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Autore: Villina_CrystalRose    10/09/2012    0 recensioni
Saara e Aleksander sono una coppia di pattinaggio artistico su ghiaccio nella specialità della danza. Inoltre non se la cavano male nemmeno nel singolo. I due sono riusciti a vincere i campionati nazionali e ora li attendono agli europei, ai mondiali e chissà.. forse arriveranno alle olimpiadi.. Dall'altra parte un cantante di nostra conoscenza è piuttosto scocciato di vedere i suoi amici perdere tempo a guardare quest'insulso sport..
Ma state a guardare.. la storia è appena cominciata.. ci saranno molte sorprese.. un bacio dalle autrici Laura(la mia collega) e Laura (la sottoscritta) XD
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corro a perdifiato lungo i corridoi asettici dell'ospedale centrale di Tallin. Il volo era stato troppo lungo, interminabile: come se non bastasse avevo dovuto far scalo a Berlino e aspettare un'ora prima dell'aereo per l'Estonia. Arrivato al banco informazioni chiesi di Saara Oivanen.
-Terzo piano, penultima stanza a destra in fondo al corridoio principale.-mi risponde una giovane infermiera e ripresi la mia corsa.
Mi dirigo verso gli ascensori: entrambi occupati. Mi guardo intorno e vedo le scale....
Inizio a salirle correndo. Dio se mi venisse un attacco ora morirei qui.
Arrivo al terzo piano e mi lancio letteralmente in corridoio.
"Penultima stanza a destra" mi ripeto.
Mentre corro travolgo il carrellino di un'infermiera che si rovescia a terra con un frastuono metallico.
-Non si corre in corridoio!- mi urla dietro uscendo da una stanza - ma guarda te che casino...-
Non posso risponderle non ho più fiato.
Mi fermo davanti alla porta.
Riprendo un po' di fiato.
La porta si apre all'improvviso ed esce un'infermiera.
-E lei chi è?-
Mi domanda
-Sono il ...fidanzato- dico sforzandomi di respirare con calma
-Ok entri...un quarto d'ora non di più!-
Entro nella stanza.
Quello che vedo sembra un terribile dejà vù
Ma stavolta le cose sono peggiorate.... non so nemmeno come stia.
La vedo sdraiata sul letto. Immobile. È intubata. Mi porto una mano alla bocca, disperato.
Erano mesi che non la vedevo.
L'ultima volta era stata quella notte allo spogliatoio ed ora è così...
Mi sento in colpa. Se non avessi fatto l'orgoglioso avrei passato più tempo con lei.
E se non dovesse svegliarsi più?
Sento la porta aprirsi.
Mi volto e vedo Alex con un braccio ingessato.
-Non credevo fossi qui..-
-Come sta?-
-Ha preso una bella botta. L'hanno messa sotto sedativi e aspettiamo che si svegli-
-E se non dovesse succedere?-
-Si sveglierà- dice avvicinandosi a me - Si sveglierà- ripete abbracciandomi.
Rimango un attimo congelato sul posto.
Poi mi accorgo che sta piangendo
Lo abbraccio.
-È stata colpa mia...io...se l'avessi tenuta...- singhiozza
-Non è stata colpa tua....è successo...- “Mannaggia a voi e a questo sport!” penso poi
Lascia la presa e si asciuga le lacrime a testa china
Resto a guardarlo. In fondo mi sentirei così anch'io.
-Vi lascio soli- dice guardandomi
-Grazie- rispondo.
 
Mi siedo su una sedia azzurrognola alla sua destra.
La guardo. è bellissima, più di come me la ricordavo.
-Hei!- dico prendendole una mano- a quanto pare ti diverti a farmi spaventare…. Non so di chi sia la colpa per quello che ti è successo. Non voglio incolpare Alex è già troppo provato. In questo momento vorrei solo strangolare chi ha inventato questo sport- ridacchio nervosamente.
Il monitor dell’elettrocardiogramma manda il suo continuo bip, non un’accelerazione alla mia battuta.
-Saara, mi senti?- il non sapere se mi sente o meno mi manda nello sconforto più totale.
Sospiro.
Mi chino verso di lei.
-Non so perché ci siamo allontanati. Dal canto mio, inizialmente, pensavo di aver accelerato troppo le cose. Ho pensato che temessi che ti avessi solo usata….ma non è così! Forse ti sei fatta un’idea sbagliata di me. Ma non sono così…io credevo che fossi pronta ad un passo del genere. Forse ho rovinato tutto davvero. Magari non mi vorresti nemmeno qui. Io….- mi passai una mano sul viso, disperato.
-Io ti amo, Saara. Con tutto me stesso. E non m’importa cosa pensi di me, se ho accelerato le cose ed ho rovinato tutto. Io non la penso così. Sei entrata nella mia vita all’improvviso….ora capisco quando si dice “un fulmine a ciel sereno” – ridacchio- tu sei stata molto di più. Sei stata un uragano sui pattini. Sei diventata la mia Ice Queen. Oggi….oggi ho capito che tu vali molto di più della musica e non pensavo potesse succedere.- sospiro leggermente.
-Ho piantato i ragazzi in Italia, da soli e con un concerto da fare tra qualche ora. Non ho idea di cosa si siano inventati, se hanno spostato il concerto o annullato addirittura il tour. Non m’importa. Non m’importa nemmeno di quello che diranno i fan. M’importa di te, adesso-
-Ti sveglierai e riprenderemo la nostra vita insieme. Riprenderemo il nostro cammino insieme. Se solo lo vorrai, io sarò qui per te, lo sarò per sempre. Se non mi vorrai chiuderò per sempre il mio cuore in una tomba- le lacrime iniziarono ad appannarmi la vista.
Lei non dava segni di reagire.
Le lasciai la mano e mi addormentai.
 
Passai altri tre giorni così.
Il tour era stato sospeso fino a data da destinarsi. I paparazzi erano nell’atrio dell’ospedale da due giorni.
Non uscivo mai da questa stanza.
I medici avevano capito che non c’era speranza di tirarmi fuori di qui nonostante le rassicurazioni che si sarebbe svegliata di certo, le avevano indotto loro il coma.
Mi ero alzato per sgranchirmi le gambe e guardare fuori dalla finestra.
Sentii una specie di lamento.
Mi voltai di scatto.
Si stava svegliando.
-Saara!- dissi fiondandomi da lei.
-Ville?- si portò una mano alla testa.
-Sì sono io-
-Ma non avevi un tour da fare?-
-Con te in queste condizioni? Tutto sospeso!-
- È solo una piccola botta e un po’ di mal di testa…-
-Piccola botta? Hai dormito per quattro giorni interi!-
Lei sgranò gli occhi dalla sorpresa.
-Quattro giorni…- disse più a sé stessa – Aspetta, sei qui da quattro giorni?- disse.
Forse aveva notato che non dovevo avere un bell’aspetto.  Barba incolta, occhiaie, ecc.
-Ehm già-
-Per me?- domandò.
-Sì perché io ti amo-
Lei non rispose.
-Lo pensi davvero?-
-Sì-
Sorrise.
-Ti amo anch’io-
Mi sporsi di più per baciarla.
Finalmente potevo assaporare la sua bocca dolce e le sue labbra morbide.
-Ahem-
Ci voltammo verso la porta.
-Signor Valo le dispiacerebbe uscire ora?- disse il medico sulla porta.
-Va’- mi disse Saara trattenendo una risata.
-Aspetto fuori-
-No, vatti a fare una dormita come si deve e rilassati con una doccia- replicò dolce.
-Ma io…-
-Niente ma!-
Le diedi un altro bacio e la lasciai alle cure del medico. Stavolta più sollevato.
 
 

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Angolino autrici:
 
Eccoci tornate con un nuovo capitolo di Soul on ice. Il nostro bel cantante ha aperto il suo cuore e ha capito che c’è qualcuno di più importante della musica. La nostra Saara è fuori pericolo, anche se è stata una bella botta la sua.
Vabbeh diteci cosa ne pensate ^^
Ringraziamo tutti quelli che recensiscono e quelli che leggono semplicemente in silenzio.
Un bacione a tutti quanti.
Lau&Lau xD
  
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