Malinconie, inquinamento e riconoscenza
Notte. Il regno
dell’eroe mascherato.
Paperinik balzò
con agilità sul tetto e inspirò profondamente l’aria notturna, così tranquilla,
così salubre, così…
«
Cough, cough! »
Un accesso di
tosse interruppe quel momento di enfasi, mentre una voce elettronica lo
informò:« Ad Anderville sono presenti il 23% di
automobili e 18 fabbriche in più rispetto a Paperopoli…
di conseguenza la quantità di CO² è maggiore! »
«
Nebbiosa, piena di
criminali e ora pure inquinata… ma che schifo di posto! Nell’equipaggiamento
che mi hai dato c’è anche una maschera antigas, Uno? »
«
Modera i termini,
vecchio mantello tarlato! Questa è la nuova città su cui dovrai vegliare,
almeno per qualche tempo… »
«
Che spero sarà molto
poco! Prometto che appena torno mi faccio un periodo di riposo da Nonna Papera,
così recupero l’ossigeno che qui manca… »
Un urlo femminile
riecheggiò nel buio.
«
Sia come sia, qui c’è
bisogno di Pikappa! »
«
Così si parla, socio!
Vai e stendili tutti! »
Un’altra persona
si aggirava nella nebbiosa e inquinata notte di Anderville. Anche a lui lo smog
aveva dato dei problemi, nei primi tempi, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Come si era abituato ad aggirarsi nei vicoli più nascosti e pericolosi. Poteva
quasi essere scambiato per un criminale, se non fosse
stato per quell’impermeabile anni 50 che lo identificava come detective
privato. E per le sue inconfondibili orecchie che ormai, grazie alle foto sui
giornali nei casi in cui non aveva potuto fare a meno di essere coinvolto,
conosceva tutta Anderville.
Non era un buon
metodo per passare inosservati, ma di certo Topolino non poteva tagliarsele! E
un cappello o un qualsiasi copricapo atto a nasconderle avrebbe attirato ancora
più l’attenzione per le spropositate dimensioni necessarie a contenerle.
È da non credersi che
esistano ancora le nonnine che si rivolgono ai detective per ritrovare i gatti
scomparsi… e che abitino in queste zone così malfamate!
Eppure un
detective doveva adattarsi un po’ a tutto, soprattutto se quel gattino poteva dargli
quei 98 dollari al giorno con cui pagarsi i pasti! I casi ultimamente
scarseggiavano un po’…
«
Ehi, problemi? »
Un uomo dall’aria
tutto fuorché rassicurante uscì da un vicoletto laterale.
Topolino rispose:« Nessuno, sto solo cercando un gatto… »
«
Raccontala a un altro,
come scusa è vecchia! »
Un altro tipaccio
uscì dal vicolo alle sue spalle. Un piccolo agguato.
«
Sarà vecchia ma è la
verità… »
Il primo uomo
brandì il bastone chiodato che aveva con sé:« Forse sarà
anche così… vediamo se ci crede il nostro padrone? Ha detto “niente intrusi”… »
«
E chi sarebbe il vostro
padrone? »
Il secondo uomo
sorrise:« E ti pare che veniamo a dirlo a un ficcanaso
come te? »
«
Ci limiteremo solo a
farti scordare questo indirizzo… »
Topolino si mise
in posizione di difesa. In quei mesi il ripassino di boxe che aveva fatto gli era tornato incredibilmente utile. Cose
impensabili a Topolinia, senza dubbio. Chissà cosa
avrebbe pensato la sua Minni nel vederlo pronto a
fare a botte con due scagnozzi di chissà quale padrone…
Minni…
saremmo ancora insieme se invece di vivere a Topolinia
fossimo vissuti qui ad Anderville? Saresti tu, la
stessa di sempre? Sarei ancora io?
Un pugno lo stese
a terra.
No, Topolino, cosa stai
pensando? Non è il momento di farsi prendere dalla nostalgia! Reagisci, stupido
detective, reagisci!
«
Uno… quanti sono? »
«
Solo quei due. Secondo
il database della polizia sono pesci piccoli, non dovresti avere difficoltà! »
«
Bene. »
«
Attento, sei vicino
alla dimora del nostro obiettivo… »
«
Terrò presente… »
«
Aspetta! C’è qualcosa
anche sulla loro vittima… »
«
Di quello ce ne
occupiamo dopo! Vediamo se riesco a impedirgli di fare un occhio nero a quel
malcapitato e magari anche a farmi dire qualcosina di
più sul motivo per cui mi trovo qui… »
«
Aspetta, Pi… »
Paperinik chiuse
il comunicatore sull’Extransformer.
Il topo si rimise
in piedi quasi senza sforzo. Il pugno gli aveva fatto male, ma neanche poi
tanto.
«
Rispetto ai pugni di Gambadilegno queste sono carezze… »
«
E chi sarebbe? »
«
Un ladro… uno dei pochi
in circolazione con ancora un codice morale… »
«
Uno sfigato, insomma! »
«
Dipende dai punti di
vista… »
Gambadilegno! Ma come gli era
uscito? Possibile che sentisse la mancanza anche di lui, in quella città tanto
estranea?
Sì, sentiva anche
la sua mancanza. Come anche di Trudy, di Macchia
Nera, di… di gente che era magari malvagia, ma che qualche scrupolo ce l’aveva. E che difficilmente avrebbero concluso
una discussione a pugni. Ma lì non era Topolinia. Era Anderville. Ed era ora che si adattasse alla
situazione.
Paese che vai, usanze che
trovi… se capiscono solo il linguaggio dei pugni…
Topolino caricò un
gancio destro per restituire il favore di poco prima, ma l’uomo che aveva
davanti venne atterrato da un pugno nero prima che
potesse affondare il colpo.
Eh?
«
Ehilà! Non vi sembra un
po’ tardi per andare a fare scazzottate in giro? »
L’altro brutto
ceffo si voltò nella direzione da cui proveniva la voce.
«
Chi sei? »
«
Che delusione… in
un’altra città solo a sentire la mia voce dei volgari ladruncoli se la
sarebbero già data a gambe! Si vede che sono in trasferta… »
Un altro pugno
atterrò anche il secondo malvivente. Topolino lo guardò sconvolto sbattere
contro il muro. Una figura misteriosa, avvolta da un mantello scuro sollevato
dal vento notturno che nascondeva praticamente il suo
volto, atterrò sul marciapiede mentre il primo criminale si rialzava a fatica
brandendo la sua mazza.
«
Attento! »
«
Visto, grazie! »
Un preciso colpo
del paralizzatore bradionico
rese inoffensivo anche l’ultimo colpo di coda del malvivente.
Topolino guardò il
tutto con occhi sbarrati e la bocca spalancata dallo stupore. No, da Anderville
aveva imparato ad aspettarsi di tutto, ma decisamente
un tizio mascherato che piombava dal cielo a salvarlo superava la sua fantasia!
Solo allora si
rese conto che per tutta la scena era rimasto col braccio alzato, pronto a
sferrare un pugno di cui non c’era stato più bisogno. Abbassò l’arto ormai
intorpidito e fece per avvicinarsi al suo salvatore.
«
Devo… devo avvertire Sharkfish… »
Cosa? Ancora lui?
Topolino gridò:« Ehi, fermo! »
L’altro uomo tentò
la fuga, ma venne rallentato da una scheggia rossa che
gli piombò sul viso.
«
Aaah! Maledetto gattaccio, levati! »
Topolino si
ritrovò a dover afferrare al volo il motivo per cui si era cacciato in quella
situazione assurda. Al malfattore bastò quell’attimo di distrazione per sparire
nel nulla.
«
Scomparso… »
Una mano afferrò
il detective per la spalla. Istintivamente, avendo ancora i nervi a fior di
pelle, il topo afferrò il braccio e stese l’avversario sul terreno con una
mossa di karate.
«
Cosa… »
«
Ma tu… »
L’eroe e il
detective si guardarono sconvolti, l’uno coricato sul
terreno, l’altro in piedi, ignorando il gatto rosso che gli stava graffiando
una gamba.
Il papero dietro
la maschera era sconvolto. Cosa ci faceva lui
lì?
Possibile che il
pensiero che gli aveva rivolto poche ore prima l’avesse
improvvisamente evocato dal nulla?
Paperino conosceva
Topolino molto, molto bene, anche se le occasioni d’incontrarsi di persona
erano davvero poche, abitando in città diverse. Per quanto ne sapeva lui,
doveva trovarsi a Topolinia, non ad Anderville! E
pensare che molto probabilmente Uno lo stava per avvertire…
se non fosse stato il solito impulsivo…
Il topo si rese
subito conto di aver atterrato il suo salvatore.
Che razza di figura! Prima mi salva e come ringraziamento io…
Ehi, un attimo! Questo è… un
papero?
Ad Anderville aveva visto un po’ di tutto,
ma a pensarci bene di paperi non ne aveva ancora visto neanche uno. E questo
per di più, nonostante lo strambo travestimento, aveva un qualcosa, un elemento
familiare…
Il papero mascherato ridacchiò imbarazzato:« A quanto pare te la saresti potuta cavare anche senza di
me! »
Topolino lasciò andare il suo braccio con
il volto rosso dalla vergogna:« Oh! Mi… mi dispiace,
scusami! »
L’eroe si rimise in piedi:« Tranquillo, ne ho ricevute molte di peggio nella mia
carriera… piuttosto, cosa ci fai qui? »
Il detective afferrò per la collottola il
micio che ancora gli gironzolava intorno. Il fatto di essere un topo gigante
probabilmente lo rendeva attraente per la creaturina,
che non aveva fatto altro che rifarsi le unghie sui suoi pantaloni per tutto il
tempo.
« Cercavo questa piccola peste! »
Paperinik si morse la lingua. Non era quello
che intendeva. Avrebbe voluto sapere cosa ci faceva lì ad Anderville, ma prima di poter specificare la domanda si rese
conto di un paio di particolari decisamente
problematici e imbarazzanti.
Primo: Topolino non sapeva della sua
identità segreta. Probabilmente non aveva neanche mai sentito parlare di
Paperinik. Motivo per cui non poteva mostrare troppa confidenza con lui, anzi,
doveva proprio fingere di non averlo mai visto prima!
E qui subentrava il secondo problema: per
quanto fosse un bravo attore, aveva di fronte a sé un investigatore di fama
internazionale, la persona con l’intuito più sviluppato che avesse mai visto
dopo Uno, che dopotutto era sempre un computer. Topolino invece era un essere
umano, ed era un detective. Un detective professionista che per giunta
conosceva molto bene la sua identità segreta.
Paperino aveva la netta impressione di
essersi appena cacciato nei guai. Una volta di più.
Topolino ridacchiò:« Strano
che a un investigatore chiedano ancora di cercare gatti, vero? »
Il papero ridacchiò un po’ forzatamente a
sua volta:« Già… »
« Non ti ho ancora ringraziato per avermi
aiutato prima… io mi chiamo Topolino! »
L’investigatore allungò la mano. L’eroe
impiegò un paio di secondi di troppo a stringerla, indeciso su come dovesse
presentarsi.
« Pikappa. »
Sì, era la soluzione più sicura. Non doveva
mettere a repentaglio la sua identità segreta a meno di un’emergenza e
dichiararsi come Paperinik avrebbe potuto causare al topo
una nemmeno tanto curiosa associazione mentale vista la somiglianza di nomi.
A Topolino quel ritardo non sfuggì. Aveva
il gatto da restituire. Aveva il nome di Sharkfish
che gli frullava ancora per la testa, soprattutto dopo
l’indigestione di articoli su di lui che si era fatto fino a poco prima. Ma quello strano papero lo incuriosiva da morire.
« Da dove vieni? Non sei di Anderville, poco
ma sicuro… »
« Neanche tu mi sembri nativo del luogo… »
Topolino sorrise:« Fammi
indovinare… Paperopoli? »
Pikappa sbuffò:« Ma
perché c’è la fissa che tutti i paperi debbano venire da Paperopoli?
A Topolinia non ci sono mica
tutti topi! »
« Questo è vero! A dir
la verità ci sono più cani che topi… ma
non mi pare proprio di averti detto che vengo da Topolinia!
»
Ops! La sua solita linguaccia lunga!
« Era un esempio come un altro! Credo di aver
letto qualcosina di te sui giornali… aiuti spesso la
polizia o sbaglio? »
« Questo è vero! Scusami, come investigatore
essere sempre sospettoso è un difetto professionale! »
« Capisco… »
Topolino si chinò a raccogliere il gatto:« È ora che restituisca Sfruscio alla sua padrona! Spero di
rincontrarti ancora, Pikappa! »
« Anch’io, Topolino… ci vediamo! »
Il papero mascherato sparì fra i tetti di
Anderville, sotto gli occhi attenti dell’investigatore.
Pikappa,
eh?
Paperinik
riaccese il comunicatore dell’Extransformer.
« Uno… avrei bisogno di un favore. Puoi cercarmi qualsiasi
notizia che riguardi un certo Topolino da quando è giunto
ad Anderville? »
« Certo… stavo per dirtelo prima, ma hai sempre fretta
d’intervenire… »
« Sì, hai ragione… »
Uno
rimase perplesso dall’assertività del suo socio.
« Cosa c’è da renderti così pensieroso? Lo conosci? »
Il
papero sospirò.
« Io no… ma mi dicono che sia un conoscente del mio caro amico Paperino… un conoscente
molto stretto… »
Topolino
passeggiava per le strade illuminate del centro di Anderville, diretto verso il
suo appartamento. Sfruscio era di nuovo fra le braccia della sua padrona, il
suo compenso era nella tasca, ma i suoi pensieri erano altrove.
Sharkfish, prima di tutto. Senza veramente volerlo gli
era arrivato tanto vicino, così tanto che ormai
probabilmente anche lui lo sapeva. Nonostante Anderville fosse una metropoli,
certe notizie potevano correre a una velocità impensabile. Forse sapeva persino
che aveva iniziato a indagare su di lui, e non avrebbe mai creduto che aveva
cominciato per pura curiosità e per tenersi in esercizio. Ormai era nei guai
fino al collo e non aveva altra scelta che continuare a indagare. Come sempre.
E
poi c’era quel Pikappa… il suo istinto gli diceva che anche una ricerchina su di lui non sarebbe guastata,
ma Stan aveva solo giornali locali, ed era
comunque troppo tardi per rivolgersi alla sua edicola.
Ho
l’impressione che anche stasera andrò a dormire tardi… e che la mia bolletta
per la connessione internet subirà una piccola impennata.
Ma potrebbe valerne la pena…
Ciao a
tutti! E così i nostri eroi si sono finalmente visti in faccia! Un incontro un po’
burrascoso, e vi assicuro che il successivo non sarà più tranquillo! Ma per il prossimo capitolo se ne staranno buoni… saranno
altri a esserlo un po’ di meno! Nuovi guai in vista… come se tutti gli altri
non bastassero!
Come sempre
ringrazio Nigthrun, Jan Itor
19 e Crybaby per le
entusiastiche recensioni, sperando che queste non siano da meno!
Alla prossima!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92