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Autore: kaze_to_rai    10/09/2012    1 recensioni
Martina è una Migliore Amica.
Vorrebbe salvare il mondo e avere tanti bei ragazzi a disposizione, ma quello che fa è ascoltare le lagne e i problemi di cuore delle sue amiche, una logorroica e autoritaria ereditiera e la sua timida e stucchevolmente buona cugina, circondate dal solito vergognoso numero di strafighi e tragedie familiari e non, in un turbinio di cliché da harmony che Martina preferirebbe guardare da un altro punto di vista, ma che comunque cercherà di condurre al lieto fine, com'è giusto che sia.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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com'è giusto che sia - cap 2
CAPITOLO 2 - L'Amico Tsundere



- La cosa sta diventando ridicola. - sbuffò Emma, quando la settima turista abbordò Alessio, dall'altro lato della porta della sala d'aspetto - Ricordami di assumere solo guardie del corpo donne.
- Tra quanto pensi che arriverà l'aereo? - sbadigliai in risposta - Sono già due ore che aspettiamo.
- Vuoi forse dire che sette ragazze in due ore non sono una media alta?
- Non saprei, ma di sicuro Giorgio ne rimorchierebbe molte di più.
- E se ne libererebbe molto più in fretta. - aggiunse Emma in tono di apprezzamento - Sarà quello l'aereo?
Emma indicò un aereo in fase di atterraggio, e rimanemmo ad osservarlo finché Alessio non si liberò della turista, diede un'occhiata fuori, una al tabellone degli  arrivi e venne ad annunciarci che ce l'avevamo fatta.

- EMMA! - urlò Giorgio, sbracciandosi per la prima volta da che lo conoscevo, e mollò la valigia per correrci incontro - Martina!
- GIORGIO! - gridò ovviamente Emma, rischiando di dare un ceffone ad Alessio per sbracciarsi a sua volta, e prese a correre anche lei.
- Manca solo la canzone romantica di sottofondo. - commentò Alessio, a disagio, e a disagio li vide abbracciarsi.
- Come stai? - chiese Emma a voce ancora udibilissima, ma prima di dargli il tempo di rispondere, lo prese per mano e lo trainò da noi.
- Aspetta, i bagagli! - esclamai, notando il vago mutamento d'espressione sul viso di Giorgio.
- E' da tanto che non ci vediamo! - proseguì Emma, ignorandomi - Ti sei fatto più alto? Ma no, sono io che non ho i tacchi! E' andato bene il volo? Perché avete fatto tardi?
- Vado a prendere la sua valigia. - mormorò Alessio.
- Oh. Grazie. - feci io, senza sapere perché, e tesi la mano a Giorgio. - Ciao!
- Ciao. - rispose lui, così insolitamente eccitato da abbracciare anche me. Si era effettivamente fatto più alto, e aveva cambiato pettinatura, lascindosi crescere una frangia molto emo, che probabilmente aumentava il suo fattore di figaggine di qualche punto.
- Mi sei mancato! - esclamò Emma, sempre più gasata - Anche a Martina! Anche a Chiara! Voleva venire anche lei, ma lavorava!
- Anche voi mi siete mi siete mancate. - rispose Giorgio con un sorriso schivo*.
- Andiamo alla macchina. - muggì Alessio, tirando il grosso trolley di Giorgio e con l'ottava turista appesa all'altro braccio.
- Chi è? - domandò Giorgio, notandolo per la prima volta.
- La mia guardia del corpo. - disse Emma sbrigativa - Sei stanco? Stasera pensavamo di cenare con Chiara...

Emma parlò senza sosta dall'aeroporto a casa, e continuò a parlare mentre Alessio parcheggiava, mentre il portiere prendeva la valigia di Giorgio, mentre una cameriera cercava di dirle che la camera di Giorgio era pronta, e mentre Alessio ci depositava in un salotto.
- Tutto bene? - chiese Giorgio, quando restammo soli ed Emma smise di parlare. Due sole parole, e dette con tono normale e con espressione normale, ma chiunque avesse avuto una conoscenza diretta o indiretta di uno tsundere avrebbe subito capito che non era una normale domanda di cortesia, ma che invece si riferiva alla morte della madre di Emma e a tutto ciò che ne era derivato.
- Se non altro, ho capito che la amava. - rispose Emma.
- Mmh. - fece Giorgio, racchiudendo un intero mondo di rammarico in una sillaba.
I genitori di Emma non si erano sposati esattamente per amore, e per diciassette anni si erano odiati e traditi, finché un giorno la madre di Emma non aveva avuto un incidente. Il padre aveva così realizzato quanto significassero per lui quei litigi, e aveva cercato di avvelenarsi, ma era stato portato in ospedale ed era entrato in coma.
Rimanemmo per qualche istante in silenzio, poi Giorgio disse, sempre con lo stesso tono: - Rimango fino a giugno.
Emma spalancò gli occhi. - E perché?
- Non sarai mica preoccupato? - chiesi.
- Mmh. - rispose Giorgio - Prima non potevo.
- In classe saranno contentissimi di vederti. - dissi, dando di gomito a Emma che sorrideva compiaciuta - Ma non ti conveniva arrivare dopo Natale, con il secondo quadrimestre?
Giorgio scollò le spalle. - C'è anche un altro ragazzo che si trasferisce.
- Com'è? - domandai, entusiasta.
- Me l'ha solo accennato la segretaria.
- Uffa.
- Dobbiamo trovare un ragazzo a Martina, eh? - sogghignò Emma.
- Allora vedi di presentarmi qualcuno alla festa! - replicai prontamente - E non mi dire che è meglio se non parlo con nessuno.
Giorgio sollevò un sopracciglio, perché gli tsundere possono.
- No, - fece Emma - quella è Chiara... e tu dovresti farle compagnia. Anche tu, Giorgio, se non ti dispiace. Non vorrei che qualcuno la mettesse a disagio. O che si mettesse a disagio di suo.
- Oh, ma che potrebbe mai succedere? - protestai - Ci sarà tua nonna, ci sarà qualche altra famiglia di miliardari, tanti ragazzi snob, e i fighi del canottaggio che mi avevi promesso... mica la regina Elisabetta.
- Basta un niente per uno scandalo. - affermò Giorgio, grave.
- E' vero. - confermò Emma - E nonna la odierebbe.
- Però quelli del circolo del canottaggio me li devi presentare. - mugugnai, per nulla convinta.
- Va bene, cambiamo argomento! - esclamò Emma - Giorgio, che ti metti?
- Ti ricordi - iniziò Giorgio con un vago cambio di tono che indicava grande soddisfazione - quando ci facevano i vestiti abbinati?
- Intendi quando avevamo cinque anni? - chiese Emma incerta.
- Come regalo di compleanno, ti ho portato un vestito.
Emma gli saltò addosso. - Di che colore è? Quanto è lungo? Ma io ne avevo già ordinato un altro! E il tuo com'è? Come sono abbinati? Come...
- La tua ordinazione l'abbiamo disdetta. - la interruppe lui - E' stata la tua vecchia guardia del corpo a dirmi le misure.
- Di che marca è? La devo chiamare per ringraziarla!
- E' azzurro. - continuò Giorgio, mezzo soffocato dai capelli di Emma.
- Ah! E' il colore che mi sta meglio!
In quel momento, Alessio aprì la porta. - Santo Cielo, Emma, così lo strangolerai.
Né Emma né Giorgio lo degnarono di un'occhiata, e lui si sedette mogio accanto a me. A quel punto, mentre Emma ancora poneva domande eccitata, mi sentii in dovere morale di dire qualcosa al povero dipendente ignorato.
- Sono sempre stati molto uniti.
- Lo vedo. - fece Alessio, con tono piatto.



Angolo delle Autrici:
Siamo fiere di avervi presentato il nostro cocco (non era Alessio?, ndRai) (anche Alessio, ndKaze, tutti quelli fighi lo sono) (ma... !, ndRai), l'Amico Tsundere. Nella stesura di questo capitolo abbiamo però avuto un grave problema: il sorriso schivo.
Secondo Kaze è un sorriso ridotto, con gli occhi bassi, che fa tanto uke, e anche se Rai concorda con la presente tesi, la riteneva poco confacente al nostro tsundere (OMG, tsundere uke, ndRai) (già, l'arma finale contro le fangirl, ndKaze), e per dimostrarlo si è messa a fare sorrisi schivi... E Kaze solennemente proclama che i sorrisi schivi di Rai sono degli sdegnosi arricciamenti di labbra che neanche la migliore nobiltà di Francia, quindi le lamentele della superba Rai sono state cassate. E Giorgio sorride schivo, qualunque cosa voglia dire.
Grazie lizzyejane per aver recensito, e a _maddy_25 per averci inserite tra le seguite.

(il sorriso schivo di Kaze, comunque, somiglia a quello di un bimbo con le mani nel pacco di biscotti, ndRai)


  
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