Serie TV > Revenge
Ricorda la storia  |      
Autore: Deb    10/09/2012    3 recensioni
Come un gatto, lei giocava con le proprie vittime. Le studiava, ci giocava ed alla fine dava loro il colpo di grazia.
Non era la prima volta che Nolan pensava ad Emily Thorne in quel modo. Probabilmente, se fosse stata effettivamente un felino, sarebbe stato meglio. Magari, ogni tanto, gli avrebbe perfino fatto le coccole.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nolan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Like a Cat

Come un gatto, lei giocava con le proprie vittime. Le studiava, ci giocava ed alla fine dava loro il colpo di grazia.
Non era la prima volta che Nolan pensava ad Emily Thorne in quel modo. Probabilmente, se fosse stata effettivamente un felino, sarebbe stato meglio. Magari, ogni tanto, gli avrebbe perfino fatto le coccole.
Se Emily Thorne fosse stata il suo gatto, Nolan ne era certo, tutti i giorni si sarebbe trovato in fondo al letto un topo o un uccello, ucciso per aiutare il suo aitante padrone nel fabbisogno giornaliero di cibo.
E la riconobbe, la sua Ems, dentro quello scatolone bagnato di pioggia. Rivide la giovane Clarke appena uscita dal riformatorio: piena di rabbia.
Aveva le braccia ricoperte di graffi, Nolan, quando finalmente riuscì a prendere in braccio il micio rosso con il pelo semi lungo.
Aveva gli occhi ambrati, il nasino perfetto e dei baffi troppo lunghi per la sua piccola statura.
E Nolan se ne innamorò. Era già follemente innamorato e decise che l’avrebbe protetta (o protetto), sempre.
Lo teneva stretto sul petto, in modo che non potesse fuggire.
Al gatto non andava molto a genio essere circondato in quel modo. Così, per farglielo capire aveva cominciato a dimenarsi ed a ringhiare.
“Zitta, o zitto, non vedi che sei fradicia?”, parlò come se davanti a sé avesse effettivamente la sua collega nel crimine.
Nolan corse velocemente dentro casa e, dopo aver chiuso tutte le porte e le finestre della sua camera con non poca difficoltà, lasciò libero il gattino che corse velocemente sopra il letto e si scrollò dall’acqua che aveva addosso.
Il biondo cercò di avvicinarsi, ma prontamente il micio gli soffiò. Era diffidente verso gli umani, chissà, magari era stata maltrattata.
“Allora, sei maschio o femmina? Fammi vedere”.
Nolan sorrideva perché quel gatto tigrato arancione era un piccolo diavoletto, indipendente, come la ragazza che gli aveva ricordato.
“Ti chiamerò Ems. Trovo che questo nome ti stia a pennello”, affermò dopo aver constatato di avere di fronte una femmina, un’altra.
Ems vide una mosca e, prontamente, saltò bloccandola con le sue zampine rosa.
“Sei un portento, Ems!”, esclamò felice come se vedesse per la prima volta sua figlia camminare.
“No, aspetta, cosa fai? No, non mangiarla! Ma che schifo!”.
Nolan rabbrividì dopo aver sentito l’insetto fare crack sotto i piccoli denti della micia.

Ems viveva con Nolan da una settimana, ormai.
Era perfino venuto il veterinario in casa per visitarla e farle tutti i vaccini che andavano fatti. Aveva soltanto tre mesi ed era stata brutalmente abbandonata fuori da un cassonetto della spazzatura.
Nolan accarezzò il manto rosso della gatta che cominciò a fare le fusa ed a strusciarsi contro la sua mano come per chiedere più coccole.
Assomigliava davvero tanto ad Emily Thorne, Ems.
Anche la sua versione felina era un tipo vendicativo. Ad esempio, un giorno Nolan era uscito per andare a comprare alla piccola diavoletta un po’ di cibo e, una volta tornato a casa, scoprì con ribrezzo che la piccola Ems gli aveva fatto la pipì sopra una sua giacca che aveva, abilmente, tirato giù – ancora si chiedeva come – dall’appendiabiti.
Oppure quando, per stare al telefono con la vera Emily, non aveva accarezzato la gatta e lei si era nascosta non facendosi trovare per un giorno intero.
E, davvero, andava d’accordissimo con Emily Thorne. Si erano trovate, ecco. Quando c’era la donna, Ems le stava sempre addosso.
“Devo ammettere che è dolcissima”. Affermò l’amica prendendola in braccio per darle un bacio, “ancora non mi hai detto come si chiama”.
Nolan schiuse la bocca, non poteva certo dirle una cavolata. Ormai la piccolina rispondeva al nome che le aveva dato.
“Ems”.
“Che c’è, Nolan?”.
“Si chiama Ems”, rispose ancora.
Emily sgranò gli occhi, “hai dato il mio nome ad un gatto?”, domandò abbastanza inquieta. Probabilmente non le piaceva l’idea.
Nolan sbuffò sonoramente e voltò lo sguardo altrove.
“È lei che ha deciso di chiamarsi Ems, Ems”, mentì. “Ero al telefono con te ed è corsa da me non appena ho detto Ems”. Spiegò poi, sperando che la bionda non scoprisse la verità.
Perché si era innamorato della gattina non appena l’aveva vista, come si era affezionato subito alla giovane Amanda.
Perché Ems era dannatamente simile ad Emily e non avrebbe potuto chiamarsi diversamente. La gattina era dolce quando voleva, ma era una belva quando si arrabbiava, piantava casini solo per il gusto di farlo e… e non poteva fare a meno di pensare ad Emily Thorne quando osservava la gattina rossa. Era una dominatrice proprio come la bionda.
E, sicuramente, Nolan non poteva più pensare ad una vita senza le sue due Ems, perché ormai erano parte integrante di se stesso.

---
Sì, è davvero una OS un po’… non so come chiamarla. xD E’ che parlando con Ili e Cri di gatti non ho potuto fare a meno di immaginare come Emily potrebbe essere un gatto. xD Ha un carattere felino, ecco. E poi ho pensato a Nolan ed a come si sarebbe innamorato di una Emily felina. xD
Spero che i personaggi siano comunque IC, soprattutto Nolan, Emily appare per poco xD
Spero vi abbia fatto divertire *0*
Baci
Deb
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Revenge / Vai alla pagina dell'autore: Deb