo si affollavano, oltre a dei toni di blu,
svariate sfumature di grigio che non facevano altro che anticipare la
forte pioggia che di lì a poco (nonostante tutti sperassero il
contrario) sarebbe scoppiata, ma perché quello era il giorno.
Gerard si aggiustò la tracolla della
borsa sulla spalla sinistra, stringendo nella mano un documento in
caso qualcuno glielo chiedesse- era il primo giorno lì e forse non
era il caso di aspettarsi che tutti già la conoscessero. Salì i
gradini che conducevano all'entrata, il cuore in gola per qualche
strano motivo e le gambe flaccide, facendo uno, due, tre e quattro
passi, finché non fu dentro.
Si guardò intorno, per prima cosa: il
flusso di gente era impressionante. Familiare, eppure così diverso.
Rimase lì, imbambolato sulla soglia, incapace di orientarsi fra
quella massa di teenagers urlanti. O forse urlanti non era il termine
giusto, ma di generazione in generazione stavano diventando tutti
sempre più chiassosi e Gerard, veramente, non sapeva spiegarsi il
perché, e- e rimase lì, ancora, cominciando veramente a pentirsi di
aver creduto ai suoi genitori quando gli dicevano che la sua ansia
sociale sarebbe “andata via col tempo”. Eppure quel giorno, era
il giorno.
Aveva il potenziale per creare qualcosa
di splendido, e proprio per questo, decise di sfruttarlo.
Cercò di darsi un contengo, insomma,
il minimo possibile, e dopo aver aspettato che i corridoi si
sfollassero un minimo e pensò di essere pronto ad avviarsi verso la
segreteria per richiedere la sua scheda e gli orari di lavoro, quando
immediatamente vide un ragazzo avvicinarsi verso di lui- e un
momento, forse “ragazzo” non era proprio la definizione adatta..
perché diavolo, guardando più attentamente il modo in cui era
vestito, era un professore. E quella, fu la prima volta che Gerard
vide Frank.
Salve! :)
Cominciamo col dire che questa è la mia prima storia a capitoli e chiedo umilmente perdono se dovesse far schifo, ma era troppo tempo che ci tenevo a scriverla!
Vi starete -forse- chiedendo il perché di quell'"ispirato ad una storia vera", quindi prima che qualcuno lo chieda, lo spiego io:
Più o meno quattro anni fa, andavo in seconda media, e fu proprio lì che incontrai i due professori che hanno ispirato questo sfacelo: chiamiamoli "M" e "R", in caso.
Voci di corridoio dicevano che M era stato sorpreso a dare un appuntamento ad R, e che una studentessa li avesse visti in atteggiamenti "poco consoni" (lol), e poi credo non sia il caso di spoilerare l'intera storia! :) Vi dico solo che ultimamente ho incrociato uno di loro su facebook, e la situazione sentimentale la dice tutta.. ;)
Bien! seguite se vi va, altrimenti vi capisco: non la seguirei nemmeno io lol <3
xo, Sere.